Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: Rox    05/12/2008    4 recensioni
Benjamin Price, portiere affermato, non aveva idea di cosa fosse la morte. Mai qualcosa di così forte e devastante aveva colpito la sua vita.... fino a quel giorno. E sicuramente la visita inattesa di una donna con un segreto, non può che accrescere la sua frustrazione... Se poi in questo quadro ci inseriamo una testamento con una clausola particolare, ecco che la situazione diventa veramente complicata
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
accordo8 Lentamente l'inverno lasciò il passo alla primavera a Ginevra il tempo sembrò rispecchiare quello che realmente le persone accanto a lei stavano provando.
Benjiamin Price sembrava che stesse affrontando la morte dei genitori con determinazione e solamente lasciando che il tempo le schiarisse un po' le idee, capì come l'uomo doveva essersi sentito, quell'inverno, nel perdere le persone che lo avevano generato e messo al mondo.
Una volta aveva provato a chiedere come stesse, per capire se la persona che aveva davanti era il cinico e sfrontato portiere che affrontava la vita nello stesso modo, oppure se avrebbe dimostrato una commozione per la sua situazione tipicamente umana.
Ne era rimasta comunque stupita: non aveva reagito in nessuno dei modi che aveva previsto.
Inizialmente pensava che l'avrebbe mandata, furioso con lei per aver affrontato l'argomento, galantemente a quel paese, oppure si aspettava un'aggressione in piena regola.
Invece lui l'aveva semplicemente guardata e le aveva sorriso.
Gli occhi si erano incupiti e la bocca era rimasta attaggiata in un sorriso amaro.
Aveva scosso la testa e si era alzato da tavola avvicinandosi da lei e accovacciandosi di fianco alla sua sedia: l'aveva guardata intensamente e, alzando una mano, le aveva sfiorato la guancia con la grande mano abbronzata e quello che aveva detto l'aveva completamente stupita e fatta capitolare.
"Grazie per avermelo chiesto."
Ed era tornato alla sua cena e nemmeno una parola era volata tra di loro.
Ora Ginevra si trovava davanti un assegno sostanzioso, lasciato per lei dal futuro marito quella mattina stessa.
Il biglietto che lo accompagnava spiegava che siccome al matrimonio mancava meno di una settimana, lui le consigliava di procurarsi un abito da sposa non volendo vederla marciare verso l'altare coperta con un rigido tailleur.
In un impeto di ira accartocciò l'assegno decisamente sostanzioso e lo lanciò lontano nella stanza, mentre lacrime di rabbia e frustrazione le rigavano il viso.
La stava facendo impazzire: lei, Ginevra Rossetti, la calma e la tranquillità fatta a persona, la persona conosciuta da tutto il mondo dell'Alta Finanza come il "cyborg", stava lentamente e inesorabilmente impazzendo davanti a un uomo emblematico e, secondo lei, completamente disturbato come Benjimin Price.
Sospirò e si mise le mani nei capelli: non sapeva più come comportarsi. Lui le aveva dimostrato che tra loro era sempre pronta a scoppiare una scintilla di pura passione che sapeva poteva portarla alla resa totale, ma era consapevole anche che se avesse ceduto, se ne sarebbe pentita.
D'altronde lei era comunque una donna indipendente e l'andare a letto con lui si sarebbe rivelato un disastro: avrebbe sicuramente inziato a pretendere da lei certi atteggiamenti e comportamenti, le avrebbe vietato piaceri a lei congeniali per un semplice capriccio e avrebbe potuto rovinarle la carriera con un solo dito.
Scosse la testa e la affondò nei capelli ancora umidi dalla doccia appena fatta.
E forse per la rima volta da quando era cominciata questa assurda convivenza e situazione, si lasciò andare a un pianto di sfogo e di frustrazione, silenzioso e solitario.
Non si riconosceva più: era sempre stata una ragazza combattiva e determinata, vogliosa di arrivare e di essere riconosciuta per il suo valore, per il suo cervello e, perchè no, anche per la sua bellezza.
E ci era riuscita, maledizione!
Si era impegnata fino alla stremo delle forze, fin dalla morte dei suoi genitori, sopportando ogni genere di privazioni, dalla solitudine alla obbligata convivenza con la famiglia Price.
Ma ora era stanca, sola, disperata e per la prima volta nella sua vita, sentiva di voler gettare la spugna.
Sentiva di non sapere cosa fare e di non riuscire a reggere una situazione del genere.
Voleva semplicemente scappare.
Fu così che la trovò Patty, accasciata sul tavolo della sala da pranzo, scossa dai singhiozzi più profondi.

Oliver Hutton non si riteneva un genio nelle questioni amorose, anzi, si riteneva un vero e proprio decerebrato.
