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Autore: Papillon_    19/02/2015    2 recensioni
[Questa storia partecipa al Klaine wedding challenge, indetto da Flan e Ginny_Potter]
Kurt vive in un regno incantato e pensa che trovare l'amore sia fin troppo semplice. Per questo appena il principe Sebastian gli chiede di sposarlo non ha niente da obiettare: naturalmente accetta, desideroso di amare ed essere amato di rimando.
Ma un giorno una strana vecchina e un incantesimo mettono tutto in discussione, e Kurt viene spedito in un mondo dove niente è davvero facile, soprattutto quella strana e complicata cosa che tutti conoscono con la parola amore. Kurt conoscerà una nuova vita, ma soprattutto conoscerà un uomo che ha smesso di credere nelle favole - ma che ha ancora un cuore enorme, che Kurt spera in qualche modo di poter scoprire.
(Come d'incanto!Klaine)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Uhm, saaalve!

Questa storia partecipa alla Klaine Wedding Challenge, indietto da Flan e Ginny_Potter, che consiste in un progetto in cui alcuni autori si sono presi l'impegno di scrivere come immaginano il matrimonio della nostra coppia preferita, la Klaine, secondo un prompt assegnato – e di pubblicare suddette storie nella settimana del matrimonio, appunto. Dunque, siccome i miei prom dicevano così:

-Matrimonio fairytale: ovvero un matrimonio favolesco. Potete ispirarvi ad una favola o inventarne una voi!

-Matrimonio esotico: i due personaggi si trovano alle Hawaii o su un'isola (perché no, anche deserta!) e decidono di sposarsi” - io ho scelto di dedicarmi interamente alla prima trama, e questa “Come d'incanto!Klaine” è ciò che ne è venuto fuori. Non so se questo film vi è familiare, se così non fosse, trovate il link al trailer qui.

Mi scuso già in anticipo se la parte iniziale della storia non sarà dedicata al matrimonio – cercate di capirmi, dovevo fornire alcune informazioni iniziali e dare uno sfondo al tutto. Spero davero che vi piaccia <3 Ringrazio infinitamente Rob (Ambros) per avermi aiutata per la scelta del titolo!

Buona lettura :3

 

 

Be my happy ending

 

Kurt quando apre la finestra e sente gli uccellini cinguettare si chiede se la sua vita potrà mai essere sempre così – un po' piatta, un po' come la superficie di un lago che non viene mosso. Però in qualche modo è felice – sta trovando il modo di essere felice anche se è rimasto solo, suo padre non c'è più da un pezzo e sua madre li aveva già lasciati quando era molto piccolo, ma Kurt – Kurt ha forza, a lui piace essere conosciuto come un ragazzo pieno di coraggio lì nella Valle dei Tulipani.

Il suo canto si mischia a quello degli uccellini che gli fanno compagnia di primo mattino, e Kurt innaffia le piante accanto a sé sorridendo leggermente a qualche usignolo colorato che lo guardo con occhi grandi e curiosi. E Kurt ride – ride perché sa quanto sia importante un sorriso, suo madre glielo ha detto davvero tante, tante volte.

Kurt poi coglie un fiore da quelli che sono cresciuti sul suo davanzale e rimane a fissarlo mentre canta – e sì, sa decisamente che c'è molto di più da che può aspettarsi da quella vita.

 

*

 

Tu posi gli occhi sul mondo senza malizia, amore mio. Tu raccogli un fiore senza domandarti se abbia le spine perché il tuo cuore è puro – e anche se alla fine le trovassi, quelle spine, concederesti al mondo un sorriso dolce e troveresti un modo di toglierle una ad una.

Di questo mi sono innamorato, Kurt. Del modo in cui i tuoi occhi si posano sul mondo.

 

*

 

E' un caso che Kurt abbia la finestra aperta quel mattino, perché si è ripromesso da diversi giorni che avrebbe pulito tutti i vetri. Di solito quando canta lo fa con la casa ben chiusa, perché non gli piace che i cittadini della Valle dei Tulipani gli dia ascolto e lo disturbino – o magari lo prendano in giro per la sua voce dalle tonalità femminili. Ma Kurt oggi ha voglia di credere che sia una bella giornata così non si ferma, e canta distendendo le corde vocali e toccando le note più alte senza sforzo, fino a che una voce molto più profonda e roca si mescola alla sua.

Kurt sussulta e scende dalla sedia che stava usando per arrivare fino al punto più alto del vetro, e spalanca gli occhi alla ricerca della persona alla quale quella voce appartiene, ma non vede nessuno. Non vicino alla casa, almeno. Deglutisce almeno mille volte prima di farsi coraggio e uscire dalla propria casa di legno, e poi fa qualche passo verso il pozzo rendendosi conto che proprio lì appoggiato alla pietra c'è un ragazzo che prima non aveva mai visto. Kurt lo osserva nella sua interezza e il suo cuore perde un battito, perché è sicuro che quel giovane uomo abbia una bellezza che non ha mai visto in nessun altro – si perde ad osservare i suoi capelli castani e quasi biondi, il suo enorme sorriso, gli occhi verdi come i prati che ci si sono vicino alle Cascate Magiche.

Kurt sussulta quando quel ragazzo ricomincia a cantare, e Kurt poco dopo si sente costretto a cantare a sua volta; lo segue, segue le sue parole e il significato che segretamente si portano dietro e arrossisce appena, perché quello dev'essere un sogno. Un bel sogno.

Quando il ragazzo finisce la canzone allunga una mano verso Kurt – ha un sorriso disarmante, di quelli che illuminano ciò che c'è intorno, e Kurt pensa che è tutto molto affrettato, ma in qualche modo bello comunque.

“Ciao.”, mormora appena lui, accarezzandogli le nocche. “Ho sentito che cantavate, e non ho potuto fare a meno di fermarmi.”

“Salve.”, sussurra cordialmente Kurt, accennando un piccolo inchino.

“Avete una voce meravigliosa.”, sussurra appena quel ragazzo, baciando di sfioro la mano di Kurt. “La voce più bella che abbia mai sentito.”

“Non esagerate.”, lo rimprovera Kurt, deglutendo appena. “Credo di non essere così speciale.”

“Lo siete eccome.”, lo corregge lo sconosciuto, alzandosi in piedi improvvisamente per mettersi di fronte a lui. “Ditemi il vostro nome, vi prego.”

Kurt sbatte le palpebre una singola volta – il suo cuore perde un battito, e si trova a ridacchiare.

“Kurt Hummel.”, mormora appena, lasciando che le lettera scivolino fuori dalla sua bocca. “E voi?”

“Sebastian. Sebastian Smythe.”, un borbottio, e Kurt spalanca gli occhi portandosi entrambe le mani alle labbra.

“Oh mio dio ma voi- voi siete il principe del Regno di Mezzo.”, esclama Kurt, mettendosi immediatamente in ginocchio. “Mi rincresce tanto, Vostra Altezza; vi prego di perdonarmi ma non sono riuscito a riconoscervi-”

“Kurt, ehy.”, lo chiama dolcemente Sebastian, sfiorandogli una spalla e facendoli così segno di alzarsi in piedi. “Vi prego, non sono assolutamente arrabbiato.”

Kurt sente le proprie guance tingersi di rosso – soprattutto perché Sebastian non lo lascia andare.

“Sentite, Kurt-”, sussurra appena Sebastian, passandosi appena una mano tra i capelli. “So che può sembrarvi qualcosa di assolutamente affrettato, ma- vi osservo da tutto il mattino, e non ho potuto fare a meno di notare la vostra bellezza, e di innamorarvi della vostra voce. Voi siete- siete speciale, più di ogni altro ragazzo avessi mai potuto desiderare al mio fianco, e vorrei-”, un sussulto, e poi Sebastian si mette in ginocchio, facendo sgranare gli occhi di Kurt. “...vorrei avere l'onore di sposarvi.”

“Oh, per tutti i tulipani-”, borbotta Kurt, portandosi una mano al cuore. Kurt spera che questo non scivoli via dal suo petto e si faccia una bella passeggiata per tutta la Terra delle Storie. Deglutisce appena, prima di rispondere con un filo di voce: “Io non sono nobile, Vostra Maestà-”

“Non m'importa di nessun titolo, Kurt, se si tratta di voi. Vi voglio al mio fianco. Voglio poter ammirare la vostra grazia e la vostra bellezza per il resto dei miei giorni.”

Kurt a quel punto sa di avere gli occhi lucidi – e quando annuisce, quando dice , sinceramente non sa nemmeno perché lo fa – lo fa e basta, perché lo ha sempre saputo che il suo cuore era destinato a molto, molto di più. A tutto.

Sebastian si alza in piedi e lo avvolge tra le braccia, e Kurt si fa cullare, appoggiando le mani su quelle spalle larghe e imparandone la consistenza sotto le dita.

Nei libri che Kurt ha letto da piccolo dicevano che l'amore fa battere forte il cuore, fa sentire migliori e al posto giusto e al momento giusto, fa piangere e ridere, arrabbiarsi e scherzare.

E beh – Kurt non può fare a meno di sperare che quello che stia sentendo adesso sia Amore, ma non può esserne sicuro, non davvero.

 

*

 

Kurt ha la sensazione di aver dimenticato qualcosa mentre Sebastian lo porta al suo castello - e non qualcosa di fisico, ma un pezzo mancante di ciò che è lui, dentro.
Eppure si stringe forte a Sebastian e sorride, quando lui si volta e cerca i suoi occhi. Forse sta solo succedendo tutto troppo in fretta, forse Kurt nemmeno lo sta realizzando - sa solo che è tutta la vita che sogna un amore da favola, un matrimonio da favola, una vita da favola e Sebastian - lui sembra trovarsi al posto giusto al momento giusto.
Così Kurt sorride cordialmente ai suoi genitori e si lascia promettere castelli, denaro, prati di tulipani e mille viaggi per la Terra delle storie.
Kurt è felice, lo è davvero.
Eppure ha come la sensazione che gli manchi qualcosa.

