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Autore: Ciribiricoccola    05/12/2008    5 recensioni
Il cuore e le sue ragioni. Una fan e i suoi sogni. E una richiesta che può avere più risposte.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Jones, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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eileen

Mie care, eccoci qui. Sono arrivata a questi due famosi finali di cui vi ho parlato all'inizio di questa storia, anzi, di questo sogno.

Ve l'ho detto, potete scegliere: leggetene uno, leggetene un altro, leggeteli tutti e due, fate come volete :).

Qualche piccola dritta: la struttura del capitolo inizia con i due finali. Uno è in caratteri ROSSI e uno è in BLU. Quando vedete che i caratteri colorati finiscono (che voi leggiate uno, l'altro o entrambi), allora scorrete giù con la pagine e vedrete che i caratteri tornano NERI, standard. E' il punto in cui i due finali si ricongiungono. AD ESEMPIO: se leggete il finale rosso, quando finite di leggere i caratteri di quel colore, andate subito a leggervi il resto in caratteri neri. Capito? :)


Bene. E adesso vi lascio alla lettura :).

Un grandissimo GRAZIE e un bacio dalla vostra

Ciry


THE WAY THAT YOU KISS…


“Però, se nel tuo mondo… immaginario… sono un Principe, non posso permettermi di sfigurare…” terminò il ragazzo.

Eileen rise di nuovo, piano, quasi in un sussurro.

Danny le sistemò con gentilezza le braccia sulle sue spalle, poi le circondò la vita con le proprie e chiese, curioso: “Hai baciato molti ragazzi?”
“Solo due!” rispose lei, scuotendo la testa, quasi imbarazzata “E questo… no, niente, lascia stare…”

Si era interrotta, arrossendo di nuovo.

“Dài, dimmelo! Cosa c’è? Non aver paura…” la esortò lui, sorridendole.
“E’ che non vorrei risultare presuntuosa se…”
“Tu chiedi!” la interruppe “E vedrò cosa posso fare!”
Eileen sospirò e disse a bassa voce: “Questo, per come lo immagino, dovrebbe essere il bacio perfetto, il più bello. Ma ora che ci penso, io dovrei considerarmi fortunata solo per il fatto di parlarti, quindi…”
“Quindi sarà un bel bacio” affermò il chitarrista, con naturalezza, continuando a sorridere “Tu lasciati andare. Ti prometto che farò del mio meglio! E premetto che mi sono anche lavato i denti!”
Lei scoppiò a ridere e ribatté: “Anch’io!”

 
Tornarono gradualmente seri. Abbracciati un po’ più stretti. Eileen sembrava meno tesa.

 
“Pronta?” le chiese Danny, sfiorandole il naso con il proprio.
Lei sussurrò un “Sì” timoroso, stringendosi un polso con la mano, dietro al collo di lui.
Accortosi di quel gesto, la rassicurò…

“Rilassati e andrà tutto bene…”

Ed annullò i pochi millimetri che li dividevano.

 

Chiuse gli occhi dopo averlo sentito parlare e sentì le sue labbra premere leggermente sulla sua bocca.

Ricambiò la pressione, percependo il suo cuore battere colpi regolari, ma più dilatati, come se nel suo petto ci fosse stata l’eco.

 
Gli occhi chiusi, stretta a lui.

 
Come se stesse volando ed il suo cuore volesse giocare a far risuonare la propria voce nel vuoto, in chissà quale valle che non c’era, sotto lo sguardo del cielo.

 
Il cielo.

 
La parte del mondo reale che più preferiva.
Immenso, avvolgente.

Come tutto ciò che stava provando, battito dopo battito, eco dopo eco, in una strana dilatazione degli spazi, chiusa nelle braccia di chi voleva da tempo.

 
Dopo pochi piccoli baci a stampo dati con lentezza e che neanche una volta permisero alle loro bocche di dividersi totalmente, Danny iniziò a stuzzicare le labbra di Eileen passandovi la lingua sopra, delicatamente, mentre la sentiva stringersi di più a lui, emozionata.
Anche lui la abbracciò un po’ più forte, prima di accarezzarle il viso con una mano.
Poi, senza neanche rendersene conto, la ragazza lasciò andare la testa sulla spalla del chitarrista; quando sentì il tessuto della camicia a quadri, scaldato dal calore della sua pelle, rispose più liberamente al bacio, dischiudendo le labbra.

 
Mentre era intento a baciarla, Danny sorrise lievemente e per un attimo socchiuse gli occhi.

Un visino bianco con qualche lentiggine, circondato dai capelli biondi e con gli occhi chiusi sotto il suo naso.
Ad occhi chiusi sembrava quasi un piccolo fantasma: era pallida, coi capelli chiari, non c’erano quei grandi occhi blu scuro a fare del contrasto.
Rapita, era assolutamente rapita.

