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Autore: Claudiac91    19/02/2015    3 recensioni
La storia narrata in prima persona da Jodelle.All'inizio è una ragazza ricca,ma solitaria.A causa della morte dei suoi genitori,la sua vita cambierà totalmente.Sta a voi scoprire come.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Ho fatto troppo presto,vero?E invece stavolta ho voluto non farvi attendere!Come sempre ringrazio le mie amiche che non mancano mai di recensire,a coloro che seguono e che hanno inserito questa storia tra le preferite.Un grazie anche a chi si limita a leggere.Un bacio a tutti*
 
 
La notizia dell’incidente di Tom mi turbò parecchio.Si trattava di un amico con cui avevo costruito una sorta di rapporto su una base di attrazione fisica,oltre che di un calciatore fenomenale indispensabile per la nuova nazionale giapponese.Parson,infatti,era corso a Parigi,per assicurarsi dello stato di salute del ragazzo.Nel frattempo mi era stata consegnata da lui stesso la lista dei calciatori che avrebbero fatto parte della nuova nazionale,facendomi promettere che non avrei dovuto riferire della cosa a nessuno di questi ed aspettare che i componenti tornassero in Giappone dai vari paesi in cui si trovavano.Anche se Benji sapeva di entrare di nuovo in nazionale già dal primo incontro con Parson.Tra questi,oltre a lui Holly, ed altri,che già avevano fatto parte della squadra,lessi con gioia il nome di Bruce,ancora una volta scelto come difensore.Avrei dovuto,però,far finta di nulla e continuare ad incoraggiarlo che tutto sarebbe andato per il meglio.In fondo mi era concesso,io sapevo già tutto.Patty era tornata dal suo viaggio in Spagna,leggermente abbronzata e potemmo parlare e confidarci su tutto quello che ci era successo rispettivamente.Tuttavia,nonostante l’euforia per entrambe,l’incindente di Tom restava argomento principale di quei giorni.Non gli avevo più scritto da quando Benji era rientrato nella mia vita,ed al tempo stesso lui non si era fatto vivo,dopo non aver ricevuto più risposta.C’era stato qualcosa anche se astratto tra noi,ma non così forte al punto tale da renderlo indispensabile per me e probabilmente lui la pensava allo stesso modo.Fatto stava che più volte avevo aperto il mio portatile per potergli scrivere una mail,ma la pagina restava bianca.Sapevo sue notizie solo tramite gli altri,tra cui Holly che di lì a poco sarebbe tornato in patria.Più passava il tempo,più però la mia mente man mano cominciava ad essere invasa dalla figura di Tom.Uno strano senso di colpa si diffondeva in me.Avevo riaperto l’ultima mail che mi aveva scritto,in cui mi parlava dei suoi studi e della solita vita parigina che trascorreva lì.Avrei dovuto dargli una risposta,se non fosse stato che mi ero completamente distratta dalla telefonata di Parson ed,infine,il mio nuovo incontro con Benji.Avevo dedicato così tanto tempo a questa mia nuova storia,che avevo scordato le altre cose,seppur secondarie.Non c’era da esserne fieri.Ma cosa avrei potuto scrivergli?Sarei stata ipocrita chiedergli sue notizie all’ultimo momento.Per mail per giunta.Se non avevo il coraggio di scrivere,figuriamoci telefonarlo o altro.Bruce aveva già provveduto per sé,ma capendo che qualcosa non andava per quanto mi riguardava,gli aveva mandato i saluti e auguri di buona guarigione anche da parte mia.Mi aveva raccontato che durante la guida,Tom si era chinato per prendere il cellulare caduto ai piedi,proprio vicino ai pedali.Non aveva rispettato lo stop e di conseguenza una macchina gli era andata a finire addosso.Fortunatamente l’altro autista aveva frenato in tempo,così che sia lui che la macchina avevano preso solo botte del tutto guaribili.Avevo ricevuto una telefonata da Parson che mi informava sul fatto che,prima del ritorno di Tom in squadra,avremmo dovuto trovare un degno sostituto,nel frattempo che il calciatore iniziasse la sua faticosa terapia a tempo di record.Tom non aveva intenzione di non partecipare al campionato e stava facendo di tutto per non mancare.Benji al telefono,cercava di rassicurarmi.Comprendeva il fatto che fosse mio amico,ma che non dovevo allarmarmi più di tanto.Ci avrebbero pensato gli altri a farlo guarire.Non avevo,tuttavia,la minima intenzione di raccontargli del feeling che era nato anni prima tra me e Tom.Punto primo,fondamentalmente non era successo nulla.Punto secondo,era inutile mettergli pensieri in testa che non avevano né capo né coda.Ma poi tornavo al punto di partenza.Come dovevo comportarmi?Un pomeriggio ero seduta al tavolo in cucina a fissare la pagina bianca della mail.Di tanto in tanto cercavo di scrivere qualcosa,ma subito dopo cancellavo.Sbuffando chiusi bruscamente il portatile.Mia zia,poco distante da me,era intenta ad asciugare delle posate e mi fissava perplessa.
 