 

*

 

Le dita di Kurt non tremano il mattino del matrimonio.
Lascia che la servitù gli allacci il vestito che copre il suo corpo e si adatta alle sue membra delicate come se fosse seta - e forse quel tessuto è davvero seta, ma Kurt come fa a saperlo che non ha mai avuto un soldo per compare il pane caldo giù ai mercatini vicino al Bosco Incantato? Sorride cordiale alle ragazze e risponde a domande di natura semplice, e l'unica cosa che chiede è di avere attaccato al petto un tulipano blu - perché erano i fuori preferiti di sua madre - e non la rosa bianca come vuole Sebastian. Ma la servitù si impone, dicendo che la rosa bianca è il simbolo del regno di Sebastian, così Kurt sorride tristemente e si limita ad accettare - perché non ha scelta.
Vada per la rosa bianca.
Il suo vestito è bianco nonostante lui l'abbia chiesto azzurro chiaro - è il suo colore preferito, non può farci nulla. I pantaloni sono morbidi e gli fasciano le gambe, chiudendosi in due eleganti stivali alti - Kurt non si riconosce nemmeno. Sembra un principe, anche se non lo è ancora, o forse nemmeno lo sarà mai.
Gli viene detto che presto dovrà percorrere la navata e raggiungere Sebastian - lui lo sta aspettando con un vestito rosso accesso con inserti dorati, e anche se Kurt non lo ha mai visto sa già che gli starà divinamente - anche se forse è un po' eccessivo.

Così Kurt abbandona la stanza in cui si è preparato ed esce all'aria aperta e soleggiata che appartiene al regno di mezzo, le dita accartocciate davanti al petto mentre passeggia per raggiungere la piccola chiesa in cui si sposeranno di fronte al loro regno e alla famiglia di Sebastian. Improvvisamente, da un cespuglio accanto alla stradina che Kurt sta percorrendo spunta fuori una vecchia signora leggermente gobba che gli sorride vagamente.

Kurt sa che non dovrebbe fidarsi degli sconosciuti - suo padre glielo diceva una cosa come mille volte al giorno, ma non può farci niente quando la vecchina lo chiama vicino a sé, dicendogli che ha un meraviglioso mazzo di tulipani blu da donargli - e a Kurt brillano gli occhi, perché vuol dire che può percorrere la navata con quel mazzo tra le mani.
Kurt pensa che tanto il matrimonio senza di lui non può cominciare, così si avvicina - e sì, deve ammettere che la vecchina è un po' inquietante con quegli occhietti impestati e strabici e quel naso grande da cui spuntano imperfezioni, ma sembra gentile, per cui Kurt le sorride.
"Dolce futuro principe, questo mazzo di tulipani blu è un mio regalo per voi, un augurio che possiate diventare un principe giusto per la nostra gente.", gracchia la vecchina. Kurt prende il mazzo di fiori e ci immerge il naso dentro, e quasi si emoziona.
"La ringrazio tanto, signora. I tulipani blu sono così importanti per me.", mormora Kurt emozionato. La vecchina improvvisa una risata senza tono, ma Kurt è troppo preso dai fiori per notarlo.
"Spero davvero di diventare il principe che tutti vogliono.", sussurra poi con un filo di voce. A quel punto la vecchina gli si avvicina con un ghigno furbo.
"Volete saperlo?", gli chiede. Kurt alza un sopracciglio, non capendo il senso della domanda."Sapere se sarete un buon principe.", gracchia lei, cancellando così i suoi dubbi.
"Sarebbe bellissimo.", sussurra Kurt, "Ma non ne vedo il modo."
A quel punto il volto della mendicante si increspa in una smorfia compiaciuta. "Io conosco il modo. Io so tutto.", borbotta, afferrando un braccio di Kurt per trascinarlo lontano. Kurt fa per protestare e dire qualsiasi cosa sul fatto che dovrebbe andare a sposarsi, ma la donna sembra non sentirlo.
"C'è questo pozzo-", comincia, "...che le persone usano per conoscere il loro futuro. Lo potete usare, mio futuro principe."
"Davvero?", chiede appena Kurt, quando arrivano di fronte a questo pozzo fatto di pietra, piccolo e buio oltre ogni dire.
"Certamente. Vi basta sporgervi e darci un'occhiata. Fidatevi di me."
E Kurt ha questa abitudine di fidarsi quando la gente glielo chiede, perché il suo cuore è puro, infinito, aperto, enorme. Così lo fa: si fida e si sporge guardando giù, perché ha bisogno di sapere ogni cosa sul suo futuro.
Non ha nemmeno il tempo di concentrarsi su quello che sta vedendo, che improvvisamente sente qualcuno spingerlo dentro il pozzo, e presto il suo mondo diventa un vortice di urla, buio e oscurità.

 

*

 

Quando Kurt apre gli occhi in un primo momento non riesce a capire dove si trova. In realtà non riesce a capire nemmeno quanto tempo sia passato – le sue tempie pulsano leggermente per un tremendo mal di testa che sta per nascere, e Kurt ha la sensazione che quello sia solo un brutto sogno, e si dice che presto troverà il modo di svegliarsi. Intorno a lui c'è buio, le sue gambe e le sue braccia sono cosparse di polvere magica – e improvvisamente, sopra di lui, sente un piccolo suono metallico e così decide di allungare una mano. Spinge; spinge con tutte le sue forze finchè questa cosa enorme e rotonda e pesante si sposta, permettendogli di alzarsi e fuoriuscire da quello spazio buio solo con il busto.

E Kurt pensa che sì – quello è decisamente un sogno. Spalanca le labbra e gli occhi in maniera davvero poco regale, nel momento in cui si rende conto che i prati della Terra di mezzo sono completamente scomparsi e al loro posto ci sono – strane scatole che viaggiano su quattro ruote molto luminose. Kurt si guarda intorno, notando che le persone lo stanno fissando – lui guarda ognuno di rimando, ma non riesce a riconoscere quel modo di vestire. Ci sono bambini, mamme e papà e giovani ragazzi ma nessuno di loro raccoglie fiori o canta per chiamare gli uccellini o si muove su sinuosi cavalli. Camminano come se la loro meta fosse la stessa quasi marciando – e Kurt ammette che per la prima volta ha paura.

Riesce a tirarsi fuori in qualche modo da quello strano buco e inizia a camminare – ben presto a poca distanza da lui una delle scatole luminose che viaggiano su quattro ruote si ferma producendo un rumore assordante e Kurt grida – ma in che diamine di regno è finito? Corre fino dall'altra parte della strada, facendosi in qualche modo trascinare dalla folla lontano da quei rumori infernali, finchè per sbaglio pesta il piede di qualcuno e si gira velocemente per scusarsi.

“Sta un po' attento.”, gli ringhia senza troppa gentilezza un uomo molto piccolo. E Kurt potrebbe seriamente piangere di gioia.

“Oh mio dio, sia ringraziato il sole! Brontolo!”, esclama sorridendo al piccolo uomo. Non ha mai incontrato i sette nani di persona, ma si dice per forza che quel piccolo uomo brontolone debba essere uno di loro. Si sporge per chiedergli delle informazioni, ma questo se ne scappa più velocemente possibile borbottando quante assurdità la gente dice in giro al giorno d'oggi.

E Kurt vorrebbe quasi scoppiare a piangere, ma naturalmente non lo fa. Deve essere forte, deve cercare di non cedere: così si avvicina ad ogni persona che incontra chiedendo se abbia visto Sebastian, come si chiama il regno in cui si trova e come potrebbe fare per tornare nel Regno di mezzo – ma tutti lo guardano con paura e scetticismo, e Kurt si sente sempre più piccolo e vulnerabile.

 

*

 

Blaine non ha davvero mai creduto nelle favole.

Da piccolo nessuno si prendeva la briga di raccontargliele o inventarsele per lui, così si limitava a chiudere gli occhi di tanto in tanto e immaginare di avere un libro gigante tra le mani e leggerlo, ma non succedeva mai niente, poi. I suoi genitori erano poco a casa, e suo fratello Cooper non aveva di certo il tempo di narrargli qualche stupida favoletta.

Ma se aveva qualche piccola ed effimera speranza, l'ha persa quando lui la sua favola l'ha vista sgretolarsi davanti ai suoi occhi.

Blaine ha dato tutto il suo cuore ad un ragazzo che poi l'ha spazzato via. Lo ha sposato, questo ragazzo, quando a malapena aveva vent'anni, e poi si è convinto di fare la pazzia di adottare una bambina perché loro erano pronti, loro erano di più, loro potevano farcela.

Melanie aveva appena compiuto tre anni, quando Blaine aveva visto il suo principe azzurro sgusciare fuori dal loro appartamento nel cuore della notte. Da quel giorno non lo ha mai più rivisto e nemmeno lo vuole rivedere. È rimasto solo con una figlia da accudire, una bambina che non avrà il minimo ricordo di come suo padre era.

Per questo Blaine non crede nelle favole. O nell'amore vero, nel bacio che ti strappa dall'incantesimo.

Perchè comunque è tutto inutile – e le favole sono fatte per le persone ingenue, le persone che il male non l'hanno mai davvero conosciuto.

 

*

 

Kurt non ha la minima idea di che cosa sia una metropolitana – però è abbastanza comoda, e pensa che non appena incontrerà Sebastian gli parlerà di quella strana città sotterranea che è piena di vita e chi lo sa, magari potrebbero metterne una in tutta la Terra delle storie, per potersi spostare da un luogo all'altro.

Kurt è stanco, quando esce dalla metropolitana. I suoi muscoli bruciano e i suoi occhi pizzicano – non riposa da un tempo che gli pare infinito e nessuno gli si è avvicinato per chiedergli se ha bisogno di aiuto ed è così maledettamente triste – insomma, da dove viene Kurt se qualcuno è in pericolo bisogna aiutarlo sempre.

A un certo punto Kurt svolta un angolo e per uno strano scherzo del destino vede una sorta di – castello, sì, un castello sollevato da terra che brilla di mille luci diverse, e ha paura che il sollievo lo possa devastare. Si precipita vicino all'edificio e nota una piccola scala di ferro che porta proprio nel punto in cui c'è il castello, così senza aspettare un secondo di più si arrampica in velocità e quando arriva davanti a tutti quei brillantini non può fare altro che sorridere dalla gioia. Bussa una decina di volte con le nocche, il cuore che praticamente gli scoppia.

“Salve, c'è qualcuno? Sono Kurt Hummel, futuro marito del principe Smythe, e mi stavo chiedendo se potreste ospitarmi per qualche giorno finchè lui non viene a salvarmi!”, grida. Per qualche secondo c'è solo un triste, piatto silenzio, poi Kurt riprende a bussare insistentemente. “Vi prego, vi pagherò con denaro e terre, non siate scortesi!”

