Capitolo VI
POV Quattro
Quando la vedo spuntare da dietro l’angolo con un vassoio fumante di cibo il mio istinto è di correrle incontro, ma so già che le darebbe fastidio, quindi resto al mio posto e aspetto.
Posa il vassoio vicino a una roccia e si accomoda.
-Non sapevo cosa portati. Ho preso hamburger e torta al cioccolato-
-Perfetto…anzi, non dovevi. Grazie- sussurro. I miei muscoli sono straordinariamente tesi e il cuore batte all’impazzata. Sono quasi sicuro che possa sentirlo anche da questa distanza.
Ma questo è il suo effetto. Quando sono vicino a lei cambio. Divento migliore.
-Cosa volevi dirmi?- il suo tono è stranamente calmo e pacato, il suo volto cela un po’ di tensione. Ma non è arrabbiata.
-Perché non sei una furia come invece dovresti essere?- chiedo d’istinto, sedendomi di fronte a lei.
-Perché eri ubriaco. E ammetto che Chris ha dovuto essere molto convincente per farmi venire qui. La verità è che non me ne frega niente- soffia tra i denti mentre si sporge un po’ in avanti.
-Dubito fortemente. Non saresti qui altrimenti- sostengo il suo sguardo.
Pensavo che sarebbe stato facile: lei arrivava qui, fragile come si era mostrata ieri, le raccontavo tutto, lei capiva e basta. Ma questa ragazza è straordinariamente forte, intelligente e…altruista. Porta del cibo alla persona che odia di più al mondo.
-Questo lo dici tu- intensifica lo sguardo e vorrei solo poter annullare la distanza tra i nostri corpi, accarezzarle i capelli e assaporare quelle labbra così invitanti.
-Non è vero niente di quello che ho detto ieri sera- inizio cercando di non perdere il controllo.
-E sentiamo allora, quale sarebbe la verità?-
-Non pensavo davvero che tu fosse una sgualdrina…Ieri quando ho fatto quella faccia ti stavo guardando, ma non ti stavo pensando. Non fraintendermi: non ho in testa nessuno. Stavo ripensando a quello che è successo durante la tua prima simulazione e…a quello che mi ha detto Eric ieri pomeriggio-
Vedo il suo viso tendersi ancora di più e la sento irrigidirsi.
-Glielo hai detto? Lui sa?- sussurra con la paura negli occhi.
-No. Con me il tuo segreto è al sicuro…Però ha dei forti sospetti, destati soprattutto dal mio comportamento nei tuoi confronti.-
-Quale comportamento, scusa? Ti comporti esattamente come con tutti gli altri…anzi…- Non le lascio finire la frase che subito la correggo.
-Ti sbagli, Tris. Guarda già solo cosa è successo ieri mattina: io ti ho stretta a me, e prima che tu arrivassi qui non mi sarei mai sognato di abbracciare nessuno-
-Ma poi ti sei ritratto, quando ho provato a farlo io…-
-Perché Eric ci stava osservando, volevo sussurrartelo ma avevo paura che si accorgesse anche di quello…Da quando sei arrivata io non sono più la persona che ero prima…-
-E questo lo senti tu? Te lo dice anche la tua fidanzata?- So perfettamente che questa è una domanda fatta ad hoc per tastare il terreno.
-Tris, non hai capito. Ti facevo più furba- Sbuffo. Pensavo che la mia spiegazione sarebbe bastata a farle capire che è solo lei che vorrei sfiorare, che vorrei toccare, che vorrei…baciare. Perché lei è Lei, quella con la L maiuscola che incontri una volta sola nella vita e che io ho avuto la fortuna di incontrare adesso, così presto, prima che la potessi scambiare con qualcun’altra. E’ il posto ad essere sbagliato. Se fossi rimasto con gli Abneganti, come mi aveva detto il test, avrei iniziato a corteggiarla da subito. Già dai tempi della scuola l’avevo notata, sapevo chi era, mentre lei mi ignorava. Non che io avessi fatto qualcosa per farmi notare. Ma se fossi rimasto mi sarei fatto avanti e le avrei chiesto un appuntamento. E magari anche lei avrebbe scelto di rimanere con gli Abneganti, saremmo andati a vivere insieme subito dopo l’Iniziazione e poi ci saremmo sposati, avremmo avuto dei figli insieme. Ma io non potevo resistere ancora due anni nella stessa casa di mio padre, con le sue regole così rigide e soprattutto con le sue punizioni. Ne porto ancora i segni addosso, sia fisici che mentali.