–“Qual è il problema?”- mi chiese.
 
Feci spallucce,sbuffando nuovamente. –“Tom.Non so cosa fare”- dissi.
 
Fece una breve risata
 
–“Perché farsi tanti problemi?Sei stata occupata ultimamente,è normale non aver trovato il tempo di conversare con un amico che si trova dall’altra parte del mondo”-
 
Sospirai –“Con Holly il tempo l’ho trovato”- ammisi.
 
–“Con Holly è tutta un’altra storia”- aggiunse mia zia.
 
La guardai stupida.Tutti i torti non aveva.Nessuno aveva potuto prendere il suo posto,nemmeno dopo la sua partenza in Brasile e successivamente in Spagna.Il mio capitano restava il mio capitano.
 
–“Poi è subentrato Benji”- continuai –“E mi sono totalmente scordata di tutto il resto”-
 
Rise di nuovo –“L’amore è così.Ma ricordo male o con Tom stava nascendo qualcosa?”-
 
Strabuzzai gli occhi e arrossii.
 
–“Non è successo niente!”- affermai,imbarazzata da ciò che aveva affermato.
 
Mia zia smise di asciugare le posate e si mise una mano sul fianco,intenta a fissarmi.Poi spalancò gli occhi come se una lampadina si fosse accesa nella sua mente.
 
 –“Oh”- disse –“Ora è tutto chiaro”-
 
Inarcai un sopracciglio –“Cosa?”- chiesi.Fece una risata maliziosa –“Sei in difficoltà perché c’era un’attrazione tra voi”- affermò –“Benji sa…”-
 
-“No!”- la interruppi alzando il tono di voce –“E non c’è niente da sapere!”-
 
Il mio viso nel frattempo aveva preso completamente fuoco e la cosa non fece che aumentare il suo divertimento.
 
–“Io credo invece che sia il caso che tu gli spieghi come stanno le cose”- disse –“Così da evitare incidenti imbarazzanti quando rivedrete Tom.Non pensi che anche quest’ultimo voglia sapere di te e Benji?”-
 
Presi una ciocca di capelli,arrotolandola intorno al dito
 
–“Credo che poco gli deve interessare quello che faccio”- dissi.
 
Scosse il capo e riprese ad asciugare le posate
 
–“Qualcosa tra voi stava nascendo,poi lui è partito e siete rimasti in contatto.Dopodichè ti sei fidanzata e non hai dato più tue notizie.Io credo che tu debba essere sincera sia con uno che con l’altro”-
 
-“Io invece credo che ingigantisci la cosa.E’ più piccola di quanto sembri”- aggiunsi.
 
Lei rise di nuovo. –“Oh Jodelle,ascolta i consigli di tua zia.Gli uomini possono sembrare superficiali,ma possono essere peggiori di noi donne in certe circostanze.Anch’io ho avuto le mie esperienze prima di tuo zio”-
 
Fui incuriosita –“Ah si?Sei stata con altre persone oltre zio?”-
 
Sorrise nostalgica
 
–“C’è stata solo un’altra persona.Per la precisione,il mio amico d’infanzia.Poi però conobbi tuo zio e lo misi completamente da parte.Ora è a Kyoto,fa l’avvocato,sposato,con tre figli.Ma il punto è che,quando mi ritrovai nella situazione in cui ero divisa tra i due,fui del tutto sincera.Ero attratta da questo ragazzo tanto che a volte riempiva i miei pensieri.Ma poi capii che ero davvero innamorata di tuo zio e così feci la mia scelta.Ora questa è una cosuccia da niente,ma potrebbe essere proprio il tuo silenzio ad ingigantirla”-
 
