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Autore: ___Page    18/02/2015    4 recensioni
-La Banda del Sombrero!!! Nel mio saloon!!! Questo è il giorno più bello della mia vita!!!-
-Banda del Sombrero?!-
I quattro banditi si voltarono verso la ragazza che aveva parlato, incredula.
-Voi siete la temuta Banda del Sombrero?! Voi quattro?!- domandò indicandoli -Sul serio?!-
Pur non vedendolo in viso, capì che il Marimo la stava guardando in cagnesco a causa di quelle parole.
-Qualcosa non va mocciosa?!- le domandò con tono duro.
-Mi aspettavo di meglio- affermò, piccata per il soprannome.
*Panda Day*
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartolomeo, Monkey D. Rufy, Sanji, Usop | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!

Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.

Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto dei Pandaman in basso a destra!

Grazie a tutti e buona lettura!

Il prompt per Mercoledì prossimo è: Nomade





 
FORT ORANGE
*sombrero*





 
Buttò giù un altro sorso di birra, prima di portare la mano a tamponarsi a palmo aperto le gocce di sudore che le imperlavano la gola diafano, sotto lo sguardo rapito dei presenti e soprattutto del singolare barista, le cui labbra schiuse lasciavano intravedere dei canini piuttosto appuntiti.
Posò il boccale sul bancone, lasciandosi andare ad uno sguardo ammiccante intorno a sé, nascondendo il fastidio che quelle insistenti occhiate le provocavano, con l’intento di abbindolare qualcuno dei presenti e farsi offrire la fresca bevanda senza dover sganciare nemmeno un berry.
Sapeva bene come subito le malelingue la etichettavano ogni volta che arrivava a un nuovo villaggio.
Il suo atteggiamenti disinvolto, l’abbigliamento non troppo succinto ma nemmeno puritano, i lunghi capelli rossi portati sciolti e di lato sulla spalla per mostrare più pelle.
Non le importava molto di essere benvoluta, i suoi erano sempre e solo soggiorni passeggeri, tipici del viaggio alla ricerca di fortuna che stava intraprendendo.
Quand’era partita da Coconut Creek pochi mesi prima, Nami sapeva a cosa andava incontro.
Quella la dura legge del Far West, la legge del più forte e lei aveva trovato la propria infallibile arma nel suo bell’aspetto.
Bell’aspetto che stava sortendo l’effetto desiderato anche in quel momento.
-Posso sedermi?- domandò un uomo dai capelli lilla, ammiccando suadente verso di lei e facendola sorridere appena.
-Non mi sembra ci sia nessuno su quello sgabello- gli fece notare Nami, riuscendo così allo stesso tempo ad accettare e non accettare il suo invito.
L’uomo non perse tempo e si sedette subito, scostando rumorosamente il mobile di legno grezzo, prima di inclinare il busto verso di lei.
-Io sono lo sceriffo Fullbody- si presentò l’uomo, sorridendole ammiccante e accostandosi ben più del necessario.
Nami assunse un’espressione lievemente sorpresa.
-Ma davvero?! Avevo sentito che lo sceriffo di Fort Orange fosse una donna! Una certa Hina!- affermò, facendo sobbalzare appena Fullbody a quelle parole.
-Infatti è il villaggio qui vicino a essere sotto la mia giurisdizione- cercò di recuperare, chiaramente in difficoltà a causa dello sguardo e del sorriso di scherno della rossa.
-E cosa ci fa da queste parti?!- domandò, posando la guancia sul palmo e socchiudendo gli occhi a mezzaluna.
-Per offrirle da bere, naturalmente- ghignò tentando di essere seducente, facendola sospirare dopo pochi istanti.
-In effetti potrei anche essere interessata- rifletté voltandosi verso il bancone -Sempre che Barto avesse intenzione di farmi pagare- aggiunse, rivolgendo una sensuale occhiata al barista i cui occhi presero a brillare.
-Ma… ma… ma certo che non deve pagare! E tu smettila di romperle le scatole con le tue balle, Fullbody!-
-A chi hai dato del ballista, razza di cannibale?!- reagì subito l’uomo, sbattendo i palmi sul bancone e alzandosi in piedi, mentre Nami osservava la scena con interesse e per niente intimorita, continuando a sorseggiare la propria birra.
-A te, maledetta zecca dai capelli rosa!-
