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Autore: MissDeppDixon    17/02/2015    1 recensioni
Liverpool 1957
John Lennon, un ragazzo di 17 anni e Paul McCartney di 15 si incontrano per caso durante una calda serata, John con il suo fare da "falso galante" ha fatto sorridere per la prima volta dopo tanto tempo Paul, e quel giorno non sarà dimenticato da nessuno dei due
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Two of us

Capitolo 6

 

Erano distesi, uno accanto all'altro a guardare il cielo:

-Guarda quella stella che brilla più delle altre, la vedi?-Paul annuì-è bellissima non trovi?-

-Si, mia mamma mi diceva sempre che quando lei non ci sarebbe più stata avrebbe preso il posto di una stella-

John sorrise dolcemente -Come si chiamava tua madre?-

-Mary...-rispose Paul in un soffio.

-Allora quella stella si chiamerà Mary d'ora in poi, tra tutte è la più bella e so, anche se non ho mai visto tua madre, che era bellissima-

Paul lo guardò con gli occhi lucidi:

-Io credo che si debba chiamare MaryJulia...e credo che..-

John si girò verso di lui e lo guardò:

-Oh...io, non volevo, mi dispiace-cominciò Paul guardandosi le mani, ma John sorrise.

-Sei un ragazzo d'oro Paul...sei così ingenuo e dolce, metti tenerezza anche a me, uno stupido ragazzo di Liverpool a cui piace scopare con le ragazze, bere e fumare-

Paul si sedette e gli accarezzo la testa.

-Non prendertela con te stesso se lei ti ha fatto del male...-

E lui come faceva a saperlo?

-Tu come...-

-Ti ho visto e l'ho vista, ho immaginato tutto e...-

-E cosa?-

-Ero...felice-John sgranò gli occhi-ok, forse non dovevo dirlo, ma sapevo che lei non era la persona per te-

-E quale sarebbe la persona giusta per me sentiamo!-Paul si allontanò da John, che sembrava aver preso un colorito abbastanza strano da potergli stare il più distante possibile.

-Mi dispiace...devo andare...-inziò Paul, ma l'altro scattò in piedi.

-No, scusami tu, mi sono fatto prendere dalla collera, non è colpa tua-si avvicinò al più piccolo accarezzandogli il viso; lo guardò negli occhi ed un tratto si ritrovò a nuotare in un vasto oceano, anche se i suoi occhi erano nocciola. Riusciva a sentire e addirittura toccare i sentimenti di Paul, vedeva che aveva paura, che era triste ma allo stesso tempo felice di poter stare con la persona che cercava da tanto...forse John si stava sbagliando, quelli erano i SUOI sentimenti, era lui che provava tutte quelle cose al solo contatto fisico con il più piccolo...

 

Si trovavano a casa di Paul, con le chitarre in mano ed erano pronti a riporvare quella marea di emozioni.

Senza guardarsi negli occhi o fare un piccolo cenno, attaccarono insieme la stessa, identica canzone.

Sulle note di Blue moon ai due ragazzi non c'era bisogno nemmeno di uno sguardo per sentirsi uniti. Erano qualcosa di indescrivibile. Ogni accordo era in sintonia e le voci erano soavi e fantastiche insieme. John era al settimo cielo, finalmente senza pensieri...aveva davanti a sè la persona giusta, lo sapeva ormai. Era pronto a fare di tutto per restare con lui, anche andare via dall'Inghilterra, andare via dal mondo. Era perso nei suoi pensieri, quando sentì qualcuno cercare di trattenere dei singhiozzi; alzò lo sguardo e il vuoto s'impossessò della sua mente...e adesso cosa doveva fare? Aveva visto un sacco di persone piangere ma...lui gli faceva un altro effetto, non riusciva a ragionare.

-Paul...cosa...-il ragazzo alzò lo sguardo facendo rigirare lo stomaco di John.

