Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Mew_vale    18/02/2015    3 recensioni
Tutti gli anni passati ad osservare Strawberry con un altro ragazzo, hanno fatto di Ryan un ragazzo frivolo, interessato solo all' aspetto fisico e a conquistare più ragazze possibili. Si risveglieranno i suoi sentimenti per Strawberry? E tornerà sui suoi passi? Una storia avvincente, piena di colpi di scena!
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 15 - La cena

SA- Ehi mamma, stai bene?
Ci fissavamo negli occhi. Io con la mia espressione sorpresa e completamente impreparata, tu mi fissavi e basta. La tua espressione non lasciava trasparire nulla, ma non sembravi sorpreso. Perché non eri sorpreso?
SA-mamma, non ti arrabbiare ti prego... Sono rimasto in panne e Ryan passava di lì, così mi ha dato un passaggio... E ho pensato di fartelo conoscere.
R- Ciao S...
Poi le prime parole uscirono dalla mia bocca, appena in tempo prima che mio figlio si rendesse conto che ci conoscevamo già. Fin troppo bene.
ST- Salve, io sono Strawberry Momomiya, la mamma di Sako. Mi scusi la mia reazione, ma non l'aspettavo proprio.

Tu ponesti l’accento sull’ultima frase. Ti guardavo perplesso e un altro pezzo a caso di un puzzle a caso si mescolava agli altri: perché tuo figlio non deve sapere che ci conosciamo già? Ressi il gioco per scoprire a dove portava, ti strinsi la mano.
R- Piacere, Ryan Shirogane. Mi scusi lei l’improvvisata...
Seguirono attimi di silenzio. Tu mi fissavi.
SA- Ryan, accomodati.
ST- Certo, io prendo una scopa per pulire questo disastro...scusate. Sako, offri... offri qualcosa a Ryan.

Volevo tagliare la corda da lì. Mi infilai in bagno, e ripresi fiato. Mi fissai nello specchio mentre respiravo profondamente e cercavo di ricacciare dentro le lacrime. Poi mi lavai il viso. Forza Strawberry, forza. Dovevo uscire di là e affrontare la serata come meglio potevo. Mentire, fingere. Ma dovevo uscire di lì. Afferrai scopa e paletta e tornai in salotto. Sako e Ryan ridevano seduti sul divano. Ci scambiammo un breve sguardo.

Sempre più confuso, ecco come mi sentivo. Ma certo che eri bellissima... Il corpo di una donna adulta, il look da donna in carriera e di classe. Eri perfetta. Mentre raccoglievi i cocci da terra, non mi guardasti nemmeno per un secondo. Io non vedevo l’ora di passare del tempo con te solo per farti una marea di domande!
SA- Ryan, perchè non resti a cena?
Di colpo alzasti la testa dalla paletta.
ST- Eh?
La tua espressione era sconcertata.
SA- Dai mamma può? L’ho portato qui per fartelo conoscere, e non avete ancora scambiato mezza parola!
ST- Già... certo può restare.
R- Per me va bene...
ST- Ma non si aspetti chissà che, c'è della pizza... Ora ne inforno un altra.
R- La pizza va benissimo, mi piace.
ST- Ok...
SA- Io apparecchio la tavola!

Ma che bella cenetta di famiglia. Terra inghiottimi, ti prego! Non sapevo come avrei fatto ad affrontare la serata, o i giorni a venire. D’improvviso il Signore mandò un angelo a sorreggermi.
SA- qualcuno suona. Vado a vedere chi è..
Io avevo messo la pizza di Ryan in forno, quindi mi affacciai alla finestra per vedere chi stava suonando il clacson. Non feci in tempo a scostare la tenda che mio figlio disse:
SA- E' zio Kisch!
R- Kisch??

Quella situazione assurda, stava diventando... ancora più strana. Io me ne stavo seduto a sorseggiare il mio calice di vino... osservavo Strawberry che si trascinava per la stanza cercando di nascondere al figlio, qualcosa che ignoravo. E adesso era in arrivo un’altra persona che non vedevo bhe, da quella sera in cui gli avevo rotto il naso, quasi 18 anni prima. Un’altra frase del primo incontro con Sako mi tornò alla mente: "mio zio è musicista, mi ha insegnato tutto lui". Zio. Ma zio in senso affettivo o Strawberry era stata con Pie? Oddio che pensieri assurdi che stavo facendo!
SA- Apro il cancello.