-Non sono rosa, sono lilla!!!- sbraitò fuori di sé il presunto sceriffo afferrando Barto per il colletto e trascinandoselo vicino.
In un attimo e in uno strusciare generale di sedie su legno, tutti i presenti erano in piedi, urlando incitamenti all’uno o all’altro dei due litiganti, sotto lo sguardo incuriosito di Nami che seguiva lo scambio di battute, decisa a finire la birra.
Fu quando buttò giù l’ultimo goccio di liquido ambrato, quando il litigio era ormai al degenero e anche altri avventori si erano uniti alla rissa che, con noncuranza e tranquillità, si allontanò dal bancone, diretta verso l’uscita del saloon.
Portò una mano alla tesa del cappello per sistemarselo meglio sul capo quando si sentì afferrare l’altro polso e strattonarsi indietro, ritrovandosi a fissare con occhi sgranati il viso di Fullbody a troppi pochi centimetri dal suo.
-Dove credi di andare dolcezza?!-
Nami deglutì a vuoto nel registrare un lampo per niente rassicurante nello sguardo pervertito dell’uomo, per poi ricomporsi e fingere tranquillità.
-A prendere la diligenza- sorrise appena -Ero qui solo di passaggio- spiegò scrollando le spalle.
-Io credo proprio che la diligenza dovrà aspettare- mormorò l’uomo, ghignando sadico e spingendola verso la parete di fondo del locale.
Le iridi nocciola della rossa, ormai in panico, schizzarono vero il bancone, alla ricerca di un aiuto che, lo capì immediatamente, non sarebbe arrivato dal momento che tutti erano ormai impegnati a picchiarsi tra loro senza nemmeno un motivo.
-Lasciamo, bastardo!- sibilò, strattonando e agitandosi inutilmente.
-Uh ma che bella gattina! Mi piacciono le donne focose!- sussurrò facendola rabbrividire di disgusto mentre la obbligava ad aderire con la schiena alle tavole di legno.
Poi, un tonfo micidiale e Fullbody si accasciò al suolo come un sacco vuoto, lasciandola ancora più allibita.
-Non te l’hanno insegnato che le donne non si toccano nemmeno con un fiore, scarafaggio?!-
Nami voltò il capo di lato, gli occhi perennemente sgranati, ritrovandosi a squadrare una figura alta e snella, per quanto chiaramente ben piazzata, intenta ad accendersi una sigaretta, parlando con voce calda e baritonale.
Era vestito di tutto punto, pantaloni, camice e gilet, tutti di ottima fattura.
Vederlo in viso però le era impossibile, perché sulla testa portava un enorme e assolutamente fuori luogo, sombrero.
Nami si accigliò per quell’elemento che tanto stonava con il suo abbigliamento elegante e curato nei minimi dettagli e aprì bocca per domandargli il perché di quel ridicolo cappello, incapace di contenersi, quando il ragazzo sollevò il viso verso di lei.
Gli occhi gli schizzarono fuori dalle orbite per poi divenire cuoriformi, mentre prendeva a volteggiare intorno a lei, parlando con voce acuta e decisamente ebete, sconvolgendola all’inverosimile.
Ma in che razza di cittadina era finita?!
-Oh mia deaaaaaaa! Sei così bella che non ti si può definire umana!!! Ti prego lasciami essere il tuo schiavo d’amoooooreeeeeee!!!-
La porta del saloon tornò ad aprirsi, oscillando, mentre altre tre figure facevano il loro ingresso e un sospiro profondo giungeva alle orecchie di Nami.
-Torciglio, vuoi lasciarla stare?!-
Il ragazzo si bloccò a metà di un volteggio, tornando serio e terribile e fulminando il tizio che si era appena rivolto a lui e sul quale ora lo sguardo della rossa si era focalizzato.
Erano in tre, tutti alti e più o meno muscolosi e tutti con dei ridicoli sombreri in testa.
-Marimo!- lo apostrofò Torciglio con voce minacciosa -Fosse per te le lasceresti in mano ai peggiori banditi del paese! Ma io sono un gentiluomo e non tollero di vedere una giovane donzella maltrattata chiaro?!- concluse, puntandosi un dito contro al petto.
-Sanji ti ricordo che siamo noi i peggiori banditi del paese!- gli fece notare uno dei tre, il cui naso spuntava da sotto la tesa del largo cappello.
Nami corrugò le sopracciglia aprendo di nuovo la bocca per chiedere chi diamine fossero ma venne nuovamente interrotta, stavolta da una voce tremolante e rotta dall’emozione.
-Ru-Ru-Ru-Rufy Senpaaaaaaaiiiiiii!!!-