-Scusami...non so cosa mi sia preso, io...-ma non riuscì a finire la frase perchè il più grande si alzò andando verso di lui, gli tolse la chitarra dalle braccia e lo rinchiuse nelle sue. Il solo contatto con il corpo di Paul lo fece rabbrividire. Il ragazzo si rannicchiò tra le braccia protettive dell'altro e per un po' nessuno disse nulla, si sentivano solo i loro respiri. Tutti e due pensavo la stessa identica cosa, quello era il paradiso. Ed era così, i loro cuori battevano all'unisono e gli occhi erano chiusi, così da poter ascoltare meglio il battito accellerato dell'altro, e sembrava funzionasse. Ogni battito che uno sentiva faceva accellerare il proprio. John aprì gli occhi per un momento, ammirando Paul: aveva gli occhi chiusi e sorrideva. Si trattene da accarezzargli le labbra, sembravano così invitanti. Avvicinò il viso a quello di Paul, ormai a dividergli c'erano soltanto pochi centimetri. Assaporava il suo profumo, odore di tabacco e fogli, un odore che amava così tanto. Fissava le labbra con così tanto interesse che non si accorse che Paul lo stava fissando imbarazzato.

-Non c'è aria in questa stanza, non trovi?-John inizialmente non rispose, poi prese coraggio e parlò.

-Vuoi uscire?-

-Si, se ti va portiamo le chitarre, ma io qua non respiro-si alzò in fretta, si lisciò la camicia, prese la chitarra e si avviò verso la porta.

-Allora? Non vieni?-

-Agli ordini principessa-Paul arrossì vistosamente e scappò giù con John che lo rincorreva.

-Hey fermati-

-Non ci penso nemmeno-adesso Paul respirava e, sopratutto, sorrideva.

Corsero fino al solito parco e, con il fiatone, si sedettero sotto il primo albero che trovarono.

-Finalmente, non ce la facevo più-

-Ora ti ammazzo-John si buttò su Paul e iniziarono a rotolarsi a terra, cercando di farsi il solletico a vicenda. Ridevano come due matti e non respiravano quasi più, poi John riuscì a bloccare il più piccolo con le ginocchia, trovandoselo sotto di lui.

-E adesso principessa come fai?-

-Smettila di chiamarmi cosi-

-Va bene...principessa-Paul iniziò a prenderlo a pugni, ma provocò soltanto le risate dell'altro

-Non sai nemmeno mollarmi un pugno, avanti-

-Non voglio farti male-si alzarono da terra

-Perchè credi di farmi male?-rise-ti muovi come una femminuccia-Paul arrossì e abbassò lo sguardo, forse John aveva esagerato, infatti si avvicinò a lui.

-Hey...-disse accarezzandogli la schiena.

-Sto bene-rispose l'altro.

Si sedettero di nuovo all'ombra e non dissero nulla, i sensi di colpa iniziarono a salire e John cominciava a tormentarsi.

-Paul, scusami...-

-Tranquillo, ho detto che sto bene-

-Mi dispiace, non era di mia intenzione dire quelle cose, io...-

-John!-si alzò di scatto stringendo i pugni-ho detto che va tutto bene! Basta-gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, raccolse le sue cose e fece per allontanarsi, ma John lo abbracciò da dietro

-No, non andartene-

Paul non poteva resistere e poi...c'era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione quando John si era alzato.

Ritornarono sotto l'albero e Paul raccolse il foglio.

-Questo cos'è?-

-Oh...emh-cercò di riprenderselo-nulla, dammi qua-

Ma Paul lo aveva già aperto e quello che si trovò davanti lo fece rimanere a bocca aperta

-Questo..-non riusciva a parlare, guardò la data del disegno "08/07/" .

-L'ho disegnato dopo qualche giorno che ci siamo incontrati-disse John arrossendo

-E'..è bellissimo John-

-Davvero ti piace?-chiese sorridendo

-Si...nessuno ha fatto mai una cosa del genere, è un ritratto stupendo-

-Grazie-

Si guardarono per un po' di tempo, John si avvicinò e gli accarezzò il viso così delicato.

-Non ci è voluto molto, bastava pensarti intensamente-si avvicinò ancora, ormai sentiva il suo respiro sulle labbra-e in quei giorni non facevo altro-

-John, devo...devo dirti una cosa-il ragazzo si avvicinò ancora di più.

-Dimmi-

-Io...- socchiuse gli occhi, anche lui era pronto. John si avvicnò alle labbra di Paul, ma una voce troppo familiare rovinò quel momento. Non poteva essere, non qui adesso pensò John, ma i suoi sospetti erano esatti.

-John!-Heather si stava avvicinando, i due ragazzi si staccarono.

