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Autore: vermissen_stern    18/02/2015    2 recensioni
Queste sono storielle brevi. Spaccati di vita quotidiana decisamente tragicomici che avranno come protagonisti i personaggi di Reignite sia canonici che creati da me, il tutto ambientato prima della trama principale e probabilmente anche dopo il suo seguito. Non posso sapere quanto questa raccolta sarà lunga ( potrebbe anche concludersi in un paio di capitoli ) per cui prendetela per come viene!
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stava andando tutto secondo i piani. O quantomeno l’inizio era buono già per il suo primo incontro con il ragazzo avvenuto proprio in Inghilterra.

Quando voleva Warsman sapeva essere persuasivo, non che ci voleva molto per uno come lui dato che era un buon oratore, e convincere Kevin Mask a seguirlo nelle sue discipline si era dimostrato abbastanza facile.

Certo, aveva dovuto sfidarlo in combattimento perché il ragazzo, testardamente anche se tentato dalle sue parole, non aveva voluto seguirlo senza una dimostrazione a livello pratico delle sue conoscenze. Certo, aveva vinto senza non poche difficoltà vista la divergenza di età tra i due, lui sessantenne mentre il giovane allievo poco più che ventenne, ma aveva ottenuto la sua fiducia incondizionata ed era questo che contava più di ogni altra cosa.

Era logico che sotto la candida maschera, che portava al posto di quella nera, si celasse una espressione soddisfatta sul volto martoriato per aver ottenuto già la prima tappa nel ripagare Robin Mask per tutto ciò che aveva fatto per lui. Il primo passo era stato ottenuto, il secondo era di riuscire a mantenere la sua identità segreta con l’alias che si era creato ( come Lord Flash era risultato essere piuttosto convincente e non aveva destato sospetti ) e come ultimo avrebbe dovuto far vincere il titolo della Corona Chojin al suo pupillo per riportare lustro alla famiglia Mask.

Attualmente si erano appena trasferiti in Giappone, luogo in cui si sarebbe tenuta la competizione, e come da progetto si era fatto recapitare in un secondo momento i due manuali sulle tecniche di combattimento dei Mask. Un volume da sempre per suo stesso uso, un altro da consegnare a Kevin quando i tempi saranno stati abbastanza maturi e il ragazzo meno riottoso a seguire gli insegnamenti del detestato padre.

Tra l’altro… chissà come se la passava il suo vecchio maestro? Gli era sembrato di vederlo piuttosto sereno quando si erano incontrati a Londra per accordarsi su quella sua missione in incognito, che aveva stupito non poco Robin e questo bisognava ammetterlo, ma magari era semplicemente felice di sapere che il suo unico figlio a breve sarebbe stato riportato sulla retta via. Ad ogni modo nulla era paragonabile alla sua soddisfazione personale di avere finalmente tra le mani quei due preziosi libri ben protetti nella valigetta di metallo che attualmente stava trasportando verso casa.

Non si era fidato di portarseli dietro per il suo arrivo a Tokyo assieme al proprio pupillo, preferendo sviare possibili pedinamenti, la prudenza non era mai troppa anche se al limite della paranoia, facendoseli recapitare ad una casella di posta ben impacchettati come un “bagaglio a mano smarrito”. E appena ricevuta la telefonata dell’arrivo di quel prezioso bagaglio aveva ben pensato di ritirarlo quella sera stessa così da potersi mettere fin da subito all’opera. Tra l’altro non aveva neppure dovuto inventarsi una scusa da usare con il proprio allievo nel momento che usciva di casa per una cosa, in fin dei conti, genuinamente vera.

Ma a Tokyo non possedeva un mezzo di locomozione personale come ce li aveva ad esempio Kevin, guai a separarsi dalla proprio motocicletta, pertanto era stato un po’ difficile trovare un autobus alle sette e mezza di sera che non andasse in deposito. A quanto pare il traffico si regolava in base ai quartieri che si attraversava, ma logicamente non era intenzionato di farsi tutta la strada di casa a piedi e men che meno mettersi a correre per le strade con una valigetta in mano. Non voleva attirarsi l’attenzione addosso già per il fatto che le strade della città sciamavano di chojin e pertanto c’era una certa tensione nell’aria quantomeno per il primo periodo della competizione, quindi era il caso di comportarsi come un gentiluomo inglese qual era e di prendere l’ultimo autobus disponibile presso la prima fermata vicino al magazzino in cui aveva ritirato il pacco.