Sarebbe stata una serata tremendamente imbarazzante. Kisch sarebbe entrato ritrovandosi davanti Ryan... Kisch non avrebbe mantenuto il segreto, conoscevo fin troppo bene il suo parere a proposito. Avrebbe creato molto imbarazzo... Ma almeno mi avrebbe aiutato a sentirmi più tranquilla...
K- Ciao angeli miei!
Kisch entrò in casa e baciò Sako sulla testa. Continuò a parlare finché, entrato in sala da pranzo, non poté vedere Ryan seduto sul divano.
K- Ho una bellissima notizia, tre biglietti per....
Silenzio. Kisch si zittì completamente e sbarrò gli occhi, poi mi guardò con aria interrogativa. Avevo capito che si stava facendo mille domande e non sapeva come comportarsi, se dare del tu o fare anche lui finta di non conoscere Ryan, per paura di combinare un guaio. Poi di colpo ci capimmo.

Che diavolo stava succedendo in quell’istante? Cosa significavano quegli sguardi tra voi?
K- S... salve. Sono Kisch, piacere.
Come? Pensavo che una volta averti vista mi avresti chiarito le idee ma quella serata me le stava incasinando sempre di più. Perché, perché Sako non doveva sapere che vi conosco?!
R- Ciao, sono Ryan Shirogane.
Dissi, un po’ riluttante. Avrei voluto dire "oh, oh, fermi un attimo. Ma che diavolo sta succedendo?" ma sentivo di doverlo fare a tu per tu con Strawberry, e non lì davanti a tutti.
ST- Lui è il proprietario del locale LiveB che ha fatto il provino a Sako, ricordi che te ne ho parlato?
K- Certo, che lo ricordo benissimo. Ryan mi scuserai un secondo, ma devo scambiare due parole solo con Strawberry.
R- Certo, fate pure...
K- Vieni.
Kisch ti trascinò fuori casa per un braccio. Io bevvi un altro sorso, poi mi riempii nuovamente il calice. Sentivo che me ne sarebbe servita tanta di quella roba.
SA- Ma che sta succedendo?
A me lo chiedi Sako? Ne so meno di te. Ignorai la domanda e cambiai argomento.
R-Perchè non continui a raccontarmi di quel piccolo tuor che hai fatto con... Zio Kisch?
SA- Certo, è stato una forza... allora!

K- Ti rendi conto della pazzia che sta succedendo là dentro?! Hai messo su un teatrino assurdo!!
ST- Lo so, lo so Kisch! Ma me lo sono trovato davanti all’improvviso, non sapevo cosa fare! Sono nervosa, agiata...
K- Ok, calma. Siediti e prima di tutto devi rilassarti. Tira un respiro profondo.
ST- Ok... Senti, facciamo così. Facciamo passare questa cena prima di tutto, Sako non deve saperlo prima che io abbia parlato con Ryan.
K-Non potevi evitarlo in eterno.
ST- Lo so... Ora entriamo là dentro e facciamo passare questa cena. Spero solo che durante la cena Sako non parli di suo padre, di quello che sa per lo meno!
K- Questo non possiamo controllarlo.
ST- Già, mi preparerò al peggio.
K- Forza, facciamo passare questa serata!
ST- Se fai qualche battuta imbarazzante, ti ammazzo!
K- Ricevuto!!
Rientrammo in casa e Sako e Ryan stavano chiacchierano come se si conoscessero da sempre... Kisch si sedette con loro.
ST- Kisch si unisce a noi! Inforno un’altra pizza.
SA- bene, alla grande!
K- Ryan, allora... è un fantastico musicista Sako, no?
R- Sì, vero. E' dotatissimo... una piccola promessa! Mi ha detto che gli hai insegnato tu.
K- Sì, esatto... Abbiamo fatto degli spettacoli insieme, l’ho portato in un piccolo tour una volta.
Io sbrigavo le faccende in cucina. Sentivo tutto quello di cui parlavano, ma non avevo il coraggio di unirmi... la cena sarebbe bastata e avanzata.
ST- Le pizze sono pronte! Spostiamoci in sala da pranzo... Amore mi dai una mano?
SA- Sì mamma...
K- Faccio io, tu accompagna Ryan. Tienigli compagnia!
SA- Va bene. Vieni Ryan, di qua.
R- Grazie...

