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Autore: Joy B Cheshire    16/02/2015    1 recensioni
Soul era seduto sul bordo del letto con la testa tra le mani a tormentarsi: cosa diamine gli era successo?
Non riusciva a smettere si pensare all'incidente di quella mattina di un po’ di tempo fa, quando lui e Maka avevano partecipato alla loro prima lezione di volo. Perché continuava a pensare a lei? In fondo non gli era mai interessata più di tanto. Qualcosa però era cambiato, lo percepiva chiaramente. Lui non era più lo stesso, e un evento inaspettato stava per avere luogo.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Black Star, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa
Ricordate quando abbiamo visto per l'ultima volta Black Star e Tsubaki? Erano stati catapultati nella direzione opposta a quella di Soul...


Ma precisamente dove si trovavano?
Già, Tsubaki avrebbe tanto voluto saperlo... 
Si era svegliata accanto a Black Star su un campo di margherite bianche. Di fronte a lei c'era una spiaggia, il mare cristallino e dei gabbiani appollaiati su vecchi tronchi che un tempo erano stati i pilastri di un pontile a pochi metri dalla risacca. Il sole era alto nel cielo e faceva caldo, probabilmente era pieno mezzogiorno. Black Star si svegliò e disse con voce assonnata: «Aahhh! Tsubaki, che cosa è successo? Dove siamo?»
«Non lo so, Black Star.» disse lei un po' triste.
«Che hai Tsubaki?» chiese incuriosito.
«Niente Black Star... Sono solo preoccupata per Maka e Soul... Prima Maka viene rapita e poi Soul va a salvarla senza neanche chiederci aiuto... Da Soul me lo sarei anche potuto aspettare, ma Maka! Un errore banale come rimanere senza arma non è da lei!»
«Sì, in effetti è strano. La sua pignoleria è seconda solo alle manie di Kid. Pensi che sia successo qualcosa tra loro due?» Disse lui.
Tsubaki abbassò lo sguardo: «Non lo so. Spero comunque che non sia troppo grave.»
Black Star si alzò e si guardò intorno. Guardando verso l'entroterra si potevano scorgere in lontananza dei campi di grano, un fiume del quale non si vedeva l'origine e delle verdi colline abitate da contadini. Lì alla sua destra vide un boschetto attraversato da una stradina sterrata. «Beh, penso che il problema più grande che abbiamo adesso sia capire dove ci troviamo. E c'è solo un modo per scoprirlo» disse indicando in quella direzione. 
Tsubaki si girò a guardare ed annuì. Quindi s'incamminarono verso il boschetto.

