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Autore: tatachan    17/02/2015    0 recensioni
Se Kamenashi decidesse di baciare il ragazzo di Ueda, alias Nakamaru, durante un concerto... come la prenderebbe il pugile? E se Kamenashi non avesse il coraggio di dichiararsi al ragazzo che gli piace davvero...Taguchi se ne accorgerebbe lo stesso?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Junnosuke, Kazuya, Tatsuya, Yuichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Accidenti ho dimenticato la borsa nell’altra stanza! Taguchi accompagnami a prenderla!» e afferrò Taguchi per la giacca, trascinandolo con sé fuori dalla stanza.
«Kame…sei diventato scemo? La borsa ce l’hai proprio lì, sulla tua spalla!» disse Taguchi una volta entrati nella stanzetta adiacente quella in cui gli altri due Kat-tun erano rimasti soli.
«Taguchi… se qui c’è uno scemo, quello sei tu…» lo prese in giro la tartaruga.
Ci volle qualche minuto perché a Junnosuke si accendesse la lampadina.
«Aaaaaah… era una scusa per farli restare soli!!!» disse infine il più alto.
«Complimenti per la perspicacia!» rise ancora Kamenashi.
Improvvisamente Taguchi iniziò un discorso che Kamenashi non si aspettava di sentire, non da lui, che era una frana quando si trattava di argomenti “profondi”.
«Certo che quei due sono proprio fortunati, non trovi?»
«Che vuoi dire?» chiese la tartaruga stupita.
«Beh, sono innamorati, e anche se si mettono a litigare, poi fanno sempre pace. Stavo pensando che deve essere davvero fantastico avere un legame del genere… Insomma, pensaci: trovare una persona che ti fa battere il cuore e a cui tu fai battere il cuore, una persona che ti ama, che vuole stare con te, conoscendo i tuoi difetti. Non è una cosa che capita a tutti…».
Kamenashi era senza parole, avrebbe voluto avere il coraggio di dichiararsi, di dirgli che il suo cuore stava battendo all’impazzata per lui e lui solo, poteva sentirlo rimbombargli nel petto in quel momento, ma… cosa sarebbe successo se quei sentimenti non fossero stati ricambiati? No, quella possibilità lo spaventava troppo. Ma comunque non avrebbe rinunciato a passare del tempo insieme a Taguchi, in fondo erano amici, quindi che male c’era?
«Ehi, stasera ti va di venire a cena da me? I miei sono andati a trovare mia sorella, e io sono a casa solo soletto…» iniziò Kame, quasi balbettando a causa dell’imbarazzo.
“Ma che cavolo mi devo imbarazzare? Che cosa c’è di strano, siamo amici, e non è la prima volta che mangiamo insieme, ma perché devo essere così nervoso? Sembro un liceale alle prime armi!” predicava mentalmente Kamenashi.
«Sì, ok!!!» rispose Taguchi, che era ritornato il ragazzo sorridente di sempre, dopo quell’attimo di serietà.
“Menomale che non si è accorto di niente! È così ingenuo! Ma lo amo anche per questo…” si disse la tartaruga.
Comprarono cibo da asporto e affittarono un film, giusto per passare la serata (Kamenashi aveva in mente altri modi più piacevoli per passare il tempo, ma erano e dovevano restare solo sue fantasie…).
Mangiarono chiacchierando allegramente, poi si sedettero sul divano per vedere il film: in realtà Kamenashi a tutto stava pensando in quel momento tranne che a Sadako e alla videocassetta maledetta, mentre Taguchi era terrorizzato e stringeva spasmodicamente il cuscino, coprendosi il viso con le mani per non vedere le scene più paurose.
Finito il film, Kamenashi, spinto dalla situazione favorevole e irripetibile, trovò il coraggio per proporre a Taguchi di restare a dormire da lui: consapevole del fatto che non si sarebbe mai dichiarato (ti piacerebbe eh, Kame…?!) pensò che almeno avrebbe cercato di passare il più tempo possibile con la persona che gli faceva battere il cuore.
«Ti va di… restare a dormire qui? Sai com’è… in due è sempre meglio, no?! Potrebbero venire i ladri, o potrebbe uscire la bambina dallo schermo della tv…!» stava arrancando parecchio il povero Kame.
«Smettila di spaventarmi con quel film! Ho ancora le mani che tremano! Ma come fai a vedere quelle cose?!» si lamentò un Taguchi terrorizzato.
Kame si mise a ridere.
«Comunque, se proprio ci tieni, ok, mi fermo qui per stanotte…ma prima… facciamo un gioco, ti va?» improvvisamente Taguchi si fece intraprendente, quasi cambiò sguardo, e Kame avvertì come la sensazione di un pericolo imminente.
«Che tipo di gioco?» chiese timorosa la tartaruga.
«È facilissimo!!! Vedi questa moneta?» Taguchi si avvicinò a Kamenashi mostrandogli l’oggetto di metallo che aveva in mano,
«Questo lato è testa, quest’altro invece è croce. Tu devi scegliere testa o croce, poi io lancerò la moneta: vince chi indovina!» concluse Taguchi.
«Tutto qui?» chiese scettico Kamenashi.
«Non esattamente… chi viene sconfitto dovrà affrontare una penitenza, che sarà decisa dal vincitore…» rispose Taguchi.
Kamenashi non era molto convinto, sembrava quasi che Taguchi avesse in mente qualcosa, ma alla fine accettò: in fondo si trattava di Taguchi, che pericoli potevano nascondersi dietro quello stupido giochino?
«Io scelgo croce» disse Kamenashi.
«Molto bene, quindi per me è testa… sei pronto?»
«Vai!»
Taguchi lanciò la moneta. Uscì testa (non se lo aspettava nessuno…!).