Kurt quasi sussulta quando sente una vocina rispondergli, ma si rende conto troppo tardi che non proviene da quello strano castello, ma da qualche metro più in basso rispetto a lui.

“...visto papà? Te l'avevo detto che c'era un principe lassù!”

Kurt sbatte le palpebre un paio di volte e si sporge per vedere che a terra, a qualche metro da lui, una bambina paffuta con dei riccioli neri lo sta indicando. E proprio lì vicino, con gli occhi spalancati, un ragazzo che non deve essere molto più vecchio di lui lo sta fissando con gli occhi sbarrati.

“Salve!”, li saluta Kurt con un tenero sorriso. “Io stavo solo- cercando di farmi sentire dagli abitanti di questo castello.”, spiega poi, indicando l'edificio dietro di lui. “Ma temo non ci sia nessuno.”

“M-Melanie, amore-”, borbotta il ragazzo che c'è accanto alla bambina immediatamente dopo. “N-non ti muovere, va bene?”

Kurt vede quel giovane uomo fare qualche passo verso la scala, ma Kurt a quel punto fa un passo in avanti per fermare qualsiasi cosa lui voglia fare.

“No vi prego, non vi disturbate io- posso assolutamente cavarmela da solo-”

Un momento dopo, Kurt scivola dalla piattaforma che aveva raggiunto, e nel giro di un secondo si trova catapultato giù, le mani che si aggrappano disperate al bordo del metallo. Ci sono delle urla che Kurt non riesce bene a distinguere, poi forte e chiara la voce di quel ragazzo.

“Tieniti forte, coraggio-”

Ma Kurt non è abbastanza forte e le sue mani scivolano, facendogli prendere la presa. Ha a malapena il tempo di rendersi conto che la voce della bambina sta gridando “Prendilo, papà!”, e qualche istante dopo, il suo corpo si scontra bruscamente con qualcosa di morbido – sente un piccolo gemito, un lamento più che altro, e si rende conto troppo tardi di essere caduto letteralmente addosso a quel ragazzo.

Oh- per tutti i tulipani, mi dispiace così tanto!”, esclama Kurt, muovendosi per mettersi in ginocchio di fronte a quell'uomo. “Non volevo farvi del male- caspita però, mi avete preso al volo, siete stato davvero bravo!”, esclama ridacchiando. Il ragazzo alza un sopracciglio nella sua direzione, lasciandosi scappare un gemito che non sembra molto carino.

“Che diamine stavi facendo lassù?”, gli chiede poi, massaggiandosi con delicatezza un fianco. Kurt si morde distrattamente il labbro inferiore, sentendosi un pochino in colpa.

“Ve l'ho detto, stavo cercando di capire se in quel castello abita qualcuno.”

Kurt vede quel ragazzo deglutire. “Stai scherzando- quella è un insegna.”, sottolinea con fare piuttosto ovvio. “Devi aver sbattuto la testa.”

“No, grazie a voi no.”, mormora Kurt, regalandogli un sorriso piccolo. “Però viaggio senza sosta da ore, ormai; e in questo posto nessuno si è dimostrato minimamente gentile nei miei confronti.”

“Beh-”, borbotta il ragazzo, passandosi le mani sulla braccia per scacciare via la polvere. “Benvenuto a New York.”

E oh- per la prima volta il cuore di Kurt si scalda, perché finalmente qualcuno gli sta mostrando un po' di gentilezza. “Grazie.”, sospira, sorridendo nel modo più sincero che riesce. Vede gli occhi di quel ragazzo illuminarsi appena – sorprendendosi, come se non fosse abituato a quello, al modo che ha Kurt di rapportarsi con mondo. Blaine poi sbatte le palpebre e allunga una mano per aiutare Kurt ad alzarsi.

“Sono Blaine, comunque.”, gli dice piano, passandosi le dita tra i folti ricci neri che ha in testa. “Questa è mia figlia Melanie.”

“Io sono Kurt.”, esclama fieramente l'altro, facendo un ampio inchino. “E' un grande onore per me conoscervi.”, sussurra, prendendo poi la manina di Melanie per poterla baciare. Lei ridacchia dolcemente e poi arrossisce, cercando gli occhi del padre.

“Dunque, uhm-”, borbotta Blaine, sembrando sinceramente spaesato. “C'è qualcosa che posso fare per te? Non so- ti presto il telefono? O magari ti chiamo un taxi-”

“Non so cosa sia un telefono.”, borbotta Kurt. “E sinceramente nemmeno un taxi, io- non li ho mai sentiti nominare.”

Blaine a quel punto aggrotta la fronte. Fa per aprire la bocca per dire qualsiasi cosa, ma viene interrotto da Melanie.

“Kurt, perché sei vestito da principe?”, chiede dolcemente, indicando il suo vestito bianco.

Oh!”, esclama Kurt con entusiasmo. “Ma perché lo stavo per diventare, piccolina! Ero proprio sul punto di sposarmi con il mio principe quando per qualche strana ragione sono finito in questo posto immenso, e...beh, adesso sono qui con voi.”, sussurra Kurt sorridendo. Melanie trotterella verso Blaine per picchiettargli la pancia con una manina.

“Lo possiamo tenere con noi, papà?”, gli chiede dolcemente e guardandolo negli occhi. “Te l'avevo detto che lui era un principe!”

“Tesoro-”, sussurra Blaine, arricciando le labbra per non farsi sentire da Kurt, “Io credo che dovremmo andare a casa il più presto possibile. Ho la sensazione che questo ragazzo abbia bevuto un po' troppo-”

“Ma non possiamo lasciarlo qui!”, si lamenta Melanie, strattonandogli i lembi del maglioncino. “Tu mi dici sempre che bisogna aiutare le persone sole!”

Blaine alza gli occhi al cielo, a quel punto, e cerca di costruire un discorso con il quale possa convincerla a lasciar perdere quelle assurdità, quando per uno strano scherzo del destino il cielo viene squarciato da un fulmine, e nel giro di qualche istante la pioggia inizia a bagnare i loro corpi.

“Avanti piccola, il cappuccio-”, borbotta Blaine aiutandola a sistemarsi. “Fila in macchina, io arrivo subito.”, le dice dolcemente. Alza lo sguardo giusto in tempo per vedere che Kurt si sta riscaldando strofinandosi le mani sulle braccia – è vestito pochissimo, quel terribile temporale sembra appena cominciato e Blaine – beh, non può lasciarlo lì.

“Coraggio.”, sussurra allungando una mano verso di lui- “Ti porto al caldo.”

 

*

 

Non avresti mai il coraggio di ferire nessuno. Se dovessi farlo, penso preferiresti ferire te stesso, perché tu sei fatto così. Metti la vita degli altri sempre prima della tua. Hai un cuore immenso. E io – io sono così felice di poter dire di essere amato dal tuo cuore, Kurt. Di essere un pezzetto della tua anima.

 

*

 

Kurt non ha smesso un singolo istante di parlare.

In macchina non ha fatto altro che chiedere a Melanie cosa fosse ogni piccolo oggetto che vedeva – Blaine che di tanto in tanto lo guardava e voleva chiedergli Ma sei almeno reale? - o se era semplicemente un personaggio uscito da qualche fiaba. Non si era fermato nemmeno dopo, quando avevano preso l'ascensore per arrivare nell'appartamento di Blaine e Melanie, e adesso stava raccontando per la quinta volta consecutiva quello che gli era capitato e com'era finito lì.

“E niente, c'era questa vecchina che sembrava molto dolce che mi ha detto di avvicinarmi a un pozzo, e io l'ho fatto. Solo che poi credo che mi abbia spinto giù, e io mi sono ritrovato avvolto dal buio, e poi c'era questa- questa- come hai detto che si chiama?”

“Automobile.”, sussurra Melanie.

“Ecco. Che stava per uccidermi!”, esclama Kurt, entrando nel loro appartamento. Sono tutti e tre stanchi e infreddoliti, e Blaine francamente non vede l'ora di mettere Melanie a letto e sprofondare sul suo bel divano a leggere qualche vecchio romanzo.

Ma prima, deve occuparsi di quel piccolo grande problema che è Kurt.

Approfitta del fatto che lui sembra semplicemente incantato dal loro appartamento per prendere Melanie da parte e portarla verso la cucina.

“Allora tesoro-”, borbotta, passandosi una mano tra i riccioli umidi, “Adesso ti fai una bella doccia e fili nella tua stanza, d'accordo? Io mi occupo di Kurt.”

“Non lo vuoi mandare via, vero?”, sussurra piano Melanie, lanciando un'occhiata a Kurt, che nel frattempo sta toccando con la punta delle dita una lampada. Dal suo sguardo e il suo stupore, Blaine giurerebbe che non hai mai visto una lampada in vita sua prima di quel momento.

“Piccola, Kurt è-”, comincia, cercando di trovare le parole giuste, “E' un ragazzo molto confuso che si è perso, e io devo aiutarlo a tornare a casa. Non posso tenerlo qui.”

“Ma papà-”, sbuffa Melanie, puntando i piedi. “Io credo che lui sia un vero principe.”, ripete per l'ennesima volta, scandendo ogni parola come se fosse un piccolo grugnito. Blaine alza gli occhi al cielo, poi si inginocchia di fronte a lei per accarezzarle piano una guancia tonda.

“Mel.”, un sussurro, nulla di più. “Non esistono i principi delle fiabe. Sei una bambina intelligente, ne abbiamo già parlato. Per favore, non complicare le cose.”

“Sei solo cieco e cattivo, papà!”, urla lei, spingendolo con le manine per poi allontanarsi. “E non vuoi aiutarlo anche se sai che non è una brutta persona!”, dopo aver urlato, Melanie corre in camera sua e sbatte la porta alle sue spalle. E Blaine non può fare altro che massaggiarsi la fronte e sbuffare.

“Va tutto bene?”, gli chiede una voce timida che proviene dal divano. Blaine alza appena lo sguardo e incrocia li occhi oceano di quel ragazzo – di Kurt, si dice – e gli sorride appena, un sorriso di circostanza.

