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Autore: redhales    16/02/2015    2 recensioni
Raccolta di one shot/ drabble Sterek.
Ultimo aggiornamento: Idillio.
"Non ci aveva pensato più di tanto. In realtà non ci aveva pensato per nulla. Voleva solo scappare, prendere una boccata d’aria, una pausa da quella vita fatta di continui pericoli che iniziava a stargli stretta. Così stesso quel giorno, appena tornato a casa, aveva comprato online un biglietto aereo di sola andata fissato per tre giorni dopo. Direzione: New York."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai mi vedete tipo due volte all'anno, ma è meglio di niente direi! Scrivo in base all'ispirazione, non mi costringo a farlo quando non ne ho voglia, e ultimamente ne ho davvero poca :(
Anyway, non sono ancora sicura se inserire in quest'alfabeto anche le lettere straniere...nel caso, potreste iniziare a suggerirmi qualche parola con la j e la k, se vi va, e vedrò se mi verrà qualche idea ^^

                                                                       

                                                                         HOTEL


L’autostrada era deserta mentre l’auto scivolava via dal caldo afoso messicano e verso casa, le ultime luci del tramonto che illuminavano appena la strada davanti a loro. Derek, alla guida della sua Toyota, cercava di tenere lo sguardo fisso di fronte a sé, ma non poteva fare a meno di lanciare occhiate furtive al ragazzo seduto accanto a lui. Ragazzo che da precisamente due ore e trentasette minuti non faceva altro che bofonchiare e lamentarsi (non che stesse contando i minuti, semplicemente per qualche ignota ragione il suo sguardo continuava a posarsi sui numeretti dell’orologio sul cruscotto).

“Te l’avevo detto che andavi troppo piano, siamo in strada da più di due ore e di Scott e gli altri nemmeno l’ombra.”

Derek sospirò. Stiles aveva ripetuto diverse varianti di quella frase quattordici volte (di nuovo, non stava tenendo il conto) da quando avevano lasciato la Iglesia, e lui non poteva fare altro che ignorarlo.

Del resto non era colpa sua se, proprio nel momento in cui stavano per partire, l’auto si era rifiutata di accendersi. Anzi, era grazie a lui se erano riusciti a partire: aveva infatti sfruttato tutto ciò che suo padre gli aveva insegnato sui motori ed era riuscito a riparare il SUV. Intanto avevano telefonato Scott, rassicurandolo che sarebbero partiti appena possibile e che li avrebbero raggiunti. Stiles non aveva insistito affinché l’amico tornasse indietro o li aspettasse: sapeva che aveva fretta di tornare a casa per rassicurare sua madre e proprio per questo motivo era partito prima con gli altri.

Derek era però intenzionato a non superare i limiti di velocità e di conseguenza non erano riusciti a raggiungere Scott. La notte stava scendendo e mancavano ancora molte ore di viaggio per raggiungere Beacon Hills. Non sapeva se gli altri si erano fermati o avevano continuato il viaggio – del resto avevano solo un paio di ore di vantaggio – ma, conoscendo Scott, erano probabilmente intenzionati ad arrivare a casa il prima possibile.

Non sapeva se Stiles avrebbe approvato o meno il suo piano, ma tanto valeva esporlo ed elencare le sue motivazioni.

“Stiles”, iniziò. Il ragazzo si voltò leggermente verso di lui, senza staccare gli occhi dalla strada. “Dovremmo fermarci…”
Stiles gli puntò gli occhi addosso e aprì la bocca per iniziare a protestare, ma lui fu più veloce.

“No, aspetta. Scott non si fermerà per la notte, e io ho bisogno di riposare. Non penso di doverti ricordare che ero morto solo qualche ora fa. E sicuramente non lascerò guidare te per tutta la notte, quindi al prossimo hotel ci fermiamo. Una bella dormita farà bene ad entrambi e non andiamo di fretta. Non c’è nulla che possiamo fare per ora.”

Stiles lo scrutò per qualche secondo, che gli bastò a metterlo a disagio quanto bastava, poi con un sospiro ed un accenno riportò lo sguardo davanti a sé, mormorando un “Okay” e lasciandosi cadere stancamente contro il sedile.

Mezz’ora dopo erano nell’ingresso di un motel, Derek si occupava del check in mentre Stiles curiosava attorno. La receptionist fece scivolare verso di loro una chiave e con un sorriso disse “È l’ultima doppia rimasta.”

Stiles le lanciò un’occhiata diffidente, poi afferrò la chiave e si diresse verso l’ascensore. Derek lo seguì, tenendosi un passo dietro di lui fin quando non raggiunsero la camera.

Quando Stiles aprì la porta, varcò la soglia ma si bloccò subito.

“Hey, cosa…?” Derek fece per guardare oltre Stiles in modo da poter capire cosa c’era che non andava, ma il ragazzo si girò improvvisamente verso di lui e lo fissò con un’espressione a metà tra imbarazzo e panico.

“C’è uhm…penso ci sia stato un errore.”

Derek lo spostò di lato con un braccio per entrare nella stanza e vedere cosa aveva tanto sconvolto Stiles. Lì, al centro della piccola ma apparentemente pulita ed accogliente camera, c’era un letto matrimoniale. Derek rimase per un attimo a fissarlo, non sapendo bene cosa dire o fare esattamente, quando Stiles intervenne.

“Senti, scendo in reception a chiedere di farci dare un’altra stanza, è ovvio che- “

“No,” lo fermò Derek, mentre l’altro era già quasi fuori dalla porta. “No. Era l’ultima camera, non ci troveranno un’altra sistemazione. Ormai abbiamo pagato, siamo stanchi.”

Chiuse la porta e si diresse verso il bagno.

“E poi ho condiviso il letto con qualcuno diverse volte, per me non è un problema. A meno che non lo sia per te?”
Si fermò con una mano sulla maniglia della porta e guardò Stiles con un sopracciglio alzato. Stiles lo guardava sbalordito, con la bocca leggermente aperta. Poi sembrò riprendersi e, scuotendo velocemente, la testa, mormorò “no, no, certo che no”.

“Bene,” sospirò Derek, entrando in bagno per nascondere un sorrisetto. “La doccia è mia.”
 

Se Derek si era svegliato nel cuore della notte con le braccia attorno a Stiles e il naso affondato nei suoi capelli…bhé, poteva sempre incolpare la stanchezza. Ma aveva l’impressione che, fin quando Stiles sarebbe rimasto attaccato a lui come una piovra, non avrebbe avuto bisogno di scuse.
 
   
 
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