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Autore: NarumiKiryuu    18/02/2015    2 recensioni
Benvenuta all'Eerycamp, un posto dove il mondo che conosci non esiste, e tutto quello che pensavi solo frutto dell'immaginazione in realtà è più vero di quanto tu pensi!
- Gwen parte per un misterioso campo estivo, e si troverà ad affrontare un mondo totalmente diverso dal suo.
(È la mia primissima fanficton, per favore siate clementi :D)
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent, Un po' tutti | Coppie: Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Saaaalveee....ok, non uccidetemi! ritardo colossale, blocco dello scrittore.
non ho scuse questa volta!
Perdonooooooooo!!
Però la storia continuerà, non l'abbandono a metà! 
lo prometto!!!
(Mi scuso in anticipo per gli orrori ortografici ma non ho avuto tempo di rileggermela bene!
direte: in 2 mesi di attesa potevi fare meglio :S) scusateeeeee!!
ci rivediamo? risentiamo? rileggiamo a fine capitolo XD

 

-Last Request

 

Era passata una settimana da quando Gwen era arrivata al campo, e ancora si domandava come mai si trovava lì. 

Continuava a pensare e a ripensare a quali fossero le opzioni del suo arrivo, ma niente. 

Non c'era una spiegazione logica del perché l'opuscolo dell'eerycamp era finito tra la sua posta con il suo nome stampato sopra.

Ormai aveva acquistato una certa routine all'interno del campo.

 Trascorreva i pomeriggi con Duncan, esclusi quelli in cui Trent era libero.

Il vampiro le spiegava tutto sulle creature che abitavano la terra. 

Aveva imparato cose su licantropi, elfi, fate e tante altri esseri, che a volte le confondeva tra loro. 

Passavano la maggior parte del loro tempo in macchina, qualche volta facevano una piccola passeggiata tra i boschi, ma non si erano più allontanati dal campo. 

Iniziava a fidarsi ciecamente del vampiro, forse anche più di Trent. Sapeva che per ogni cosa poteva contare su di lui. 

D'altro canto però le dispiaceva lasciare da parte Trent. Perciò quando era libero cercava di passare più tempo possibile con lui. 

Non poteva negare di sentire una certa attrazione verso l'elfo. In fin dei conti era un Figo da paura per i suoi normali standard.

Però non sapeva perché ancora non le aveva confessato che lei era umana, non una creatura magica che aveva fatto qualche malefatta e doveva scontare una punizione. Ovviamente Trent non aveva neanche chiesto cosa aveva fatto, e la cosa per un certo verso era un bene.

Come tutte le mattine ormai Gwen si svegliava sempre più tardi rispetto alla tabella di marcia dei campeggiatori. 

Quella mattina non aveva proprio voglia di alzarsi. Adorava stare nel letto, sotto calde coperte. In più aveva fatto un'altro di quesi strani sogni. 

 

Questa volta si trovata a casa dei suoi nonni, avrà avuto quattro o cinque anni. Stava disegnando nel soggiorno della casa, il sole entrava dalla grande finestra ad angolo, e in più aveva fatto un lungo riposino pomeridiano, perciò si sentiva più allegra del solito. La madre era andata a fare compere con una vecchia amica di scuola, mentre la nonna si trovava in cucina a preparare uno spuntino per la nipote e il marito. 

"Ti piace?" Chiese la piccola, mostrando il disegno alla nonna.

"Molto bello tesoro. Da grande diventerai una famosissima artista!"

Poi la piccola tornò al suo disegno.

Iniziò a sentire come un leggero formicolio alla punta delle dita. Scosse un po' la piccola manina, forse indolenzita dalla costante posizione che aveva assunto per tenere la matita. Niente, il fastidio persisteva, propagandosi per il resto del braccio, per poi invadere tutto il corpo. Voleva piangere, gridare, agitarsi, ma niente, era bloccata. Era come il dolore che aveva provato quando si era scottata con una candela, ma molto più forte, e su tutto il corpo. 

Poi, nella stessa velocità con cui il dolore era iniziato, sparì.

