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Autore: Lauretta Koizumi Reid    16/02/2015    3 recensioni
Sono passati 30 anni dalla fine dei giochi. La piccola Mellark è cresciuta, sa cosa sono gli Hunger Games, sa che il trentennale della loro abolizione andrà festeggiato. Tra le tante iniziative, a scuola vengono chiamati alcuni ex soldati come testimoni oculari della Seconda Ribellione.
Tra loro c’è un quasi cinquantenne del Distretto 2 che ora la sta guardando con un’espressione indecifrabile.
Lui si chiama Gale Hawthorne.
Lei ha capito che non è un semplice soldato.
Un incontro casuale, che non doveva avvenire, che cambierà tutto, che porterà la giovane ragazza a scoprire verità desiderate ma terribili.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Allora...c’è altro che desideri sapere?
Delion annuì.
- Ogni tanto ci viene a trovare la signora Annie Cresta con suo figlio Finnick...immagino tu sappia chi sono.
- Sì, certo – rispose Gale – il piccolo Finnick Junior è nato poco dopo l’istituzione della Repubblica di Panem.
- Sì...adesso è grande, ha circa trent’anni. So che suo padre, che ha il suo stesso nome...è morto in guerra accanto a mia madre. Ma nessuno, ne’ Annie, ne’ Finnick, nemmeno i miei vogliono dirmi come è morto. E’ così orribile?
- Più che orribile. Finnick morì dilaniato da alcuni ibridi...
- Ibridi? Che cosa sono? – chiese Delion.
- Animali. Modificati. A dire il vero non so nemmeno se ci fosse qualcosa di animale in loro o erano soltanto dei robot. Diciamo un misto. Armi letali, vive e intelligenti, fatte apposta per uccidere e sicuramente tra le cose più orribili che l’umanità abbia concepito. Finnick fu ucciso a morte da alcuni di quelli mentre scappavano dentro una fogna. E per far sì che con Finnick morissero anche gli ibridi che l’avevano ucciso...fu sganciata una bomba che fece esplodere tutto.
Delion sembrò disgustata ma poi il suo volto si illuminò di consapevolezza.

- Oh... è per questo che non esiste una sua tomba? Solo la Fontana Odair?
- Esatto. La Fontana Odair a Capitol City fu costruita in sua memoria. E’ lì che dobbiamo rendergli omaggio. Perché purtroppo...non c’è nulla di lui che abbiamo potuto seppellire.

D’improvviso, qualcosa vibrò nella tasca di Delion. Era un piccolo telefonino cellulare, costosa prelibatezza che era costata parecchio e che come tale, si usava solo in casi specifici. Sul piccolo schermo a colori comparve la scritta “mamma”. Gale se ne accorse e distolse lo sguardo. Delion premette il tasto verde.
- Pronto, mamma?

- Delion? Dove ti sei cacciata? Le lezioni sono finite da un bel po’! Ho visto passare Cora e le altre tue amichette qui vicino! Dove sei?

- Io...ehm...

- Ti devo venire a prendere?

Delion si accorse dello sguardo di Gale. Un misto di curiosità e desiderio.
La ragazza premette il bottone del vivavoce e la voce di Katniss Everdeen risuonò per il bosco. Gale sorrise. Erano quasi trent’anni che non udiva il suono della voce di Katniss così da vicino. L’aveva sentita molte volte in alcuni telegiornali o alle poche interviste che ogni tanto concedeva. A parte il grattare tipico della voce che si sentiva tramite il telefono, la sua voce era rimasta uguale.

- No! Sono nei boschi vicino casa. Ho bisogno di stare un po’ da sola. Mi...mi alleno con l’arco.

- Lo sai che quando fa buio preferisco che tu sia a casa! Inoltre fa freddo, e ho già tuo fratello con il raffreddore!

- Dai, torno presto. Non faccio tardi. Tra un po’ sono a casa, davvero.

In sottofondo si sentì la voce di Peeta che cercava di conciliare la disputa.
- Va bene – rispose infine Katniss – capisco che tu voglia stare un po’ da sola. Ma se entro mezz’ora non sei a casa, vengo nel bosco. Ok?
- Sì mamma.
Delion riagganciò.

Gale annuì.
- Effettivamente ormai il sole è tramontato. Non vuoi andare?
- Sì...ma c’è un’ultima cosa che ti voglio chiedere.

L’uomo seppe da subito cosa stava per chiedere Delion. Antichi sentimenti di vergogna, rassegnazione, tristezza ma anche orgoglio e accettazione emersero dal profondo del suo cuore. Nelle orecchie rimbombò il tuono delle bombe, le urla dei Ribelli. Nella mente rivide l’espressione di Katniss quando gli chiese spiegazioni.
 