L’atmosfera, anche se continuava ad essere strana, si era rilassata un po’. Ma non riuscivo a capire questa scenetta! Perché fare gli sconosciuti? Ressi il gioco. Entrasti in sala da pranzo con due piatti. Non mi guardasti nemmeno, ti limitasti a lasciarmi davanti il piatto con la pizza già tagliata in 4 spicchi. Entrambi eravamo seduti a capotavola, uno di fronte all' altro. Alla mia destra Kisch e alla mia sinistra Sako.
K- Buon appetito.
SA- Sai mamma, Ryan fa spesso spettacoli nel suo locale!
ST- Sì, me lo avevi raccontato certo... Il locale è aperto fino a tardi? Immagino che facciate suonare le band sul tardi...
R- Di solito sì, ma trattandosi di un minorenne lo farei suonare prima... Abbiamo già ingaggiato delle band di ragazzi minorenni.
ST- Capito.

Che diavolo potevo dirti? Ero paralizzata. Mio figlio voleva che ci conoscessimo, ma non avevo idea di che conversazione intrattenere davanti a lui per farlo contento. Poi Kisch venne in mio soccorso.
K- Allora Ryan, vivi lontano da qui?
R- Mezz'oretta di strada, è un bel quartiere.
SA- Ha una casa pazzesca sai? Con piscina! E' anche proprietario di un ristorante. Pensa che io e la mamma qualche giorno fa, prima di conoscerlo, ci siamo state a pranzo.
K- Ma pensa!

Di colpo mi tornò in mente la donna cui avevo guardato il fondo schiera, uscito dall' ascensore. In quel momento capii che si trattava di lei. Mi scappò un sorrisetto che cercai di nascondere con la mano.
K- Tutto ok Ryan?
R- Sì, sì non è niente...
K- E... vivi solo o sei sposato?

Mentalmente pensai di appuntare l’omicidio di Kisch nella mia agenda. Ma che diavolo, quella era una domanda imbarazzante! Non ebbi il coraggio di alzare gli occhi dal piatto.

Ti guardai mentre mi accarezzavo il mento con la barba pungente, appena accennata. Tu non alzasti lo sguardo.
R- No, non ho una relazione. Ma sono stato sposato.
K- Ah, capisco... Non volevo certo farti parlare del tuo divorzio.
R- Figurati... Eravamo giovani... Ho anche una figlia.

Troppe, troppe informazioni tutte insieme. Ti eri sposato, avevi avuto una bambina, avevi divorziato... Erano passati 17 anni, decisamente.
K- Ah, davvero?
R- Sì, già... Ha la tua età Sako, sai?

Mi uscii un moto di rabbia. Ripensai al fatto che Sako era quello che aveva spezzato il cuore alla mia bambina.
SA- davvero? Come si chiama, che liceo frequenta?
R- Oh, ma voi la conoscete. Si chiama Marika.
Alzasti la testa dal piatto e mi fissasti.
ST- No, aspetta. Marika bionda, occhi verdi? La figlia di Ruko?
R- Proprio lei.
SA- No un secondo, mamma come fai a conoscere Marika?
R- Tua madre ha aiutato mia figlia qualche giorno fa. Un pomeriggio era disperata, l' ha trovata in centro davanti alla biblioteca e l' ha portata qui, poi è venuta la mia ex moglie a prenderla.
ST- Sì, tesoro. Tu non eri in casa. Ma Sako, anche tu conosci Marika?
SA- Certo, è in classe mia... Anzi qualche giorno fa eravamo in biblioteca, forse sarà stato lo stesso pomeriggio!
R- Certo, lo so che vi siete visti quel giorno. Strawberry, se posso darti del tu.
ST- C... certo, fai pure.
R- Mia figlia piangeva perché un ragazzo l'ha trattata male. Quel ragazzo è Sako.
ST- Sul serio?!
SA- oh oh, come come? Marika ed io siamo solo amici!
R- Strano, perché la mattina dopo davanti a scuola mi ha fatto vedere chi è quel ragazzo e ha indicato te.
SA- No, un attimo, ci deve essere un malinteso! Ti posso assicurare che Marika ed io siamo solo amici, anzi mi ha raccontato di questo ragazzo ma non so chi sia!