-C..ciao-

-Devo parlarti, urgente-

NO.Nononono non poteva fargli questo. Era a un passo dal baciare Paul. Non era possibile che accadevano tutte a lui.

-Allora?!-

-Arrivo, arrivo-guardò Paul un ultima volta poi seguì Heather.

Si allontanarono per un po'.

-So che hai viso tutto ieri sera ma ero ubriaca fradicia, mi dispiace John. Io ti amo e...la smetti di lanciare sguardi dietro di te?-con due dita fece girare il viso di lui, costringendolo a guardarla

-Hai fatto la troia-

-No, io amo solo te-

-Ho notato, prima vieni a letto con me e poi ti strusci con un altro?-

-John, ti prego...-ma ormai lui se ne stava andando, non aveva altra scelta. Lo baciò.

 

Una spinta ed Heather si staccò da lui

-Non farlo mai più!-urlò John

-Io...John...-

-Amo un'altra persona d'accordo?-

-Cosa? Allora mi hai mentito fino ad ora!-

-Pronto? Sono John Lennon!-gridò facendo dietro front. Si avviò verso l'albero dove doveva aspettarlo Paul che invece non c'era.

Era rimasta solo la sua chitarra con il disegno e...un altro foglietto. John lo aprì, era di Paul.

 

Caro John,

Senza troppi giri di parole, vorrei raccontarti un paio di cose...

Partiamo dal 6 luglio, qualcosa dentro di me è cambiata. Ho conosciuto una persona stupida ma gentile, dolce e divertente. Da quel giorno non ho fatto altro che pensare a te, speravo in un altro incontro e, ringraziando Ringo, così è stato.

Più stavo senza di te più mi sentivo male, non mangiavo nemmeno. George ha cercato di aiutarmi in qualche modo, ma finivamo sempre al Cavern ad ubriacarci, o almeno...io mi ubriacavo, lui mi faceva compagnia.

Tu hai trovato la ragazza dei tuoi sogni e io ho perso i miei.

Non avrei mai pensato di dirlo ad un ragazzo, sopratutto a te...il famoso Lennon...

John, io...ti amo

 

Paul McCartney

31/07/1957

 

P.S

Questo pezzettino l'ho scritto ora, mentre tu parlavi con Heather.

Non provare a cercarmi, non mi troverai.

Io parto.

Addio

 

Lacrime di dolore rigavano il viso di John.. Paul, il suo Paul..

Era nella sua stanza affacciato alla finestra.

Ma perchè stava piangendo...cosa gli passava per la testa? Era un ragazzo forte, non doveva piangere per una stupida lettera scritta da un ancor più stupido ragazzino.

Sentiva che ormai era cambiato qualcosa. Dal 6 luglio aveva detto addio alle ragazze.

Si sentiva inutile, indifeso e pieno di dolore. Avrebbe voluto gridare, ma nessun suono uscì dalla sua bocca. Le guancie erano ancora bagnate e le lacrime non smettevano di scendere

Cosa gli stava accadendo?

Una macchina attraverò il viale dirigendosi chissà dove. Gli mancava Paul, ecco perchè quelle lacrime, ecco perchè quei pensieri.

Si, a lui mancava...e sapeva anche il perchè.

Quella sera capì di amarlo più della sua stessa vita.

 

Spazio autrice_____
Bene, siamo arrivati al capitolo decisivo. Innanzitutto scusate il ritardo ma in questi giorni ho seguito come una drogata una serie tv (tanto che oggi ho vito tutti e 26 gli episodi sperando in qualcosa che non si è avverato T.T) e quindi ora, essendo rimasta delusa dal finale e aspettando la seconda stagione, sono alle prese con un'altra storia ahaha, ma non credo la pubblicherò per ora. Non ha nemmeno i capitoli :D
Ma non parliamo di questo; finalmente, anche se non nel modo giusto, si sono entrambi dichiarati solo che uno glielo ha scritto in una lettera e l'altro lo ha capito leggendola (stupido Johnny :D)
So che John nella realtà non era un piagniucolone ma questa è una fanfiction quindi...posso scrivere quello che voglio. :)
Vi avviso che mancano pochi capitolo alla fine e...tutto può accadere (sono una ragazza abbastanza stronza e malefica muahahahah)
Spero che la storia vi stia appassionando.
A presto
Cristina

  
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