"Salve stavo cercando la casa dei Thompson"

"Mi spiace, ha sbagliato portone, si trovano nella casa qui accanto"

La nonna si trovava sulla porta, a parlare con un forestiero. Si avvicinò a lei, piangulando un po'.

"E questa bella bambina chi è?"

"Oh, lei è la mia nipotina, Gwen" disse la donna, prendendo in braccio la piccola.

"Che bel nome? È forse il diminutivo di qualcosa?"

"Il nome intero sarebbe Gwendolyn"

"Piacere Gwendolyn il mio nome è Jhon" l'uomo allungò una mano verso la bambina, ma lei decise di nascondersi tra i lunghi capelli bianchi della nonna.

 

 Sentì la voce di Bridgette provenire dal portico, mentre sghignazzava con Geoff. 

Pian piano si mise a sedere sul letto, per poi riaddormentarsi per una decina di minuti praticamente seduta. 

Alla fine raccolse tutte le sue forze e si fiondò sotto la doccia per darsi una svegliata.

Si vestì con le prime cose che trovò, senza badarci minimamente, e senza guardarsi allo specchio. Tanto sapeva che si trattava di un paio di jeans strappati e una maglietta nera qualunque, forse anche quella del pigiama.

Aspettò nel portico l'arrivo di Trent, lontana da Geoff e Bridgette che si aspiravano la faccia a vicenda.

Dopo una decina di minuti l'elfo arrivò con i capelli più scompigliati del solito e la faccia stranamente stanca.

"Buongiorno" sbadigliò il ragazzo

"Qualcuno ha fatto le ore piccole" disse Gwen andandogli incontro.

"Non parliamone per favore"

"Hai fatto le ore piccole con qualcuno?" Scherzò, anche se probabilmente, anzi senza probabilmente, le avrebbe dato fastidio sapere Trent con una ragazza. Forse si, si era presa una leggera cotta per l'elfo.

"N-no!" Rispose subito. Era diventato rosso come un peperone "non pensare che io sia quel tipo di persona".

"Tranquillo, stavo solo scherzando! Allora che hai fatto?"

"Niente di che, cose da elfi"

Duncan le aveva spiegato che gli elfi erano dei guardiani del sovrannaturale, facevano in modo che nessun essere umano venisse a sapere cosa veramente succedeva nel mondo. E nei rari casi in cui succedeva il contrario, gli elfi erano incaricati di uccidere l'umano in questione. 

Un brivido le percorse la spina dorsale. Per un'attimo immaginò Trent intento a strangolarla, ma subito fu' confortata dal pensiero che l'elfo che conosceva non lo avrebbe mai fatto. Forse, se fosse venuta a conoscenza di questo particolare al suo arrivo, ora non terrebbe così tanto a quel ragazzo.

"Oggi è domenica, perciò niente lezioni, che vuoi fare?" 

"Se lo avessi saputo prima sarei rimasta a letto!" Rispose leggermente acida "perché non controllo mai il calendario!"

"Intanto direi di fare colazione, poi ci penseremo" sorrise il ragazzo, facendo strada verso la mensa.

Arrivarono nella grande sala, come sempre affollatissima, e come sempre piena di strane magie per divertire i commensali.

Gwen consigliò a Trent di mettersi a sedere vista la stanchezza, mentre lei avrebbe preso la colazione per tutti e due.

Si mise in fila, sperando che tutto il cibo commestibile non fosse già finito.

Appena riuscì ad arrivare al bancone prese subito le ultime 2 ciotole di cereali al cioccolato, poi aspettò per riuscire ad arrivare ai bricchi del latte. 

"Grazie!" Qualcuno prese un piatto dal suo vassoio.

"Ehi!" Gridò per poi vedere chi era stato.

"Sei gentile a pensare per me" disse Duncan, con il suo solito ghigno strafottente stampato in volto. 

"Non sono per te!"

"Spostati!" Disse il vampiro, spingendo indietro un ragazzino che si trovava in fila. "Oggi starai tutto il giorno appiccicata a orecchie a punta?"

"Non chiamarlo orecchie a punta! Ho controllato, non le ha!"

"Per ora, gli cresceranno più avanti"

"Beh! Legolas l'ho sempre trovato molto sexy!" Lo stuzzicò.