“Tutto benissimo. Alla grande.”, borbotta, tornando in piedi e afferrando il telefono di casa. “Senti, mi- mi dispiace essere così frettoloso, ma ho davvero bisogno di riposare, per cui ora ti chiamerò un taxi per arrivare all'hotel più vicino, d'accordo?”, Blaine non ha mai guadato Kurt mentre borbottava velocemente quelle parole. Si mordicchia il labbro inferiore mentre aspetta che dall'altra parte qualcuno risponda, e quando succede detta senza entusiasmo il numero civico del proprio appartamento per far arrivare un taxi, ma quando la signorina lo mette in attesa, Blaine per la prima volta abbassa lo sguardo verso Kurt.

Si è addormentato, e Blaine non può fare a meno di rimanere a guardarlo. Non sa nemmeno perché, in verità, ma sta di fatto che rimane lì, a indugiare sui suoi lineamenti morbidi e puri – e per la prima volta si concede di pensare che Kurt sia un bel ragazzo, e dannazione sì, ci assomiglia un principe. Per la pelle diafana, forse, o per le labbra rosa come pesca o le ciglia lunghe e chiare che gettano un ombra sulle sue guance leggermente imporporate.

Blaine non sa spiegarlo, ma qualcosa nel suo petto si muove appena, qualcosa a cui non sa dare un nome. Non è pietà, non è senso del dovere – ma Blaine sa solo che deve tenerlo con sé.

Non fa rispondere nemmeno l'operatore, mette semplicemente giù il telefono e si abbassa verso Kurt, allungando una mano per recuperare una coperta e avvolgergliela attorno al corpo. Non sa nemmeno cosa sta facendo quando lo raccoglie dal divano con delicatezza e lo porta verso la camera di Melanie – e lei naturalmente spalanca la bocca e gli occhioni, quando vede suo padre con Kurt in braccio.

“Forza, piccola.”, sussurra piano Blaine per non svegliarlo. “Stanotte dormi con me sul lettone.”

Il sorriso meravigliato che gli offre Melanie vale più di mille romanzi letti sul divano. Lentamente, Blaine appoggia Kurt sul letto sistemandolo in modo che dorma bene, e senza nemmeno pensarci gli scosta un ciuffo di capelli ribelli dalla fronte.

Kurt sorride nel sonno e gli regala un suono che Blaine interpreta come un tacito ringraziamento.

Ti tengo con me.

 

*

 

Tu avevi questa abitudine di non credere nelle favole – per te erano qualcosa di inutile ed inesistente, ed è buffo pensare che alla fine di tutto Blaine tu mi abbia dato una favola. La favola più bella e vera che potessi volere. E no, non sarà molto convenzionale, ma sa di noi, e per me questo è tutto ciò che ha importanza.

Tu sei la mia favola, Blaine. Non dimenticarlo mai.”

 

*

 

Quando Kurt si sveglia il mattino dopo ha a malapena il tempo di aprire gli occhi che qualcosa di morbido si appoggia sulla sua guancia e il suo petto – e quando riesce a sbattere le palpebre e mettere a fuoco tutto, si rende conto che Melanie si è praticamente seduta su di lui, un piccolo sorriso che gioca sulle sue labbra.

“Sveglia sveglia!”, sussurra con un adorabile voce assonnata. “B-bisogna preparare la colazione.”, continua sbadigliando, e Kurt la trova così tenera che per un momento ha voglia di abbracciarla, ma non lo fa per paura di spaventarla. Si limita a passarle una mano tra i capelli, si stropiccia gli occhi e stiracchia le braccia ed è già pronto per uscire dal letto.

“Buongiorno principessa! Allora, hai dormito bene?”

“Avrei dormito per altre due ere geologiche, ma devo andare a scuola.”, borbotta lei scendendo dal letto.

“Non ho idea di cosa sia un'era geologica.”, sussurra appena Kurt.

“Non lo so nemmeno io, lo dice sempre papà però.”

Kurt si fa bastare quella spiegazione e scende dal letto, i piedi nudi che incontrano il legno freddo e delicato di quella piccola e strana casa.

“Forza Kurt! Dobbiamo preparare la colazione al papi, altrimenti fa tardi al lavoro e poi è sempre nervoso. E io non voglio che si inner-inner-innervosisca.”, sussurra lei prendendolo per mano. Kurt annuisce con vigore e la segue fino alla cucina.

“Allora, cosa ti piace mangiare per colazione?”

“Uhm, di solito qualche bacca che trovo nel bosco e un po' di acqua del ruscello.”, risponde semplicemente Kurt. Melanie lo guarda con gli occhi sbarrati.

“Vuoi dirmi che tu non mangi i pancakes?”

Kurt fa di no con la testa, sentendosi un po' a disagio.

“Kurt, non puoi non conoscere i pancakes! E' un reato contro l'umanità! Adesso te ne preparo un po', vedrai che mi darai ragione. Oh, puoi farti la doccia se ne hai voglia, e prima o poi dovrei andare anche a svegliare papà.”

“Ci vado io, se vuoi.”, propone Kurt, alzandosi dalla sedia. Non appena si volta si rende conto che però in quell'appartamento c'è qualcosa che non va: ci sono vestiti e piatti sporchi un po' ovunque, riviste sparse e libri aperti lasciati in giro da chissà quanto tempo. Kurt ci mette il tempo di un secondo ad allontanarsi dalla cucina per non farsi sentire da Melanie, e va ad una finestra dove con qualche nota chiama a sé un po' di usignoli. È bello che anche in quel regno loro lo possano sentire e capire, così Kurt dice loro di sistemare la casa e magari aiutare Melanie con la colazione, mentre Kurt imbocca un corridoio e si trova davanti a un piccolo spazio che riconosce come il bagno – solo che è molto diverso da quelli a cui è abituato.

Scrolla le spalle e comincia a spogliarsi, pensando che quello è decisamente il regno più strano che abbia mai visto.

 

Blaine si sveglia con le urla di Melanie nelle orecchie, e si precipita fuori dal letto come un pazzo, correndo poi verso la cucina e trovando sua figlia con in mano una ciotola e, esattamente accanto a lei, una piccola colombina che sta mescolando l'impasto giallo in una teglia.

“Che diamine-”, borbotta Blaine guardandosi intorno, e notando che per tutto il suo appartamento volano rondini o usignoli e colombe bianche. “Ma da dove vengono?”

“N-non ne ho idea, papà.”, borbotta Melanie, cercando di scacciare un uccellino rosso che le sta volando sui capelli. “Sono sbucati dal nulla!”

Blaine sbuffa passandosi una mano tra i capelli, e proprio in quel momento accanto a lui vola un piccolo uccellino giallo, così Blaine lo afferra come può e lo lascia volare fuori dalla finestra. Non può crederci che il suo appartamento sia infestato dai volatili, ma è qualcosa che potrà affrontare solo dopo essersi lavato la faccia, così va in bagno con gli occhietti ancora tutti impestati – e per poco non grida proprio come sua figlia.

“Buongiorno, Blaine!”, gli dice raggiante Kurt, venendo fuori dalla doccia con assolutamente nulla addosso, solo che Blaine non fa in tempo a vedere niente perché due colombine gli avvolgono prontamente un asciugamano attorno alla vita. “Avete dormito bene?”

Blaine sente la gola leggermente secca e il cuore battere veloce. “S-sì. Uhm- c-credo di sì.”, borbotta, chiudendo gli occhi di scatto. “Spero sia stata la stessa cosa per te.”

“Ma certo! Comunque Blaine- dovete assolutamente dirmi come funziona questa- questa cosa-”

“Si chiama doccia.”

“Doccia, ecco!”, mormora Kurt. “L'acqua è magica, e puoi scegliere se la vuoi calda o fredda!”

Blaine vorrebbe tanto dire qualcosa, ma non fa altro che osservare il petto di Kurt – il petto illibato di Kurt, bianco e perlaceo e perfetto, in netto contrasto coi suoi capelli bagnati e quegli occhi cerulei. E non ci riesce.

“Comunque stavo per venire a svegliarvi, Melanie sta preparando la colazione. Oh, ho chiamato un po' dei miei amici per venire ad aiutarla, spero che vi piacciano gli usignoli-”

“Che cosa? Gli hai- gli hai chiamati tu tutti questi-”, Blaine non sa nemmeno come continuare. “Sto sognando, vero? Perchè non è possibile.”

Quando Kurt gli sorride innocentemente, dopo, Blaine ha quasi paura di perdere ogni sua certezza. Perchè non esistono ragazzi che ti danno del Voi, non esistono ragazzi così perfetti, e soprattutto suddetti ragazzi non dovrebbero avere la capacità di richiamare uno stormo di colorati uccellini.

Ma Kurt sembra così puro che l'ultima cosa a cui Blaine penserebbe è che gli vuole fare del male, così per la seconda volta si trova ad allungare la mano verso di lui.

“Forza, ti trovo qualcosa da metterti addosso.”

Ed è proprio un caso del destino, che quando Blaine e Kurt escono dal bagno mano nella mano, Kurt ancora avvolto solo da un semplice asciugamano sulla vita, nel salotto del loro appartamento ci sia David, il fidanzato di Blaine.

Un meraviglioso e fortuito caso del destino.

 

*

 

“David, per lo meno ascoltami-”

“No, Blaine! Esattamente che cosa dovrei ascoltare? Ho già visto abbastanza, non ho bisogno dei dettagli!”, grida David, che da quando ha visto Kurt mezzo nudo ha spalancato gli occhi e ha cominciato a sbraitare cose senza senso. Blaine non può fare altro che cercare di fargli capire che è tutto un enorme malinteso.

“Ascolta, Dave- quel ragazzo ed io non abbiamo fatto niente! L'ho trovato in strada ieri sera e l'ho portato qui da me, lui è- completamente solo.”, borbotta Blaine, passandosi disperatamente le mani tra i capelli.

“Ma quanto sei magnanimo, Blaine!”, sputa David, guardandolo male. “Sei veramente ridicolo, hai idea di quante volte tu mi abbia detto di non dormire qui perché altrimenti sarebbe stato irrispettoso per Melanie? E guarda un po' cosa ti trovo a fare.”

“David-”, sussurra Blaine, cercando di avvicinarsi a lui. “Stai traendo le conclusioni sbagliate-”

“Non sono un idiota, Blaine.”, lo interrompe immediatamente David, rimettendosi velocemente la giacca addosso e sistemandosela sulle spalle. “Me ne vado.”

“Dave- mi avevi promesso che avresti accompagnato Melanie a scuola, oggi.”, quasi grida Blaine, quando nota che David sta per lasciare l'appartamento. Lui nemmeno si volta per guardarlo in faccia.