Restai ad ascoltarla in silenzio,riflettendo su ciò che aveva detto.Le dissi che ci avrei pensato sul da farsi,dopodichè si congedò per andare a sbrigare altre faccende.Scossi il capo sorridendo all’aneddoto da poco narratomi.Avevo sempre immaginato mio zio come l’unico uomo della vita di sua moglie.Ed invece mi sbagliavo.Forse avevo una visione della vita troppo romantica.Sospirai e riaprii il portatile.Stetti un paio di minuti in silenzio a fissare nuovamente la pagina bianca della mail.Mi feci coraggio e cominciai a scrivere.
 
Più i giorni passavano,più i miei impegni aumentavano.Dovevo studiare per il master e al tempo stesso cercare informazioni sull’Olanda e trovare un nuovo giocatore all’altezza di Tom.In quel periodo stressante in cui ero sotto pressione,non cacciavo un bel carattere ed divenivo molto suscettibile.Ma da un lato c’era da comprendermi.Parson aveva lasciato sulle mie spalle un incarico non indifferente.In quanto patria che ospitava le partite della coppa del mondo under venti,non dovevamo assolutamente perdere l’amichevole.L’Olanda avrebbe sicuramente schierato i suoi migliori atleti,e a volte mi sorgevano dei dubbi.I giocatori della mia nazionale,per quanto pieni di talento,sarebbero riusciti a sopraffarla?Parson,che presto sarebbe tornato finalmente in Giappone,era convinto che calciatori come Holly o Mark Lenders avrebbero potuto cambiare le prospettive del calcio giapponese.Oltretutto c’era da aggiungere che erano i campioni in carica dei mondiali under sedici.Parson mi telefonò dandomi una serie di nomi.Di questi dovevo cercare del materiale e sceglierne uno che,secondo il mio umile parere,poteva avere la possibilità di essere preso alle selezioni.Tra lo studio degli esami,la mia relazione da alimentare,l’attesa di una risposta da parte di Tom,trovai quello che cercavo.Riuscii ad impossessarmi di alcuni video di ogni calciatore presente sulla lista ed uno mi colpì particolarmente.Si trattava di un ragazzo che anni prima aveva giocato,anche se brevemente,nel Nevada.Successivamente si era trasferito in Italia dove giocava nelle giovanili dell’Inter.Questo era il secondo club più sostenuto dal paese italiano.A livello continentale si classificava all’ottavo posto tra le squadre con più tifosi in Europa.In stretta concorrenza con la Juventus,la squadra dove Lenders era approdato da qualche anno.Il ragazzo in questione era Rob Denton.A dirla tutta il nome non mi era nuovo,e cercai di sforzarmi per ricordare se in passato avevo avuto a che fare,calcisticamente parlando,con lui.Il Nevada era stata una delle tante squadre battute da Holly,ma di lui in particolare non riuscivo a ricordarmi.Quando finalmente Parson tornò mi diede appuntamento nella sede dove l’avevo incontrato settimane prima.Precisamente quella alla quale i miei genitori erano iscritti.Quando giunsi al tavolino dove era seduto, si alzò e mi strinse cordialmente la mano.
 
–“Allora Jodelle”- cominciò zuccherando il caffè che gli era stato appena servito –“Che novità ci sono?”-
 
Gli parlai di come avevo passato i giorni cercando il giocatore giusto che avrebbe dovuto sopprimere l’assenza di Tom per un po’ e che stando alle mie conclusioni,Rob Denton era perfetto per il ruolo.Annuì versandomi dello zucchero nella mia tazza.Lo ringraziai e ne bevvi un sorso.
 –“Ti dirò”- disse –“speravo proprio che mi dicevi il suo nome.Sono d’accordo.Teoricamente parlando fa parte della generazione d’oro del calcio giapponese,ma il suo trasferimento in Italia non lo ha reso famosissimo”-
 
Posai la mia tazza sul tavolo e sfogliai alcuni documenti in cui vi erano vari dati del giocatore
 
–“Stando a questi appunti e ai video che ho visto” – dissi –“stiamo parlando di uno specialista del palleggio.Veloce e ottimo nella finalizzazione.Ho notato che nelle sue particolari doti vi sono la rovesciata e la finta ad angolo retto”-
 
Parson rise –“Si”- disse –“quest’ultima tecnica l’apprese da Gullit”-
 
Spalancai gli occhi fissandolo –“Il pallone d’oro?”- chiesi stupita.
 
