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Autore: Yumikokyo    16/02/2015    0 recensioni
Estratto del 2° capitolo:
[...] gli altri attendevano alle Jeep il suo ritorno, pronti per tornare al campo base. Con uno sconforto e una frustrazione leggibile nei suoi occhi, guardò ad uno ad uno il volto afflitto, ma non privo di speranza, di tutti i suoi compagni. Poi, prima che potesse aprir bocca per fare uno dei suoi soliti discorsi "solleva animi", Jay cominciò a parlare come se nulla fosse. "Quanto ci hai messo E? Cominciavamo a preoccuparci. Avevi detto un sopralluogo veloce non un ritiro spirituale!"
Disse sogghignando mentre saliva sulla Jeep dalla parte del guidatore. Era sempre il solito provocatore, ma dall'atmosfera di tristezza generale si sollevò la risata di tutti. Sapeva sempre come salvare la situazione, e nessuno osò dire altro. Non c'era bisogno di parole consolatorie, ormai scontate e superflue nella mente di ognuno. Ed il silenzio li accompagnò lungo tutto il viaggio di ritorno, insieme al rumore regolare dei pneumatici sull'asfalto umido.
The Suspended ~
:3
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Suspended

Capitolo n°1 / Prefazione


Avvertenza: I nomi dei personaggi sono volutamente lettere. X non è un errore, così come E.
Verrà in seguito spiegato il motivo, e nel corso della storia nei capitoli successivi ci sarà la presenza di nomi completi.



Sarebbe stato sbagliato affermare  che non aveva paura della morte. Una congettura falsa, come tante in quegli ultimi giorni. X aveva paura. Molta.
Ma non aveva pensato. Non aveva avuto il tempo per farlo. Infondo, quando mai aveva ragionato prima di fare qualcosa? Era una persona avventata, sempre sicura di fare il giusto. Ma, questa volta qualcosa era cambiato: aveva paura delle conseguenze. Aveva passato una vita intera, anni ed anni, con la convinzione che l'esistere contasse più di tutto il resto. Dopo tutte le volte che la sua vita era stata salvata da qualcuno, adesso stava per buttare all'aria il sacrificio di quelle persone, e lo stava facendo intenzionalmente.
Aveva terminato gli incarichi della vita. Doveva finire la sua storia, e quel gesto era un buon modo per farlo. Doveva salvargli la vita. Come avrebbe potuto lasciare che morisse? Dopo tutto quello che avevano passato, non poteva dimostrarsi una persona tanto sleale e scorretta nei confronti di un'alleanza tanto affiatata.
Si mosse velocemente mettendosi in mezzo e separando la morte dalla persona in quel momento a lui più importante. Il dolore improvviso attraversò il corpo in un lampo. Lo sentiva, ma non gli importava. Sapeva che era la fine, l'aveva scelta.
La sua mente cominciò a gridare, mentre il suo corpo gli provocò un improvviso e profondo dolore.
Non era vuoto! Non era privo di significato! Aveva vissuto.
I suoi ultimi pensieri vagarono automaticamente sulla ragazzina che avrebbe atteso invano il suo ritorno a casa, e si sentì improvvisamente in colpa. Ma avrebbe capito, sarebbe diventata forte, anche senza lui come guida. L'avrebbe perdonato un giorno. E su questo pensiero ripose tutte le sue ultime speranze.
Le forze cominciarono pian piano ad abbandonare il suo corpo. La vista gli si offuscò, tanto da confondere le immagini. Incrociò lo sguardo dell' alleato stupefatto, pieno di rammarico, terrore, sofferenza. Buffo. Cosa si arriva a fare in momenti disperati come quelli. Infine guardò i suoi occhi un'altra volta, l'ultima, come se stesse guardando qualcun'altro. Poi, con la voce spezzata, prima che il corpo cadesse a terra privo di vita e la sua mente si spegnesse, riuscì a pronunciare una parola: << Perdonami... >> E chissà se avrebbe capito.
Ci fu un tonfo lugubre che echeggiò nell'aria, vibrando nelle pareti metalliche di quel posto maledetto. Quell'istante fu seguito da un silenzio funebre, come se il tempo si fosse fermato.
 