“Beh, non posso. Impegni dell'ultimo minuto.”

La porta che sbatte è l'unica cosa che rimane da fissare, per Blaine. Sbuffa leggermente e si lascia scivolare sul pavimento di legno, notando che poco più a destra c'è un dolce uccellino blu che lo sta guardando con occhi tristi – e Blaine si dà dell'idiota perché un uccellino di certo non può essere triste, ed è una fortuna che David non si sia accorto che il suo appartamento si è trasformato in una sottospecie di zoo.

“E' tutto okay?”, gli chiede Kurt, spuntando fuori dalla cucina con mezzo pancake tra le mani. Si siede esattamente di fronte a Blaine, e questo non può fare altro che mordersi le labbra.

“Una meraviglia, Kurt.”, borbotta. “Una meraviglia.

Kurt sembra leggermente triste, e le sue labbra si curvano in una smorfia. “Mi spiace che abbiate litigato.”, sussurra. “Si vede che ci tieni a lui.”

Blaine si limita a scrollare le spalle.

“Posso chiederti perché?”

Blaine spalanca gli occhi perché – dei, Kurt è così ingenuo, e Blaine quasi si rifiuta di credere che non abbia capito il motivo per cui lui e David abbiano litigato – ma quando cerca i suoi occhi ci legge dentro la più antica forma di purezza, e forse Kurt è davvero tutto quello. E' davvero tutto dolcezza e ingenuità.

“Beh, quando è entrato ha visto che ti tenevo per mano, e tu eri senza vestiti.”, cominciò. “Quindi puoi immaginare che abbia pensato che noi due ci siamo, beh...”

“Oh mio dio.”, borbotta Kurt, portandosi entrambe le mani sulla bocca. “Pensa che ci siamo baciati!”

A Blaine viene da sorridere, ma lo maschera con uno sbuffo. “Beh- una sorta. Sì, baciati, ecco.”

“Ma non è vero, Blaine, e voi dovete dirglielo!”, esclama Kurt, sedendosi meglio di fronte a lui. “Io mi sposerò con Sebastian e il vostro cuore appartiene a David, per cui non c'è pericolo che accada!”, esclama con enfasi, e Blaine non può fare altro che osservarlo rapito.

“Lo chiamerò.”, si limitò a dire Blaine, archiviando la faccenda con un gesto brusco della mano. Kurt fa per dire qualcosa e ribattere, ma proprio in quel momento dalla cucina riappare Melanie mentre si sta slacciando il grembiule da cucina.

“Non per mettere allarmismo, papi.”, borbotta, “Ma fra dieci minuti io dovrei essere in classe e tu al lavoro.”

Blaine guarda l'orologio appeso sopra la tv in salotto e quasi non grida dalla frustrazione.

 

*

 

Quando Kurt si trova dentro un edificio fatto di specchi non può fare altro che rimanere a bocca aperta. Nella terra delle storie non c'è niente di simile a quella cosa – che Blaine si ostina a chiamare grattacielo, ma che per Kurt rimarrà sempre strana casa enorme fatta di specchi. Così si guarda attorno e rischia più volte di andare nella direzione sbagliata – ma Blaine ogni volta lo riafferra e lo porta con sé fino all'ultimo piano in cui lavora.

Qui Blaine saluta un paio di persone e sussurra a Kurt di accomodarsi su una delle poltrone che ci sono vicino a un enorme finestra di vetro dalla quale si vede tutto quel regno – e wow, è decisamente immenso. Mentre aspetta che Blaine parli, una signorina si avvicina a lui e gli chiede da dove viene e così Kurt gli racconta volentieri la sua storia con Sebastian, ma quando ha terminato la ragazza è così impressionata che non dice niente e scappa di nuovo alla sua scrivania.

Kurt non può fare a meno di ascoltare la conversazione che Blaine ha con quelle due persone, e non ha idea del perché, ma gli pare di capire che queste si debbano separare, così si avvicina con passi piccoli finchè è di fronte a tutti loro, interrompendo il monologo di Blaine.

“Kurt-”, comincia lui, un sorriso piccolo e incerto. “Va' a sederti, ho quasi finito.”

“E' vero che volete separarvi?”, chiede Kurt ai due signori che ha di fronte. Hanno la pelle scura e un volto segnato dalla tristezza e la rabbia – e Kurt non può fare a meno di sentirsi perduto.

“Sì, Kurt, questo- beh, è il mio lavoro. Aiuto le persone a separarsi.”, risponde Blaine semplicemente, sorridendo ai due signori che ricambiano il gesto.

“Ma per quanto tempo starete separati?”, chiede Kurt con un filo di voce, il cuore che quasi scoppia nel petto. Blaine lo guarda con un sopracciglio alzato e un'espressione smarrita.

“P-per sempre.”, risponde semplicemente. “Questi signori stanno divorziando, Kurt, non si amano più.”

“Ma come è possibile?”, domanda a quel punto Kurt con un sussurro strozzato. Non ha mai sentito una cosa del genere, nel suo mondo nessuno si può separare, non esiste, e allora perché lì sta succedendo? “E' solo- è così triste, io-”, sente una lacrima solcargli la guancia, e le due persone che stavano parlando con Blaine si guardano allarmate. “L-lei ha un sorriso così dolce, e gli occhi che brillano- come si fa a smettere di amarla?”, chiese Kurt indietreggiando. Blaine fa un passo verso di lui cercando di afferrargli una spalla, ma Kurt fa un ulteriore passo indietro.

“No! No io- ho paura di questo mondo- non mi toccate! E' così diverso dal mio!”, singhiozza Kurt, cominciando a correre. Non ha idea di che strada prendere, però, così si ritrova in un piccolo corridoio poco illuminato e si aggrappa con tutte le sue forze a una ringhiera, e quasi non si accorge dei passi che fanno eco dietro di lui.

“Kurt!”, lo chiama Blaine, avvicinandosi con cautela. “Kurt stai- era uno scherzo, vero? Non puoi essere serio e piangere per due persone che nemmeno conosci.”

“E che ne volete sapere, voi!”, grida Kurt, asciugandosi bruscamente le lacrime. “Voi state aiutando quelle persone a separarsi, Blaine- per sempre! Avete idea della consistenza del per sempre? E' così triste che- che mi sembra di non poter respirare-”

“Ehy.”, sussurra dolcemente Blaine, posando una mano sulla schiena di Kurt. “Ehy Kurt- respira, okay?”, gli dice dolcemente, aspettando diversi minuti prima di vedere la calma farsi spazio sul volto di Kurt. I singhiozzi di Kurt si trasformano in piccoli sospiri, e Blaine coglie l'occasione di parlare.

“Ascolta, io- io non ho la più pallida idea di come funzioni da dove arrivi tu, ma qui è normale volersi separare da una persona, se non si sta più bene insieme a lei. Solo così quelle persone potranno essere felici di nuovo. Credimi, Kurt.”

Kurt tira su con il naso, ma non guarda gli occhi di Blaine.

“S-siete sicuro? Perchè non mi sembravano felici per niente, Blaine.”

“...lo saranno con il tempo.”, mormora Blaine.

“Non vi sentite triste?”, sussurra a quel punto Kurt, cercando i suoi occhi. “Voglio dire- ad aiutarli in questa cosa. Non vi rende triste?”

Gli occhi di Blaine si incupiscono per un attimo. “Un pochino.”, ammette, tracciando cerchi distratti sulla schiena di Kurt. “Ma se separarsi è quello che desiderano, Kurt, io posso solo aiutarli a farlo. Non spetta a me salvarli, e nemmeno a te.”

Il cuore di Blaine sussulta un pochino, quando Kurt annuisce sconfitto.

“M-mi dispiace di averti detto certe cose, è solo che- sei davvero molto sensibile. E non si vedono molto persone sensibili come te, in giorni come questi.”, borbotta poi Blaine. Kurt annuisce appena, poi gli sorride.

“Intendevo davvero quello che ho detto.”, dice poi, gli occhi puntati verso il basso. “Voglio tornare a casa, così non vi sarò più di intralcio. M-mi dispiace per tutto il disturbo che vi ho recato.”

Blaine non lo sa il perché, ma il suo cuore si incrina appena, quando realizza che quella sarà l'ultima volta che vedrà Kurt.

Gli si spezza un po' di più, quando gli dà un po' di denaro e gli dice di procurarsi ciò che desidera con quello.

Gli si spezza un po' di più, quando lo vede scomparire giù dalla lunga scala.

 

*

 

Blaine aspetta il tempo di dieci secondi.

Dieci secondi, e chiama l'ascensore per raggiungere il piano terra. Non vede Kurt da nessuna parte e pensa che sia uscito all'aperto, così corre verso l'esterno e cerca la figura slanciata di Kurt sotto i dolci raggi di sole di primavera, e il cuore gli balza nella gola quando vede che è vicino all'entrata del parco. Solo che c'è qualcosa che non va, perché sta lottando con un teppistello per far sì che non gli porti via il denaro, e Blaine non può fare molto altro che precipitarsi verso di loro e spingere il ragazzino lontano da Kurt – e poi si limita a prenderlo tra le braccia, mentre è ancora tutto tremante.

“Blaine, ma che-”

“Non posso lasciarti solo un attimo che ti cacci nei guai.”, sussurra Blaine guardandolo di sfuggita. Kurt sta tremando ancora ma adesso è al sicuro, e quasi lo destabilizza l'assoluta sicurezza che lo pervade immediatamente dopo essersi reso conto quanto sta bene nelle braccia di Blaine.

“Voleva i soldi, temo. Cioè, i soldi che mi avete dato voi.”, sussurra Kurt, aggrappandosi il maglioncino di Blaine. “V-vi ringrazio per avermi salvato, io- io non avrei saputo cosa fare.”

“A quanto pare sono bravo a salvarti.”, dice piano Blaine, sorridendogli appena. Kurt non può fare altro che percepire le proprie guance diventare rosse – si dà dello stupido un milione di volte, ma anche se è stupido non è di certo cieco, e Blaine beh – Blaine è un bel ragazzo.

“Avanti, ti porto in giro per il parco.”, mormora Blaine dopo un po', accarezzandogli un braccio con dolcezza. Kurt sorride appena.

“Ma non dovevate lavorare?”

“I miei clienti sono andati via non appena sei andato via tu. Sembra che avessero delle cose su cui parlare.”

Kurt annuisce, e Blaine gli sorride. Come se si conoscessero da un tempo indefinito.

