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Autore: Ehris    17/02/2015    6 recensioni
Dopo aver miseramente fallito nella conquista del potere assoluto, le Trix, troveranno nuovi potenti e temibili alleati. Amici e nemici, non ci si potrà fidare di nessuno...
Tratto dal capitolo 18:
-Vogliamo il potere; vi chiediamo aiuto a conquistare una delle scuole più prestigiose ed importanti dell’intera Dimensione Magica ed in cambio vi ridaremo la libertà che tanto agognate e che vi è stata strappata molti anni fa- spiegò Icy con molta calma e con fare suadente.
-Impossibile!- urlò lo spettro furente -La nostra libertà è andata persa per sempre! Il nostro destino ci impone queste condizioni per l’eternità. Una vita insulsa, fra le pareti di queste montagne. Una vita che non può essere vissuta ma allo stesso tempo che non ci dà pace. Una vita da non morti!-
Una storia che racconta di come il desiderio di vendetta dia sfogo alla malvagità più oscura; di come a volte occorri tirare fuori coraggio e grinta. Una storia incentrata sulla forza dell'amore e dell'amicizia.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven, Specialisti, Trix, Winx
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22 – Un faccia a faccia agghiacciante

Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore.
San Girolamo


 

-Piacere, il mio nome è Minerva- esclamò la donna, ora in piedi davanti ai cinque specialisti che si inchinarono leggermente in segno di rispetto. Lo sguardo della strega era freddo e penetrante ed i suoi occhi osservavano i giovani con una punta di curiosità del tutto impercettibile.

-Minerva è la sorella della preside Griffin- si affrettò a spiegare Saladin, dissipando così ogni sorta di dubbio balenato nelle menti dei ragazzi di Fonterossa. 

-Ho saputo della scomparsa di mia sorella e al contempo dell’attacco ad Alfea da parte dei non morti così mi sono diretta qui- disse la donna.

-Purtroppo i sospetti che soltanto qualche ora fa aveva formulato Faragonda sono stati confermati- esclamò Griselda con tono grave.

-Ovvero?- chiese allora Sky, spostando i suoi occhi azzurri dalla figura di Minerva a quella dell’ispettrice di Alfea.

-Mia sorella si è alleata ai non morti, esattamente come aveva già fatto in passato!- rispose la strega -Solitamente si tende ad imparare dai propri errori ma nel suo caso è evidente che le lezioni passate non le siano servite a nulla- continuò poi la donna, con un timbro di voce che sapeva di disprezo.

Gli specialisti compresero subito che tra le due consanguinee non doveva esserci chissà quale unione, tuttavia rimasero basiti da quelle parole tanto amare. I ragazzi avevano avuto modo di conoscere la Griffin; il suo era un nome di rilievo, il suo era uno dei nomi che veniva collegato alla compagnia della luce, per loro era dunque assurdo pensare alla preside di Torrenuvola come ad un’alleata del male nonché ad un nemico da combattere.

-Nonno- disse Helia -Odio dover interrompere il tuo colloquio ma noi saremmo venuti qui per un’altra questione, sarebbe quindi nostro desiderio poter parlare
con te- continuò il giovane e il preside lo guardò con interesse, incitandolo ad andare avanti.

Helia fece per riprendere il suo discorso ma qualcuno bussò furiosamente alla porta: era Jared, lo stesso specialista che il giorno prima aveva comunicato l’arrivo di Griselda e delle fate a Fonterossa.

-Ci sono delle ragazze che stanno camminando verso i nostri cancelli! Non vorrei sbagliare ma credo si tratti delle Winx!- esclamò il giovane tutto d’un fiato, fiero di poter comunicare quella splendida notizia.

Sky, Brandon, Riven, Helia e Timmy si scambiarono un’occhiata e poi, senza aspettare il permesso di essere congedati, iniziarono a correre verso l’entrata principale della scuola. Anche Griselda uscì velocemente dall’ufficio di Saladin, con il cuore colmo di speranza.

-Ti prego Minerva di scusarci- disse il preside alla sua ospite -Avremo modo più tardi di finire di aggiornarci- e con queste parole anche l’uomo lasciò la sua stanza, seguito da Codatorta.


Quando gli specialisti raggiunsero i cancelli i loro cuori si fermarono: le Winx stavano camminando verso di loro. Erano sporche, tremanti, a pezzi. Stella a fatica si teneva in piedi perciò Brandon si affrettò a raggiungerla.

-La prendo io- disse il ragazzo a Bloom e Flora. Con un agile gesto prese la giovane fra le braccia e questa, non appena percepì il contatto con il corpo del suo fidanzato, chiuse gli occhi, trovando finalmente un briciolo di pace.

-Ciccino…- sussurrò la fata di Solaria con un filo di voce.

-Sono qui amore mio- rispose semplicemente lui placando i tormenti di entrambi, che avevano vissuto le ultime ore in agonia.