Oddio, che casino! Mio figlio e il figlio di Ryan con la figlia di Ryan, la sua sorellastra. Dovevo intervenire. Mi alzai e presi Sako per le spalle, guardandolo fisso negli occhi.
ST- Tesoro, dimmi la verità. C'è qualcosa tra te e Marika? E' molto, molto importante.

Rimasi molto perplesso dal tuo scatto.... perché meravigliarsi tanto se Sako e mia figlia erano amici o altro?

Kisch diede un colpo di tosse. Voleva dirmi di calmarmi, che stavo superando il limite.
SA- Ma no, mamma! Siamo solo amici... quel giorno l’ho lasciata in biblioteca, non so con chi avesse appuntamento. Ryan, non sono io, te lo giuro. Deve averti indicato un altro ragazzo, e vi siete confusi.
Seguirono attimi di silenzio.
R- Oddio, che figura. Strawberry, Sako mi dispiace... Io ero convinto che fossi tu!
SA- no, non sono io... e comunque non è successo nulla, no mamma?
ST- Sì, sì... tutto ok...
R- Mi dispiace.
SA- Sei un padre premuroso Ryan, si vede.
Altro colpo di tosse di Kisch. Io e Kisch ci scambiammo uno sguardo d’intesa.

Quella era senza dubbio la cena più assurda alla quale avevo mai preso parte. Sguardi di traverso tra Strawberry e Kisch di cui non capivo il significato, bugie, finzioni e fraintendimenti. Finii il vino del mio bicchiere.
K- Tieni Ryan, te ne verso altro.
R- Grazie, mi servirà.
Tu ed io ci fissammo brevemente negli occhi, tu abbassasti lo sguardo.
K- Certo, wow... che roba! Le vostre strade che s’intrecciano così casualmente... che destino balordo, no Strawberry?
Dannazione, Kisch! Ti fulminai con lo sguardo.
ST- Sì, assurdo.
 
Dissi con un sorriso forzato.
In quel momento mi misi a riflettere su Marika. Se Ryan sapeva che l’avevo aiutata, allora Marika o Ruko gli avevano parlato di me. Alzai lo sguardo e ti guardai con espressione un po’ seccata. Anche tu mi guardavi. Ecco perché non eri sorpreso di vedermi, anche tu sapevi che ero in città. Che ero tornata a casa mia. Perciò non eri sorpreso quando sei entrato da quella porta.
ST- Kisch, aiutami col vino. Vieni.
K- Scusate....
Andammo in cucina.
K- Cosa c'è?
ST- la figlia deve avergli parlato di me, della donna che l’ha aiutata. Sapeva che ero in città, ecco perché non era per niente sorpreso quando è entrato in casa mia.
K- Pensi che sapesse anche che Sako è tuo figlio?
ST- Non lo so... Non lo so se l’ha saputo prima di stasera, o se sapeva solo che ero in città ma non immaginava che Sako fosse mio figlio. Non saprei.... Ma ti giuro, non era per niente sorpreso! Come se...
K- Come se avesse accompagnato Sako a casa apposta per vederti.
ST- Sì ma questo vuol dire che sapeva che era mio figlio...
K- probabilmente lo sapeva se dici che non era per nulla sorpreso di trovarti qui... Anche se fosse arrivato sotto casa e lo avesse scoperto in quel momento, sarebbe stato un minimo sorpreso, non può aver smaltito la sorpresa dal tragitto tra l' auto e la porta di casa, non ti pare?
ST- Quindi quando ha offerto il passaggio a Sako sapeva di venire da me!
K- Io dico di sì. Quindi ha offerto il passaggio a Sako apposta per vederti.
ST- Mi sta scoppiando la testa...
K- Dai, andrà bene... torniamo di là...