“Kurt?”

“Dite pure.”

“Puoi- evitare di darmi del voi? Ho più o meno la tua età, e ogni volta ho la sensazione che ti stia rivolgendo a un gruppo di persone. Ma sono solo io, quindi non ti preoccupare.”

E Blaine adora il modo in cui Kurt arrossisce. Senza alcuna inibizione.

 

*

 

Blaine compra a Kurt una mela caramellata e un pupazzo di stoffa, e giura di non aver mai visto un sorriso più genuino del suo in venticinque anni di vita. Camminano lungo il sentiero che passa attraverso il parco, affiancando il laghetto con dei cigni qualche bancarella; più volte Kurt gli chiede se tutto quello faccia parte di un mondo incantato, e Blaine non può fare a meno di ridere.

“Dunque-”, sussurra a un certo punto, incrociando le mani dietro la schiena. “Dimmi, da quando conosci Sebastian?”

Kurt sorride e poi mordicchia la sua mela caramellata. “Uhm- circa un giorno, esattamente alle due di questo pomeriggio.”, dice fieramente Kurt.

Blaine spalanca gli occhi. “Oh. Beh- intendi un giorno perché vi amate così tanto che a volte sembra un giorno...?”

“No no, proprio un giorno.”, sottolinea Kurt, allungando la mela verso la bocca spalancata di Blaine, credendo che ne voglia un morso. Dopo qualche istante, suo malgrado Blaine la morde, non sapendo bene cosa pensare.

“V-vuoi dirmi che tu stai per sposare un uomo che a malapena conosci?”

“Io so tutto di Sebastian!”, esclama offeso Kurt, mentre percorrono un ponte di legno. “Ha una voce meravigliosa, è forte e coraggioso e farebbe qualsiasi cosa per me. Per questo sono certo che mi troverà.”

“Certo.”, borbotta Blaine. “Ma lo hai appena conosciuto.”

“Beh, quanto tempo avrei dovuto aspettare prima di sposarlo? Se due persone sanno di amarsi è inutile che aspettino.”

Blaine si ritrova a deglutire. “Beh, a volte si aspetta per capire delle cose, Kurt. E poi sai- esiste questa cosa che si chiama appuntamento, in cui due persone escono e cercano di conoscersi e capire cosa piace all'altro. Sai, prima di sposarci, ci dovrebbe essere almeno un appuntamento.”

Kurt dà un enorme morso alla sua mela e si lecca le labbra con gusto. “Uhm- tu da quando tempo conosci David?”

“Tre anni.”, risponde fieramente Blaine. Kurt per poco non si strangola.

“Tre anni e non siete sposati? Ci credo che è arrabbiato con te, Blaine!”, borbotta Kurt. “Sono certo che dubita se lo ami davvero!”

“Ma io lo amo.”, dice semplicemente Blaine. “Solo che non vedo il bisogno di urlarlo al mondo intero, tutto qui.”

Kurt lo guarda da sotto le ciglia con un vago sorriso. “Gli compri mai dei fiori?”

“No.”, sussurra Blaine, scrollando le spalle.

“Uhm- gli canti mai una canzone per fargli capire quanto è importante per te?”

“...no.”

“Ma allora come pensi che sappia che sei innamorato di lui?”, sbotta Kurt, guardandolo con gli occhi enormi e quasi trasparenti.

“Lui- lui lo sa e basta, Kurt.”, borbotta Blaine. “Non c'è bisogno che glielo dica continuamente, lui lo sa. Siamo persone razionali e adulte- non abbiamo bisogno di fiori o cose eclatanti per amarci.”

Kurt gli dà una spallata giocosa. “Sei noioso.”, mormora, mordendosi poi il labbro inferiore. “A chiunque piacciono quelle cose. Magari non te lo dice solo per non ferirti, ma sono sicuro che le vorrebbe.”

Blaine vorrebbe seriamente smettere di esistere quando Kurt inizia a cantare davanti a lui – cantare, esatto, proprio come nei film, come se non ci fosse alcun problema al mondo – e immediatamente alcune colombe arrivano con dei fiori intrecciati a forma di cuore, e Blaine ride di gusto quando sente che Kurt ordina loro di portarle al palazzo in cui abita David: primo, perché delle colombe non potranno mai e poi mai sapere il posto in cui abita David, e secondo – dio, sta davvero facendo una lista dei motivi per cui trova quello ridicolo?

Kurt però poi non smette di cantare. Si siede su una panchina e sorride ad ogni passante con dolcezza e Blaine vorrebbe dirgli di fermarsi perché si sta rendendo ridicolo – ma non ci riesce, semplicemente perché la voce di Kurt è tutto ciò che di più puro abbia mai sentito. Quando una piccola folla comincia a circondarlo e a fargli complimenti, Blaine non può fare a meno di sentirsi orgoglioso di lui.

Ed è una sensazione così nuova che gli toglie il fiato.

 

*

 

Quando verso le quattro David gli manda un messaggio con scritto che ha ricevuto i fiori, Blaine vorrebbe seriamente gettarsi giù dal museo in cui ha portato Kurt per passare il pomeriggio.

Quando chiama David e si sente dire Blaine sei stato dolcissimo e Ma dove cavolo le hai trovate le colombe – non può fare a meno di sorridere.

E per tutto il tempo, cerca gli occhi di Kurt.

 

*

 

“Non- non può essere.”, borbotta Blaine, quasi lasciandosi scivolare via dalle mani il cellulare. Kurt sta assaggiando una ciambella, e lo guarda con gli occhi spalancati.

“Va tutto bene, Blaine?”

“Uhm- sì. Tutto- tutto bene, credo.”, borbotta, sentendo il cuore battere velocissimo. “E' solo che- i miei due clienti, quelli di stamattina, ricordi? La moglie mi ha appena chiamato dicendomi che non vogliono separarsi più.”

La ciambella di Kurt cade quasi per terra. “C-cosa?”

“E' assurdo, loro- avevano già firmato quasi tutte le pratiche, era fatta.”, sussurra Blaine, passandosi una mano tra i ricci. “Lei mi ha detto che- che è vero, non si può smettere così facilmente di amare.”

Kurt vorrebbe gridare dalla gioia, ma si limita a gettarsi nelle braccia di Blaine – gli viene naturale farlo, come se fosse la cosa più semplice del mondo.

“Ma Blaine, è- è una cosa meravigliosa!”, mormora appena, lì con le labbra appoggiate sulla sua spalla. E poi ride, ride per un tempo lunghissimo e Blaine sente il suo cuore spezzarsi e ricomporsi, perché non è possibile che un essere umano abbia una risata così bella.

E lo stringe un pochino di più a sé, chiudendo forte le palpebre – come se dovesse imprimersi quel momento sulla pelle.

 

*

 

“Oh, per tutti i tulipani- è buonissima.”, miagola Kurt, immediatamente dopo aver ingoiato una fetta di pizza. “Non capisco come ho fatto a vivere senza fino ad ora.”

Blaine ridacchia, osservando il modo adorabile in cui Kurt si avventa sulla seconda fetta. Gli sorride appena, e quando vede che uno sbuffo di pomodoro è caduto sull'angolo della bocca di Kurt, si sporge con un tovagliolo per trascinarlo via.

Kurt lo osserva con gli occhi enormi e una curiosità che farebbe invidia al mondo, e solo dopo comincia a parlare. “Uhm, fammi capire. Siamo usciti e adesso stiamo imparando a conoscerci. Quindi dovrebbe essere un...un appuntamento, questo?”

Blaine ridacchia leggermente. “Uhm- no, Kurt. Noi due siamo solo amici. Senza contare che di solito agli appuntamenti romantici una persona non porta la propria figlia.”, sussurra Blaine, cercando con gli occhi Melanie che è a un altro tavolo, a mangiare la pizza insieme a un suo amichetto. Kurt nota il modo in cui Blaine la guarda – c'è assoluto amore nel suo sguardo, e non può fare a meno di avere la sensazione di star violando qualcosa di immensamente intimo.

“Si vede quanto le vuoi bene.”, si lascia scappare, prima di prendere un sorso di una bevanda buonissima che a quanto pare si chiama Coca cola. Blaine si concede un sorriso piccolo.

“Beh, lei- è tutto ciò che ho.”, sussurra appena, bagnandosi le labbra. Kurt ha come la sensazione di non dover parlare – se Blaine vuole dirgli qualcosa sarà perché lo vorrà, e non perché lui lo ha forzato.

“Mi sono sposato molto giovane, la prima volta, sai?”, sussurra Blaine, gli occhi persi in un punto impreciso della tavola. “Lui era- era il mio principe, decisamente. Il mio primo amore. Ci siamo trasferiti insieme qui a New York e ci amavamo così tanto da sentire il bisogno di gridarlo al mondo intero, così ci siamo sposati- avevo appena diciannove anni.”, borbotta, e Kurt quasi sente il modo tacito in cui tutto quello fa male per Blaine. “Neanche il tempo di compierne venti, e avevamo fatto già tutte le pratiche per poter adottare. Una follia, a sentire i nostri amici- ma te lo giuro, i primi mesi in cui arrivò Melanie furono i più felici di tutta la mia vita. Poi-”, un sussurro strozzato, e Blaine deglutì. “Una notte come un'altra mi alzai dal letto e lui non c'era più. Era andato via così- mi lasciò semplicemente un biglietto con su scritto che tutto quello era troppo, che era stata una follia forzare i tempi, che a vent'un anni qualcuno non può essere già padre- e così rimasi solo.”, racconta Blaine infine, la sua voce che ormai è un sussurro roco. “Melanie per fortuna non ricorda niente, nonostante avesse già tre anni.”, dice piano Blaine, passandosi una mano tra i capelli. “Ogni tanto mi chiedeva perché ero solo e io cercavo di essere più forte che potevo, e beh- poi è arrivato David.”, le labbra di Blaine si curvarono in un sorriso quasi inesistente. “E io ero davvero troppo distrutto per mandarlo via dalla mia vita.”

Blaine nemmeno si accorge degli occhi lucidi di Kurt, o delle sue mani tremanti.