Sky, Helia, Riven e Timmy rimasero del tutto ammutoliti ad osservare la scena e le loro ragazze, poi, da dietro il gruppetto, sbucò la figura di Griselda; la donna corse incontro alle fate e le abbracciò con un entusiasmo che per le Winx si rivelò del tutto nuovo.

-Oh ragazze, vedervi qui, sane e salve mi… mi risolleva e non potete immaginare quanto!- esclamò l’ispettrice che spasmodicamente osservava le sue allieve, una per una, mentre con una mano sfiorava delicatamente i loro volti. Le ragazze sorrisero per quell’accoglienza tanto calorosa. Il supplizio provato nelle ultime ore era come svanito ed era bastato mettere piede nel territorio di Fonterossa per riprovare la piacevole sensazione di sentirsi a casa.
Gli specialisti, dopo aver permesso a Griselda di salutare le sue allieve, raggiunsero le fate, le quali poterono finalmente riabbracciare i loro fidanzati.

-Sky, mi sei mancato!- disse Bloom al principe di Eraklyon che in tutta risposta strinse dolcemente a sé la sua amata.

-Tecna, ero così in pensiero per te…- balbettò Timmy, risistemandosi in un gesto quasi automatico gli occhiali. Il giovane nel momento in cui aveva creduto di aver perso la fata si era sentito uno schifo per non essersi mai dichiarato a lei, ma ora che ce l’aveva davanti sentiva il coraggio venirgli meno. A Tecna, tuttavia, bastò il suo sguardo per comprendere quanto lui tenesse realmente a lei così, senza alcun timore, si avvicinò e lo abbracciò. Timmy era incredulo ma al settimo cielo e ricambiare quell’abbraccio gli venne assolutamente spontaneo.

-Helia!- esclamò Flora andando poi ad accoccolarsi fra le accoglienti braccia del giovane.

Musa invece non disse nulla; come i suoi occhi incrociarono lo sguardo duro di Riven si riempirono di lacrime. Si chiedeva per quale ragione lo specialista non le avesse ancora sorriso o detto nulla, cosa che al contrario gli altri ragazzi avevano fatto con le sue amiche. Lei non sapeva che in realtà lui non era arrabbiato ma che semplicemente la stava scrutando con particolare attenzione per cercare di capire se stava bene, visto il sangue che aveva su gran parte dei suoi vestiti.

-Vieni qui!- le disse, però, dopo quell’istante di silenzio e lei non se lo fece ripetere due volte; con un balzo si lanciò fra le sue braccia e lui l’avvolse in un caloroso abbraccio -Tutto questo sangue Musa…- bisbigliò lui vicino all’orecchio della giovane, di modo che soltanto lei potesse udire le sue parole.

-Non è il mio- rispose lei, tranquillizzando immediatamente lo specialista. Il contatto con Riven fece comprendere a Musa quanto sentisse freddo e quanto desiderasse potersi sdraiare da qualche parte al caldo e magari riposare tranquillamente per qualche ora.

Saladin, nel frattempo, aveva raggiunto anche lui i cancelli e, cosciente del tormento provato dagli specialisti per la sorte delle loro fate, diede ai suoi allievi alcuni minuti per salutare le giovani.

-Benvenute a Fonterossa- le accolse poi l’uomo con un sorriso.

-Ragazze, ma dove siete state, si può sapere? Vi credevamo prigioniere dei non morti- esclamò Griselda con un tono fra il rimprovero e l'immensa preoccupazione.

-Avrete certamente il tempo di raccontarci tutto quanto ma prima fatevi accompagnare in infermeria dai ragazzi. Verrete medicate, vi verranno dati abiti puliti e un pasto caldo- disse Saladin, facendo successivamente un cenno ai cinque giovani, segno di portare via le ragazze.

Non appena le fate misero piede nella fortezza di Fonterossa parte del senso di solitudine provato svanì.

Le ragazze si sentirono tuttavia parecchio imbarazzate quando si ritrovarono a dover percorrere il corridoio principale sotto gli occhi curiosi di tutti gli specialisti della scuola, accorsi all’entrata per vedere cosa stava accadendo.

Brandon faceva strada, tenendo Stella stretta fra le braccia, mentre Riven, Musa e Aisha erano in fondo alla fila.

Improvvisamente Aisha notò una figura tra la folla e cessò di camminare.

-Musa! Guarda!- esclamò la principessa di Andros, trattenendo l’amica per un braccio, che quindi si voltò.

-Cosa c’è?- chiese la fata della musica.

-Guarda quella donna, la vedi?- disse Aisha indicando in modo discreto il punto in cui c’era la figura che aveva attirato la sua attenzione.

-Cosa? Ma… è identica alla Griffin!- asserì la giovane di Melody sbalordita.