Anche solamente il fatto che per riuscire a dichiararsi a Paty ci avesse impegato anni e anni, trincerandosi dietro la passione per il calcio, ne era una prova abbastanza convincente e se ci rifletteva bene anche quando si era dichiarato, era stato per merito di Patty che l'aveva messo davanti a un aut-aut: o la voleva, o non doveva nemmeno più rivolgerle la parola.
Il risultato era sotto gli occhi di tutti e lui ne era stato proprio felice.
Ma, pure lui, l'imbranato degli imbranati, si rendeva conto che il matrimonio del suo migliore amico era destinato al fallimento.
Non c'era nemmeno un presupposto, anche minimo, che lo convincesse che la scelta di sposare Ginevra Rossetti era la scelta migliore.
Certo, se si tralasciava la questione sesso.
Da ciò che aveva potuto notare nel parcheggio un paio di mesi prima, tra i due c'era una scintilla sempre pronta a scoppiare, ma lui non sapeva quanto sarebbe durata questa attrazione, ma , sopratutto,  chi ne avrebbe poi pagato le conseguenze.
Doveva parlare con Benjiamin al più presto.

Patty scosse la testa e sospirò mentre con passo leggero si avvicinava al tavolo e posava una mano sulla testa dell'amica accarezzandole i capelli.
"Era ora che ti sfogassi, cara,. Non potevi pensare di andare avanti così, trattenendo la tua rabbia e la tua frustrazione!"
Ginevra a quelle parole alzò la testa di scatto e si ritrovò davanti la donna che lentamente era divenuta la sua più cara amica e confidente: era strano per lei considerarla un'amica anche perchè rimaneva comunque una persona con la quale Benjiamin Price era cresciuto. Eppure lei sembrava molto oggettiva e tendeva a insultare il futuro marito anche più di lei.
"Oh Patty! Ma che sto facendo? Questo matrimonio sarà una vera e propria catastrofe senza limiti!"
L'amica non potè far null'altro che sospirare e sedersi di fianco a lei, mentre Ginevra continuava nel suo sfogo personale fatto da lacrime e insulti nei confronti dell'amico d'infazia.
Certo era che se qualcuno le avesse mai detto che Benjiamin price si sarebbe sposato prima di lei, non ci avrebbe minimamente creduto.
Eppure le cose stavano esattamente così e lei aveva paura che la sposina davanti a lei, non sarebbe stata in grado di tener duro ancora per molto e sarebbe capitolata a breve.
"Oh Patty! mi vuole pure pagare il vestito, come se io fossi una sua dipendente! Oh maledizione! IO SONO UNA SUA DIPENDENTE!"  e un nuovo scoppio isterico di pianto si riversò su Ginevra.
Qui ci volevano rinforzi!

Benjiamin Price conosceva perfettamente il modo di giocare del suo capitano: era sempre pieno di vita, gioioso, estroverso, pronto a superare se stesso e chiunque gli si ponesse davanti.
Contrariamente però a ogni atro giorno della sua vita, Oliver Hutton non era in forma smagliante e molte volte sembrava quasi che perdesse il controllo del gioco per pensare ad altro.
L'amore doveva avergli fatto proprio male; da quando si era messo con Patty però era  la prima volta che lo vedeva così distratto e sopratutto aveva il sentore che in realtà la questione non riguardasse la donna, quanto proprio se stesso, Benji Price.
Era alquanto inquietante vedere l'amico fissarlo insistentemente dall'inizio della serie di allenamenti e non vedeva l'ora che l'amico tirasse fuori qual'era il problema o che almeno la finisse di fissarlo così: Dio, era inquientante!
Quando finalmente il fischio di Marshall decretò la fine della mattinata di preparazione atletica, come se sentisse che il momento della verità stesse per uscire, il portiere tentò di scappare dall'amico che però riuscì comunque a intercettarlo nella sua poco gloriosa fuga.
Stizzito, si levò il cappello dalla testa e lo sbattè contro la muscolosa coscia mentre uno sguardo di insofferenza gli si dipingeva in volto.
"Si può sapere che diavolo vuoi da me stamattina, Holly?! Dio! E' tutta la santa mattinata che mi fissi, non sei concentrato su quello che fai e mi indaghi da lontano. Che diavolo! avrò ben diritto a poter vivere senza l'ombra inquisitoria del tuo sguardo!"
Oliver lo guardò e sorrise mentre si asciugava il sudore con un asciugamano che aveva appoggiato mollemente sul collo:
"In effetti, Benji, volevo parlarti del tuo matrimonio"
Forse tra tutte le cose che potevano lasciare più alibite il portiere una sarebbe stata vedere il mare diventare rosso, il cielo verde e la terra blu e l'altra sentir parlare così francamente Oliver Hutton.
"Beh? Che diavolo significa? Mi sposo tra meno di sette giorni, non mi pare il caso di fare il difficile, se non vuoi farmi da testimone posso chiederlo a ciunque altro nella squadra anche se non pensavo che avresti fatto problemi..."
