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Autore: michiru93    18/02/2015    2 recensioni
Dopo la morte dei genitori, Lamy si è chiusa sempre più in sé stessa. Con l'aiuto di due amici però (e di un giardino) riuscirà a ritrovare la speranza.
fic ispirata al film "il giardino segreto"
*panda day*
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Penguin, Sabo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!
Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.
Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto di Pandaman in basso a destra!
Grazie a tutti e buona lettura!
prossima parola: nomade


IL GIARDINO SEGRETO
*giardino*


Correva veloce la piccola Lamy. Correva insieme a lui, felice e piena di speranza.


Era rimasta sola per così tanto tempo dopo la morte dei suoi genitori, e lo zio che avrebbe dovuto prendersi cura di lei, era sempre fuori per lavoro.
La governante e le cameriere di quell'enorme castello, si prendevano cura di lei, o per meglio dire, ci provavano. Il suo era un carattere ribelle e solitario, per questo, tutto sommato, non le dispiaceva stare per conto suo.
Curiosare, era una cosa che sapeva fare benissimo, e le piaceva molto. Soprattutto se le veniva vietato di andare in un certo posto, lei sicuramente ci sarebbe andata.
Una mattina, scappata dalla governante che voleva vestirla come una perfetta signorina, si rifugiò in una stanza.
Le finestre erano sigillate, le tende scure tirate, per non fare entrare neanche un minuscolo raggio di sole. L'unica fonte di luce proveniva da alcuni candelabri appesi alle pareti. Un letto enorme, riempiva il centro della stanza, e su di esso, un bambino riposava.
Rimase ferma per qualche secondo ad osservarlo, poi lui aprì gli occhi e la vide.

-Chi sei tu?- chiese scrutandola. -Pretendo che tu mi dica il tuo nome oppure mi metto ad urlare!- Ordinò, vedendo che rimaneva in silenzio.

-Pretendi?- chiese lei incredula. Chi si credeva di essere? Pensò.

-Sono Sabo, il figlio del signore di questo castello e devi ubbidire ai miei ordini!- disse altezzoso, prima ancora che lei gli formulasse la domanda. Per tutta risposta lei fece per andarsene. -Aspetta!-

-Cosa vuoi?-

-Non lasciarmi da solo- Disse, speranzoso che rimanesse lì con lui.

Lo guardò negli occhi per un tempo che parve infinito, poi si avvicinò al letto e si sedette di fronte a lui.

-Mi chiamo Lamy. Il signore del castello è mio zio. Mi ha accolta qui dopo che i miei sono morti.- si confidò.

-Tuo zio???- chiese scioccato. -Questo vuol dire che...siamo cugini!- affermò stupefatto.

-A quanto pare- rispose lei con indifferenza. -Come mai sei chiuso in questa stanza?- chiese curiosa.

-Sono malato. Non posso camminare e la luce del sole non mi fa bene.-

-Che sciocchezze.- commentò, nascondendo un sorriso divertito.

-Cosa?!?- chiese offeso.

-A me non sembri malato. La tua pelle è cadaverica, ma ci sfido... stando qua dentro!- disse sarcastica, lasciando il giovane perplesso. -Io dico che dovresti uscire.-

-Ma sei pazza? No! Non posso uscire!- urlò arrabbiato, mentre lei scendeva dal letto, dirigendosi verso le finestre.

-Queste direi che si possono aprire.- disse tirando le tende di scatto e facendo entrare una forte luce.

-No! Ferma!- urlò mentre si riparava il volto con le braccia, strizzando gli occhi spaventato. Dopo qualche secondo però, riabbassò le braccia cauto, vedendo che non c'era alcun pericolo.

-Visto? Non è poi tanto male. Ora devo andare.- disse sentendo dei passi che si avvicinavano, dirigendosi verso un'altra porta della stanza per non farsi beccare da qualcuno.

-Tornerai?-

-Non lo so...può darsi.- rispose andandosene, mentre il proprietario dei passi che sentirono prima entrò, sconvolto di vedere le tende aperte.