- Com’è morta Prim? – chiese Delion alzandosi in piedi e scrollandosi l’erba dal sedere.
 
Gale si sorprese del fatto che l’avesse chiamata per nome e non con il suo appellativo di zia. Ma in fondo era giusto: Delion guardava le sue foto e poteva rivedere in lei tutto tranne che una parente. Forse una coetanea, una possibile amica, un angelo che vegliava.

- Prim è morta il giorno più sanguinoso della storia della Seconda Ribellione. I Ribelli e la squadra di tua madre, tra cui c’ero anche io, spodestarono Capitol City e miravano al Presidente. Egli si era barricato dentro il suo Palazzo...forse era pronto a scappare, o forse stava per dichiarare la resa...non so. Fatto sta che davanti al suo palazzo, nel cortile, c’erano meno di un centinaio di bambini profughi. A un certo punto caddero dei paracadute.
I bambini li presero in mano.
Ma non contenevano nulla di buono. Erano bombe.
Ed esplosero in mano a quei bambini.

Gale vide Delion spalancare gli occhi attonita.

- Tua zia e i medici dei Ribelli si accorsero di ciò che era accaduto, e senza badare alla prudenza entrarono nel cortile per prestare soccorso ai bambini. Ma a quel punto i paracadute rimasti non ancora esplosi...scoppiarono. Sì, Delion. Prim è morta in una detonazione. Di lei non è rimasto nulla. La tomba che visiti con i tuoi...è come la fontana Odair. Un luogo di memoria....ma nient’altro. Fu così che tua madre si procurò le bruciature che ancora ha sulla pelle. Vide sua sorella nel mucchio e tentò di fermarla, avvicinandosi troppo al cortile. Anche Peeta finì ustionato, in modo meno grave.  Ed è per questo motivo che io e tua madre non ci siamo più parlati.

- Vuol...vuol dire che...Prim è morta nella famosa Strage Del Palazzo Presidenziale? – sussurrò Delion, che aveva gli occhi lucidi e parlava con un filo di voce, ricordando una lezione particolarmente drammatica di storia – e perché tu e mia madre... – non riuscì a terminare la frase.
- Perché sono stato io e un ingegnere di nome Beetee a fabbricare quelle bombe. A ideare il meccanismo della doppia detonazione. La prima scatena il panico e spinge all’aiuto per l’umana pietà. La seconda, più potente, distrugge tutto.
- E voi...voi avreste sacrificato dei bambini per questo?
- Vuoi pensare ai migliaia di bambini che sono morti nell’attacco del Distretto 12? Io li ho visti bruciare vivi Delion, e queste non sono cose che si dimenticano. Vuoi pensare ai centinaia di ragazzini che per settantacinque anni sono morti nelle arene degli Hunger Games? Settantacinque anni, Delion! Fai il conto! Ventitrè per settantacinque! Facciamo pure settantaquattro e ventidue, se vuoi. Non sono contento di ciò che ho fatto: non c’è giorno in cui non pensi a quelle anime innocenti che sono morte per mano della mia bomba. Ma se loro non fossero morti, tu non saresti qui. E nemmeno i tuoi. Nessuno. La gente credette che la bomba fosse stata un’idea di Snow, e ciò decretò la sua fine.
- Quindi...ciò che è scritto nel libro di storia è sbagliato! Non fu Snow a ideare la strage!!! – urlò la ragazza - ma...ma... – balbettò poi Delion – la zia Prim...sapevi che sarebbe stata lì in mezzo? Sapevi che sarebbe andata con i dottori dei Ribelli?

Gale aspettò prima di rispondere, mentre osservò con estremo sgomento che Delion si stava allontanando sempre di più da lui.
i alzò quindi in piedi e le si avvicinò.
La ragazza allungò le  braccia come per proteggersi.
L’uomo avvertì la stessa tremenda, soffocante, triste sensazione di trent’anni prima, quando a guardarlo così era la sua migliore amica, ricoperta di ustioni e con i capelli bruciati.





 
Note dell’autrice: Miseriaccia, Harry!cit. E sì che volevo concludere tutto in pochi capitoli. Sono logorroica. Già. No, la verità è che non mi piace fare capitoli troppo lunghi, e questa storia si sta sviluppando sotto i miei occhi come dei muffin che lievitano. Mmmm, fame. Ci vediamo alla prossima, miei followers, e naturalmente vi chiedo una piccola recensione che fa sempre bene alla salute e all’autostima dello scrittore :D 
  
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