Mi continua a guardare, studiandomi, con i suoi profondi occhi azzurri, sino a quando non mi formula una domanda.
-Perché mi hai detto quelle cose?-
-Perché ero ubriaco, geloso e sicuramente fuori di testa- ammetto.
-Geloso? Geloso di cosa?-
-Perché tu sarai qui, tutti i giorni di fronte a me, ti farai una bella vita con un bel marito intrepido e io non potrò mai starti vicino come vorrei-
-Mi sembra di essere stata abbastanza chiara con te ieri, riguardo a…- temporeggia mentre i suoi zigomi prendono colore e sento crescere l’imbarazzo – i miei, come dire, sentimenti-
-Eric mi ha posto un veto- dichiaro serrando la mascella –Sino a quando ti starò lontano lui terrà la bocca chiusa-
-L’addestramento terminerà tra 3 settimane, poi magari potremmo provare a..-
Non lascio il tempo a Tris di terminare la frase e mi avvicino a lei quel tanto che basta a far sfiorare le nostre braccia e questo misero contatto è ampiamente sufficiente per farmi venire la pelle d’oca.
-No, Tris. Sarà per sempre- Mi rendo conto di questa affermazione solo quando la pronuncio. Lei non potrà mai essere mia.
Appoggia delicatamente il capo sulla mia spalla e sento le maglietta inizia ad inumidirsi.
-Scusami…devo essere patetica- dice dopo qualche minuti.
-Non è vero, non lo sei- Si tira su e cerca il mio sguardo che trova ed incatena un secondo dopo. E’ la seconda volta che piange per me, per colpa mia. E non voglio che accada mai più.
Una frazione di secondo dopo mi avvicino al suo viso, non ho mai sentito questo tipo di attrazione per nessuno prima d’ora. E’ il mio polo positivo, un’enorme magnete che mi attira e mi intrappola senza darmi scampo, non esiste via d’uscita.
Sarò innamorato di lei per sempre me l’amore è anche saper lasciare andare: Lei troverà il ragazzo giusto, la persona giusta che non la farà mai piangere, che non metterà mai a rischio la sua preziosa vita per uno sguardo in più del dovuto. Un amore vero, senza rischi.
Io mi farò da parte per lei e per il suo bene, per la sua felicità. Ma le resterò sempre fedele. Non ci potrà mai essere nessun’altra, perché nessun’altra potrà mai essere quello che lei è per me e non c’è modo di esprimersi senza sembrare ridicolo.
I suoi occhi erano sempre più vicini ai miei e iniziai a non capirci più niente.
-Eri bellissima ieri sera ed io ero geloso marcio che tu stessi cercando qualcun altro, pensavo che avessi un appuntamento.-
-Questo non potrà mai accadere. Io ero lì, così, per te. Per cercare di piacerti almeno un po’.-
Il suo viso si accende di un rosso porpora intenso e sento la tensione crescere anche in me.
-Tu sei così bella, di tuo, senza il bisogno di un vestito succinto, senza il trucco…anzi, sai quando sei bellissima? Dopo una giornata di allenamento. Con i capelli in disordine, con il viso stanco. O mentre ti alleni…così forte e fiera…- La mia mente inizia a vagare sulle varie immagini che ho di lei e non mi accorgo che lei è ancora più vicina dall’ultima volta che avevo controllato. Così vicina da sentire il suo respiro sulla mia pelle.
In un secondo le sue labbra si poggiano sulle mie, le mie mani sul suo viso, inarrestabili, come il sentimento che provo in questo momento. Sono morbide e profumate, sanno di lei, sanno di casa, sanno di talmente tante cose che vorrei riassaggiarle per tutta la vita. Un brivido mi percorre la schiena e vorrei che questo momento così perfetto non finisse mai. Le sue mani mi accarezzano i capelli mentre le nostre lingue si incontrano e volteggiano sinuose come se si conoscessero da sempre, come se fossero fatte per essere insieme.
Però questo momento finisce quando lei decide che questo veloce seppur intenso bacio è sufficiente per farmi capire ciò che sta pensando: Non sarà Eric a fermarla…fermarci.
Sì, dovrei proprio iniziare ad usare il plurale.