Parson annuì con un sorriso compiaciuto.
 
–“Non mi stupisce allora che sia bravo”- dissi –“è stato allenato da dei campioni.Oltretutto non è semplice entrare nelle giovanili dell’Inter.Un po’ come il nostro Lenders”-
 
Prese il cesto dei biscotti posato sul tavolino e me lo porse.Con un cenno della mano rifiutai sorridendogli come per ringraziarlo.Lui ne afferò uno e se lo gustò
 
–“E’ proprio contro la Juventus che ha perso durante il campionato italiano.Tuttavia è divenuto un idolo dell’Inter e viene soprannominato “Principe del Sole”- affermò.
 
Sorrisi e pensai a Benji.Anni prima mi aveva raccontato,dopo il suo improvviso ritorno in Giappone insieme alla Grunwald,che i suoi compagni di squadra,ai tempi in cui non era del tutto simpatico,era stato chiamato “Figlio del Sol Levante”.
 
–“Ridi Jodelle?”- mi chiese Parson,richiamando la mia attenzione,incuriosito da quel mio divertimento dipinto improvvisamente sul mio volto.
 
–“Oh”- dissi –“questa cosa del soprannome mi ha fatto venire in mente un aneddoto che mi raccontò Benji”-
 
Mi fissò –“Sbaglio o hai intrapreso una relazione con lui?”-
 
Arrossii annuendo –“Come fa a saperlo?”- chiesi.
 
Fece spallucce e sorrise afferrando un altro biscotto –“I pettegolezzi volano presto”- affermò.
 
–“Scommetto che mio cugino c’entra qualcosa”- dissi con tono tra il minaccioso e il divertito.
 
Scosse il capo –“Tutt’altro.Me lo disse Oliver”- disse.
 
Strabuzzai gli occhi.E da quando Holly si interessava a cose così futili come le relazioni altrui?Inoltre non avevo avuto modo di parlargli chiaramente della mia relazione con Benji,ma ben sapevo che sia quest’ultimo che Patty lo avevano già informato da tempo.
 
–“Spero solo che non sarai elemento di distrazione per il portiere”- affermò Parson con un sorriso.
Tuttavia,nonostante la sua espressione tranquilla,sentivo che in quell’affermazione c’era una sorta di avvertimento.Ero la manager della nazionale e non potevo intralciare il percorso sportivo di uno dei giocatori.A maggior ragione se si trattava del mio fidanzato.Scossi il capo,sorridendogli per rincuorarlo
 
–“Non potrei mai.Finalmente si è ripreso dopo l’infortunio con la Colonia e si sta allenando duramente per questo campionato.E poi non sottovaluti la sua concentrazione.Separa la sfera sentimentale da quella sportiva.Quasi quasi dovrei essere gelosa del pallone”- dissi.
 
Rise per la mia battuta.Il resto dell’incontro lo passammo parlando del campionato ormai alle porte,del ritiro della nazionale che presto avrebbe dovuto organizzare e della presentazione in conferenza stampa del prossimo mister.Per quella volta,Marshall avrebbe fatto da spettatore.E di questo un po’ ne ero dispiaciuta.
 
–“Credo che sia il caso di salutarci adesso”- disse Parson dopo lunghi attimi di conversazione.
 
Annuii,raccolsi le mie cose e mi alzai,seguita da lui.
 
-“Ci sentiremo prossimamente per i nuovi programmi da definire”- disse allungando una mano.
 
Tra questi c’era quello di richiamare in patria Rob Denton,ma per quello ci avrebbe pensato lui stesso recandosi direttamente a Milano.
 
–“Certo”- risposi,stringendogliela.
 