 
Aveva pensato la cosa giusta: Eileen non cercava niente di erotico, non voleva niente di più rispetto a quanto non stessero già facendo.

 
Capì perché aveva baciato solo due ragazzi in vita sua.
I maschi, lui lo sapeva (e anche sua sorella non mancava di farglielo notare) sono stracolmi di stupidità e tantissimi non afferrano nemmeno i concetti più elementari.
Quelli della sua età, pieni di ormoni, ambigui, frivoli…
Diciotto anni li aveva avuti anche lui, si ricordava com’era e si ricordava i suoi coetanei.
Davvero pochissimi ragazzi della stessa età di Eileen avrebbero potuto prenderla sul serio, ancora meno sarebbero riusciti ad apprezzare i suoi modi di fare.

 
Eileen era splendidamente coerente con le sue parole, con se stessa, e forse neanche lo sapeva.
Baciava con timidezza e semplicità, si preoccupava in primis di dare la propria bocca, e poi di ricevere, senza pretese, senza malizia.
Baciava con il più dolce degli affetti e aveva persino paura di manifestarlo del tutto.

 
Quando, sotto l’insistenza discreta ma costante della sua lingua, la sentì “cedere” e socchiudere le labbra, per un attimo ebbe paura di attuare il cosiddetto “bacio vero”, quello con la lingua… Quello che si scambiano due innamorati o due vogliosi…

 
Ma chi lo aveva detto che doveva essere per forza così?
Dove stava scritto che avrebbe compromesso tutto?

 
Continuò ad accarezzarla sulla guancia, quasi  per cercare di rassicurarla, e approfondì il bacio, avvicinandola ancora di più a sé.

 

 
La bocca le si aprì, assecondando fiduciosa i movimenti di Danny, e fu allora che Eileen inspirò, finalmente, intensificando l’abbraccio, come lui aveva appena fatto.
Fece passare le mani tra i suoi capelli, poi si soffermò con le dita sul viso, sulle guance.
Sorrise dentro di sé: non si era fatto la barba, i polpastrelli sentirono lievissime punture.
Sfiorò la lingua di Danny con la sua, con una punta di audacia.
E le scese un’unica minuscola lacrima lungo il viso.

 
Pensò che è buffo piangere quando si è felici.
Che il cielo non era niente in confronto a quella completezza che aveva raggiunto.
Che non voleva nient’altro.
Che sentire il suo respiro sulla guancia la stava alimentando, come la pioggia che cade sulla terra nuda.
Avvertì i battiti del suo cuore farsi più vivi, seppur non in maniera preoccupante.
Era come se avesse piantato delle radici in costante e rapida crescita, quell’organo così singolare, come se attraverso queste ultime i battiti si espandessero dentro di lei, dentro tutta la sua persona, per poi sfociare fuori, nei suoi brividi, nella sua pelle d’oca, nelle sue braccia che si aggrapparono alla schiena di Danny.

 
Era dunque questo ciò che si diceva “sprizzare gioia da tutti i pori”?

 

 
Aprirono e chiusero le labbra insieme, per negarsi e concedersi le lingue, più volte, come se fossero quasi increduli circa ciò che si stavano scambiando.
Poi, gradualmente, Danny riprese a baciarla solo sulle labbra, e finì per scivolare via da lei, tenendole il viso tra le grandi mani.

 
Eileen aprì gli occhi, lentamente, e si ritrovò davanti quelli di lui, già aperti e premurosi.
“Ciao” le disse piano con un sorriso.
Lei sorrise a sua volta e gli fece eco..: “Ciao…”
“Va tutto bene?” le domandò, facendo scorrere i pollici sulle sue guance arrossate.
Lei non disse niente e gli circondò piano piano la vita con le braccia, stringendolo in un altro abbraccio.
Di gratitudine.

 





TELLING YOU FROM THE HEART…

Le accarezzò una guancia, scrutandola in viso con tenerezza e chiudendo il suo sorriso con gli angoli in giù.
Gli occhi di Eileen si riempirono di lacrime dopo aver fissato quelli di lui.

 
“Non me la sento… scusami…” le disse a bassa voce, come se si stesse vergognando di quelle parole.

La vide stringere gli occhi all’improvviso e si sentì un grandissimo stronzo, una vera merda.
Non volle neanche pensare a quello che le stava passando per la testa.

 
Eileen vide uno specchio infrangersi in mille pezzi, nei suoi occhi chiusi, strinti forte forte, come quando si riceve un pugno nello stomaco.
Si chiese perché faceva così male, dal momento che le delusioni le conosceva e aveva creduto di saperle affrontare nel miglior modo possibile, fino a quel momento.

 
“Non si finisce mai di imparare”

 
Le tornò in mente una frase che sua nonna diceva spesso, a casa. E si ritrovò ad essere perfettamente d’accordo con quelle semplici parole, che mai erano state più vere come in quel momento.