“P-per questo sto facendo le cose per bene con lui- voglio aspettare il momento giusto, essere sicuro che saremo pronti. Prima o poi so che faremo il grande passo, anche perché voglio dare a Melanie un'altra persona che possa prendersi cura di lei e- dio, dimmelo se sto parlando troppo e ti sto annoiando-”

Blaine non ha il tempo di dire molto, in realtà, perché senza sapere come si trova ad essere inglobato tra le braccia di Kurt. E fino a quel momento non aveva pensato a quell'aspetto – al fatto che Kurt a conti fatti sia più alto di lui, e che lo possa avvolgere se vuole, lo possa proteggere – così si ritrova con l'orecchio pressato sulla sua cassa toracica, ad ascoltare il battito irregolare del suo petto.

“Sei così coraggioso.”, sussurra appena Kurt tra i suoi capelli, e Blaine – dio, nessuno lo ha mai tenuto così. Nessuno ha mai tenuto in piedi i suoi pezzi così. “Più di un principe, Blaine.”

Blaine chiude gli occhi, e fa finta per un attimo che Kurt abbia ragione.

 

*

 

Kurt accarezza i soffici ricci neri di Melanie all'indietro e osserva le sue palpebre abbassarsi lentamente, il peso di una giornata lunga che sicuramente si sta facendo sentire – e vorrebbe davvero averla incontrata prima quella bambina dolce e coraggiosa, perché avrebbe voluto darle calore già da tempo.

“...e se quello scoiattolo non fosse arrivato in tempo, ti assicuro che Cappuccetto Rosso non sarebbe mai riuscita a salvarsi.”, disse con dolcezza Kurt. Melanie sbadigliò piano, stropicciandosi gli occhi con le manine accartocciate a pugno.

“Ma- ma io conoscevo la storia in modo diverso.”, borbotta, guardando Kurt con un solo occhio aperto. Kurt ridacchia e le sistema meglio la copertina addosso al corpo.

“Questa è la versione più completa.”, la rassicura lui, scostandole un ricciolo ribelle dalla fronte. Lei gli sorride con tenerezza, e Kurt quasi ha voglia di piangere quando lei si sporge per abbracciarlo stretto. Naturalmente, non può fare altro che ricambiare, avvolgendo le braccia attorno al suo corpo esile e immergendo il naso nei suoi ricci che profumano di lavanda.

“Grazie per quello che fai, Kurt.”, sussurra lei, facendosi piccola piccola contro il suo corpo. Kurt non può fare altro che sospirare di gioia.

“Non sto facendo niente di speciale, piccolina.”, borbotta, sentendo le guance diventare rosse.

“No, ti sbagli.”, lo corregge lei, separandosi dal suo corpo per sistemarsi meglio sul letto. “Tu fai sorridere il mio papà.”, borbotta poi, prima di chiudere gli occhi e immergere la testa nel cuscino. Kurt non può fare a meno di mordicchiarsi il labbro inferiore e sentire il cuore battere forte, più forte di quanto abbia mai battuto in passato, e si sente in dovere di rimboccarle meglio le coperte prima di lasciare la sua stanza – che è anche quella di Blaine.

Non appena raggiunge il corridoio, dal salotto sente provenire una voce roca e dolce accompagnata dal suono di quella che probabilmente è una chitarra – e Kurt è curioso, per cui a piccoli passi raggiunge la stanza principale della stanza e dalla porticina del corridoio sbircia fuori, notando che Blaine è seduto sul divano con in grembo una chitarra – ed è lui che sta cantando.

Kurt credeva di aver ascoltato tante belle voci nella sua vita – ma deve ammettere che quella di Blaine ha qualcosa che le altre non hanno, quella di Blaine gli arriva al cuore e lo trapassa come un freccia, ma non prova dolore. Prova la più pure e semplice forma di emozione.

Non lo fa apposta quando si ritrova praticamente seduto sul tappeto di fronte a Blaine – e semplicemente, rimane lì ad ascoltarlo, mentre Blaine suona e di tanto tanto gli lancia un'occhiata e gli sorride. E il cuore di Kurt non ha mai battuto così forte – è strano, sembra quasi che vada al ritmo delle dita di Blaine che si muovono sullo strumento.

“Hai proprio una bella voce.”, si trova a sussurrare senza nemmeno riuscire a controllarlo. Blaine si ferma e poggia lo strumento di lato, sorridendo appena e abbassando le palpebre, come se si volesse proteggere da qualcosa di troppo – intenso.

“Non suono da tanto.”, ammette, passandosi la lingua sulle labbra. “Ma mi è sempre piaciuto farlo.”

Kurt non controlla niente quando è vicino a Blaine. Non controlla il suo cuore, non controlla il suo corpo, le sue mani, i suoi occhi. E non sa nemmeno perché, ma sta tremando leggermente, come se ogni parola di Blaine gli arrivasse al cuore e lo costringesse a rabbrividire.

“Ho ascoltato la storia che hai raccontato a Melanie.”, borbotta a un certo punto Blaine, passandosi le dita in mezzo ai ricci. “Era bella- inusuale, ma bella. Grazie per averlo fatto.”

“Oh- non è nulla. Spero le sia piaciuta.”

“Sicuramente.”, sussurra Blaine, e la sua voce roca fa fare qualcosa di strano allo stomaco di Kurt. Poi Blaine si muove appena sul divano, facendo scivolare il suo sguardo ovunque, sembrando a disagio, e Kurt non può fare a meno di osservarlo.

“Posso capire quanto sia difficile.”, mormora poi, gli occhi bassi. “Insomma, capisco perché tu faccia tutto questo- perché tu cerchi disperatamente di aggrapparti alle favole.”

Kurt aggotta la fronte, perché semplicemente non capisce.

“Sì, insomma-”, sussurra Blaine, scrollando le spalle. “Stai cercando di dimenticare il fatto che- magari Sebastian non vuole- non vuole più sposarti.”

A quel punto Kurt spalanca le labbra – non può davvero credere che Blaine stia dicendo una cosa del genere.

“Ma di che cosa parli?”, dice alzando un po' la voce, senza nemmeno riuscire a controllare il movimento del suo corpo. Si ritrova presto in piedi, le mani avvolte attorno al proprio petto. “Sebastian mi troverà, Blaine.”

Blaine alza gli occhi al cielo. “Certo. Okay, va tutto bene Kurt. Sai che ti dico? Capisco perché fai così, è difficile accettare il fatto che qualcuno ci abbandoni. Ma sappi solo che sarò qui quando ti renderai conto di cosa sta accadendo-”

“Sei completamente fuori strada, Blaine!”, grida Kurt, coprendosi la bocca immediatamente dopo. Non ha mai gridato in vita sua, e non sapeva nemmeno di esserne capace. “S-sei così impossibile! Ho capito perché non credi nelle favole, Blaine, ma Sebastian e io siamo un'altra storia e non deve per forza andare male!”, borbotta, facendo avanti e indietro per tutto il salotto. “Per te è tutto così buio, e triste, e tutto un costante no! No alle favole, no al divertimento, no ai fiori, no alle serenate...sei antipatico!”, sbotta Kurt, e a quel punto vede la figura di Blaine alzarsi dal divano per farglisi più vicina. “Sai che ti dico? A volte tu mi fai proprio- proprio-” Kurt ce la mette tutta per trovare la parola giusta. “Arrabbiare.

Neanche un tempo di un secondo, e Blaine scoppia a ridere così, senza inibizioni, trascinando anche Kurt in quella piacevole risata.

“S-sono s-serio, Blaine.”, borbotta Kurt, cercando di controllare la propria risata. Blaine è davvero carino quando ride. Le guance gli si imporporano e le ciglia danzano leggermente attorno ai suoi occhi, proprio come ali di farfalla.

“No è che- dovresti vederti, Kurt.”, mormora appena Blaine, tenendosi lo stomaco con una mano. “N-non sembri molto arrabbiato. Non sei per niente convincente.”

Kurt incrocia le braccia, costruendo il miglior broncio che riesce a trovare. “Beh, allora lavorerò per diventarlo.”

“Già, certo.”, mormora Blaine, avvicinandosi a lui ancora di un po'. I loro petti ora praticamente si sfiorano ad ogni respiro, e Kurt può vedere chiaramente ogni piccola sfumatura degli occhi dorati di Blaine. Kurt non ha idea del perché, ma in momenti come quegli sente che quasi – gli manca il fiato. Letteralmente, è come se dimenticasse come respirare.

“Non lo faccio per ferirti.”, sussurra appena Blaine, i suoi occhi che scivolano su tutto il suo viso. “E' solo che non vorrei mai che una persona come te soffrisse come ho sofferto io.”, dice piano poi. Kurt sente il proprio respiro bloccarglisi nella gola, e non sa nemmeno come succede ma in qualche modo i loro corpi si avvicinano ancora di più e si ritrova a deglutire, quando realizza per la prima volta che Blaine è vestito con dei pantaloni della tuta e una camicia aperta – Kurt non dovrebbe far scivolare i propri occhi sulle clavicole che spuntano fuori dalla stoffa o ancora giù, giù lungo il suo petto leggermente abbronzato. Non dovrebbe davvero, e non dovrebbe nemmeno cercare gli occhi di Blaine e poi le sue labbra con il proprio sguardo, eppure lo fa, ed è come se Blaine fosse l'aria che cercava, l'acqua che ha bisogno di bere per dissetarsi.

Di solito nelle favole non succede quello. Nelle favole non prova qualcosa per qualcuno che non è il tuo principe e Kurt lo sa benissimo, ma non riesce a fermare il suo cuore e lo lascia battere veloce, e non blocca nemmeno le sue mani, quando piano piano si sollevano per sfiorare appena il petto di Blaine. E non è stoffa che sente sotto le dita ma pelle, pelle calda, e prova sensazioni che non ha mai sentito, di cui nemmeno sapeva l'esistenza – e poi senza potersi fermare si avvicina piano a Blaine, estremamente piano, come se avessero tutto il tempo del mondo.

Chiude gli occhi.

Chiude gli occhi e – sente chiaramente il respiro caldo di Blaine sulle proprie labbra.

Chiude gli occhi, ma Blaine non lo bacia.

Perchè Blaine non è il suo principe e quella non è di certo la loro favola.

Quando Kurt li riapre, Blaine sembra smarrito quanto lui – i suoi occhi improvvisamente sono miele scuro, le labbra separati.

“S-scusami, Kurt.”, dice appena, separandosi da lui. “D-devo- devo andare a dormire.”, sussurra, prima di fare qualche passo veloce verso il corridoio e sparire nella sua camera.

