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Autore: Lauretta Koizumi Reid    19/02/2015    5 recensioni
Sono passati 30 anni dalla fine dei giochi. La piccola Mellark è cresciuta, sa cosa sono gli Hunger Games, sa che il trentennale della loro abolizione andrà festeggiato. Tra le tante iniziative, a scuola vengono chiamati alcuni ex soldati come testimoni oculari della Seconda Ribellione.
Tra loro c’è un quasi cinquantenne del Distretto 2 che ora la sta guardando con un’espressione indecifrabile.
Lui si chiama Gale Hawthorne.
Lei ha capito che non è un semplice soldato.
Un incontro casuale, che non doveva avvenire, che cambierà tutto, che porterà la giovane ragazza a scoprire verità desiderate ma terribili.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gale si mise di fronte a Delion cercando di leggere il suo viso nonostante il buio che stava lentamente divorando il bosco.

- No. Questa è una casualità che non volevo accadesse. Certo, è inutile che io ti menta: l’avevo immaginato che potesse esserci anche Prim. Era senza dubbio una guaritrice coi fiocchi nonostante avesse solo quattordici anni. Ma la decisione di spedire in missione una giovane come lei fu... fu ideata da qualcun altro. E penso anche da chi. Dalla presidentessa Coin, che aveva paura di tua madre più di chiunque altro. Usò Prim per distruggere l’enorme potere mediatico di Katniss: pensò che senza la sorella Katniss avrebbe avuto appena la forza di uccidere Snow. E invece...

- Ma se sapevi che c’era il rischio che Prim venisse coinvolta, perché non l’hai fermata? O almeno ci hai provato?
Gale si coprì il viso con le mani esasperato.

- Delion! Ormai non era più questione di chi sarebbe rimasto in vita e chi no! Io stesso ero pronto a morire, anche tua madre, tuo padre, tutti! Forse era meglio se morivamo tutti. E invece siamo sopravvissuti e abbiamo ricominciato a vivere. Non volevo che Prim morisse, ma se la sua presenza in mezzo ai dottori dei Ribelli era la condizione, non avrei cercato di fermarlo. Mi dispiace, Delion. Era in gioco una  guerra. Le nostre singole vite erano meno di zero. Ho perso il mio Distretto, la mia migliore amica, le persone attorno a me. Ma ogni giorno mi guardo attorno e penso che per quanto la mia arma possa essere stata letale, oggi forse non saremmo nella situazione in cui siamo. Dovevi esserci trent’anni fa per capire.

Delion ormai aveva il volto rigato di lacrime.
- Io...io devo andare. La mamma mi sta aspettando.

- Vai. Ho risposto a tutto quello che volevi sapere, giusto?...

- Sì. E nonostante tutto....ti ringrazio.

Delion si riavvicinò quindi a Gale, fissandolo ancora una volta negli occhi. Non ebbe il coraggio di fare nient’altro. Anche Gale esitò. Forse non avrebbe rivisto mai più quella ragazzina in vita sua. Con estrema lentezza e delicatezza poggiò la mano sul capo di Delion ricoperto dal cappuccio di felpa azzurro. Ella non respinse il contatto, ma poi si voltò e corse via per il bosco, diretta verso casa.



 
-



- Sorella, ho bisogno di aiuto! – esclamò il piccolo Mellark irrompendo in camera di Delion che si stava togliendo la felpa.
- Che c’è? – ribattè.
- Domani la maestra interroga in scienze, devo ripetere Einstein.
- E a me lo devi ripetere?
- Papà è stanco e la mamma sta cucinando.
Delion prese in mano il quaderno macchiato della sottile e infantile grafia del fratellino e si sedette sul letto, mentre lui era ritto in piedi di fronte a lei.
- Allora...be’...dimmi tutto quello che sai su Albert Einstein.
- Albert Einstein è nato nel 1879. E’ stato un fisico e un filosofo e gli hanno dato il premio Nobel per la fisica. E’ importante soprattutto per la teoria della relatività...

Delion non prestò molta attenzione alle parole del fratello, in quanto si capiva perfettamente che aveva studiato e che stava snocciolando tutto a perfezione. Stava per interromperlo, quando una parola risvegliò la sua mente.