"Comunque parla piano, noi non ci conosciamo" bisbigliò il ragazzo.

"Che palle! Mi sono stufata, mi puoi spiegare il perché di tutti questi sotterfugi? Non facciamo nulla di male!" 

"Te lo spiegherò, ma non ora, oggi pomeriggio che fai?"

"Oggi vorrei passare la giornata con Trent"

"Ho bisogno di parlarti di alcune cose" continuò serio. "Nella strada che porta al molo, verso la fine, troverai una grossa pietra con sopra inciso un teschio, immergiti nella boscaglia dietro al masso, io sarò a qualche albero di distanza"

"Vedrò di esserci" finalmente riuscì ad arrivare al latte "a dopo" uscì dalla fila, per poi dirigersi verso il tavolo dove si trovava l'elfo, li allungò il vassoio con ancora i cereali e si mise a sorseggiare il suo latte.

"Ma i tuoi cereali?" Domandò Trent, vedendo il suo vassoio vuoto.

"Erano finiti"

"Facciamo a metà!" Disse, allungando la ciotola già pronta con il latte "la colazione è il pasto più importante della giornata"

"Giusto!" Urlò Owen che si trovava vicino a loro, abbuffandosi come un dannato. 

"Non sono una grande amante dei cereali, perciò non ti preoccupare"

"Insisto!"

"Prenderò qualcos'altro" 

"Gwen! Insisto! Devi mangiare, ti vedo che stai dimagrendo"

In effetti era vero, ogni giorno sperava che Duncan la portasse ancora fuori a mangiare, ma alla fine si doveva sempre accontentare dei muffin che Trent rubava dalla cucina.

"Se proprio insisti..." Cedette. 

Mangiarono insieme, poi andarono nella grande pineta del campeggio. Trent si stese su di un'amaca, e poco dopo si addormentò, mentre Gwen rimase seduta sotto un'albero, cercando di leggere un libro, anche se continuava a leggere e rileggere la stessa frase.

Voleva sapere cosa voleva dirgli Duncan. Era curiosa, perché tutto quel mistero. Guardò l'orologio. Era solo mattina. Sperava che il tempo passasse più velocemente. 

Se solo avesse avuto il numero di telefono di Duncan, a quest'ora gli avrebbe mandato già un messaggio con scritto di vedersi subito, almeno si toglieva un peso. 

Duncan sapeva qualcosa del perché lei era lì, ne era certa. Ma allora perché non li raccontava niente. 

Nonostante si fidasse di lui sapeva che gli nascondeva qualcosa, lo sentiva. 

"Ehi" Trent si era svegliato.

"Ehi! Dormito bene?"

"Non mi lamento" sbadigliò

Si rilassarono per un'oretta sull'amaca, parlando del più e del meno. 

Per chiunque fosse passato di lì poteva sembrare benissimo una giornata tra innamorati, ma a Gwen per una volta non interessava. Era persino riuscita a dimenticare quello che voleva dirgli Duncan.

Decisero di mangiare qualcosa veloce, tornare alle loro capanne, mettere il costume, e andare al lago a fare un bagno. 

Gwen mise il suo solito costume nero, e per la prima volta controllò allo specchio se gli stava bene come sperava. Passo cinque o dieci minuti a cercare qualcosa da mettere sopra per il tragitto. Alla fine, dopo aver smontato mezzo armadio, opto' per una canotta lunga con sopra la stampa di un drago che si morde la coda.

Quando uscì dalla capanna Trent era già fuori che l'aspettava. 

"Se sapevo che eri arrivato sarei uscita prima" 

"Non ti preoccupare, hai preso tutto?"

"Si, perché hai preso la chitarra?" 

"Se ti da' fastidio la rimetto giù"

"Oh no no, anzi sono curiosa di sentire se sei così bravo come dicono" 

"Chi lo dice esagera di sicuro!" 

"Spetterà a me giudicare" in fine si misero in cammino verso il lago.

Quando vide la pietra con il teschio inciso quasi non ci fece caso, però grazie ad essa tornò a pensare a Duncan.

"Cavoli! Mi scappa la pipì!" Era l'unica scusa che le era venuta in mente.