Dopo dieci minuti di silenzio, per la prima volta fu Tsubaki a rompere il ghiaccio: «Black Star?»
«Sì, Tsubaki?»
«Va tutto bene? Sei molto silenzioso oggi...»
«Ehm... Ma certo, va tutto benissimo come al solito! L'illustre sottoscritto sta come un dio!—rispose ostentando un certo nervosismo nel suo sorriso e aggiunse—Perché ci dovrebbe essere qualcosa che non va?»
Tsubaki lo guardò negli occhi. Ormai capiva quando Black Star nascondeva qualcosa anche dal più piccolo movimento del suo corpo.
«Si vede palesemente che sei nervoso. Sei preoccupato per Maka, vero?»
«Chi io? Preoccupato per lei? *Pff* Neanche morto!»
Tsubaki non sbagliava mai un colpo purtroppo. Le faceva male sapere che lui era in pensiero per un'altra, ma non poteva darlo a vedere e così manteneva neutrale l'espressione del viso.
«Non hai motivo per essere preoccupato,— aggiunse poi—Soul sicuramente sarà già sulle sue tracce e farà di tutto per riportarla indietro. Non la lascerà in mano loro.»
«Già, ma chissà come faremo a tornare indietro....» rispose in tono serio Black Star.
Di lì a poco uscirono dal bosco e videro che su una collina a poche miglia da lì sorgeva una cittadina con al suo centro una fortezza. Dovettero sforzarsi un po' per riuscire a distinguerne le forme perché gli edifici erano per la maggior parte di colore bianco o celeste e di conseguenza riflettevano la luce del sole.
«Ehi Tsubaki! Guarda! Sicuramente lì sapranno dirci dove ci troviamo!» Disse Black Star pieno di entusiasmo.
Iniziarono a correre, ma presto Tsubaki cominciò a sentire la fatica e i dolori portati dalla caduta di prima. Nonostante ciò cercò di non darlo a vedere a Black Star, ma non servì a niente: può sembrare strano, ma a quell'assassino egocentrico e arrogante non era mai sfuggito nulla riguardo il comportamento degli altri, sapeva se qualcosa non andava, soprattutto se si trattava di Tsubaki. Avrebbe saputo indovinare anche l'esatto motivo per cui lei non stava bene e avrebbe fatto di tutto per farla stare meglio, ma per quanto a fondo la conoscesse a volte non riusciva proprio a capirla. Fatto sta che esattamente un attimo prima che la ragazza cadesse a terra svenendo, la prese al volo ritrovandosi col viso a pochi centimetri di distanza dal suo. La guardò mentre teneva gli occhi chiusi per via dello svenimento. "Porca miseria, Tsubaki è sempre stata sexy, ma non immaginavo che l'illustre sottoscritto la trovasse così bella..." Pensò quello scapestrato dai capelli azzurri incantato da quel viso così dolce e sereno. In quel momento la buki aprì gli occhi e vedendo quelli del suo meister fissi nei suoi a due centimetri di distanza li sgranò, diventò rossa come un peperone e emise dei gridolini piuttosto acuti per l'imbarazzo. Black Star come risvegliato da un sogno si rese conto finalmente della situazione in cui i due si trovavano e, arrossito anche lui, cercò invano di allontanarsi, ma Tsubaki gli aveva già piantato uno shuriken in testa. Lei, ancora bordeaux in faccia, iniziò a gridare: «Ma che ti è saltato in mente?»
«Tsubaki calmati! Eri svenuta e per non farti sbattere la testa a terra ti ho presa al volo!» Rispose lui non curandosi del rivolo di sangue che gli scendeva dalla fronte.
«Sto bene... Non... Non c'è bisogno che ti preoccupi per me...» Ribatté lei cercando di non guardare negli occhi l'altro.
«Ma sei ammattita? Tsubaki, hai la grandissima fortuna di essere l'arma dell'Uomo che trascende gli dei, è ovvio che debba preoccuparmi per te e...» E rendendosi conto di ciò che stava per dire si fermò e imbarazzato distolse lo sguardo da lei.
«E...?» chiese lei curiosa.
«Niente. Nulla di importante...» Le rispose.
«Ma Black Star...!» Cercò di ribattere lei, ma lui togliendosi lo shuriken dalla fronte la guardò serissimo facendole capire che non era il caso di insistere.
Prima che lei potesse protestare Black Star le fece da stampella umana e l'aiutò a camminare. Di nuovo silenzio rotto solo dal canto degli uccellini e dai versi degli animali al pascolo.
Intanto si era fatto pomeriggio ed entrambi non avendo mangiato nulla iniziavano a sentire la fatica farsi sempre più gravosa. Perfino l'assassino iniziava a dare segni di stanchezza anche se faceva di tutto per negare l'evidenza. Ad un certo punto incontrarono un giovane contadino a cavallo che riportava una mandria di bovini nella sua tenuta.
Black Star allora gli gridò: «Ehiii! Ragazzo! Aspetta!»
Una volta arrivati più vicini riuscirono a vederlo meglio: era un ragazzo di media corporatura, sembrava abbastanza alto anche sul cavallo, aveva i capelli castani e mossi e gli occhi verdi, indossava una tunica corta alla greca di colore chiaro e dei sandali di cuoio allacciati stretti intorno ai polpacci. Li guardò con aria sorpresa rimanendo un po' sulla difensiva: evidentemente non vedeva molti stranieri da quelle parti.
Chiese loro: «Chi siete voi? E che ci fate da queste parti?»
«Allora lei è Tsubaki e il nome dell'illustre sottoscritto è Black Star. Sul che ci facciamo qui la risposta è semplice: cerchiamo di scoprire dove ci troviamo andando verso quella città.» Disse il meister indicando la città sulla collina.
«Se non sapete dove vi trovate— chiese il ragazzo— come ci siete arrivati qui?»
«Ehhh vorremmo tanto saperlo, non ne abbiamo idea! E tu come ti chiami?» Aggiunse l'altro.
«Mi chiamo Astianattes.» Disse lui continuando a squadrarli da capo a piedi ancora sospettoso.
Improvvisamente arrivò una ragazza bionda a cavallo che gridò: «Accidenti Astianattes ma quanto ci metti a..» Si interruppe vedendo i due ragazzi.
«E voi chi siete? Amici di "Asti"?» Chiese lei sorridendo.
«Non sono miei amici, Ifigenia... E non chiamarmi Asti!» Disse lui arrossendo e rivolgendo uno sguardo stizzito dall'altra parte.
Lei guardando gli atri due che sembravano stanchi e affamati disse: «Accidenti ragazzi non avete una bella cera, avete un posto dove stare?»
«Beh pensavamo di accamparci da qualche parte. Volevo solo chiedere ad Astianattes quanto manca alla città perché è lì che siamo diretti...» Disse Black Star cercando di non far vedere che era distrutto.
«Per la città? Ma sono ancora 20 miglia verso nord. Volete davvero arrivare fin lì stanchi come siete a quest'ora?» Chiese Ifigenia in tono premuroso guardando soprattutto Tsubaki che non aveva neanche le energie per parlare.
«Non preoccuparti ce la faremo!» Disse Black Star.
«No! Assolutamente no! Non vi lascerò andare in queste condizioni! Avete bisogno di mangiare e di dormire. Perciò rimarrete a dormire da noi stanotte!» Disse lei sorridendo gentilmente.
Astianattes la fulminò evidentemente non molto contento della scelta fatta dalla ragazza. Lei in tutta risposta gli disse: «Asti, non mettere il broncio alla tua sorellona perché non attacca. Lo sai che in casa quando la mamma non c'è decido io!»
Black Star avrebbe voluto protestare, da come si comportava la ragazza qualcosa gli diceva che non avrebbe ceduto facilmente.
In fondo sapeva anche lui che non c'è l'avrebbero fatta ad arrivare alla città senza mangiare qualcosa prima. Così si limitò ad accettare l'invito e a ringraziare.




Cari lettori, questa è solo una bozza del capitolo 8. Mi dispiace informarvi che ho deciso di interrompere questa fic. Non ho più idee soprattutto da quando il manga è finito. Inoltre per scrivere questo capitolo ci ho messo mesi e siccome mi sono resa conto che la storia va un po' troppo per le lunghe ho deciso che quando avrò di nuovo l'ispirazione, riscriverò questa fic da zero in modo da concentrarla in pochi capitoli.
Vi ringrazio per il sostegno, spero di rimettermi presto a scrivere.
Joy B Rabbit

  
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