 
Riaprì gli occhi e spiazzò il chitarrista con un largo sorriso.
“Stai tranquillo! Non importa!” esclamò disinvolta.
E con la voce terribilmente rotta da un pianto che non poteva salire su, fino alla gola.
“Mi spiace, dico davvero…” continuò a dirle Danny, seriamente dispiaciuto, ma lei ribadì, schiarendosi invano la voce: “No, anzi, scusami tu, non avrei dovuto farti rimanere qui per niente, la mia era una domanda stupida!”

 
Si sentiva come se stesse camminando sui frammenti taglienti di quello specchio a piedi nudi, ma non voleva farglielo capire.
Il suo cuore batteva regolarmente, senza fare storie, forse offeso, forse addolorato, forse definitivamente abbattuto… non avrebbe saputo dirlo.

 
Si alzò quasi di scatto, pronta a prendere il suo zaino, ma lui la trattenne, prendendola piano per un polso.
“Aspetta!” le disse, alzandosi subito dopo di lei “Eileen, ti voglio spiegare!”
“Ma tu non mi devi spiegazioni, Danny, cosa stai dicendo?” replicò lei, cercando di sorridergli ancora, ma senza riuscirci.

 
I muscoli, tesi, tirati per la tensione, non le permettevano di fare di meglio.
Voleva solo andarsene, sparire, piangere, addormentarsi e cercare di dimenticare al più presto.
E dal momento che sapeva benissimo che Danny stava notando la sua delusione, desiderava ancora più angosciosamente scappare via, e anche in fretta.

Non ci sarebbe stato nessun Principe Azzurro.
Lui era solo Danny Jones.
Faceva il cantante e il chitarrista.
Non l’avrebbe mai baciata, perché non avrebbe avuto senso.
Un bacio ci sarebbe stato solo nei suoi sogni, perché i sogni non erano la realtà, i sogni poteva deciderli lei, la realtà semplicemente le piombava addosso così com’era e pretendeva di essere accettata, senza eccezioni, esitazioni o proteste.

 
Lei le sapeva, queste cose. Lei le aveva vissute.
E allora perché era ancora lì? Come mai non era già lungo le scale a darsi della stupida, mentre tornava a casa?

 
“Eileen, fermati, perché ti voglio parlare”

 
La sua voce, ferma, risoluta, la scosse, la distolse dai propri pensieri.
Le aveva lasciato il polso, però la teneva ferma con lo sguardo.
E voleva essere ascoltato, solo ascoltato.
Si voltò per guardarlo bene in faccia e lo invitò con gli occhi a parlare.

 

 
Danny sospirò, in cerca delle parole giuste.

Le aveva negato un bacio, la cosa più semplice del mondo.
La più superficiale come la più intima.
La più tenera come la più sensuale.

 
Quella ragazza malata di cuore aveva aspettato un’ora prima di vederlo, e gli aveva chiesto di darle un bacio.
E davanti al suo rifiuto, cercava solo di schivare il dolore.
Non ne voleva sapere niente di urli, strilli, offese. Non si era arrabbiata.
La sua reazione era stata dignitosa.
Ma si vedeva fin troppo bene che aveva voglia di piangere, lontano da lui.

 
Consapevole del rischio che stava per intraprendere, le mise un braccio intorno alle spalle e la attirò a sé, dicendole: “Sfogati”.

Sentì la sua resistenza fisica, tremenda e determinata per qualche secondo, poi completamente abbattuta.

Per un istante temette uno schiaffo, una borsettata, una scenata, una cascata di schiaffi come solo le donne sanno dare.
E invece la sentì piangere, singhiozzare, rintanata contro il suo petto.
Chiuse gli occhi, cercando di ammortizzare i colpi al cuore che riceveva ogni volta che la sentiva sussultare, e le accarezzò i capelli, scossi a ogni singhiozzo.

 
Pianse a lungo, e lui ebbe il tempo di riflettere, mentre la ascoltava cadere sempre più profondamente nello sconforto, in attesa di sentirla risalire verso la calma.

 
Perché aveva detto di no?

 
Era carina, molto carina.

Una bambolina.

Aveva sempre apprezzato quelle ragazze fatte e finite, spocchiose, magari anche snob, equipaggiate nel fisico e nella mente abbastanza per scioccarlo, stenderlo. Le altre, anonime, troppo timide, troppo fini, non le aveva mai considerate più di tanto.

Ma quella Eileen, lei era davvero piacevole da abbracciare, da ascoltare, da guardare.
Non avrebbe mai voluto farla piangere, così tanto poi…

D’istinto, prese a cullarla, a incurvare di più la schiena su di lei, piccolissima, per farla sentire più al caldo, meno inconsolabile.

Sembrava davvero una fatina, magari una di quelle che lei stessa sognava, nel suo mondo fantastico.