Quando la vedo spuntare da dietro l’angolo con un vassoio fumante di cibo il mio istinto è di correrle incontro, ma so già che le darebbe fastidio, quindi resto al mio posto e aspetto.
Posa il vassoio vicino a una roccia e si accomoda.
-Non sapevo cosa portati. Ho preso hamburger e torta al cioccolato-
-Perfetto…anzi, non dovevi. Grazie- sussurro. I miei muscoli sono straordinariamente tesi e il cuore batte all’impazzata. Sono quasi sicuro che possa sentirlo anche da questa distanza.
Ma questo è il suo effetto. Quando sono vicino a lei cambio. Divento migliore.
-Cosa volevi dirmi?- il suo tono è stranamente calmo e pacato, il suo volto cela un po’ di tensione. Ma non è arrabbiata.
-Perché non sei una furia come invece dovresti essere?- chiedo d’istinto, sedendomi di fronte a lei.
-Perché eri ubriaco. E ammetto che Chris ha dovuto essere molto convincente per farmi venire qui. La verità è che non me ne frega niente- soffia tra i denti mentre si sporge un po’ in avanti.
-Dubito fortemente. Non saresti qui altrimenti- sostengo il suo sguardo.
Pensavo che sarebbe stato facile: lei arrivava qui, fragile come si era mostrata ieri, le raccontavo tutto, lei capiva e basta. Ma questa ragazza è straordinariamente forte, intelligente e…altruista. Porta del cibo alla persona che odia di più al mondo.
-Questo lo dici tu- intensifica lo sguardo e vorrei solo poter annullare la distanza tra i nostri corpi, accarezzarle i capelli e assaporare quelle labbra così invitanti.
-Non è vero niente di quello che ho detto ieri sera- inizio cercando di non perdere il controllo.
-E sentiamo allora, quale sarebbe la verità?-
-Non pensavo davvero che tu fosse una sgualdrina…Ieri quando ho fatto quella faccia ti stavo guardando, ma non ti stavo pensando. Non fraintendermi: non ho in testa nessuno. Stavo ripensando a quello che è successo durante la tua prima simulazione e…a quello che mi ha detto Eric ieri pomeriggio-
Vedo il suo viso tendersi ancora di più e la sento irrigidirsi.
-Glielo hai detto? Lui sa?- sussurra con la paura negli occhi.
-No. Con me il tuo segreto è al sicuro…Però ha dei forti sospetti, destati soprattutto dal mio comportamento nei tuoi confronti.-
-Quale comportamento, scusa? Ti comporti esattamente come con tutti gli altri…anzi…- Non le lascio finire la frase che subito la correggo.
-Ti sbagli, Tris. Guarda già solo cosa è successo ieri mattina: io ti ho stretta a me, e prima che tu arrivassi qui non mi sarei mai sognato di abbracciare nessuno-
-Ma poi ti sei ritratto, quando ho provato a farlo io…-
-Perché Eric ci stava osservando, volevo sussurrartelo ma avevo paura che si accorgesse anche di quello…Da quando sei arrivata io non sono più la persona che ero prima…-
-E questo lo senti tu? Te lo dice anche la tua fidanzata?- So perfettamente che questa è una domanda fatta ad hoc per tastare il terreno.
-Tris, non hai capito. Ti facevo più furba- Sbuffo. Pensavo che la mia spiegazione sarebbe bastata a farle capire che è solo lei che vorrei sfiorare, che vorrei toccare, che vorrei…baciare. Perché lei è Lei, quella con la L maiuscola che incontri una volta sola nella vita e che io ho avuto la fortuna di incontrare adesso, così presto, prima che la potessi scambiare con qualcun’altra. E’ il posto ad essere sbagliato. Se fossi rimasto con gli Abneganti, come mi aveva detto il test, avrei iniziato a corteggiarla da subito. Già dai tempi della scuola l’avevo notata, sapevo chi era, mentre lei mi ignorava. Non che io avessi fatto qualcosa per farmi notare. Ma se fossi rimasto mi sarei fatto avanti e le avrei chiesto un appuntamento. E magari anche lei avrebbe scelto di rimanere con gli Abneganti, saremmo andati a vivere insieme subito dopo l’Iniziazione e poi ci saremmo sposati, avremmo avuto dei figli insieme. Ma io non potevo resistere ancora due anni nella stessa casa di mio padre, con le sue regole così rigide e soprattutto con le sue punizioni. Ne porto ancora i segni addosso, sia fisici che mentali.