Da quel giorno, Lamy andò sempre a trovarlo per farsi compagnia a vicenda e si confidò con lui su una chiave, trovata mentre curiosava in giro.

- Cosa apre?- le chiese affascinato.

-Non lo so...ma lo scoprirò presto!- rispose entusiasta correndo fuori dalla porta.

Scese in cortile con la corda per saltare e si avvicinò ad un pettirosso, adagiato su un alto muro con dei lunghi rami pieni di foglie che lo rivestivano completamente.
Toccando le foglie, si accorse che in un punto non c'era il muro ma bensì una porta.
La osservò per un po'. Sembrava molto antica, però ancora robusta e resistente. Tentò di aprirla, ma invano; era chiusa.
Forse... la chiave che l'apriva era proprio quella che aveva trovato, pensò.
La tirò fuori e la inserì nella serratura. Con sua grande sorpresa si aprì.

-Cosa stai facendo?- disse una giovane voce maschile alle sue spalle. Lamy si girò, e vide un bambino della sua età, capelli rossi e occhi verdi, in sella ad un cavallo.

-N-niente...chi sei?-

-Sono Pen. Mi occupo del cortile, mia sorella lavora nel castello. Non dovresti stare qui.- rispose calmo.

-Beh, Pen...mio zio è il padrone, quindi posso fare come mi va.- disse sulla difensiva.

-Oh!- esclamò sorpreso. -Mi dispiace...non credevo che il padrone avesse una nipote.- abbassò il capo, imbarazzato.

-Non importa, non sono qui da molto.-

-Posso chiederti cosa stavi facendo?- chiese titubante ma curioso.

-Ho trovato una porta qua dietro e sono riuscita ad aprirla.- Gli disse. Infondo, pensò, non c'era niente di male se anche lui vedeva cosa c'era al di là del muro.

-Forte! Posso venire?-

-Se non hai di meglio da fare.- disse con finta indifferenza, immergendosi nei lunghi rami e oltrepassando la porta, seguita dal ragazzo che fece un ghigno divertito.

-Ma...ma questo è un giardino!- esclamò meravigliata, ricomponendosi subito, imbarazzata, dopo aver visto che gli occhi del ragazzo erano puntati su di lei. -Pensi che sia ancora vivo?- chiese poi, vedendo le condizioni in cui era ridotto. Era immenso, ma pieno di erbacce, rami secchi e coperto di neve.

-Direi di si- le rispose il ragazzo controllando il ramo di un albero. -Se riusciamo a sistemarlo ci sarà una splendida fioritura in primavera...che dici?- chiese con sguardo complice.

-Ci sto!- esclamò, nascondendo un mezzo sorriso.

Così i due, da quel momento, cominciarono a sistemarlo e ogni giorno si davano appuntamento lì, alla stessa ora. Andando a trovare anche Sabo per raccontargli tutto e fargli compagnia.
Il tempo passava, e la primavera arrivò presto.
Il giardino era uno spettacolo. Pieno di fiori colorati di ogni varietà, che coi loro profumi riempivano l'aria fresca primaverile. Il piccolo laghetto nella parte ovest era contornato da un prato verdeggiante e l'acqua era limpida e pulita. Enormi alberi riempivano il perimetro. All'orizzonte, un'immensa distesa di verde.
Nella parte Est, Pen si divertiva a spingere Lamy sull'altalena in legno. Da quando aveva incontrato sia lui che Sabo, era cambiata. Con loro riusciva ad aprirsi facilmente. La ragazzina seria, che non mostrava mai le sue emozioni, spariva quando stava in loro compagnia. E in quel momento, in mezzo a tutto quel verde, su quella altalena, insieme a Pen, era raggiante e sorridente. Quando lui la spingeva e la faceva arrivare in alto, le sembrava quasi di poter toccare il cielo.