Si trovava in una zona piuttosto periferica di Tokyo, piena di magazzini e qualche palazzina disabitata… per quanto possa essere “degradato” un quartiere della capitale nipponica forse quello era da ricondurre ad un posto da non frequentare la sera per quanto non ci fosse praticamente nessuno nei paraggi, abbastanza lontana dalla zona residenziale in cui ora viveva assieme a Kevin. Un bel posto rispetto a quello dov’era ora, non che avesse paura di malintenzionati dato che sapeva difendersi, e la compagnia disponibile nell’attesa di un autobus che non si decideva a giungere non era affatto delle più gradevoli.

I sensori olfattivi di Warsman registrarono con un certo disgusto il pungente profumo della “signora della notte” che attendeva sotto il lampione poco lontano a dove si trovava lui l’arrivo di possibili clienti, se ne era dato troppo e apparteneva ad una marca scadente, e in generale tutta la sua persona aveva un aspetto decisamente vissuto.

Avrà avuto più o meno la sua età e al massimo gliene dava sessantacinque, ed indossava un top rosso fuoco ed una minigonna nera che non riusciva ad esaltare le esili forme della donna. Una ricrescita scura lasciava intendere che la donna non era veramente bionda e tutto il trucco che aveva in volto le stava rovinando la pelle rendendola secca e disidratata.

Probabilmente a devastarla fisicamente ci aveva pensato il suo lavoro piuttosto “usurante”, ma il suo sguardo era fiero e gli occhi castani brillavano di una luce cinica pronta alla battuta facile… proprio come si apprestò a fare una volta che si accorse che Lord Flash la stava analizzando di sottecchi.

– Fanno 4068 yen tesoro… se vuoi il pacchetto completo sono 6780 yen senza sconto, eh! –

– Uh… no, no grazie. Vado di fretta, signora

Non aveva voglia di iniziare una conversazione con quella attempata lavoratrice notturna, che ora si era voltata per osservare meglio un possibile cliente o più semplicemente un uomo da sfottere visto il modo critico con cui l’aveva scrutata, ma l’autobus tardava ad arrivare e quella aveva ancora voglia di chiacchierare dopo averlo osservato ben bene. Soffermandosi in particolare sulle natiche messe ben in forma dalla calzamaglia grigio chiaro.

– Ehi… ma io ti conosco! – affermò lei, aspirando velocemente dalla sigaretta accesa poco prima – sei vestito in modo strano, eh! Però sei tu

Per un momento l’ex lottatore russo rimase interdetto da quelle parole, guardandola con un velo di confusione negli occhi e lasciando che un imbarazzante silenzio calasse tra i due interrotto solamente dal rumore del traffico distante qualche isolato da loro. Come faceva quella vecchia megera a conoscerlo? Probabilmente lo stava semplicemente provocando per vedere se riusciva ad accalappiare un possibile cliente, tuttavia con lui non avrebbe funzionato poiché non aveva tempo da perdere ne voglia di spendere soldi inutilmente. Aveva un compito da portare avanti e farsi deridere da una anziana prostituta era l’ultima cosa in cui voleva imbattersi se non voleva perdere la pazienza.

– S-senta, lei si sta sbagliando. Non la conosco affatto e non ho tempo da perdere… quindi buona serata–

– Nah, ma si che ci conosciamo! Era trenta anni fa, giusto? Si, è così… io avevo freddo e tu sei stato così carino da scaldarmi cedendomi la tua coperta – rise a quel ricordo lontano, aspirando nuovamente dal filtro di una sigaretta ormai finita e vedendo il chojin irrigidirsi ulteriormente – era la tua prima volta se non sbaglio… comunque dì quello che ti pare, ma quelle chiappe non si dimenticano tanto facilmente! –

Nella sua vita piuttosto trasandata il russo aveva solo avuto una compagna di vita che gli aveva pure dato una figlia prima di lasciarsi per sempre. Poi aveva passato anni e anni di solitudine spesi a combattere nella tundra siberiana per cercare di perfezionarsi e controllare la propria furia omicida risvegliata anni or sono da Robin Mask. Non c’era stato posto per nessun’altra donna nel suo cuore per il semplice fatto che temeva costantemente di poter essere un pericolo prima per gli altri che per se stesso.