Scioccata si voltò verso Barto che, sgusciato fuori dalla mischia, li osservava con occhi luccicanti e da cui sgorgava una fontana di lacrime, mentre il suo corpo fremeva per l’euforia.
-Ci conosciamo?!- domandò quello che non aveva ancora aperto bocca, ricevendo subito un pugno dal nasone.
-Rufy abbiamo in tutto un taglia di 627 milioni di berry sulla testa! È ovvio che ci conosce, baka!- lo apostrofò, mentre Barto continuava a ondeggiare senza ritegno o pudore.
-La Banda del Sombrero!!! Nel mio saloon!!! Questo è il giorno più bello della mia vita!!!-
-Banda del Sombrero?!-
I quattro banditi si voltarono verso la ragazza che aveva parlato, incredula.
-Voi siete la temuta Banda del Sombrero?! Voi quattro?!- domandò indicandoli -Sul serio?!-
Pur non vedendolo in viso, capì che il Marimo la stava guardando in cagnesco a causa di quelle parole.
-Qualcosa non va mocciosa?!- le domandò con tono duro.
-Mi aspettavo di meglio- affermò, piccata per il soprannome.
-Meglio?!- ripeté il ragazzo, che risultava essere il più piazzato di tutti e che Barto aveva chiamato tra le lacrime “Zoro-senpai”.
-Beh qualcosa di più minaccioso, non certo un don giovanni che salva le ragazze in pericolo e… beh… voi tre- concluse non trovando le parole adatte -E poi cosa mi significano quei cappelli?! Sono ridicoli! E ingombranti!-
-Ooooooh mia deaaaaaaa! Quanto hai ragione!!!- le volteggiò intorno Sanji prima di fulminare Rufy con lo sguardo -Hai sentito?! Anche lei trova che siano ridicoli!-
-Oh ma dai se sono bellissimi!!!- protestò subito il ragazzo prima di tornare a guardare Nami, colpito da un pensiero improvviso -Ehi vuoi unirti a noi?! Sei simpatica!- affermò, cogliendola del tutto alla sprovvista.
Si chiese se stesse sognando, mentre il nasone sospirava mandando gli occhi al cielo e Zoro lo afferrava per il colletto della camicia.
-Ma la vuoi piantare di invitare chiunque ti stia simpatico a unirsi a noi?!-
-Io, io, io!!! Io voglio unirmi a voi!!!- si mise a saltellare Barto, senza che nessuno gli desse minimamente retta, mentre alle sue spalle la rissa proseguiva imperterrita.
-Sentite non possiamo prendere ciò per cui siamo venuti e andarcene?!- propose il ragazzo dal naso lungo, esasperato e stanco.
-Usopp ha ragione!- confermò Zoro, annuendo deciso.
-D’accordo ma io non ho ancora capito che cosa siamo venuti a fare al saloon! Non dovevamo rapinare la banca?!- fece notare Sanji, accendendosi un’altra sigaretta.
Nel relativo silenzio che seguì, spezzato dai rumori della rissa e dalle invocazioni di Barto, un suono cavernoso si liberò nell’aria, sconvolgendo Nami e facendo girare gli altri tre verso Rufy.
-Ah giusto, ecco perché- commentò atono Sanji, scuotendo la testa.
-Co… Cos’era quello?!- domandò incerta la rossa, spostando lo sguardo da Zoro a Usopp a Sanji.
-Lo stomaco di Rufy! Fa così quando ha fame!- la informò Usopp.
-Cioè sempre!- precisò Sanji, mentre Zoro rompeva gli indugi e si dirigeva verso uno dei pochi tavoli rimasti in piedi e non travolti dal macello che stavano facendo gli altri avventori.
-Vediamo di mettere giù qualcosa e andare!- affermò deciso mentre gli altri si avvicinavano senza protestare.
Nami li osservò ormai al colmo dell’incredulità, sedersi e cercare di non incasinarsi con le tese degli enormi cappelli, imprecando uno contro l’altro.
-Marimo vuoi stare attento?!-
-Non è colpa mia se il cappello è così ingombrante! E smettila di chiamarmi Marimo!!!-
-Io ti chiamo come mi pare! E se non sei in grado di gestire i tuoi spazi non metterlo!-
Zoro schiantò un pugno sul tavolo, avvicinandosi quanto poteva al compagno.
-Io eviterei di metterlo, è colpa di Rufy se siamo costretti ad usarli!!!-
-Ma sono così carini!!!- protestò di nuovo il ragazzo mentre Usopp gli tirava un secondo pugno.
-Falla finita con questa storia del carini!!!-
Un mugugno ai suoi piedi riscosse la ragazza, facendola concentrare su Fullbody che stava riprendendo conoscenza.
Senza esitazione si avviò per uscire dal saloon prima che l’uomo riaprisse gli occhi, scuotendo il capo incredulo per la scena a cui aveva assistito, mentre le urla di gioia di Barto continuavano a seguirla per svariati metri.
 