Era troppo dolce, persino il più feroce dei tiranni ne avrebbe avuto compassione.

 
Finalmente, sentì il suo corpo placarsi.
Sorrise, sollevato, senza lasciarla andare, e aspettò che fosse lei a muoversi.

“Scusami, ti ho bagnato la camicia…” gli disse Eileen, sentendosi goffa da morire mentre passava inutilmente la mano sull’indumento di Danny; la ritirò subito, vergognosamente.
“Tranquilla… vieni a sederti, dài, che asciughiamo queste lacrime e parliamo…” la rassicurò lui, conducendola di nuovo verso il divano.

 

 
La anticipò sul tempo, afferrando al volo un fazzoletto da un dispenser fornito dall’hotel che stava sul tavolo vicino, e prese ad asciugarle il viso, vedendola disorientata e imbarazzata.
Ma, almeno, inevitabilmente pronta a puntare la sua completa attenzione su di lui.

“Sai perché non ti ho baciata?” le chiese per puro spirito di formalità, passandole un angolo del fazzoletto sotto l’occhio sinistro.
“No…” fu la risposta strozzata.

Faceva ancora male, la ferita. Comprensibile.

“Però, effettivamente, se una persona non ti piace… non la baci…” la sentì insinuare con gli occhi bassi e la voce che era un filo.
Subito lui ribatté, diretto: “Non è vero, perché sei molto carina. E non lo dico perché mi fai pena. Lo dico perché per me lo sei. Complimenti”
Si sentì rassicurato quando notò le sue guance arrossarsi e le fossette.
Sorrideva timidamente, facendo roteare gli occhi ovunque, tranne che su di lui.
“Grazie” gli disse a bassa voce.

Dopo essere passato all’altro occhio, il chitarrista continuò: “Non devi neanche pensare che non l’ho fatto perché sei malata, perché non avrebbe senso. Io non l’ho fatto per una sola cosa ben precisa…”
“Che cosa?” chiese la ragazza, tirando su con il naso mentre chiudeva un occhio per lasciare che lui continuasse ad asciugarla.
“Io non sono il tuo Principe Azzurro, Eileen” rispose l’altro, terminando la sua piccola opera di asciugatura.

Temette di ricominciarla quando la guardò.

 
Eileen dovette riconoscere che quanto stava dicendo Danny non era sbagliato.

Faceva male come il rifiuto di prima. Quei pezzi di vetro nella sua testa ancora la straziavano. Però era saggia come rivelazione.

O forse era soltanto chiara e trasparente.

Le spuntò qualche lacrima di triste consapevolezza, ma non ricominciò a piangere.

Il suo cuore reclamò con battiti ben scanditi una spiegazione.

 
“Tu mi hai detto che la tua vita ti piace, nonostante i problemi e… l’ansia che ti porti dentro…” esordì Danny, serio “E io penso che, se i tuoi sogni sono già perfetti, visto che lì hai tutto ciò che desideri… allora devi cominciare a rendere più bella anche la realtà…”

Eileen lo guardò, in parte spiazzata, ma gli chiese di spiegarsi meglio, con calma.

“Voglio dire…” rispose il ragazzo, iniziando a gesticolare “Tu sei venuta qui con l’intenzione di trasformare il tuo sogno in realtà, no? Sei venuta e mi hai chiesto un bacio, che per te è importante, è significativo, ha davvero molto peso. Ma non credi che questo bacio da Principe tu debba riceverlo dal vero Principe Azzurro?”

La ragazza, stavolta, aprì di più gli occhi, come se avesse capito.
Danny le sorrise.

“Io sono davvero soltanto un chitarrista e un cantante di un gruppo, Eileen…” le disse, mettendosi le mani sul petto “Mi chiamo Danny, ho 23 anni, sono cresciuto a Londra e ho fatto e visto tante stronzate… Non ce l’ho il cavallo bianco, non so usare una spada, non ho neanche la presunzione di pensare che potrei essere tutto questo…”

In silenzio, gli sorrise. Tirò di nuovo su con il naso, ma sorrise apertamente, forse divertita dal modo in cui lo sentiva parlare.

“Se ti avessi incontrata quando avevo la tua età, probabilmente mi sarei comportato come uno stupido… o forse sarebbero successe altre cose… E invece, siamo rimasti ognuno a casa propria, ci siamo fatti le nostre esperienze. E ora, eccoci qui… Ci siamo incrociati così, all’improvviso, mi sei… capitata davanti! Cosa sappiamo l’uno dell’altra? Io suono e tu sei malata di cuore. Io vado in giro per arene e palazzetti e tu devi operarti. Non è sufficiente, vero?”

Scosse la testolina bionda, con aria realista e ben conscia di quel che lui le stava dicendo.

