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Autore: Zomi    18/02/2015    4 recensioni
Scosse il capo, ben coscio del perché non sopportasse di vedere Nami in braccio a chiunque che non fosse lui, ritrovando la sua iraconda lucidità quando la sentì cinguettare svenevole.
-Oh dai, è così carino!!!-
Ruotò il capo minaccioso alle parole di Nami, fissandola strattonare il cappellaccio dal capo del bestione che la reggeva, incapace di digrignare i denti.
-Te gusta senorita?- sghignazzò il baffone –Es un acquisto de este manana… l’ho comprato a qui nel mercato de este isla…-
-È davvero simpatico!!!- ridacchiò la rossa, dondolandosi sul braccio che l’abbracciava, sollevo una mano a disegnare il contorno del copricapo, facendone suonare i piccoli campanellini che ballonzolavano sulle meridiane del bordo.
Con occhi maliziosi, la rossa agitò le affusolate dita di una mano sulla cima del sombrero, disegnandovi alcuni cerchi, prima di abbassarle e farle scorrere contro i campanellini, facendoli tintinnare.
-Si, davvero bello…- sorrise, premendosi contro il busto del baffone e, portate la mani sul suo petto e schiacciati i seni contro il poncio, sorridere ammiccante.
-… ma sarei curiosa di vederti senza…- allungò il collo, sporgendosi con le labbra a soffiare sui baffi dell’uomo -… anche tu devi essere molto carino…-
*Panda Day*
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PUSSYCAT
*sombrero*