Rimase a bocca aperta, immobile, davanti a quel corpo che aveva salvato la sua vita sacrificando la propria. Non ci credeva. Tutto ciò era dannatamente assurdo, privo di senso. E ancora si chiedeva cosa ci facesse li.
Un'ombra nera come la notte si alzò discostandosi dal corpo di X. La morte!? Non poteva stare lì, doveva andarsene. Si alzò di scatto costringendo i suoi occhi a guardare altrove per cercare una via di fuga. Bisognava allontanarsi immediatamente da quel mostro! Si girò, e cominciò a correre veloce. Non sapeva dove stesse andando (il panico gli offuscava la mente), voleva sparire. Uscì subito da quell'enorme contenitore di atrocità e cominciò ad attraversare i lunghi corridoi metallici uno dopo l'altro. Quel maledetto labirinto ne aveva ingoiate troppe di vite, non poteva fargli prendere anche la sua. Doveva aggrapparsi alla vita e tenerla stretta, aveva bisogno di pensare, aveva bisogno di tempo!
D'improvviso, sulla parete destra, scorse una porta, "dispensa". Perfetto. Senza troppe esitazioni ci si avventò su come a volerla abbattere, la spalancò, poi se la chiuse alle spalle. Doveva darsi una calmata o non avrebbe concluso nulla. Poggiò la schiena contro il muro accanto all'entrata.
Quel maledetto! Come aveva potuto fare un gesto così sconsiderato? Per salvare la sua vita! Che stupido! Non restava più nessuno adesso... cosa avrebbe fatto ora.
Chiuse gli occhi svuotando la mente, cercando di riprendere il controllo di sé. Cominciò a fare respiri profondi, in modo da rallentare anche i battiti del cuore. Dopodiché riaprì gli occhi e diede un'occhiata alla stanza: era abbastanza grande, della dispensa era rimasto ben poco: qualche scaffale ed un armadio riverso a terra. Chiazze di sangue decoravano pareti e pavimento, segni di trascinamento, violenza, distruzione. Tutto puzzava di cadavere.
Cosa fare? Doveva mettersi in contatto con gli altri, il gruppo che aveva il compito di tenere sotto controllo la situazione all'esterno. Tirò fuori il cellulare dalla tasca, premette il pulsante verde e attese.
<< Pronto...Come procede il piano? >> La voce al telefono andò dritta al punto, come sempre.
Sospirò grave prima di rispondere << E' andato tutto a puttane E >> Era così. Era andato tutto a rotoli, tutto! Persino la speranza, ogni speranza, era stata seppellita sotto terra e non sembrava voler riemergere. Le cose avevano preso una piega sbagliata, e questo perché avevano sottovalutato la situazione.
<< Dannazione! >> La preoccupazione di E era percepibile. Fece una breve pausa, poi riprese << Quanti siete ora? >>
<< Sono tutti morti... Ci sono solo io >>
<< X!? >>
<< Non... Non ce l'ha fatta... >> Inutile dire che probabilmente la colpa era sua.
Ci fu un istante di silenzio, non erano nelle condizioni migliori, la morte di X aveva peggiorato le cose. Ma non era tempo per i sentimentalismi.
<< Ci ritiriamo, raggiungici alla postazione il più in fretta possibile. Dove ti trovi ora? >>
<< All' inferno! >> Nessun tono sarcastico.
Riattaccò di punto in bianco, bruscamente, senza dire altro, e rimise il cellulare in tasca. Non voleva sentire repliche.
Si mise ad ascoltare il ronzio ritmico delle luci all'interno della stanza. Lampeggiavano ogni sessanta secondi, per una durata di tempo di altri due secondi. Quanto ancora sarebbe durata la corrente elettrica in quel posto? L'edificio era ormai quasi tutto al buio, e la corrente nell'ala est era già saltata da un bel po'; muoversi alla ceca sarebbe stato un suicidio. L'unica via di fuga possibile era attraverso l'ala ovest, una cosa che sapeva per certo, aveva studiato la planimetria di quel luogo alla perfezione prima che il piano venisse attuato. Il gruppo all'esterno avrebbe atteso il suo ritorno prima di ritirarsi, ma non più di trenta minuti al massimo. Doveva muoversi, ma ciò che aveva tolto la vita ad X, e agli altri, era probabilmente anche sulle sue tracce in quel momento.
Mise una mano sulla maniglia, l'altra contro il muro, e aprì la porta lentamente di pochi centimetri, senza far rumore. Il corridoio era deserto, o almeno così sembrava. Trattenne il respiro e si fece coraggio, poi uscì dalla dispensa osservando bene in giro.