Mi continua a guardare, studiandomi, con i suoi profondi occhi azzurri, sino a quando non mi formula una domanda.
-Perché mi hai detto quelle cose?-
-Perché ero ubriaco, geloso e sicuramente fuori di testa- ammetto.
-Geloso? Geloso di cosa?-
-Perché tu sarai qui, tutti i giorni di fronte a me, ti farai una bella vita con un bel marito intrepido e io non potrò mai starti vicino come vorrei-
-Mi sembra di essere stata abbastanza chiara con te ieri, riguardo a…- temporeggia mentre i suoi zigomi prendono colore e sento crescere l’imbarazzo – i miei, come dire, sentimenti-
-Eric mi ha posto un veto- dichiaro serrando la mascella –Sino a quando ti starò lontano lui terrà la bocca chiusa-
-L’addestramento terminerà tra 3 settimane, poi magari potremmo provare a..-
Non lascio il tempo a Tris di terminare la frase e mi avvicino a lei quel tanto che basta a far sfiorare le nostre braccia e questo misero contatto è ampiamente sufficiente per farmi venire la pelle d’oca.
-No, Tris. Sarà per sempre- Mi rendo conto di questa affermazione solo quando la pronuncio. Lei non potrà mai essere mia.
Appoggia delicatamente il capo sulla mia spalla e sento le maglietta inizia ad inumidirsi.
-Scusami…devo essere patetica- dice dopo qualche minuti.
-Non è vero, non lo sei- Si tira su e cerca il mio sguardo che trova ed incatena un secondo dopo. E’ la seconda volta che piange per me, per colpa mia. E non voglio che accada mai più.
Una frazione di secondo dopo mi avvicino al suo viso, non ho mai sentito questo tipo di attrazione per nessuno prima d’ora. E’ il mio polo positivo, un’enorme magnete che mi attira e mi intrappola senza darmi scampo, non esiste via d’uscita.
Sarò innamorato di lei per sempre me l’amore è anche saper lasciare andare: Lei troverà il ragazzo giusto, la persona giusta che non la farà mai piangere, che non metterà mai a rischio la sua preziosa vita per uno sguardo in più del dovuto. Un amore vero, senza rischi.
Io mi farò da parte per lei e per il suo bene, per la sua felicità. Ma le resterò sempre fedele. Non ci potrà mai essere nessun’altra, perché nessun’altra potrà mai essere quello che lei è per me e non c’è modo di esprimersi senza sembrare ridicolo.
I suoi occhi erano sempre più vicini ai miei e iniziai a non capirci più niente.
-Eri bellissima ieri sera ed io ero geloso marcio che tu stessi cercando qualcun altro, pensavo che avessi un appuntamento.-
-Questo non potrà mai accadere. Io ero lì, così, per te. Per cercare di piacerti almeno un po’.-
Il suo viso si accende di un rosso porpora intenso e sento la tensione crescere anche in me.
-Tu sei così bella, di tuo, senza il bisogno di un vestito succinto, senza il trucco…anzi, sai quando sei bellissima? Dopo una giornata di allenamento. Con i capelli in disordine, con il viso stanco. O mentre ti alleni…così forte e fiera…- La mia mente inizia a vagare sulle varie immagini che ho di lei e non mi accorgo che lei è ancora più vicina dall’ultima volta che avevo controllato. Così vicina da sentire il suo respiro sulla mia pelle.
In un secondo le sue labbra si poggiano sulle mie, le mie mani sul suo viso, inarrestabili, come il sentimento che provo in questo momento. Sono morbide e profumate, sanno di lei, sanno di casa, sanno di talmente tante cose che vorrei riassaggiarle per tutta la vita. Un brivido mi percorre la schiena e vorrei che questo momento così perfetto non finisse mai. Le sue mani mi accarezzano i capelli mentre le nostre lingue si incontrano e volteggiano sinuose come se si conoscessero da sempre, come se fossero fatte per essere insieme.
Però questo momento finisce quando lei decide che questo veloce seppur intenso bacio è sufficiente per farmi capire ciò che sta pensando: Non sarà Eric a fermarla…fermarci.
Sì, dovrei proprio iniziare ad usare il plurale.