“Tu sei una bella persona che si merita un bravo ragazzo, uno che ti stia accanto, che ti capisca, che ti sostenga. Un po’ come il Principe che desideri. Sei d’accordo?”
Annuì, aggiungendo rassegnata: “E non potresti essere tu… Ti capisco…”
“Non posso essere io semplicemente perché la mia strada è un’altra...” replicò lui, prendendole le mani “Però mi sento davvero un Principe quando ti ascolto mentre dici che per te lo sono. Ti dico grazie per questo…”

Eileen sospirò, guardando le sua mani in quelle di Danny, poi alzò lo sguardo e le sorrise, serena. Con gli occhi rossi, ma serena.

Quelle mani unite non volevano stare a significare niente di idilliaco.

Però… erano un po’ come i frammenti dello specchio rotto.

Erano un nuovo punto di vista.

Erano nuove opportunità, non solo quelle a cui lei aveva pensato.

C’erano tanti pezzi di vetro, c’erano tante possibilità.

E c’erano quelle mani che stringevano le sue.

Da amiche.

“Credevo di aver imparato a tenere i piedi ben saldi per terra” gli disse “Ma questo dimostra che mi sbagliavo… mi hai aiutato, sono io che dovrei ringraziarti!”

Per tutta risposta, Danny baciò le mani di Eileen prima di lasciargliele.
Fu allora che la ragazza gli si avvicinò, un po’ timorosa, per abbracciarlo, col cuore in gola per una nuova emozione.
Le grandi mani di Danny la aiutarono a raggiungerlo.

 

 

 

ANYWAY… THE HEART NEVER LIES

 

“Grazie, Danny…” gli disse, la voce ovattata per via della sua faccia nascosta nella sua camicia, contro il petto.
Il chitarrista le baciò i capelli, commosso, e ricambiò la stretta, finendo con la mano destra sul lato sinistro della schiena di lei.

“E’ questo qui, giusto?” le chiese a bassa voce, per sentire meglio, a tatto, il cuore della ragazza che batteva.
“Sì” sussurrò lei, scostando il viso per guardarlo, serena “Se fosse stato un cuore sano, avrebbe potuto battere più velocemente, ma a me va bene anche così…”

Danny, che aveva cercato di ributtare giù nello stomaco un groppo in gola che gli si era formato da diversi minuti, disse, con la voce rotta: “Cazzo, Eileen… scusa…”
“Cosa?” domandò lei, allontanandosi leggermente, preoccupata.
“Dico… cazzo… e scusa un’altra volta… perché le persone come te non dovrebbero avere questi problemi…” ribadì il ragazzo, gli occhi lucidi, tirando su con il naso.

Eileen rimase in silenzio, alzando un poco le spalle mentre sorrideva, rassegnata.

“Come fai?” le chiese lui, lasciando scendere qualche lacrima mentre la guardava, spiazzato.
“A fare cosa?”
“A essere così… Sei forte, sembra che tu sia sicura di vivere altri mille anni e poi mi dici che non sai se arriverai al mese prossimo…” rispose l’altro, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.

Di fronte a quel lamento, anche Eileen cominciò a piangere dagli occhi.
Ma la sua voce rimase ferma.

“Posso permettermi di ricordare il passato… con tutte le sue cose belle, e anche quelle brutte…” spiegò, fissandolo seria con occhi pieni di lacrime “E poi… posso permettermi di vivere il presente, di dare il meglio per cercare di viverlo come vorrei… Tante persone non pensano al futuro. Neanche io lo faccio. Non l’ho mai fatto. Io non posso guardare avanti, Danny, non con certezza… però posso guardare su… in alto…”

 
Il chitarrista Danny Jones si sciolse in singhiozzi e nascose il viso con una mano, davanti alla sua fan Eileen.

Lei poteva guardare su, in alto.
Lei poteva sognare.
Lei poteva dire: “Oggi vivo e sogno”.

Ma non poteva dire: “Domani”.
Non poteva fare progetti a lungo termine.

L’unico progetto che aveva fatto era stato quello di venire al concerto dei McFly munita di pass, quel pass che le era stato regalato solo pochi giorni prima, insieme al biglietto.
Quel biglietto che, sicuramente, desiderava da mesi, che magari si aspettava… e che era arrivato puntuale, pronto per essere usato in un giorno così importante.
Quando lo aveva detto, mentre era insieme a tutti loro, lui neanche l’aveva ascoltata, perché di storie così ne aveva sentite tante, perché di ragazze che volevano incontrare i McFly per il loro compleanno ce ne erano state tante, da sempre, e ce ne sarebbero state anche molte altre.
Le aveva fatto gli auguri, come tutti, però non aveva dato molta importanza al resto.

Non fino a quel momento.