 
Strinse con rabbia i pugni lungo i fianchi, serrando la mascella ormai contratta nel digrignare i denti con pura rabbia omicida, mentre l’occhio nero, pesto d’ira, si impregnava dell’immagine che aveva dinanzi.
Non riuscì a deglutire la rabbia, quando la sentì ridere, gettando il capo all’indietro e lasciando penzolare nel vuoto, accarezzando il braccio che le cingeva la vita, i ricci di fuoco.
Un nuovo ringhio gli increspò le labbra divelte in una smorfia di odio recondito, risuonando minaccioso e furioso, costringendo tutti i presenti della locanda a girare al largo dal giovane Roronoa.
Poco importava che se ne stesse fermo immobile nel bel centro dell’entrata della taverna: con quello sguardo di fuoco e il latrato più nero a dar voce alla sua rabbia, nemmeno un pazzo gli si sarebbe avvicinato per sfida.
Sentendosi osservato, lo spadaccino grugnì, camminando fino a raggiungere un tavolo libero del locale, occupandolo con le braccia stoiche e tese per l’irritazione, mantenendo lo sguardo sulla coppia che riusciva ancora a fulminare con lo sguardo.
Riusciva perfettamente a distinguere il braccio, rozzo e peloso, dell’uomo che cingeva la vita della giovane ramata, allungando a volte la mano a palparle una coscia, minimamente vestita da un paio di short in jeans.
Dannato: gliela avrebbe tagliata volentieri quella schifosissima mano.
A morsi gliel’avrebbe amputata, con il semplice sguardo dell’unico occhio rimastogli.
Ringhiò, squadrando da capo a piedi quel bellimbusto.
Riusciva a vederlo solo a metà, ma tanto gli bastava per odiarlo.
Si odiarlo, odiare lui e la sua mano.
Con quei suoi baffetti a manubrio, gli occhietti da topo, la barba ispida, il poncio e l’ingombrante e stupido sombrero sul capo.
Un sombrero altamente stupido, ma che, a quanto pareva, alla navigatrice del suo capitano piaceva parecchio, dato il modo in cui lo sfiorava, giocherellandoci.
Non riuscì a trattenere l’ennesimo ringhio, obbligando il suo stesso corpo a voltarsi pur di non dare in escandescenza per la visione di Nami, in braccio a quell’essere schifoso, che rideva e accarezzava il suo odiosissimo copricapo.
Dannazione.
Dannazione, dannazione, dannazione.
Perché era dovuto entrare proprio in quella locanda?
La stessa in cui la mocciosa dava sfoggio della sua bellezza in braccio a un essere privo di una sana ragione di vita, e a cui addirittura sedeva in braccio… perché?
Forse la sua buona stella si era distratta, forse l’orientamento era peggio di quello che avesse mai ammesso… forse qualcuno voleva fargli commettere un omicidio.
Quella mocciosa!!!
Non doveva essere in giro per i negozio della cittadina dell’isola con Chopper? Che ci faceva in braccio a quel demente?
Ma soprattutto: perché gli dava tanto fastidio?!?
Scosse il capo, ben coscio del perché non sopportasse di vedere Nami in braccio a chiunque che non fosse lui, ritrovando la sua iraconda lucidità quando la sentì cinguettare svenevole.
-Oh dai, è così carino!!!-
Ruotò il capo minaccioso alle parole di Nami, fissandola strattonare il cappellaccio dal capo del bestione che la reggeva, incapace di digrignare i denti.
-Te gusta senorita?- sghignazzò il baffone –Es un acquisto de este manana… l’ho comprato a qui nel mercato de este isla…-
-È davvero simpatico!!!- ridacchiò la rossa, dondolandosi sul braccio che l’abbracciava, sollevo una mano a disegnare il contorno del copricapo, facendone suonare i piccoli campanellini che ballonzolavano sulle meridiane del bordo.
Con occhi maliziosi, la rossa agitò le affusolate dita di una mano sulla cima del sombrero, disegnandovi alcuni cerchi, prima di abbassarle e farle scorrere contro i campanellini, facendoli tintinnare.
-Si, davvero bello…- sorrise, premendosi contro il busto del baffone e, portate la mani sul suo petto e schiacciati i seni contro il poncio, sorridere ammiccante.
-… ma sarei curiosa di vederti senza…- allungò il collo, sporgendosi con le labbra a soffiare sui baffi dell’uomo -… anche tu devi essere molto carino…-
-Bhè senorita…- arrossì il gringo, balbettando e pendendo dalle labbra carnose della gatta -… se desidera esto io…-
Si portò una mano al capo, tremante nel arcuare le dita attorno alla cappella del copricapo, pronto a posarlo sul tavolo e mostrarsi alla giovane e avvenente ragazza che da un po’ lo corteggiava.
Sollevò il sombrero dalla rada chioma brizzolata, abbozzando un sorriso ebetuncolo contro quello furbo e doppiogiochista della rossa, mostrandosi.
-Ecco senorita, te gusta?-
-Eccome…- inarcò la schiena Nami, fingendo di accostare le labbra a quelle del baffone, sbattendo civettuola le lunghe ciglia scure e ipnotizzandolo, mentre allungava una mano a sottrargli il cappello.
-Sei stato così gentile…- cinguettò, posando le prime dita sull’arco del sombrero -… meriti una ricompensa…-
-Si senorita?- sorrise stupidamente il baffone, arrossendo e sbavando sotto i neri baffi a manubrio.
-Si…- sorrise lestofante la gatta, afferrando il sombrero con forza.
-Esoy curioso senorita, ma ho un idea de que tu podia darme, por farmi felice…- ghignò, allungando una mano a premerla su una natica della rossa, accigliandola e facendola sobbalzare presa alla sprovvista.
Non riuscì nemmeno a togliere le falangi dalla natica in jeans dagli short, che il tavolo a cui sedeva fu divelto da un’acuminata e assassina lama di katana.
Nami sgranò gli occhi nel riconoscerla, sollevandoli basita sullo spadaccino, furente e iracondo, che la impugnava.
-Toglile le mani di dosso- latrò Zoro, rivolgendosi al baffone, ringhiando a denti stretti.
-Ehi amigo, que te salta nella cabesa?- sbottò l’uomo, stringendosi la cartografa al petto.
Al gesto, Roronoa ringhiò maggiormente, sollevando l’arma e puntandola contro di lui.
-Ho detto…- ringhiò -… toglile le mani di dosso-
Il baffone storse il naso, urtato dalla sfacciataggine del giovane, alzatosi dalla sedia e, allentata la presa sulla rossa, ridacchiare beffardo.
-Amigo, ci tieni a morire vedo…- portò una mano sotto il poncio, tastando la fondina della pistola -… soy a qui par accontentart… OUCH, AY CARAMBA!!!!!!!-
Un potente colpo lo gettò a terra, scaraventandolo a parecchi metri di distanza dalla sedia appena liberata, mentre, in un metilico schiocco di Sansetsukon richiuso, navigatore e spadaccino scomparivano dalla taverna, il secondo trainato dalla prima, nella cui mano reggeva ancora il sombrero.
 