-Siamo stati bravissimi! Non è spettacolare?- chiese entusiasta. Mentre lui smise di spingerla, lasciandola con uno sguardo interrogativo dipinto sul volto.

-Si...davvero spettacolare- disse guardandola negli occhi, per poi prendere coraggio e darle un tenero bacio sulle labbra che lei ricambiò.

-Sai...- disse, cercando di riprendersi dall'imbarazzo -dovremmo portare qui Sabo! Sono sicura che questo posto gli piacerebbe!- concluse sorridente.

-Hai ragione, andiamo a prenderlo!-

E cosi si ritrovarono a correre insieme verso il castello, per raggiungere il cugino di lei.

-Sabo! Sabo!- lo chiamò spalancando la porta. -Devi assolutamente venire a vedere il giardino!-

-Ma...- cercò di ribattere.

-Niente ma. Pen, avanti prendi la sedia a rotelle!-

Senza farsi vedere da nessuno i tre si diressero velocemente al giardino.
Sabo rimase entusiasta non appena lo vide. Era davvero spettacolare come glielo avevano descritto i suoi amici.

-Sabo...ti piacerebbe poter camminare?- gli chiese Lamy d'improvviso, lasciandolo per un attimo a bocca aperta.

-Si...ma sai che non posso.- rispose poi, rassegnato.

-Secondo me si invece! Non devi dare ascolto a quello che ti hanno sempre ripetuto sin da piccolo! Non sei malato!- lo rimproverò dura. -Devi solo volerlo, ce la puoi fare!...Provaci almeno...- cercò di spronarlo, riuscendo a convincerlo. Altre volte, quando andava a trovarlo, aveva provato a farlo camminare, ma invano. Questa volta però era diverso. -Io credo in te!- concluse addolcendo i toni, mentre lui annuiva fiducioso.

Sabo si tenne stretto ai manici della sedia e cercando di far forza con le braccia, cercò di tirarsi su. Una volta in piedi, fece piccoli passetti, aiutato da Pen che lo teneva e sul suo viso comparve un sorriso.

-Sto...sto camminando!- esclamò con un sorriso travolgente che contagiò anche Pen e Lamy.

-Sapevo che ce l'avresti fatta! Con un po' di esercizio potrai tornare a correre!- affermò Lamy convinta.

-Grazie Lamy...senza di te non ce l'avrei mai fatta!- disse Sabo con lacrime di gioia che gli rigavano il volto.

-Io non ho fatto nulla, ci sei riuscito con le tue sole forze...avevi solo bisogno di qualcuno che credesse in te.- rispose felice, puntando uno sguardo su Pen che ricambiò complice.

Poteva ritenersi soddisfatta, Lamy. Aveva ridato speranza ad un ragazzino, che per troppo tempo era rimasto rinchiuso dentro ad una stanza di quell'enorme castello.
Aveva ritrovato fiducia in se stessa e negli altri, grazie all'aiuto dei suoi amici.
E aveva ridato vita ad un giardino segreto, trasformandolo in qualcosa di spettacolare.
Si rispecchiava molto in quel giardino. Tutti e due erano stati abbandonati. La sua anima, come i rami degli alberi, si era inaridita. E il freddo era entrato in lei, gelandola con violenza, come la neve candida aveva gelato il giardino l'inverno passato.
Con un po' d'amore e complicità però, il ghiaccio che li avvolgeva si era sciolto, lasciando spazio alla bellezza più pura.
Era rimasta sola per cosi tanto tempo...ma adesso non lo era più.


ANGOLO AUTRICE:

Salve gente! ^.^ e buon decimo panda day! *Lancia coriandoli* Alors, questa fic l'ho scritta ispirandomi al film "il giardino segreto". Nelle note ho messo Ooc perché non sono molto sicura sui personaggi...piu che altro su Sabo! XD ma ditemi voi! :) Spero vi piaccia e...fatemi sapere cosa ne pensate! ;) a presto dolcezze! :3
Baciiiiiiii *se ne vola via in terre lontane*
  
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