 
“Danny, non piangere…” lo pregò Eileen, la voce spezzata dal pianto, come la sua, mentre gli appoggiava una piccola mano sulla spalla.
Subito, lui smise di nascondere il viso e, cercando di sorridere, le disse: “No, hai ragione, scusa… Io piango perché… perché ti ammiro. Non avevo mai sentito nessuno parlare come hai fatto tu adesso, te lo giuro. E poi piango perché… perché mi sento fortunato, felice all’idea che tu… che tu sia venuta da me, insomma…”
“Anch’io mi sento fortunata” ribatté la ragazza, asciugandosi le lacrime “Non so come ringraziarti… e scusa se magari ti ho fatto perdere tempo…”
“Credi che non mi sia piaciuto stare con te?” le chiese Danny a bruciapelo, recuperando a pieno il suo sorriso.
Eileen rimase spiazzata, ma si riprese rispondendo: “Se è piaciuto a te come è piaciuto a me, allora suppongo che…”
“… Che ci siamo aiutati a vicenda” la sovrastò lui, prima di prendere una mano e stringerla forte. “Davvero. Grazie”
“Tu mi hai aiutato con il mio sogno più grande, io che ho fatto?” chiese lei, sorridente e stupita.
“Mi hai permesso di conoscere una persona molto bella. Dico sul serio” rispose l’altro, alzandosi senza lasciarle la mano.
Eileen lo imitò, senza dimenticarsi di prendere lo zaino, e insieme si avviarono verso la porta.

La ragazza strinse la maniglia e Danny le disse: “Mi farai sapere come stai?”
“Certo!” rispose lei, con gli occhi di nuovo illuminati dalla contentezza.
“Allora… è il caso che ti lasci un biglietto… aspetta…” lo sentì dire, prima di vederlo andare verso l’altra parte della stanza, dove stavano accatastate delle borse.
Tornò con un biglietto da visita rosso, con sopra il logo della Super Records, e glielo diede.

“Se chiami il numero scritto qua sopra, risponderà una segreteria” gli spiegò “Puoi lasciare tranquillamente un messaggio, li ascoltiamo sempre tutti…”
“Davvero posso?” domandò Eileen, senza fiato.
“Sì! Tutte le volte che vuoi, ma calmati!” le rispose Danny, sorridendole divertito.
“Grazie…” sospirò l’altra, stringendo il biglietto tra le mani, per poi infilarlo scrupolosamente in una tasca interna dello zaino “Ti giuro che non lo darò mai a nessuno questo numero, neanche tra vent’anni! E non andrò in giro a dire niente di niente!”
“Lo so, mi fido…” la rassicurò il ragazzo, pizzicandole una guancia “Vieni, andiamo… Jeffrey ti riaccompagna giù, io devo andare dagli altri, mi staranno dando per disperso!”

 
Una volta fuori dalla stanza, videro Jeffrey impassibile sulle scale, in attesa di riportare Eileen esattamente da dove l’aveva prelevata.

“C’è qualcuno che ti aspetta, che può riportarti a casa?” le chiese Danny.
La ragazza annuì, rispondendo con un sorriso: “C’è mamma qua sotto. Mi ha accompagnata per il concerto ed è rimasta fuori ad aspettarmi…”
“Bene, allora… vieni qui, dài…”

Allargò le braccia e l’abbracciò ancora una volta, sistemando la testa sulla sua spalla, a contatto con i suoi capelli.

“Grazie, grazie, grazie, grazie…” gli sussurrò lei, facendolo sorridere.
“Grazie a te… Mi raccomando, stai bene e facci sapere…”

Dopo aver sentito un’ultima volta con la mano quel cuore discreto e portentoso battere attraverso la schiena di lei, Danny la baciò in fronte, a lungo, tenendole la testa tra le mani.

Poi, anche a causa degli sguardi fulminanti di Jeffrey, la lasciò andare.

Lei gli sorrise, fiduciosa come quando le aveva detto che sarebbe tornato dopo aver firmato autografi a destra e manca.
E scese per le scale, a braccetto con l’omone della security.

 
C’era qualcosa in più nel sorriso di entrambi, ma lui non seppe spiegarsi cos’era.
Con il cuore che batteva ancora forte per la commozione, raggiunse i suoi amici, intenti a rilassarsi in un’altra stanza d’albergo.

 

 
“Che hai fatto agli occhi, Dan?” chiese Harry, perplesso.

Quella domanda ufficializzò l’attenzione che anche Tom e Dougie avevano diretto a Danny, vedendolo entrare con gli occhi rossi e gonfi, ma stando in silenzio, dubbiosi.

“Hai pianto?” domandò il chitarrista biondo, sorpreso.

Danny si stropicciò gli occhi con una mano e annuì, sospirando.

“Ma… perché?” chiese Dougie, alzando un sopracciglio.
“E’ Eileen…” rispose Danny dopo essersi messo a sedere, pensieroso.
“Che ti ha detto?”