Ma l'aria stizzita del capitano gli diede a intendere che non era quello il problema:
"Il problema, Benji, non è se io voglia o meno farti da testimone, ma se sia giusto sposare quella povera ragazza! Ma l'hai vista come si è ridotta in questi pochissimi mesi in cui ha abitato a casa tua? E' dimagrita, ho delle borse sotto gli occhi da far spavento ed è perennemente in tensione. E tu non sei da meno. Da quando i tuoi genitori sono morti hai continuato a vivere la tua vita come se la cosa fosse capitata a qualcuno che non fossi tu. Non ne hai parlato, non hai reagito con rabbia, non ti sei rinchiuso in casa. Niente. Hai continuato la tua vita come se quello che ti era successo non ti riguardasse nemmeno. Francamente non ti riconosco più. Una volta almeno ti arrabbiavi e in campo diventavi un belva. E ora invece sei la calma fatta persona. E poi la storia di questo matrimonio.
Credi che sia così stupido da non vedere come stanno realmente le cose?
Tu non sai come gestire questa situazione, ma piuttosto che ammetterlo, scommetto che ti spareresti in un piede.
Allora quello che voglio chiederti in tutta sincerità, con la più totale franchezza, è: sei veramente sicuro di quello che stai per fare? Vuoi veramente sposare Ginevra Rossetti?
Perchè se hai un solo unico dubbio, non sul fatto che la vostra unione pssa durare, cosa che ti auguro, ma in cui non scommetterei, ma sul fatto che questa cosa non vi porti all'autodistruzione, allora ti farò da testimone ben volentieri.
Ma se solamente pensi, anche lontanamente, che lei ti possa solo complicare la vita, confonderti le idee e che voi due vi possiate scannare tutto il giorno, ti prego di non fare una sciocchezza simile!"
I due amici si guardarono intensamente negli occhi e Benjiamin Price non potè non riconoscere la stessa spressione fiera che aveva avuto Holly quando le loro due squadre si erano sfidate, per la prima volta, apertamente.
Quante cose erano cambiate da allore.
Tante.
Troppe.
Eppure la stessa espressione del viso era dipinta su volto dell'amico: determinazione nel dover fare la cosa giusta.
La cosa giusta per lui.
Non per se stesso, ma per il suo amico.
E la maschera cadde.
Anche se sul viso del portiere non passò nemmeno l'ombra di un'espressione, dentro egli sentì come un vetro andare in frantumi e rivelargli finalmente la verità.
Era arrabbiato con i genitori per averlo lasciato in una situazione del genere.
Era arrabbiato con Matthew per essere un irresponsabile senza partito che nella vita non avrebbe mai fatto niente di buono.
Era furioso con Robert che nella sua arte e nella sua vita frugale era riuscito a trovare il suo equilibrio con il quale affrontava ogni sfida della vita.
Ma sopratutto era arrabbiato per il fatto che nonostante fosse il più piccolo dei tre fratelli Price, fosse lui a doversi sposare una donna imposta dal padre e a dover mandare avanti l'azienda di famiglia.
E infine odiava i suoi genitori: sua madre per l'assoluto disinteresse che aveva avuto per l'ultimogenito.
Assorbita completamente dal primo, straviziato dei figli Price, appena interessata per il secondo, il terzogenito era stato solamente un fagotto da depositare in un enorme villa giapponese con un tutore e qualche domestico.
E suo padre era il peggio del peggio: era riuscito a manovrare la sua vita persino da morto obbligandolo a sposare una donna che non amava e a seguire un'azienda nela quale non aveva mai quasi avuto modo di apportare qualche modifica sempre bocciata dal padre.
Ma nessuno di questi pensieri trapelò e come un ottimo attore riesce a calarsi perfettamente nella parte assegnatagli, anche Benjiamin Price aveva ben presto imparato la sottile arte della recitazione:
"Nessun ripensamento Holly e si, sono completamente sicuro di quello che sto per fare. Ginevra è bella, intelligente e spigliata. Con il tempo sapremo apprezzarci a vicenda. Ora dobbiamo lasciare che i nostri caratteri prendano un po' le misure visto che entrambi sia delle teste di legno che difficilmente si piegano al volere altrui.,
Ma non ti preoccupare ne per me nè per lei, ne abbiamo parlato moltissimo e siamo arrivati alla conclusione che questa è la soluzione migliore! L'importante è che tu ci sia al mio fianco domenica.
Non vorrei dover cadere a terra nel caso svenissi!"
E il pubblico ne rimane incantato: Oliver sorrise e annuì, tranquillo ora dopo che l'abile arte dell'attore lo aveva convinto come una magia.
Grande scroscio di applausi.
Il sipario si chiude.
E i pagliacci piangono.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Rox