"Vuoi che torniamo indietro?" Domandò preoccupato il ragazzo

"No, non credo di riuscire a reggerla fino alla capanna" si guardò un'attimo intorno, fingendo di cercare qualcosa. 

"Vado dietro un albero, ci metto pochissimo!" Disse, prendendo i fazzoletti nella borsa. 

"Mi raccomando stai attenta!" 

"Non ti preoccupare" si infilò dietro alla boscaglia, sperando di vedere da qualche parte la testa di Duncan.

Lo individuò a sei alberi di distanza da dove si trovava lei. Fortunatamente la strada che doveva fare era in discesa, e la sua bassezza in questo caso aiutava la causa. Iniziò ad andare verso il vampiro, stando molto attenta a dove metteva i piedi. 

"Duncan" sussurrò, appena si trovò vicino a lui. Senza pensarci la ragazza gli toccò una spalla. 

Il punk la guardò per qualche secondo, poi si rilassò. Aveva paura che un piccolo contatto avrebbe potuto scatenare la sete in lui, invece al contrario sentiva qualcosa di diverso da quello che provava verso il sangue. Sentì una leggera scarica, che partiva dalle dita bianche e affusolate della ragazza, passava dalla sua spalla per poi arrivare al suo cuore. Se solo quel leggerissimo contatto lo faceva sentire così, a questo punto si chiedeva cosa potesse provare nello stringerla, toccarla, baciarla o addirittura andarci a letto.

-A che diavolo sto pensando!- fortunatamente si trovava seduto sull'erba alta, sennò sarebbe stato più difficile per lui nascondere ciò che stava succedendo nel suo corpo.

"Oh! Scusami..." Disse la ragazza, ritraendo la mano. 

"Niente" rispose, accavallando le gambe. Sapeva di essere diventato rosso. Odiava diventare rosso.

"Allora? Cosa volevi dirmi di così urgente?"

Cosa voleva dire? Cavoli si era dimenticato! Ora voleva solo liberarsi di quel problemino che stava sentendo, e di certo averla lì vicino vestita in quel modo non aiutava. 

-cavoli! Ha un corpo perfetto- 

Tossì per qualche secondo, sperando di ritrovare la ragione.

"Forse è meglio vederci stasera" balbettò "non vorrai farti aspettare troppo da Trent!" 

"Ok" disse poco sicura. Era stata stupida, doveva stare più attenta. Senza pensarci lo aveva toccato come se fosse una persona normale. Glielo aveva fatto capire subito che se la loro amicizia avesse continuato avrebbero dovuto mantenere certe distanze.

Eppure aveva sentito qualcosa di strano con quel semplice tocco, è stato come prendere la scossa, ma molto più piacevole. Avrebbe voluto sentire ancora quel contatto, anche se semplice, come sfiorarsi appena la mano o toccargli per sbaglio la spalla. Ma non era possibile. 

"Allora facciamo alle 21 alla mia macchina?"

"Si, perfetto a dopo!" Disse il vampiro, per poi scappare a tutta velocità.

Riemerse dalla boscaglia, stranamente pensierosa, cosa che Trent notò subito. 

"Tutto bene?" Domandò

"Si si, tutto okay" 

Continuarono il percorso, ma si vedeva che Gwen pensava ad altro. Trent cercava di distrarla in qualche modo, ma tutto era inutile. 

Arrivarono al molo, e subito l'elfo si preparò per fare un tuffo, sperando di coinvolgere anche Gwen. Stranamente però la sentiva distante, come se fosse con lui solo fisicamente. 

Prese la chitarra in mano, e diede un veloce giro di corde per richiamare su di lui l'attenzione.

Gwen si girò verso di lui pensierosa, poi, pian piano sorrise.

"Che mi canti di bello?"

"Non penso tu la conosca. "Last request" di Paolo Nutini"

"Sono tutta orecchi" poi sfoggiò uno dei suoi sorrisi smaglianti, che fece sciogliere il cuore del povero elfo una volta per tutte.

Strinse la chitarra a se', poi alleggerì la presa per la prima serie di accordi.