-Ragazze perché vi siete fermate?- Domandò Riven alle due fate che, rimaste indietro, si erano automaticamente distanziate dal resto del gruppo.

-Riven chi è quella donna?- chiese allora Musa, approfittando della presenza del ragazzo.

-È la sorella della preside Griffin, è arrivata questa mattina- rispose lo specialista.

-Lasciami indovinare Riven, si chiama Minerva!- esclamò con tono retorico Aisha.

-Cosa stai dicendo Aisha?- domandò la fata della musica, che si era voltata a fissare l’amica con due occhi grandi pieni di interrogativi.

-Sì, ma tu come fai a saperlo?- disse invece il ragazzo.

-Pensaci Musa! Quando Faragonda ci ha detto di raggiungere le Grandi Montagne della Dimensione Magica ci ha pregate di cercare una strega di nome Minerva. Ricordi cosa ci ha detto esattamente?- esclamò allora Aisha cercando di risvegliare i ricordi dell’amica.

-Aspetta, aspetta, aspetta! Dove siete state?- si intromise Riven che tuttavia, ancora una volta, non ricevette alcuna risposta.

-"Ora non c’è tempo per ulteriori spiegazioni. Posso solo assicurarvi che quando troverete questa strega…"- iniziò a recitare sottovoce Musa che poi, ricordando il seguito, sgranò gli occhi -"…Saprete riconoscerla". Ma allora la donna che abbiamo soccorso chi era?- chiese di rimando la giovane.

-Non lo so… ma una cosa è certa… Non era Minerva- disse Aisha, tornando a guardare la donna, in piedi in mezzo alla folla.

In quell’istante la strega si accorse di essere osservata così posò il suo sguardo sulle due fate squadrandole da capo a piedi.

-Andiamo via!- esclamò Riven sottovoce, trascinando con sé le due fate, prima che queste potessero cacciarsi in qualche guaio.

-Ehi, come mai vi siete fermati?- domandò Sky non appena i tre si ricongiunsero al gruppo.

-Andiamo, credo che qualcuno debba fornirci delle spiegazioni in merito alle ultime ore- rispose Riven, svoltando in maniera decisa l’angolo e iniziando a percorrere il corridoio che li avrebbe condotti in infermeria.


Le sei fate vennero accolte da una donna di mezz’età, molto vivace ma allo stesso tempo estremamente discreta, dai capelli corti e grigi, non tanto alta e nemmeno particolarmente magra. Il suo nome era Edna e in passato era stata membro dell’esercito che aveva contribuito a combattere il male nella Dimensione Magica. Era decisamente poco femminile ma a Fonterossa si era guadagnata il rispetto di tutti.

Quando gli specialisti rimanevano feriti durante le esercitazioni di Codatorta potevano star tranquilli che Edna si sarebbe presa cura di loro, rimettendoli a nuovo in brevissimo tempo.
I ragazzi la vedevano come la loro ancora di salvezza perciò spesso, anzichè chiamarla per nome, erano soliti usare l'onorevole appellativo che col rispetto che meritava le avevano dato: la donna dei miracoli. 

Le attenzioni di Edna furono rivolte innanzitutto a Stella, che fra le sei fate era certamente quella che versava in condizioni peggiori. La fece sdraiare su un lettino e non appena appurò che non aveva nulla di grave e che le sarebbe bastato riposare per recuperare le forze si dedicò anche alle altre.

Notò il sangue sui vestiti delle fate, soprattutto su quelli di Musa, perciò si accertò che le ragazze non avessero ferite che potessero fare infezione. Edna non fece alcuna domanda in merito; intuì perfettamente che le giovani avrebbero preferito fornire spiegazioni sull’accaduto unicamente ai loro ragazzi quindi quando terminò la visita uscì silenziosamente dalla stanza lasciando al gruppetto la tranquillità necessaria per parlare.

-Ragazze allora ci volete dire dove siete state e cosa vi è successo?- domandò Riven, rompendo il ghiaccio.

Le Winx si scambiarono delle occhiate fugaci e poi Bloom, dopo un evidente sospiro, iniziò a raccontare.

-Eravamo appena tornate in camera, dopo un lungo colloquio con Faragonda in cui ci aveva raccontato della scomparsa della Griffin. Improvvisamente abbiamo sentito gridare e ci siamo accorte che la scuola stava subendo l’attacco di creature che poi ci sono state presentate come non morti- esclamò la custode della fiamma del drago.

-Saladin ci ha detto che si tratta di spettri, costretti a vivere tra la vita e la morte, per ripagare le spregevoli azioni di cui si sono macchiati durante la vita mortale- spiegò brevemente Sky alle fate.

