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Autore: Andre De La Croix    18/02/2015    0 recensioni
Una ragazza autolesionista, arrabbiata con la società che ha formato un mostro dentro di lei è ora arrivata al limite...
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La rabbia dentro

 

Gridava, gridava più forte che poteva mentre il sangue scendeva sporcando il lavandino.

Si guardò allo specchio, dai suoi occhi azzurri scendevano lacrime che le rigavano il viso. Così piccola e indifesa. Era stanca, non solo perché il demone che viveva dentro di lei la teneva sveglia ogni dannata notte graffiandole i polsi e ridendole addosso, ma lo era perché non aveva più voglia di continuare ad andare avanti; non voleva più ascoltare i commenti delle persone, ne parlare per difendersi e ne vedere la gente che le rideva in faccia, gridò ancora, ma dalle sua urla non usciva una voce di un adolescente ma quelle di un mostro formato dal dolore e dalla rabbia che la seduceva proponendole di compiere eventi catastrofici. Era immersa in uno stato catatonico mentre si fissava alla specchio quando sentì sua madre bussare alla porta “Tesoro, la colazione è pronta, fai presto o perderai l'autobus”, lei non disse nulla, abbassò solo le maniche della felpa per coprire le vecchie cicatrici e le nuove ferite da cui cominciavano a sbucare dei vermi. La sua stanza era priva di luce ma lei si era abituata, appena aprì la porta la luce intensa della casa la accecò per un istante.

Suo padre stava leggendo il giornale e imprecava contro la politica mentre sua madre tutta sorridente si versava il caffè sulla tazzina, li guardava tutti e due con ripudio, non li sopportava più, ma loro non lo capivano come non comprendevano tutto il resto, avevano la vista troppo annebbiata dalla loro patetica vita per accorgersi dei problemi della loro bambina, “Uccidili...”, sussurrò la creatura nella sua testa “No, lasciami stare” “hahahaha, guardali sono patetici, UCCIDILI” “STAI ZITTO!”, i suoi genitori alzarono insieme lo sguardo “Prego?”, disse suo padre “Io...sono in ritardo” prese lo zaino e uscì di casa. A scuola la situazione non era migliore, appena arrivata come ogni giorno veniva derisa per il suo modo di vestire completamente diverso, lei non capiva cosa ci fosse di sbagliato in questo, tutti erano uguali, tutti avevano lo stesso identico stile di abbigliamento e la stessa capigliatura; ma la sua diversità non andava a genio ai suoi compagni. A mezzogiorno, in mensa, la situazione degenerò. Mentre cercava un posto isolato in cui sedersi una ragazza la spinse per terra e le urlò che era una sfigata e che non sarebbe dovuta nascere, tutti ridevano e urlavano insulti, era troppo, la gabbia che teneva chiusa la sua parte infernale si distrusse. I suoi occhi diventarono neri, la sua pelle cominciò a strapparsi facendo uscire sangue e vermi, un urlo non umano fece vibrare le finestre, si girò...tutti la guardavano ma ora nessuno rideva...e nessuno riderà mai più

  
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