- ...bomba atomica. Infatti, anche se l’invenzione di una delle armi più pericolose al mondo non è sua, Einstein studiò gli atomi, le molecole e l’energia degli atomi. Le sue scoperte furono quindi poi usate per creare la bomba e tutti gli altri usi del nucleare, che come si sa, sono molto delicati, e... Delion, mi stai ascoltando?
- Sì, sì. Certo. Vuol dire che Einstein inventò la bomba atomica?
- Ma no! – sbottò lui mettendosi le mani nei capelli biondi – lo vedi che non ascolti! Lui aveva solo studiato come si potevano usare gli atomi, ma non voleva mica che fabbricassero le bombe!  
- Ah, si, giusto. Comunque bravissimo, sai tutto, prenderai il massimo domani – disse Delion sovrappensiero porgendo il quaderno al fratello.
 
Gale come Einstein. Aveva inventato qualcosa che poi gli è sfuggito di mano.

Forse sapeva che avrebbero usato la sua arma per uccidere. Forse però non sapeva come.

Ma se davvero quella strage fosse stata necessaria? Se non ci fosse stata, sarei qui?

E mia madre che era la sua migliore amica non l’ha mai perdonato. Non ha capito.
 
- Delion, che fai? Delion! – strillò il bambino strabuzzando gli occhietti grigi.
- Shhht! Taci! – disse la ragazza, mentre apriva la finestra e si calava - la loro casa era al piano terra e bastava un piccolo salto per essere giù senza farsi male, almeno non troppo – torno presto! Se ci chiamano per cena, dì che sono in bagno! Ci metto un attimo!
Senza dare il tempo al fratello di replicare, saltò sul prato atterrando col sedere. Aspettò un momento perché quel piccolo dolore si calmasse e poi corse filata verso i boschi.

Non sono passati più di dieci minuti.
Forse è ancora lì.
Se non c’è più, rinuncio.
Ma devo almeno provare.

Si addentrò nel bosco ormai buio, semi illuminato dalla luce dei lampioni circostanti, che lo dipingevano di uno strano verde scuro e blu.
- Gale! Gale Hawthorne! Galeee!! – urlò la ragazza, ritrovando il ceppo dove sedeva prima di incontrare l’uomo. Continuò per un paio di minuti correndo di qua e di là, fino in direzione della radura, poi si arrese.

- GHEEEE!! GHEEEEE! GHELAUTHOOORN! - urlò una strana voce distorta.
Delion quasi strillò di paura. Sollevò lo sguardo in direzione della voce. Appollaiata in un ramo spoglio ella vide un uccellino elegante che continuava a ripetere il suo appello.
Delion rise. Una Ghiandaia Imitatrice. - Ma tu non ripetevi solo le canzoni? – le disse.
Per tutta risposta, la Ghiandaia ripetè ancora il richiamo.
-La mia voce sembra musica quando strillo? Sei una Ghiandaia strana... – aggiunse.
Non contenta, la bestiola piumata volò su di un altro ramo e trovò un compagno a cui insegnare l’urlo di Delion.
- Piantatela, stupidi uccellacci! Avete rotto! – sbottò Delion, prendendo un sasso e tirandolo verso gli uccelli, che volarono via indignati.
 

- Non sei molto gentile, vero? – disse una voce alle spalle della ragazza.

Con enorme sollievo, ella si voltò e intravide il profilo dell’uomo, che aveva attratto i due canterini pennuti seminando delle briciole dalla sua tasca.

- Sappi che io non ho mai mancato di rispondere al richiamo della Ghiandaia Imitatrice.

Delion sorrise.

- Che cosa vuoi ancora? – chiese Gale.


 







Note dell’autrice: Hello! Sapete perché aggiorno così presto? Be’, perché l’ho finita di scrivere! Eh già, è proprio bella lì, conservata nel mio pc! E posso spoilerare in anteprima quanti capitoli ci saranno ancora, ma......solo a chi recensisce!! Buahahahaha! *piani ricattatori, li stai facendo molto male* 
A parte tutto, spero vi sia piaciuta! L’aneddoto di Einstein non so fino a quanto sia storicamente esatto, ma nel caso fate finta che sia così XD
Grazie in anticipo a tutti!

 
  
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