 

Slow down,

 

Guardò Gwen

 

Lie down,

Remember it's just you and me.

 

Gwen chiuse gli occhi. Voleva assaporarsi al meglio la melodia.

 

Don't sell out, bow out,

Remember how this used to be.

 

Fece una pausa. Aveva paura a continuare. Forse era troppo presto per esporsi tanto.

 

I just want you closer,

Is that alright?

Baby let's get closer tonight

 

Per lei però sentiva che valeva la pena rischiare. Anche se era presto non gl'importava.

Chiuse gli occhi.

 

Grant my last request,

And just let me hold you.

Don't shrug your shoulders,

Lay down beside me.

Sure I can accept that we're going nowhere,

But one last time let's go there,

Lay down beside me

 

Oh, I've found, that I'm bound

To wander down that one way road.

And I realise all about your lies

But I'm no wiser than the fool I was before.

 

I just want you closer,

Is that alright?

Baby let's get closer tonight

 

Grant my last request,

And just let me hold you.

Don't shrug your shoulders,

Lay down beside me.

Sure I can accept that we're going nowhere,

But one last time let's go there,

Lay down beside me

 

Oh, baby, baby, baby,

Tell me how can, how can this be wrong?

 

Grant my last request,

And just let me hold you.

Don't shrug your shoulders,

Lay down beside me.

Sure I can accept that we're going nowhere,

But one last time let's go there,

Lay down beside me

 

Grant my last request,

And just let me hold you.

Don't shrug your shoulders,

Lay down beside me.

Sure I can accept that we're going nowhere,

But one last time let's go there,

Lay down beside me

Yeah, lay down beside me.

 

One last time let's go there,

Lay down beside me

 

Le parole della canzone erano uscite dalla sua bocca, senza controllo. E sempre senza rendersene conto le sue dita si erano spostate sulle corde.

Quella canzone che aveva imparato per una stupida lezione ora era diventata sua. L'aveva finalmente capita. 

Nonostante il loro non fosse un'amore finito come quello descritto nel testo, voleva che lei rimanesse con lui.

Gwen era senza parole. Non solo era bravo come dicevano, di più. 

Però sentiva come l'esigenza di dire o fare qualcosa. Si girò verso Trent, ancora chino sulla chitarra, gli prese il volto tra le sue mani, e unì le sue labbra a quelle del ragazzo. 

Fù un bacio leggero, a fior di labbra.

Il ragazzo la guardò per un'attimo confuso. Gwen aveva uno sguardo strano. Non sapeva nemmeno lui come descriverlo. Non era deciso come al solito, o disorientato come li era capitato di vederla a volte. Semmai dolce, rilassato. Di sicuro non si sarebbe mai aspettato di vederlo nel volto della ragazza.

Spostò la chitarra di lato, accarezzò la guancia di Gwen, poi riunì la distanza fra le loro bocche. Prima dolcemente allacciarono le loro lingue in una danza dolce e rilassante, poi, per sua grande sorpresa lei lo rese più appassionante e deciso. 

Di sicuro non era la prima volta che baciavano qualcuno, ma era la prima volta che sentivano qualcosa di più forte di un semplice contatto fisico. C'era complicità, felicità, e un miscuglio di sorrisi compiaciuti e divertiti.

Senza accorgersene si ritrovarono stesi sulla banchina. La mano destra di Trent si trovava sul fianco della ragazza, e aveva spostato un po' la maglia per sentire accarezzare la pelle liscissima, mentre Gwen aveva allacciato le sue mani tra i capelli dell'elfo.

Come risvegliata da un sogno la dark si scostò da lui bruscamente, prese la sua borsa, disse un semplice "scusami" a Trent e scappò via.

Corse verso la macchina il più veloce possibile e ci si rintanò dentro. Fece un lungo respiro, poi sbatté la testa sul volante, facendo suonare il clacson più volte.

Guardò l'ora. 19.43

Troppo presto per potersi distrarre con le stupidaggini di Duncan.

Prese il suo diario da sotto il sedile del passeggero. Era in pelle nera semplice. Lo aveva amato dal primo momento, ma purtroppo presto sarebbe finito.