-Abbiamo visto i professori combattere e così ci siamo uniti a loro- disse Tecna, che poi continuò -Faragonda ha detto a Griselda di radunare quante più fate possibili e di portarle qui a Fonterossa, al sicuro. Ci ha quindi pregate di prendere la strada per le Grandi Montagne della Dimensione Magica e di andare alla ricerca di una strega: Minerva. Avremmo dovuto raccontarle dell’assedio di Alfea- terminò la fata della tecnologia.

-Una strega che noi credevamo di aver trovato ma che in realtà non è così- disse Aisha, rivelando alle amiche e agli specialisti parte di una storia ancora sconosciuta.

-Che cosa?- chiese Flora, seguita dai cori di Bloom e Tecna.

In quel momento nell’infermeria entrarono Saladin, Codatorta e Griselda insieme a Minerva.

-Questa parte del racconto interessa anche a me- annunciò la strega con fare freddo ma allo stesso tempo curioso.

Nella stanza calò il silenzio e le fate, al di fuori di Musa e di Aisha che avevano già avuto modo di vedere la donna qualche istante prima nei corridoi, rimasero a bocca aperta per la sua notevole somiglianza con la preside Griffin.

-Allora?- esclamò Minerva, che pareva essere sempre più impaziente -Non credo di poter affermare di avervi mai viste in passato perciò ditemi, chi ha incrociato il vostro cammino?-

-Noi non lo sappiamo, non ci ha detto il suo nome- si giustificò Bloom che da subito trovò irritante l’atteggiamento della strega.

-Quindi non avendovi detto il nome avete dato per scontato che si trattasse di me…- replicò Minerva, quasi spazientita.

-Eravamo sulle sue tracce, stavamo cercando lei!- disse Flora, che si sentì accusata e anche un po’ ferita dalle parole della donna.

La strega osservò le fate con gli occhi ridotti a due fessure e con fare di sfida, poi bisbigliò qualcosa di incomprensibile ed infine fece apparire l’immagine di una donna. Una donna che le Winx riconobbero all’istante: era la donna che avevano soccorso fra le Grandi Montagne della Dimensione Magica. La stessa donna che avevano seppellito credendo fosse Minerva.

Stella sbiancò mentre Flora trattenne rumorosamente il respiro.

-Dalle vostre espressioni direi che sia questa la strega che avete incontrato!- asserì pertanto Minerva.

-Come lo sa?- domandò Bloom che respinse le lacrime con tutta la forza in suo possesso; ripensare a lei e a come era spirata fra le loro braccia, fra mille sofferenze, le lacerò il cuore, di nuovo.

-Il sangue sui vostri vestiti- rispose semplicemente la donna.

Musa abbassò lo sguardo e si mise a fissare i suoi jeans, mentre i flashback di quell’assurda situazione presero prepotentemente possesso della sua mente.

-Che n’è stato di lei?- domandò Minerva, avvicinandosi alla fata della musica che alzò lo sguardo e si ritrovò gli occhi della strega a pochi centimetri dai suoi.

-È morta- intervenì Aisha, vedendo l'amica in seria difficoltà.

-Vi ha detto qualcosa? Avete avuto modo di parlare con lei?- domandò Minerva che pareva essere tutt’altro che tranquilla.

A quella domanda la stanza calò nuovamente nel silenzio.

“Lei ha tradito…”. Le parole della donna risuonarono forti e chiari nella mente di ognuna delle fate.

-Allora?- gridò la strega che ormai era evidente che non riusciva più a contenere la sua rabbia.

-Minerva, forse dovremmo dare alle ragazze la possibilità di riposarsi, sono distrutte- intervenì duramente Griselda, che non stava per nulla apprezzando l’atteggiamento ostile della donna nei confronti delle sue allieve.

-No!- esclamò ad un tratto Musa lasciando tutti basiti -No, lei non ha detto nulla. Noi l’abbiamo trovata già morta- disse poi, mentendo, con uno sguardo determinato e carico di sfida puntato sulla donna che, fino a quel momento, non aveva fatto altro che trattarle male.

La strega fissò Musa per un lungo istante e la fata sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Aveva paura. Temeva che la sua menzogna potesse venire a galla e in quell’istante si chiese come mai le fosse venuto tanto naturale raccontare una bugia. Anche le altre fate rimasero sull’attenti.

Minerva improvvisamente però si voltò verso i professori.

-Me la pagherà cara. Giuro che stavolta mia sorella me la pagherà cara per ciò che ha fatto a nostra cugina!- esclamò la donna a denti stretti, che poi uscì dalla stanza come una furia, sbattendo la porta.






Note dell'autrice: buonasera popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo aggiornamento! :) Dal prossimo capitolo si entrerà nell'action.
Minerva... che ve ne pare come personaggio? Sono proprio curiosa di conoscere le vostre opinioni in merito a questa figura parecchio ambigua! ;)
Bhe ora vi lascio, nella speranza che siate in molti a recensire :)
Un bacione e buona serata
Ehris

  
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