«Ho vinto io!!!» sorrise Taguchi vittorioso.
«Accidenti!»
«Benissimo, allora per penitenza…dovrai dirmi il nome della persona che ti piace!» disse Taguchi, tornando per un momento serio, proprio come qualche ora prima.
«Cosa? Ma che razza di penitenza sarebbe?? Avanti Taguchi, puoi fare di meglio… ci sono tante penitenze molto più cattive di questa…» Kame non sapeva come uscire da quella situazione che stava diventando sempre più pericolosa.
«Mi spiace, Kame. Devi rispondere, non ti puoi rifiutare, sono le regole, e non provare a dire bugie, me ne accorgerei!» lo minacciò Taguchi.
“Accorgersi? Come potrebbe accorgersi se dico una bugia?” questo dubbio colse la tartaruga, che però non ebbe tempo per approfondirlo, ma, inspiegabilmente, sentiva che era vero, che Taguchi avrebbe davvero capito se avesse detto una bugia.
«Perché ci tieni tanto a saperlo?» cercò di prendere tempo Kamenashi.
«Spiacente, non puoi obiettare, domandare o cambiare discorso, devi solo dirmi sinceramente il nome della persona che ti piace» continuò Taguchi.
Kamenashi capì che non c’era modo per uscire da quella situazione, Taguchi era determinato a conoscere la verità e non avrebbe mollato.
«E va bene… se è quello che vuoi ti accontenterò…» non voleva dirlo, non aveva il coraggio, ma le regole erano quelle, e non poteva tirarsi indietro. Prese un respiro profondo e…
«Il nome della persona che mi piace è…Taguchi… Taguchi Junnosuke…» lo disse con un filo di voce, con le labbra tremanti, il capo chino a fissare un punto indefinito del pavimento, un punto che divenne sempre più appannato perché una piccola lacrima stava cadendo dai suoi occhi, che racchiudeva in sé tutte le paure di Kame, i dubbi… “Ecco, è la fine, ho rovinato tutto, l’amicizia, il lavoro, adesso lui avrà ribrezzo di me…” pensava la piccola tartaruga.
Improvvisamente si sentì abbracciare dalle braccia forti di Taguchi, che lo strinse a sé al punto che poteva sentire il suo profumo invadergli la mente.
Kamenashi spalancò gli occhi, incredulo.
«Finalmente l’hai ammesso!!!» disse Taguchi, sfoggiando uno dei sorrisi più belli e regalandolo a Kame, ancora incredulo.
Poi Taguchi, senza sciogliere l’abbraccio, avvicinò il viso all’orecchio di Kame:
«Ti svelerò un piccolo segreto… la persona che mi fa battere il cuore si chiama Kamenashi Kazuya» sussurrò.
«Dici sul serio?» domandò Kame, scostandosi un po’ per vedere il volto di Taguchi. Questo annuì, poi avvicinò le sue labbra a quelle dell’altro in un dolcissimo bacio, che spazzò via tutti i dubbi e le paure di Kamenashi.
E di certo la tartaruga non si accontentò di un casto bacio! Infatti iniziò a togliere i vestiti a Taguchi, e poi si spogliò, per dare il via alle danze…
Non si sprecò nemmeno a raggiungere la camera da letto, aveva atteso troppo a lungo quel momento: accadde lì, sul divano del salotto, un amplesso lungo, magico, una fusione di corpi e anime, un toccarsi di pelle, lingue, mani, un avvinghiarsi come se ne andasse della loro stessa vita. Quando Taguchi entrò in lui, Kame si sentì davvero completo, come se non avesse atteso altri che lui nella sua vita. La stanza era piena dei loro sospiri, dei loro gemiti, del loro odore.
Il mattino seguente, al risveglio, Kame si ritrovò ancora stretto al corpo di Taguchi, che stava aprendo gli occhi in quel momento.
«Buongiorno!» biascicò Taguchi ancora mezza addormentato.
«Buongiorno!» replicò Kame, stringendosi ancora di più a lui.
Rimasero per un momento così, in silenzio, ognuno ripensava alla sera precedente, quando ad un tratto…
«Ehi!!! Ma tu… tu ieri sera hai detto “finalmente”! Tu!! Lo sapevi!!!» esclamò Kamenashi sorpreso e un po’ imbronciato.
«Complimenti per la perspicacia!» gli rifece il verso Taguchi, ridendo.
«Brutto imbroglione, mi hai fregato! Ma come hai fatto? Da quando lo sapevi?» chiese Kamenashi.
«Kame… guarda che ci vedo anche io, e ho notato gli sguardi che mi lanci da un po’ di tempo a questa parte, sai? E poi ieri, per invitarmi da te, ti stavi incartando, addirittura hai iniziato a balbettare! Era palese!» si gonfiò orgoglioso Taguchi.
«Maledetto, quello stupido giochino di “testa o croce”!!! Era tutto un trucco! Questa me la paghi!» disse Kame, fingendo di mettere il broncio e lanciando un cuscino in faccia a Taguchi.
«Ahahah! Gomen Kame… ma se non fosse stato per quello stupido giochino tu non lo avresti mai ammesso, e noi non avremmo fatto quello che… abbiamo fatto» concluse Taguchi con una punta di malizia.
«Sì, in effetti… ne è valsa la pena…! A proposito, pensavo di riprendere il discorso che stavamo facendo ieri sera…» disse Kame, avvicinandosi sensualmente al suo neo – ragazzo e mettendosi a cavalcioni su di lui.
«Pensavo la stessa cosa, guarda un po’…» rispose Taguchi, sollevandosi per baciarlo sulle labbra.
Che dire… per fortuna quel giorno non avevano impegni lavorativi!!! xD
 
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