Eppure…

Eppure forse quella attempata prostituta non stava dicendo propriamente una menzogna per vederlo in difficoltà, in quanto nelle recondite memorie del chojin ricordava qualcosa di simile a quanto gli era stato appena detto. Per carità, quella donna poteva anche aver dato una informazione volutamente generica giusto per metterlo nel pallone, eppure ricordava che un giorno nella caserma in cui si allenava, quando ancora in Russia esisteva il SKGB che allenava i super uomini come lui, i suoi superiori avevano deciso di premiare i più forti dando loro in premio qualche giovane donna prelevata dai villaggi vicini alla base militare. Che fossero delle volontarie o meno a Warsman non fu dato saperlo, ma ciò che si trovò in camera quella sera era una ragazza che evitava di guardarlo in faccia e diceva di avere troppo freddo anche a causa degli abiti leggeri che le avevano fatto indossare.

La guardia armata che gliela aveva buttata tra le braccia aveva ridacchiato qualcosa e probabilmente aveva pure pronunciato il nome della giovane, risultando incomprensibile visto che era ubriaco, e anche se in un primo momento il chojin non aveva osato toccarla alla fine non aveva saputo resistere.

Le aveva pure ceduto la sua coperta di lana, ma questo non aveva fatto desistere la ragazza dall’avvicinarsi a lui e iniziare ad approcciarsi come le era stato insegnato in precedenza. Probabilmente le avevano promesso qualcosa in cambio di quelle prestazioni sessuali, oppure era semplice riconoscenza verso quello che sembrava un bravo ragazzo?, ma a parte queste premesse Warsman non aveva saputo tirarsi indietro di fronte agli istinti sopiti per troppo tempo.

Era giovane in fin dei conti, quindi come si poteva chiedere di fargli vivere una vita di clausura e castità?! Ma a parte quell’episodio eccezionale in cui aveva perso la verginità, la donna era stata poi trascinata via l’indomani mattina senza che potesse salutarla, non aveva avuto altre relazioni ad eccezion fatta per la madre di sua figlia.

Smise tuttavia di rivangare cupi pensieri di vita passata nell’esatto momento in cui l’autobus che stava aspettando, grazie al cielo, giunse alla sua fermata aprendo le proprie porte con un sibilo meccanico e inondando di luce la figura massiccia dell’ex atleta.

– Senta, cara signora – ora stava iniziando a spazientirsi e questo portò l’anziana donna a sorridere – come vede il mio autobus è arrivato e dunque non ho più tempo per sentire le sue storie. Devo dirle addio e buona serata!–

– Beh, ci si vede in giro chiappe d’oro! –

Quel saluto un po’ volgare lo disse a voce alta in modo che il pover uomo, forse pure un po’ bigotto visto che l’aveva guardata e giudicata senza troppe remore, la sentisse chiaramente tanto da fargli girare la testa e attirare anche l’attenzione dei pochi passeggeri presenti che ridacchiarono a quelle parole profetiche.

Poi l’autobus ripartì in tutta fretta lasciando la signora della notte nuovamente sola anche se per poco. Difatti, dopo pochi secondi dalla partenza del mezzo ecco che un individuo basso e piuttosto grassoccio cercò di rincorrere l’autobus ormai lontano dalla sua portata.

– A… Aspetta! Maledizione! – sbuffò l’anziano kinnikku, la cresta ornamentale che portava era quella dell’eccentrica razza aliena, poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato – fra tutti gli orari che potevano scegliere per riconsegnarmi il mio bagaglio a mano proprio a quest’ora fuori mano?! –

Che cosa ci facesse li Vance MacMadd poteva essere un mistero, ma le sue parole erano già un indizio più che soddisfacente sui preparativi per la competizione sportiva che già adesso si stava rivelando alquanto caotica e con un afflusso di tifosi ben più maggiore delle sue aspettative. Un buon evento per le sue tasche, certo, ma per i suoi nervi tesi non erano esattamente delle notizie che lo rincuoravano . senza notare il bagaglio a mano smarrito prima della sua partenza dal pianeta Kinnikku e suo figlio Ikimon che si stava dimostrando un vero idiota su molte cose…

Ma a parte questi pensieri funesti, una volta ripreso fiato si accorse di una presenza femminile che ora lo stava guardando con una cinica curiosità nonostante i vestiti che indossava richiamavano al mestiere più antico del mondo. Una situazione alquanto imbarazzante per un uomo anziano come lui, perché divenne il nuovo bersaglio di una signora che aveva decisamente voglia di prenderlo in giro. Forse.

– Ehi… ma io ti conosco! –

 

 

 

Questa oneshot doveva essere prettamente comica e invece è saltato fuori qualcosa di un po’ meno serio, ma forse è meglio così visto i temi trattati. Ad ogni modo spero abbiate apprezzato, e ci si vede alla prossima!

  
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