Ma invece di andarsene,restò immobile sul suo posto a fissarmi,con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.Non capendo cosa gli stesse prendendo e cominciando a sentirmi in imbarazzo,gli chiesi se aveva altro da chiedermi.
 
–“In effetti si”- rispose
 
Attimo di silenzio.
 
 –“Jodelle hai mai pensato di diventare Talent Scout?”- mi chiese d’un tratto.Sbattei le palpebre confusa
 
–“Talent Scout?”-ripetei.
 
Annuì –“Hai talento.Pensaci su”- mi disse.
 
Dopodichè si congedò.Quando tornai a casa il sole era già tramontato.Non avevo fatto caso che il pomeriggio per quell’incontro era volato.Non appena varcai la soglia d’ingresso Bruce mi si piombò davanti,curioso di sapere com’era andato.
 
–“Allora?Che ha detto?”- chiese ansioso.
 
Feci spallucce,cercando di fare quanto più possibile l’indifferente.
 
–“Si è parlato del più e del meno”- risposi.
 
Inarcò un sopracciglio fissandomi
–“Del più e del meno?Ma avrai saputo qualcosa sulla formazione no?”-
 
Accennai un sorriso,ma cercai di restare seria e mi incamminai in camera mia,seguita da lui come un cagnolino
 
–“Ha preparato zia?Ho una fame”- dissi,aprendo la porta della mia stanza e gettando la borsa sul letto.
 
–“Si adesso ceniamo.Ma non hai risposto alla mia domanda”- disse.
 
Mi sedetti sulla sedia della scrivania per togliermi le scarpe e quando lo feci trassi un sospiro
 
–“Queste ballerine sono troppo strette”- affermai,facendo muovere le dita dei piedi –“Avevi ragione tu,dovevo prendere un numero più grande”-
 
-“Jody!”- mi richiamò mio cugino con un tono disperato,guardandomi con uno sguardo supplichevole.
 
Alzai lo sguardo su di lui e sorrisi.Non dissi nulla,ma mi limitai a fargli un occhiolino.
 
–“E che significa?”- mi chiese,per niente soddisfatto del mio gesto.
 
Sospirai –“Ah Bruce,mi chiedo se tutta questa ansia riuscirai a controllarla per il nuovo campionato”- esclamai.
 
Mio cugino spalancò gli occhi,che si stava riempiendo di speranza.Si avvicinò e si inginocchiò.
 
–“Che intendi dire?”- mi chiese –“Vuol dire che farò parte della squadra?”-
 
Feci di nuovo spallucce –“Attendi e vedrai”- risposi.
 
Fece il broncio e sbuffò.Si alzò e si avviò fuori dalla camera
 
–“Non fare lo scontroso adesso”- gli urlai quasi divertita.
 
Lui si voltò,mi fece la linguaccia ed uscì dalla stanza lasciando la porta aperta.Mi alzai e corsi veloce per affacciarmi al corridoio
 
–“Chiamami quando è pronto!Apparecchi tu vero?”- gli dissi a voce alta.
 
Ma non rispose.Sorrisi,scuotendo il capo.Sapevo che ci aveva sentito benissimo e il suo non rispondermi era un modo per farmi un dispetto.A volte sembravamo così infantili.Mi riaccomodai alla scrivania ed accesi il mio portatile.Volevo dare uno sguardo a qualche documento del master e infine dedicarmi agli appunti che avevo accumulato sul nuovo acquisto della squadra.Per non parlare del fatto che ancora dovevo raccogliere informazioni sulla squadra olandese.Mi chiedevo poi cosa avrebbe detto Benji dopo che gli avrei raccontato dell’incontro con Parson.Quest’ultimo poi che se ne era uscito con la storia del Talent Scout.Io poi?Figuriamoci se una ragazzina come me,come d’altronde il mio ragazzo mi definiva,poteva ambire a tanto.Poi pensai a come ero stata nominata manager della nazionale giapponese per le mie abilità.Qualcosa pur stava a significare.Alzai gli occhi al cielo e sospirai per essermi lasciata andare anche solo per un momento ad una fantasia messami in testa da Parson.Stavo per mettermi al lavoro,quando la casella della mail fece il suono tipo di quando me ne arriva una nuova.Ebbi un tuffo al cuore quando constatai che Tom aveva risposto.
   
 
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