Li apri, seguendo il segnalibro rosso sangue, e prese una bic smangiucchiata dal cruscotto dell'auto.

 

Caro diario...

Diario

Non so' come iniziare

Trent mi ha baciato

Sono felice? Non lo so', dovrei esserlo, ma allora perché non lo sono?

Ero lì, con lui, sul molo, il tramonto, e poi quella canzone... 

Perché sono scappata? 

Ah...già, Duncan.

Perché? 

Mi piace Trent, l'ho anche sognato molte volte dopo il nostro primo incontro, eppure perché mentre cercavo di prolungare il bacio ho iniziato a pensare a Duncan? 

La mia fantasia è andata per i cavoli suoi mentre avevo gli occhi chiusi. 

Con me c'era Trent, ed è stato con me per un po', ma poi si è trasformato in Duncan... Perché?

Voglio Trent, desidero Trent! Ne sono sicura!

Allora perché Duncan.

Sono scappata senza dare spiegazioni! Mi sono rinchiusa in macchina, e manca ancora un'ora e mezza all'appuntamento con Duncan.

Vedrò di riposare un po'. Molto probabilmente piangerò.

 

A fine pagina scarabocchiò come suo solito qualche disegnino a caso giusto per svuotare la mente.

 

——————

 

Duncan e Geoff avevano progettato uno scherzo con i fiocchi allo sfigatissimo Harold. Si erano messi d'accordo con quell'inquietante chef grande come una casa. Ora dovevano solo definire tutti i dettagli. 

Arrivo al molo, dove si dovevano incontrare. Il tritone era in acqua, insieme alla sua ragazza che nuotavano. 

"Ehi pesciolino!" Urlò. 

Geoff gli fece segno di aspettare. 

Duncan si sedette, e tiro fuori un pacchetto di sigarette che aveva fregato a Gwen dalla tasca posteriore dei pantaloni. Sorrise ripensando alla ragazza. S'immaginò la faccia che avrebbe fatto se lo avesse scoperto. Ne accese una, solo per gusto poetico che per vizio. Era sempre più rilassato dopo essersi fatto un "lavoretto", anche se per la prima volta pensava a una persona conosciuta, non Amy Lee o Megan Fox.

Si guardò intorno.

A quell'ora tutto era calmo lì, verso le sei tutti tornavano ai bungalow, perciò le sette era l'orario perfetto. Notò in lontananza una coppietta che si montava senza ritegno in mezzo alla spiaggia. -prendetevi una camera- pensò leggermente disgustato.

Però stranamente continuò a guardali. 

Ovviamente gli sembravano famigliari, dato che conosceva quasi tutti lì. Il ragazzo copriva quasi completamente la figura esile della ragazza, ma non c'erano dubbi su chi fosse lui. Trent. Per un'attimo spero fosse una ragazza che non conosceva, forse non avrebbe sopportato di vederla con un'altro. Purtroppo però non tardò ad arrivare la risposta. Capelli corvini con meches verde acqua. 

Corse via a tutta velocità, la strada che un normale campeggiatore faceva in dieci minuti lui la fece in uno. 

Prese la chiave della sua stanza dalla tasca dei bermuda, ma poi la rimise apposto. Aveva un'altro piano.

Bussò prepotentemente alla porta di una casetta un po' più piccola del normale, ovviamente una casetta singola, solo una persona l'aveva.

Una ragazza apri la porta infastidita.

"Ti sembra questo il modo?" Gridò "stavo stud..." Non le fece finire la frase, l'afferrò a se e la baciò con furia. 

"Questo non significa niente!" Disse. Poi spinse la ragazza verso il letto e chiuse la porta con un colpo secco. 

Sapeva che a Courtney piaceva quando faceva così, la mandava in bestia.

Si fiondò sopra di lei, e iniziò a compiacerla come mai prima.


_________________________________

TUTTI I POMODORI A MEEEEE!!
Scerzavo XD (però se volete lanciarli lanciateli pure!)
spero che abbiate capito tutti i passaggi, se non è tutto chiaro sono qui per voi!!
ho bisogno dei vostri pareri su questo capitolo!
mi raccomando commentate
BACI NARUMI :D

  
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