Spaces between us
They don’t know about the things we do
They don’t
know
about the “I Love You’s”
But I betcha if
they only knew
They would just be
jealous of us
They don’t
know
about the up all night
They don’t
know
I’ve waited all my life
Just to find a love
that feels this right
Baby they
don’t
know about, they don’t know about us
(They don’t know about us –
One
Direction)
“Guarda! Uno scoiattolo
sulla cima di quell’albero! È da
molto tempo che non venivo qui a camminare, credo da quando avevo circa
7 anni;
mi mancava questo parco così verde e tranquillo,
è tutta la mia infanzia…”
“Sapevo che ti avrebbe fatto piacere, perché era
da tempo
che parlavi di questo luogo e sono felice ti susciti nella mente bei
ricordi…
speriamo se ne creino altri ancora più belli qui.”
Mi voltai per guardare il mio migliore amico negli occhi;
sì, negli occhi più belli che avessi mai visto,
dove ti ci perdi ed anneghi;
anneghi in un prato verdissimo, proprio come quello in cui ci trovavamo
ora. Mi
incantai e senza accorgermene lo stavo fissando assolto nei miei
pensieri,
pensando e ripensando ancora a quella frase appena detta, sperando in
qualcosa
di possibile tra un noi, se mai ci fosse stato un noi.
Sentii Harry chiamarmi e, gesticolando davanti a me,
cercava in qualche modo di attirare e riavere la mia attenzione sui
suoi
discorsi. Scossi leggermente la testa tornando alla crudele
realtà e
continuando a camminare.
“Beh… dimmi un po’ come va con la
Calder; aggiornami
sulla vostra relazione.” disse Harry guardando da
tutt’altra parte all’infuori
dei miei occhi.
“Non stiamo più insieme…”
dissi a basso tono schiarendomi
la voce e guardando verso il basso cercando qualcosa di
“più interessante”
calciando i sassi che mi si presentavano sul sentiero.
Improvvisamente il riccio si girò di scatto con
un’aria
di sorpresa evidentemente, spalancando leggermente gli occhi e
guardandomi. Non
c’era niente da fare: ogni fottuta volta che incrociavo il
suo sguardo era
inevitabile che mi venissero le farfalle allo stomaco e
un’innata agitazione.
Aprì bocca, aspettandomi chissà quale risposta,
mentre
ricevetti un semplice e secco “An.”, ringraziandolo
tra me e me per non aver
aggiunto nient’altro ed essersi limitato, tenendo magari ogni
tipo di domanda
per se.
“Fa niente, non era destino stessimo insieme… ci
sono
sicuramente persone migliori in questo mondo e al mio fianco, basta
trovarle.”
Mi sentivo osservato anche se non ne ero certo perché
stavo ancora guardando la ghiaia sotto i nostri piedi. La nostra
conversazione
era giocata sui diversi significati che le frasi dette dalle nostre
bocche
celavano; qualcosa di segreto che avrei voluto dirgli in ogni momento
della
nostra amicizia, ma che ancora tenevo dentro di me e che forse avrei
tenuto per
sempre.
“Tu? Hai novità da dirmi, Harry?” chiesi
cercando di
rompere il silenzio imbarazzante che si era creato in quei brevi
istanti.
“No, niente novità su cui poter
chiaccherare… a parte che
Gemma è andata a vivere a New York per lavoro e i miei si
sono separati… era da
tempo che litigavano e ormai avevano capito tutti che il loro
matrimonio non
avrebbe retto ancora per molto.”
“Mi dispiace Harry, non meriti nulla di tutto questo,
sappi che se hai bisogno di qualcuno, ci sarò
sempre.”
“Quello l’ho sempre saputo Louis” mi
disse guardandomi
per un millesimo di secondo e accennando un lieve sorriso dandomi poi
un
leggero pugno sulla spalla; un gesto d’amicizia ricorrente
tra noi due, in
segno di solidarietà reciproca.
“Ti voglio bene” accennai leggermente sapendo che
le mie
parole avrebbero sconvolto la situazione in quel momento e aggiunto
imbarazzo,
anche se per me era più di un semplice voler bene.
Harry si fermò di scatto e me ne accorsi dopo alcuni
passi; mi sentivo ancora una volta osservato e, con un po’ di
esitazione, mi
voltai cercando di guardarlo negli occhi senza far trasparire alcuna
emozione,
anche se dentro di me ero come un vulcano, tra pensieri e stati
d’animo che
volevano prendere il sopravvento su di me.