Procedette a passi lenti ma decisi, tenendosi contro la parete. Un passo dopo l'altro, metro dopo metro, pensieri lugubri continuavano ad invadergli la testa, insieme ad un inspiegabile senso di colpa. Avrebbe raggiunto l'uscita? E malgrado gli sforzi, ed il desiderio di avere tutto sotto controllo, una strana sensazione di panico cominciò a farsi largo nella sua mente. Era come se dentro di sé sapesse che qualcosa, negli angoli bui di quelle sale o alla fine dei corridoi, stesse osservando ogni sua mossa.
Giunse alla rampa di scale. Il silenzio era straziante. Poggiò la mano tremante sul corrimano, ma prima di procedere, prese a guardarsi intorno, in ogni direzione, per assicurarsi il "via libera". Il peso della tensione era così elevato da limitare i suoi movimenti... Poi, arrivò.
Fu come una scossa, rapida, fulminea, imprevista. Il respiro si spezzo di colpo, il cuore si fermò all'istante. Sgranò gli occhi colmi di un improvviso terrore. Aveva realizzato.
Non era la sua mano a tremare, ma il corrimano! Spostò lo sguardo dalle scale alla ringhiera: tremava in tutte le rampe. Si allontanò subito, cominciando a percorrere in fretta i gradini tenendosi contro il muro.
Sembrava echeggiare in tutto l'edificio, il suono ruppe il silenzio facendosi sempre più forte. Insieme al ferro cominciò a tremare anche il pavimento, e come in preda ad un forte terremoto anche le pareti presero a ondulare. Quando ebbe raggiunto il piano terra, la scossa sismica aumentò ulteriormente d'intensità, era come se il mondo stesse andando in frantumi.
<< Cosa diavolo succede!? >>
Non riuscì più a tenersi in piedi, cadde in ginocchio sul pavimento. Cominciò a muovere gli occhi in ogni direzione come se avesse perso l'orientamento. Infondo al corridoio, che aveva davanti a sé, vi era l'entrata all'ala ovest dell'edificio. Lì la corrente elettrica non era stata danneggiata, le luci illuminavano pienamente i corridoi. Non che fosse servito a qualcosa, ma raggiungere gli altri sarebbe stato molto più facile.
Avanzò barcollando, ma era come se ad ogni suo passo il pavimento tremasse sempre più forte. Se X fosse stato lì... Se non fosse stato così stupido e avventato! Avrebbe saputo cosa fare... come scappare!
Un boato assordante, alle sue spalle, sovrastò il tremore generale. Si girò per vedere cosa fosse, ma nel farlo perse l'equilibrio una seconda volta.  I suoi occhi tornarono a guardare le scale, qualche metro indietro, da dove sembrava provenisse quel rumore.
Il corridoio andava deformandosi, le pareti si piegavano avvolgendosi su loro stesse. Tutta la materia barcollava e, dopo un convulso tremito, si accartocciava divorando lo spazio. Un'allucinazione? Era impossibile, non poteva accadere davvero! Come poteva la realtà liquefarsi in quel modo?!
Le sue mani ondularono per terra, spostò lo sguardo in basso e vide il pavimento iniziare a sciogliersi, così come i muri. Cominciò a vedere doppio, come fosse in uno stato critico di ubriachezza, tutto era confuso. Sentiva il mondo avvolgere il suo corpo per ingoiarne la vita. I movimenti diventarono sempre più pesanti e causavano forti capogiri. Non capiva. Perché tutto questo? I battiti del cuore rimbombavano nella testa impazziti, il panico era così forte da esplodere nel petto. Poi, quando tutto sembrava ormai precipitare, sentì una presenza oscura, estranea, insediarsi nel suo corpo...
Una sensazione strana gli pervase la mente, un senso di vuoto, di rassegnazione, la sua vita non aveva più alcuna importanza. Aveva fallito. E non capì più il motivo del suo lottare, non poteva semplicemente lasciarsi andare? Lasciarsi portar via?
Il pavimento, ormai liquido e ancora tremolante, non resse più la pesantezza del suo corpo. Come nelle sabbie mobili sprofondò sempre di più, l'intero edificio sembrava risucchiarlo, persino il soffitto pareva mischiarsi con le pareti.
Della sua esistenza... più nessuna traccia. Scomparve in una frazione di secondi.
Il buio del panico, della morte... la desolazione che si fa strada tra le viscere della coscienza. Silenzio. Vuoto.
 
Fu facile sbarazzarsi di loro.
 
------ Il primo "capitolo" finisce qui.
Spero sia stato di vostro gradimento e che abbia reso piacevole qualche minuto del vostro tempo libero.
Gradisco i commenti, ma privi di volgarità e offensivi. :)
Per chi è interessato, ed ha appezzato l'inizio, i capitoli saranno pubblicati una volta alla settimana.
Grazie <3
Yumikokyo
 
  
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