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Autore: Endhel    18/02/2015    1 recensioni
Questa è la prima fanfiction, sono inesperto ma ho la passione per la scrittura. La mia opera tratta della difficile vita di uno dei personaggi principali della trilogia. Inizialmente sarà un racconto introspettivo, ma aspettatevi azione e dialoghi avvincenti.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evelyn Johnson-Eaton, Marcus Eaton, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Era qualcosa di inimmaginabile, la pelle chiara e limpida quasi cristallina, capelli neri, ma non quel nero spento che si vede generalmente su qualsiasi altra ragazza, quel genere di nero ti rapiva, ti catturava e non ti lasciava più andare, occhi smeraldo e un fisico minuto, forse troppo per essere un’intrepida.
 
“Qui qualcuno ha perduto le parole”. Sogghigna Zeke dandomi una poderosa pacca sulla spalla.
 
“Hey Zeke, ho portato anche Olivia, spero non sia un problema”
 
“Per me no, chiediamo qui al nostro amico paralizzato”
 
“Ehm perché dovrebbe?”.
 
La mia voce esce goffa e impacciata come  non avrei mai voluto, le mani iniziano a sudarmi, devo mantenere la calma.
 
“Ciao caro, io Morgana e lei è mia cugina Olivia, piacere di conoscerti”
 
Mi stringono entrambe la mano, ma al solo contatto con la mano di Olivia la mia mente parte per un viaggio, non so esattamente verso dove, ma la mia mente parte, vedo dei giardini infiniti, io e lei mano nella mano in riva ad un lago limpido come il volto della mia dolce compagna, e per un attimo metto da parte i dolori, gli screzi e l’odio che provo per mio padre, sento che con lei qualcosa può cambiare, non so perché ma ne ho come la certezza.
“Piacere mio”.
Cavolo, perché sono così impacciato, sto facendo una pessima figura. Per fortuna interviene Zeke e toglie ogni forma di imbarazzo.
 
“Allora ragazzi che ne dite di prendere un po’ di sole qui? Non vedevo una giornata così bella da un bel pezzo, ormai l’estate è alle porte”
 
Effettivamente aveva ragione, la giornata era splendida, anzi più che splendida dato l’incontro fatto con Olivia.
 
Ci stendiamo su dei teli portati da Zeke e si inizia a parlare del più e del meno. E’ sorprendente quanto le ragazze intrepide non si facciano problemi a passare del tempo da sole con dei ragazzi, tutto questo da noi è impossibile, o non viene visto di buon occhio se qualcuno provasse anche solo a pensarlo.
 
Morgana ha 16 anni e quest’anno dovrà sostenere la prova per entrare negli intrepidi, non ha nessun dubbio, rimarrà nella sua fazione, è nata qui ed è qui che vuole rimanere.
 
“Non credo che avrò grossi problemi con i test attitudinali, io sono intrepida al 100%, non conosco nessuno che lo sia più di me” .
 
Dice con una tonalità di voce scherzosa, ma non esageratamente.
Prendo un respiro profondo e chiedo:
 
“E tu Olivia? Anche tu rimarrai qui?”.
 
Olivia mi guarda e sorride, il mondo si ferma
 
“Beh ho ancora due anni per decidere,  potrei venire anche in mezzo a voi abneganti”.
Risponde con un tono scherzoso, quasi provocatorio.
 
“In quel caso ti accoglierei a braccia aperte senz’altro”.
Non credo alle mie orecchie, come ho avuto l’ardire di rispondere così? Che mi sta succedendo, così facendo potrei aver rovinato tutto, Dio ma quanto sono stupido.
Lei accenna un sorriso e solleva il viso in direzione del sole.
 
“Amici scusate ma devo proprio scappare, non vorrei far insospettire nessuno a casa”.
 
E’ palesemente una menzogna, ma è la scusa migliore che sono riuscito a trovare, e pensare che noi abneganti siamo contro ogni forma di bugia ed inganno, che mi sta succedendo?
Per fortuna Zeke abbocca, o almeno credo che sia così, e risponde senza distogliere lo sguardo dal sole:
“Certo rigido, vai a lavorare per il bene della società, va a ripulire il mondo dalla malvagità che ci opprime”. Se non conoscessi Zeke me la sarei presa a morte con lui, ma so che scherza e che non mi offenderebbe mai, quindi rispondo a tono.
“Cosa fareste senza di noi eh?”.
 
Saluto tutti rapidamente e scappo via, salgo sul primo treno in corsa, e via verso la desolazione, verso la mia prigione, si torna a casa.
 
Tornato sul vialetto di casa apro la porta e trovo una scena che mai avrei pensato di vedere in vita mia. Vedo Adrew Prior, mio vicino di casa, stringere un uomo che piange, mi avvicino con cautela, li rimango confuso e interdetto.
 
La persona che vedo piangere è mio padre.
   
 
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