Di nuovo Harry.

“E’ che lei è così… cazzo…” sospirò di nuovo l’altro.
“In effetti, la vedevo un po’… bè, non dico strana, ma… insomma, particolare!” commentò Tom, prima che Dougie insistesse per avere spiegazioni.

Il chitarrista raccontò tutto ai suoi amici e colleghi, nei minimi dettagli, ed i commenti si fecero attendere a causa di un silenzio rispettoso che tutti avevano mantenuto alla fine del resoconto.

“Certo che è forte, la ragazza!” intervenne Dougie per primo, seriamente ammirato.
“Sì, sai che non credevo lo fosse così tanto? Speriamo l’operazione vada bene, poverina…” confermò Tom, intenerito.
“Le potremmo spedire qualcosa, tipo… che ne so, un regalo, un mazzo di fiori, per quando si ricovera! Lo possiamo fare, anche se siamo in tour…” propose Harry.
“Le ho dato il numero della SR, ha detto che ci farà sapere presto…” ribatté Danny, sorridendo lievemente.

 

***

 “Pronto… Ciao Danny, sono Eileen, la ragazza irlandese, quella… quella dell’operazione al cuore… Sì, volevo solo dire… a te e a Harry, Dougie, Tom… Tra una settimana è il grande giorno, se si può dire così. Parto. Vado a Los Angeles, a fare la bella vita!... Magari… Mi tocca vederla dalla finestra della clinica, la California… Comunque… io sto bene, sì. Scusate se non mi sono fatta più sentire, scusa, Danny… ho dovuto fare diversi esami in ospedale, poi la scuola e tutto il resto… Però vi penso tutti i giorni! Vi richiamo in tempo per l’operazione, ok? Mi hanno detto che a Liverpool avete spaccato l’altra settimana, ne sono sicura… A presto!”

 
***

“Emh… Ragazzi, buongiorno. Sono sempre io, Eileen. Mi dispiace se mi sentite male, è che sono ancora un po’ intontita dall’anestesia… Mi hanno operata. Ieri pomeriggio. Va tutto bene, non c’è traccia di rigetto biologico al momento, per fortuna! I miei sono venuti a trovarmi e mi hanno portato quei fiori stupendi che mi avete mandato, vi ringrazio davvero tanto! Sono sul mio comodino, qui in ospedale, adesso, non riesco a smettere di guardarli! Grazie, davvero… Tra una settimana torno a casa! Ciao!”

“Scusate, sono sempre io, mi sono dimenticata di dire una cosa. Danny… Per quanto riguarda il biglietto, quello che stava in mezzo ai fiori… Grazie. Falling in love è la mia preferita, grazie per avermela dedicata, non sapevo lo avessi annunciato al concerto di Leeds!… Anch’io ti voglio bene. Ciao…”

 

***

 

MySpace.com/irisheartleen: hai 2 nuovi messaggi!

CLICK…

Opzioni: “Leggi messaggi in entrata”

 
Ciao, Eileen.

Abbiamo preferito scriverti un messaggio piuttosto che telefonarti, a causa delle intercettazioni che ci potrebbero esporre a dei rischi. In parole povere: la gente non si fa mai i fatti suoi! Quindi, eccoci qui. Abbiamo ripescato il tuo profilo grazie ad un tuo commento recente sul nostro MySpace!

Siamo tutti contenti che il tuo cuore non ti stia dando problemi e che tu stia alla grande! Per quanto riguarda i fiori, siamo contenti di aver indovinato i tuoi gusti, non sapevamo assolutamente che ti piacessero! Camelie e fiordalisi, mh… mi ricorderò la “combinazione”, nel caso dovessi regalare dei fiori anch’io :-)!

Già, io chi? Tom! Giusto perché tu lo sappia :-)…

Logicamente, Danny ci ha raccontato la tua storia, a suo tempo, ha detto cos’è successo quando sei venuta al concerto, questo lo avrai capito da sola.

Danny, dopo averti incontrata, ha cominciato a voler re- inserire nella scaletta dei concerti “Falling in love”… Tutti noi avevamo accettato tranquillamente la cosa, però non abbiamo saputo che lo faceva per te, non finché non lo ha urlato durante la data di Leeds ai quattro venti!

Danny è fatto così… è un uragano di idee e quando le applica… è normale che tutti lo notino!

È buffo come “Falling in love” coincida con te nonostante sia stata scritta PRIMA che Danny ti conoscesse.

Sai, credo che si sia preso una sorta di fissazione con te.

Non ce lo sappiamo spiegare, perché non era mai stato in rapporti così buoni con una fan vista soltanto una volta.

Ma stai tranquilla, non vogliamo fare i sospettosi :-).

Gli sei stata d’aiuto, dice. E noi ne siamo contenti!