ST- Rieccoci... Ecco il vino.
K- Di cosa parlavate?
SA- Io... stavamo parlando di papà.
Di colpo tu e Strawberry v’immobilizzaste. Ancora quello sguardo fra voi.
SA- Scusa mam...
ST- No, non importa. Non m’infastidisce.
Ti sedetti e la tua espressione diventò di colpo cupa. Ti versasti del vino, bevesti un sorso poi continuasti a parlare con la voce strozzata.
ST- e cosa stavi raccontando?
SA- solo che non l’ho mai conosciuto, che non si è mai occupato di noi... Anzi, per la verità non so nemmeno se sappia della mia esistenza.
Guardai Strawberry. Teneva il calice in mano ma tremava, aveva un’espressione seria e cupa, sembrava che stesse per scoppiare a piangere da un momento all’altro. Guardava altrove, e con l’altra mano graffiava nervosamente la tovaglia con le sue unghie perfette con la french. Kisch, che appoggiava i gomiti sul tavolo e nascondeva la sua espressione con la mano, guardava alternativamente me e poi Sako. Avevo capito che quella conversazione creava parecchia tensione, decisi di portarla avanti sicuro che stavo per avvicinarmi alla soluzione.
R- E... vive a Kagoshima?
SA- No no, è qui di Tokyo.
Oh Cazzo. L’unica cosa che pensai. Mi guardai attorno ancora una volta, mi accarezzai ancora una volta la barba pungente.
R- Cambiamo discorso dai... Sako, mi piacerebbe sapere quand'è il tuo compleanno.
SA- Mancano 4 mesi circa, sono nato il 4 marzo.
Dunque... Strawberry era partita a fine Luglio. Noi eravamo stati insieme a Giugno. Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre, Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio, Marzo. E sono 9. Di colpo i pezzi del puzzle sparsi sul tavolo s’incastrarono completamente. Ti guardai con occhi sbarrati, mi guardasti con i tuoi occhi arrossati. Erano pieni di lacrime che stavi soffocando. Kisch sbatté il tovagliolo che teneva sulle game sul tavolo e si mise comodo sulla sedia. Ci guardammo negli occhi, poi tu e Kisch vi guardaste ancora ed ebbi conferma del pensiero che si era fatto strada in me.
K- Sako, mi dai una mano a sparecchiare?
SA- Certo Zio.
Kisch e Sako portarono via i piatti, io mi alzai e, dopo aver spostato la sedia di Kisch vicino a te, mi sedetti. Appoggiai i gomiti sul tavolo e portai le mani giunte alla bocca. Tu tormentavi con la mano destra il calice, con l’altra ti mangiavi nervosamente l’unghia del pollice. Avevi gli occhi rossi.
R- Devo... devo chiederti una cosa.
ST- No, non ora Ryan, per favore. Aspetta che mi sbarazzi di Kisch e Sako.
R- Va bene.
Ti alzasti e, dopo aver finito il vino, ti pulisti la matita sbavata con un dito. Ti sistemasti il vestito e dopo esserti stampata in faccia un bel sorriso di plastica raggiungesti gli altri. Io ti venni dietro col mio calice in mano.
ST- Che bella serata no?
SA- Sì mamma, grazie! Significa per caso che potrò suonare da Ryan?
ST- Vorrei parlarne ancora con Ryan tesoro, ma non è più un no.
SA- Evvai!!
ST- Kisch, ho bisogno di te di là.
K- Arrivo.
ST- Ho bisogno di restare sola con Ryan, porta Sako da qualche parte.
K- Non preoccuparti, ci ho già pensato.
Tornati in sala, Kisch giocò la sua mossa.
K- Sako, stasera ero venuto perché ho ottenuto tre biglietti per il backstage degli Springs (nome inventato Nda). Andiamo? Siamo già in ritardo!
SA- E me lo chiedi!? E il terzo biglietto chi lo vuole? Mamma, Ryan... dovrete giocarvelo!
ST- Io sono molto stanca tesoro, devo anche pulire qui...
SA- OK, Ryan?
Ti guardai negli occhi e ci fu anche per noi quello sguardo d’intesa.
R- Ti ringrazio, ma domani devo alzarmi presto... Già ho bevuto come una spugna, non mi alzo altro domani se esco a quest' ora! Mi dispiace davvero Sako.
SA- avremo altre occasioni. Allora ci vediamo!
R- Ci vediamo.

Non potevo smettere di fissarti... Hai i miei stessi occhi. Avrei dovuto arrivarci subito. Ero incredulo. Mi abbracciasti velocemente per salutarmi, mi sentii mancare la terra sotto i piedi.
SA- Ciao Ryan, grazie per essere venuto. A dopo mamma.
ST- A dopo, divertitevi.
K- Ryan, è stato un piacere.
R- Anche per me.
Io e Kisch ci stringemmo la mano.
K- Ci vediamo dopo.
Disse Kisch salutando Strawberry con un cenno di mano e un sorriso. Le fece anche l’occhiolino. Eravamo soli. Tu andasti a sederti sul divano e scoppiasti a piangere con la testa tra le mani.

FINE CAPITOLO 15.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Mew_vale