 
§
 

-Sei davvero un baka Rufy!!!- lo apostrofò Sanji, mentre raggiungevano rapidi i loro quattro cavalli, che li attendevano poco fuori la cittadina.
-Ma che ho fatto adesso?!?!- domandò il moro, avvicinandosi a Sunny per caricare con cura le bisacce che contenevano cibo per un intero plotone.
-Hai fatto che con tutta questa roba da mangiare non è rimasto spazio per i soldi e addio rapina alla banca!!!- s’intromise Usopp, mentre montava su Merry che sgroppò appena, felice di rivedere il proprio padrone.
-Beh per lo meno siamo forniti di cibo e saké per un bel po’!- considerò Zoro, ghignando soddisfatto, mentre accarezzava il muso a Chopper.
-E a te non interessa altro non è vero?!- chiese Sanji, guardandolo storto.
-Possiamo sempre rapinare la banca della prossima cittadina!- affermò Rufy con un radioso sorriso sul volto.
-Certo se vuoi far morire di fatica queste povere bestie!- gli fece notare Sanji, mentre slegava le redini di Carmen -O in alternativa buttare via del cibo per alleggerire le bisacce cosa che non sono disposto a fare!-
-Ma tu credi davvero che ora del prossimo centro abitato sarà avanzato qualcosa?- domandò Usopp sollevando un sopracciglio.
Sanji sospirò, rassegnato.
-Tanto che differenza fa? Non siamo riusciti a concludere una sola rapina da quando siamo in circolazione!-
-Forse vi manca la tecnica!-
Interrogativi, si voltarono verso il punto di provenienza di quella voce, in tempo per mettere a fuoco la giovane ragazza dai capelli rossi del saloon, che si avvicinava camminando sinuosa, un sorriso malizioso sul volto.
In un attimo due fili di sangue presero a fuoriuscire dalle narici di Sanji, preoccupando non poco il nasone che si avvicinò per cercare di calmarlo prima che morisse dissanguato.
-Mocciosa!- l’apostrofò di nuovo Zoro, incrociando le braccia al petto -Che vuoi?!-
La rossa lo fulminò, arrestandosi a pochi passi da loro, ormai già tutti in sella.
-Intanto io ho un nome ed è Nami!- ribatté acida, prima di cercare Rufy con gli occhi -E sono una ladra-
-Oh certo! E chi ci dice che non stai mentendo per venire con noi?!- domandò Zoro, intromettendosi di nuovo e ricevendo un’altra occhiataccia.
Poi lentamente, un lieve sorrisetto di scherno si disegnò sul volto della rossa.
-Non avevi tre pistole prima alla locanda?!-
Rimanendo impassibile, Zoro chinò il capo verso la propria cintura, strabuzzando poi gli occhi nel notare una delle tre fondine vuote e riportandoli poi subito sulla ragazza per vederla con in mano la sua terza pistola.
Nami lo osservava soddisfatta e sorniona, come un gatto che faceva le fusa.
-Questo non significa niente- digrignò i denti il bandito.