Io non so (e credo nessuno lo sappia) quanto durerà ancora questo contatto che c’è tra te e lui, però sappi che anche noialtri, da fuori, vediamo che gli sta facendo bene. E che, evidentemente, fa stare bene anche te, visto che hai continuato a farti sentire!

Ti saluta tanto: in questo momento, è in sala prove e sta suonando da solo.

E io… bè, niente, volevo soltanto fare da mediatore della vostra amicizia per la durata di questa mail :-), e volevo dirti come la pensavamo, da parte del gruppo. Tutto qui.

Per ora, non c’è altro da aggiungere! Rispondi pure, se vuoi, soltanto noi della band leggeremo!

Tante belle cose, Eileen. Danny dice che te le meriti, e lo pensiamo anche noi…

A presto

 Tom, Harry, Dougie, Danny

 

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Carissimo Tom,

grazie della tua e-mail. Sono contenta di rispondere :-) :-).

È passato quasi un mese ormai, e il pericolo del rigetto è passato: il mio cuore sta benissimo e io con lui! Gli esami che sto facendo in questi giorni non fanno che confermarlo!

Sì, i fiori erano stupendi, l’ho detto e lo ripeto, mi avete fatto felicissima quando li ho visti, anche se all’inizio non sapevo cosa pensare, non avevo idea che li aveste spediti voi :-)!

Parlando di Danny…

Quando ho visto il testo di “Falling in love” in mezzo al mazzo di fiori, con tanto di dedica da parte sua…
Bè, non me lo aspettavo.

Sai cosa credevo?

Credevo che vi avrei incontrato, stretto la mano, chiesto gli autografi e che me ne sarei tornata a casa.
E invece, c’è stato qualcosa. Qualcosa di più complesso, di più profondo.

Se Danny ti ha raccontato tutto, allora ti avrà detto anche quanto è stato importante per me.

Credevo che, dopo quei pochi minuti, non avrei più avuto modo di avere a che fare con lui o con voi, a parte assistere ai concerti.

E invece, lui mi ha chiesto di farmi sentire, di fargli sapere come sarei stata.
Non avrei mai pensato che me lo avrebbe chiesto.
E così ho lasciato messaggi, commenti ai vostri interventi, vi ho pensato sempre!

E questo sogno continua, Tom…
Lo dovrei chiamare sogno o realtà?
O, meglio ancora, realtà da sogno?

Io non so se merito tutto questo, Tom, te lo dico con sincerità. Il solo fatto di essere stata malata non fa di me una santa o un angelo. Sono una persona NORMALE.
Ma il destino ha voluto rendermi davvero fortunata. E quando si è fortunati, si diventa sempre un po’ speciali, no?

Per essere stato tutto ciò che desideravo in quei pochi minuti, ringrazio tantissimo Danny. Lui lo sa.
E per essere una persona così premurosa, seppur lontana, gli voglio veramente bene, gliene vorrò sempre.
Anche a voi.
Vi vorrò sempre bene per la vostra considerazione, ve ne vorrò anche quando tutto questo finirà, lo giuro!

Mi sono finalmente resa conto di quanto mi batte forte il cuore quando vi penso e quando vi ricordo, ed è una grande soddisfazione. E mi sento al settimo cielo quando i battiti aumentano ancora di più perché vi scrivo (o vi lascio detto!) che vi voglio bene. Voglio che lo sappiate tutti e quattro.

Questo cuore nuovo ancora non ha imparato a filtrare a dovere le parole che dico o che scrivo, non tutte almeno!
Di conseguenza, scusatemi se mi fermo qui.

Appena avrò altro da dirvi, saprò dove cercarvi e spero che mi ascolterete o che mi leggerete.

Vi auguro tanta felicità, veramente.

A presto

 Eileen

***

I Credits ci vogliono sempre :)...

Intanto, ringrazio SILVINA, che mi ha ispirato e che si è messa a piangere davanti al primo capitolo! :) Spero che questa storia ti rimanga nel cuore e che ti renda migliore la giornata, la vita, quel che vuoi :).

Poi, ringrazio l'altra SILVIA, la mia Rintronata, che ha trattenuto i lacrimoni davanti al primo capitolo per non fare preoccupare la nonna :). Goditi questo papier di storia, che esiste anche grazie al tuo sostegno :).

Infine, ringrazio CHI HA RECENSITO, CHI HA LETTO, CHI HA APPREZZATO, CHI HA ANCHE SOLO GUARDATO. Chiunque voi siate, che io vi conosca o meno, fate parte della forza che ho messo in questa storia :).

Io non ho mai conosciuto persone malate di cuore, nè tantomeno i McFly. Dunque, spero di non essere risultata offensiva per nessuno. E' tutto frutto della mia immaginazione e di quanto mi è servito per documentarmi. Se ci sono obiezioni, fatevi pure avanti :).

Un salutone e alla prossima!

   
 
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