 
 
-… che mi è preso?- digrignò i denti Zoro, salendo la passerella della Sunny.
-Si, che ti è preso- sbuffò Nami, salendo in fretta nella cucina, guadandosi in torno in cerca dei Nakama.
-No aspetta: tu fai la gatta morta con uno stupido con i baffoni da Fratello Dalton rubandogli uno stupidissimo sombrero- indicò a palmi aperti il copricapo che la rossa reggeva ancora in una mano –E io che ti salvo dalle sue mani lunghe, subisco anche la ramanzina?!?-
-Esatto- lo fissò saputella Nami, dandogli le spalle e avviandosi nell’infermeria.
Zoro grugnì, seguendola con grande falcate, furioso ancor di più del pomeriggio.
Lui, lui sbagliava vero?
Lei che si strusciava contro un maniaco dal pessimo gusto in fatto di vestiti no, lui che la salvava si: logico!!!!
-Chopper!!!- chiamò la rossa, bussando alla porta dello studio del medico.
Lo spadaccino si addossò, con braccia conserve, contro la parete del corridoio, fulminando la cartografa incarognito.
-Si?- aprì la porta la renna, sgranando gli occhi quando la rossa gli porse il sombrero, sorridendo materna.
-Oh Nami!!!!- uggiolò, illuminando gli occhi e stringendo le zampette sotto il viso –Sei riuscita a convincere quell’uomo!!! Come ci sei riuscita?!?!?-
-Oh la logica funziona sempre…- fece una linguaccia la navigatrice, posando sul capo del piccolo medico il cappello, premendolo sulle corna -… gli ho fatto capire che aveva sbagliato a rubartelo da sotto le mani, e lui di spontanea volontà me l’ha ridato per te… non mi neppure chiesto un Berry!!!-
-Waaaaaa!!! Che persona gentile!!!!- ancheggiò Chopper, ballonzolando con l’enorme sombrero in testa –Vado a mostrarlo a Rufy!!!!-
Corse lungo il corridoio, saltando ogni tre passi entusiasta, lasciando da soli Zoro e Nami.
-Di sua spontanea volontà?- inarcò un sopracciglio lo spadaccino, squadrando divertito Nami.
-Lo avrebbe fatto di certo se qualcuno non avesse divelto una tavola per un attacco di gelosia- ghignò perfida.
-Attacco di gelosia?!?!?- si strozzò con le parole, fissandola in viso –Io ti ho solo protetto, e non avrei nemmeno dovuto se tu…- l’addito con un dito severo -… non avessi fatto la gatta morta con quello!!!-
-Gatta morta?!?- rise, gettando il capo all’indietro divertita e, fatti pochi passi, posare le mani sul petto del verde.
-Quello non era fare la gatta morta- sussurrò in un soffio, premendo le sue forme sul torace del samurai, sollevatasi sulle punte dei sandali, posando le labbra sul suo padiglione auricolare, soffiandoci dentro.
-Questo…- mordicchiò il lobo, premendo i seni sui pettorali e passando le mani dagli addominali di Zoro alle sue spalle, accarezzandolo e provocandogli una fitta scarica di elettricità su tutta la pelle -… questo è fare la gatta morta…-
Schioccò un bacio su viso del verde, vicinissimo alle sue labbra, facendo fremere Zoro, immobile sotto le sue fusa mentre, con un ultimo sguardo divertito, lo superava nel corridoio, sghignazzando.
-Ricordatelo…- l’avvertì, facendolo sobbalzare con una sculacciata sul suo sodo sedere -… perché la prossima volta che lo farò non voglio che tu ti ingelosisca…-
Si ruotò a fissarla, sulla porta del corridoio.
-Io la gatta morta la faccio solo con te…- gli fece l’occhiolino prima di uscire sul ponte e lasciandolo ghignare dinanzi l’infermeria.
 
 
 


 
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Prossimo Prompt: Nomade
P.S.: condoglianze allo spagnolo caduto vittima in questa Fan Fiction con onore e AY CARAMBA!!!!
Zomi
 
 
   
 
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