Le sue guance diventarono improvvisamente più rosee e
colorite, forse a causa delle vampate di calore che la mia frase aveva provocato in lui, ma
sarebbe stato troppo
bello per essere vero. Dopo tutto quel tempo lontani, rivedere
l’uomo che ormai
era diventato, era qualcosa di indescrivibilmente bello e troppo
perfetto che
prima o poi sarebbe svanito. Rivederlo mi aveva riacceso la fiamma che
dentro
di me si era affievolita a causa della distanza, ma che ora bruciava
ardentemente il mio amore per lui. Lo amavo, ne ero certo. Potevo
vedere lo
stupore nei suoi occhi che volevano dirmi, se non urlarmi, qualcosa;
volevo
sapere proprio quella cosa, volevo sapere tutto quello che pensava in
quel
momento. Invece eravamo ancora una volta fermi, uno difronte
all’altro a
guardarci negli occhi in cerca di una risposta impossibile da trovare
nelle sue
iridi così verdi, piene di vita e allo staso tempo
misteriose e serie. E anche
in quest’occasione, era rimasto del tutto impassibile e
cresceva in me una
sensazione di depressione e rimorso nell’aver fallito
miseramente alla potenza
dei suoi occhi e alla sua maestosa bellezza che era apprezzata da me in
ogni
singolo suo gesto.
Mi stava ancora fissando quando si accorse che ero tra i
suoi pensieri e, schiarendosi la voce, tornò a guardare
oltre me per poi alzare
la testa ed osservare le chiome ormai spoglie degli alberi che
coprivano
dall’alto le nostra figure minute in confronto alla loro
grandezza.
“Sta facendo freddo, è ora di andare
Lou.” Mi disse
guardando avanti e poi me con la coda dell’occhio.
“Si, hai ragione” dissi annuendo con la test in
segno di
una seconda conferma e ci incamminammo per andare verso la sua macchina.
Una volta saliti sulla sua bianchissima Range Rover,
accese con abbastanza naturalezza la macchina e ci immettemmo nella
strada per
tornare a casa; aveva voluto accompagnarmi a tutti i costi fin sotto
casa mia e
mi era stato impossibile dirgli di no. Durante il tragitto
c’era sempre quel
maledetto silenzio imbarazzante, intriso di tensione che si poteva
tagliare con
un coltello. Odiavo quei momenti.
Dopo venti minuti abbondanti di strada, eravamo arrivati
difronte al vialetto di casa mia.
“Grazie Harry per il passaggio e specialmente per la
giornata; era da tempo che non passavamo pomeriggi insieme e da
soli.” dissi aprendo
la portiera della macchina e mettendo un piede per terra.
“Anche a me ha fatto piacere trascorrere una giornata
diversa dal solito.”
Gli diedi le spalle per mettere entrambi i piedi per terra
e scendere dalla macchina, quando sentii dietro di me la portiera del
conducente aprirsi e successivamente chiudersi. Chiusi a mia volta
quella del
passeggero e mi girai nella direzione in cui era provenuto il rumore un
attimo
prima e, con mia sorpresa, vidi Harry che era sceso dalla macchina e lo
guardai
con leggero stupore.
“Che c’è? Non posso accompagnarti fino
alla fine del
vialetto di casa tua?” mi disse con un po’ di
imbarazzo.
“Certo, mi farebbe piacere!” sbuffai leggermente
sorridendo e abbassando la testa con un po’ di malizia.
Accennai con la testa di seguirmi e spinsi il cancello di
casa mia che prima di uscire con Harry avevo appoggiato,
perché spesso e
volentieri dimenticavo le chiavi in casa e rischiavo di aspettare in
strada per
ore a causa della mia sbadataggine. Entrammo nel piccolo giardino ben
curato e
verde che precedeva casa mia e camminammo lungo il vialetto. Volevo
fosse stato
lungo chilometri e chilometri per stare accanto a quel bellissimo
ragazzo
castano e riccio ancora per qualche istante in più; quel
pomeriggio con lui il
tempo era volato e non me ne ero nemmeno reso conto. Dovevo mettermi
l’anima in
pace che non l’avrei rivisto più per altrettanto
tempo e che non sarebbe mai
stato mio, che non potevo esser certo che nessuno me lo avrebbe portato
via; ma
tutto questo era inevitabile.
Tornato alla realtà, mi accorsi che il vialetto era
finito e mi girai verso Harry avendolo così esattamente
difronte a me; stavo
per immergermi un’altra volta nei suoi occhi verdi e per non
far sì che questo
accadesse ancora per la millesima volta in un giorno, guardai in basso
e tastai
con le mani le tasche posteriori dei miei jeans neri: cellulare,
portafogli e…
chiavi di casa. Quelle fortunatamente non me le ero dimenticate e, con
un po’
di tristezza, le infilai dentro la serratura della porta di casa,
mentre il mio
migliore amico mi fissava, facendomi salire inevitabilmente
l’ansia e
diventando così impacciato anche in un semplice gesto.