-Vero! Ma mi è parso di capire che il capo è lui! E lui mi ha proposto di unirmi a voi!- gli fece notare indicando Rufy e facendo ammutolire tutti.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, durante i quali Zoro e Nami continuarono a sfidarsi con gli occhi e Sanji e Usopp a guardare alternativamente i due e Rufy in attesa di una sua risposta.
Poi il moro sollevò le braccia in un gesto di esultanza prima di esclamare.
-Benvenuta nella Banda del Sombrero!!!-
Nami tornò a sorridere soddisfatta a quelle parole mentre un nuovo spruzzo di sangue partiva dal naso di Sanji e Usopp si spostava rapido per evitarlo.
-Però dovremo recuperarti un sombrero!- considerò Rufy, dopo una breve riflessione, per poi stringersi nelle spalle –Oh beh a quello ci penseremo poi! Dai ragazzi è ora di andare!-
Ancora ringhiante e sbuffante Zoro sfiorò appena i fianchi di Chopper il quale però non si mosse quando sentì un’altra mano afferrare le redini e trattenerlo perché stesse fermo.
Con uno sguardo e un mugugno interrogativo, Zoro si voltò a guardare cosa succedeva, trovando Nami a fianco del suo cavallo.
-Fammi salire, buzzurro!-
Zoro strabuzzò gli occhi.
-Perché io?!-
-Perché questo cavallo sembra il più adatto a sopportare  due persone e perché Sanji sanguina!-
Zoro rimase zitto e fermo per qualche secondo, considerando il da farsi per poi concludere che se doveva rassegnarsi a proseguire quella folle avventura che lo avrebbe condotto a diventare il miglior pistolero del west insieme a quell’arrogante ragazzina era meglio limitare le liti il più possibile, a meno di non volerla usare come bersaglio certo.
Sbuffando le tese un braccio per aiutarla a salire davanti a sé e il movimento sprigionò un piacevole e intenso aroma agrumato.
Un po’ a disagio per quella vicinanza, Zoro si tese in avanti per afferrare meglio le redini, avvolgendo Nami in quel singolare abbraccio, che la ragazza parve tutto sommato apprezzare, addossandosi al suo torace.
La sentì muovere il capo come se si stesse strusciando su di lui e abbassò lo sguardo per capire cosa stesse facendo, trovandola con il capo reclinato all’indietro a fissare il suo viso che non era riuscita a studiare fino a quel momento a causa delle larghe falde del sombrero.
La guardò sorridere e sollevò un sopracciglio.
-Sì, sono decisamente ingombranti questi cappelli- mormorò con una strana luce negli occhi, luce che fece prima sobbalzare Zoro e poi lo fece ghignare.
Con un colpo deciso diede a Chopper il segnale di partire, per raggiungere gli altri che erano già avanti di alcuni metri, considerando che forse potevano anche trovare il modo di andare d’accordo.
Non sapevano, nessuno dei due, che lì a Fort Orange, la loro avventura era appena iniziata. 







 
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