Non sapevo cosa dire e tantomeno cosa fare; senza volere
gli dissi semplicemente “Ciao Hazza.” e feci per
entrare nella stanza fredda
che c’era oltre l’ingresso di casa mia, quando mi
sentii tirare un lembo della
maglietta e chiamare il mio nome a bassa voce. Mi girai di scatto
guardandolo
intensamente negli occhi, come se quel gesto fosse stato tutto quello
che
volevo da sempre, quel gesto in cui riponevo tutta la mia speranza e la
mia
fiducia in un futuro migliore con lui.
“Si?” dissi con un’espressione
impassibile ai suoi occhi
e a tutti quelli che potevano vederci, mentre dentro stavo gioendo e
sperando
allo stesso tempo.
“Devo dirti una cosa Lou…”
“Dimmi tutto Harry… sono il tuo migliore amico e
in fondo
si dice tutto al proprio migliore amico, no?”
Prese un respiro profondo, me ne accorsi dal leggero
sibilo che l’aria aveva provocato passando velocemente nelle
sue narici e
gonfiando un po’ il petto muscoloso e tatuato che si
intravedeva sotto la sua
maglietta bianca semi-trasparente.
“È inutile ripeterti che è stato un bel
pomeriggio quello
di oggi, perché lo sappiamo entrambi che lo è
stato.”
Continuavo a guardarlo anche se ora avevo timore per
quello che poteva dire, ma ero comunque curioso e l’unica
cosa che dovevo fare
in quel momento era ascoltarlo.
“È da più di 10 anni che non ti
vedevo” continuò, “e
vederti mi ha fatto sentir bene, mi sono accorto che non mi mancava
più nulla,
che ero felice e lo sono tutt’ora stando qui sul ciglio di
casa tua a parlarti
col cuore in mano; sono completo perché solo ora ho capito
che quel pezzo
mancante in me eri tu. Non sono mai stato bravo a parole e tu lo sai
bene, perché
i brutti voti nelle più semplici interrogazioni a scuola
dicevano tutto su di
me. Magari non avrei mai dovuto dirti quello che ti sto dicendo ora, ma
sarebbe
stato troppo pesante e difficile sopportare un’altra volta la
distanza che ci
separa; forse non l’avrei mai accettato se fosse successo
ancora, una seconda
volta. Amo tutto di te: il sorriso, gli occhi così azzurri,
il carattere, i
capelli che toccherei un’infinità di volte e anche
le tue labbra… tutto di te, perché
ti amo, sì, ti amo Louis Tomlinson e non mi importa della
gente, lasciamoli
parlare di noi perché sono solo gelosi.”
Avevo le lacrime agli occhi e l’intenzione di rimanere
impassibile difronte a lui, era andata a farsi fottere; Harry non aveva
più un
tono calmo e ansioso allo stesso tempo, ma era diventato più
uno sfogo che era
stato represso da anni. Non potevo credere che era successo, non poteva
essere
vero, essere la mia vita; il giorno prima era monotona e noiosa, mentre
ora
avevo davanti l’amore della mia vita che mi stava dicendo
tutto quello che avevo
sempre voluto sentirmi dire.
Lo guardai negli occhi col viso rigato dalle lacrime e
senza pensarci più volte gli risposi con felicità
e tutto ad un fiato “Facciamo
in modo che la gente sia realmente gelosa di noi due allora…
ti amo Harry
Styles.”
Lo presi avidamente per il polso della mano destra e lo
tirai verso di me facendolo entrare nell’atrio della casa;
entrambi avevamo un
sorrisetto malizioso e allo stesso tempo felice stampato sulle nostre
bocche. Harry
chiuse la porta dietro le sue robuste spalle spingendola piano con il
piede
mentre mi cinse i fianchi con le sue grandi e morbide mani e il
resto… beh,
potete solo che immaginarlo.
Ciao ragazze!!
è da troppo tempo che non scrivevo qualcosa, quindi mi è sembrato giusto postare almeno una O.S Larry. Mi piace molto questa breve storia, anche perchè quando l'avevo scritta ero ispirata e volevo fare un buon lavoro che piacesse a più persone... (almeno spero :) si, l'avevo scritto tempo fa e non ero molto sicura se pubblicarla o no, ma alla fine mi sono convinta ed ora eccola qui!
Spero che piaccia anche a voi tanto quanto piace a me, e se fosse così, mi farebbe molto piacere e mi rendereste felice se scriveste e lasciaste una recensione nella pagina, anche per sapere se sono stata abbastanza brava nel descriverla nei suoi particolari! ;)
Grazie se lo farete, baci ragazze! <3