Kurt rimane lì nel salotto con una mano aperta sul cuore e gli occhi che pizzicano – non riesce a capire quando, ma a un certo punto cede, e si ritrova seduto sul pavimento con le dita delle mani che tremano leggermente.

Amare Blaine è come andare fuoristrada.

È come strappare i fogli di un libro di favole e scriverne di nuovi e sempre diversi, aggiungendo vita ed inchiostro e un futuro di cui Kurt non può sapere nulla.

Chiude gli occhi.

E sa che lui le pagine del suo libro non le potrà mai strappare, perché le ha già scritte.

 

*

 

Quando Melanie e Blaine vanno in cucina mano nella mano il mattino dopo, Kurt è ai fornelli che sta preparando un po' di pancake, e si volta appena in tempo per sorridere ad entrambi, le guance arrossate e un po' di impasto sul naso.

“Buongiorno!”, esclama con dolcezza, posando alcuni di quei dischi su due piatti e mettendoli sulla tavola di fronte a lui. “Spero di aver capito la ricetta. Non vi assicuro che siano perfetti.”

“Vanno benissimo.”, dice Blaine un po' sorpreso, cercando i suoi occhi e sorridendogli senza indugio. Kurt perde qualche battito di cuore ma si sforza di apparire normale, così prende con sé un po' di pancakes e si siede insieme a loro, cominciando a mangiare con lo sguardo basso.

A un certo punto la mano di Blaine sfiora la sua accidentalmente e si ritrovano specchiati l'uno nell'altro senza poterci fare nulla – ed è come se quello che è successo la sera prima venisse tutto fuori, togliendo a Kurt il respiro. La piccola Melanie si alza da tavola dicendo che deve andare a cambiarsi, e Kurt pensa che non avrebbe proprio potuto scegliere un momento migliore.

Sente gli occhi di Blaine addosso per tutto il tempo che mangia e anche quando con gli occhi cerca il panorama di New York che è possibile vedere dalle enormi finestre di quell'appartamento. E solo quando sente che è troppo, che non ce la fa più, decide che per lo meno può provare ad essere sé stesso.

“Senti, Blaine-”, dice con la voce un tantino più alta del normale, “Volevo solo- scusarmi, ecco. Scusarmi per ieri sera, per aver urlato, per essermi arrabbiato con te.”, borbotta, la lingua che si inceppa ogni tanto durante la frase e la voce leggermente incrinata. “Non avrei dovuto.”

“E' tutto apposto, Kurt.”, dice dolcemente Blaine, i suoi occhi limpidi che sembrano brillare di una luce pura. “Avevi bisogno di sfogarti, e io lo capisco.”

Kurt non ha idea del perché, ma dalla sera prima ogni volta che guarda Blaine il suo cuore batte incontrollato, ed è esattamente cosa sta succedendo adesso. Il tempo sembra fermarsi all'infinito, almeno finchè Blaine non schiude le labbra.

“Kurt-”

“Papà!”, lo chiama Melanie un po' allarmata, correndo in cucina con metà capelli avvolti un codino e metà lasciati sciolti. “C'è- c'è questo signore che dice di essere qui per Kurt-”

Melanie non fa nemmeno in tempo a finire la frase che un ragazzo alto dagli occhi verdi entra nel salotto brandendo una spada, e Kurt spalanca gli occhi.

“Sebastian!”, dice, e si stupisce del poco entusiasmo che fuoriesce dalla sua voce. È praticamente da una vita che aspetta che Sebastian lo trovi, per cui perché non riesce ad essere felice?

“Oh, mio dolce Kurt.”, cantilena Sebastian entrando in cucina e trasportando Kurt in un dolce abbraccio. “Ti ho cercato ovunque, non ne hai idea.”

“P-posso immaginarlo.”, balbetta Kurt, sforzandosi di far battere il suo cuore più veloce, più veloce, più veloce ancora, ma la verità è che il suo cuore non riesce proprio a controllarlo. “M-mi hai trovato, alla fine.”

“Ma certo.”, dice lui con dolcezza, prima di distogliere lo sguardo e puntarlo su Blaine. Neanche il tempo di un secondo, e Sebastian gli punta addosso la punta della spada, facendo gridare Melanie.

“E' dunque costui che ti teneva prigioniero, mio amato?”, chiede Sebastian con voce grave, e Kurt non può fare a meno di gettarsi in avanti e mettersi tra i due.

“Sebastian, no! Blaine mi ha trovato e mi hai aiutato.”, borbotta, alzando gli occhi al cielo. “Forza, metti giù la spada. Non c'è nessuno di cattivo qui.”

Sebastian sistema la sua spada tutto imbarazzato e si passa una mano tra i capelli, borbottando delle scuse. Kurt gli racconta il modo in cui è arrivato lì, attraverso uno strano pozzo magico, e Sebastian gli dice di averlo seguito usando esattamente lo stesso portale. Non sanno veramente spiegarsi cosa sia successo ma decidono che faranno di tutto per scoprirlo al più presto – e, come da copione, ben presto Sebastian gli chiede di tornare a casa.

Kurt non sa perché non riesca a dire di sì immediatamente. Non faceva altro che pensare a Sebastian e al momento in cui l'avrebbe ritrovato, e adesso che sono lì e insieme non riesce a immaginare il modo di lasciare il piccolo appartamento di Blaine. Anche se lo conosce poco, anche se lì ci ha passato due misere notti. Kurt cerca gli occhi di Blaine, e sente di sembrare disperato.

“E' solo-”, borbotta, incapace di trovare le parole giuste. “N-non lo so, credevo saremmo stati qui ancora un po'”

“Kurt-”, mormora Sebastian, guardandolo con un sopracciglio alzato. “Il nostro matrimonio ci aspetta.”

“Lo so.”, soffia appena Kurt, e per la seconda volta si sente in dovere di cercare gli occhi di Blaine. Li vede venati di qualcosa che assomiglia alla tristezza, e in un istante gli viene un'idea. “E' che sai, ho deciso che prima di sposarti sarebbe meglio se avessimo un- un appuntamento.”, borbotta Kurt, e riesce a vedere con la coda dell'occhio il sorriso accennato di Blaine.

“Un cosa?”

“Un appuntamento, Sebastian.”, mormora di nuovo Kurt, avvicinandosi cautamente a lui. “E' qualcosa in cui due persone escono e si conoscono, parlando dei loro interessi.”, a quel punto Kurt cerca l'approvazione di Blaine, e la ottiene nel momento in cui vede i suoi occhi enormi e illuminati.

“Uhm- okay.”, dice piano Sebastian, accarezzandogli dolcemente un braccio. “Avremo questo appuntamento, ma poi torneremo a casa.”

Kurt cerca di ignorare il groppo in gola che gli si crea, quando realizza che deve dire addio a Blaine.

Abbraccia Melanie per quelli che sembrano istanti interminabili, e lascia che una lacrima scivoli sulla sua guancia morbida e non fa niente per raccoglierla. Anche Melanie piange silenziosamente, osservandolo con il labbro intrappolato tra i denti.

Blaine quando lo abbraccia lo fa con dolcezza e forza insieme. Rimette a posto tutti i suoi pezzi, ma al contempo li distrugge uno per uno, strappandoli via.

E Kurt vorrebbe augurargli di trovare la sua favola, perché è certo che un giorno succederà – ma non riesce a parlare, non riesce a muoversi.

Cerca di imprimersi nella retina i dolci lineamenti di Blaine, e li tiene stretti a sé finchè non si volta definitivamente.

Ha ancora la sensazione di starsi dimenticando qualcosa – ma quella è la sua favola, e Kurt non ha scelta, deve viverla.

 

*

 

L'appuntamento con Sebastian è carino – funziona, Kurt crede si dica così. Parlano e scherzano e comprano delle cose carine, ma Kurt non fa altro che pensare a Blaine, ai suoi capelli che ricadono in giocosi ricci sulla sua fronte, al modo in cui lo ha abbracciato, alla sua voce, ai suoi occhi colore del tramonto.

Ogni tanto si perde ad osservare l'orizzonte e Sebastian deve scroccargli le dita davanti agli occhi per riportarlo alla realtà.

Il sole sta tramontando quando Sebastian gli prende timidamente una mano e gli fa notare che sarebbe meglio se tornassero indietro e Kurt- Kurt quasi soffoca, perché non può essere già ora, non è possibile, ed è un caso che proprio in quel momento veda da lontano una locandina con scritto che quella sera ci sarà un ballo.

Kurt si morde il labbro inferiore, e pensa che forse la sua favola non è ancora finita.

 

*

 

“Melanie.”, borbotta, una volta che entra nella camera della bambina. “Melanie, sono io.”

“Kurt!”, esclama lei, buttando per terra i libri dei compiti e allungando le braccia per abbracciarlo. “Pensavo fossi andato via per sempre.”

“No, piccola.”, gli dice dolcemente, accarezzandogli i ricci sulla nuca. “C'è ancora una cosa che devo fare, qui.”, le spiega dolcemente. “C'è un ballo stasera, e pensavo di andarci con Sebastian.”, le dice con calma, mostrandole la piccola locandina che ha preso in prestito.

“Oh.”, soffia lei. “Ci va anche il mio papa. Insieme a David, credo.”

Kurt sente il suo cuore sprofondare un po', ma non può negare che lo sapesse, perché per caso quel mattino aveva visto un volantino svolazzare fuori dall'elegante borsa di Blaine.

“Allora, Mel.”, dice dolcemente, alzandosi dal letto. “Ti va di aiutarmi?”

 

*

 

Kurt ha sempre creduto che per sentirsi un principe ci fosse bisogno di una corona e di tante persone inchinate di fronte a te, ma la verità è che lui comincia a sentirsi un principe in quel pomeriggio tardo insieme a Melanie, quando lei lo porta in un piccolo negozio a scegliere il vestito per quella notte.

Si guarda allo specchio e sorride appena, la piccola Mel al suo fianco che gli tiene la mano e lo guarda con gli occhi luccicanti.

“Sai, Kurt.”, gli dice a un certo punto, mentre alcune ragazze gli stanno sistemando il ciuffo di capelli verso l'alto con della lacca. “Semmai troverò un principe, vorrei tanto fosse come te.”

Kurt le sorride, e avrebbe tanta voglia di portare quella bambina lontano dalle bruttezze di quel mondo.

“Era da tanto che non facevo shopping con il papà.”, sbuffa lei abbracciandolo. “A volte mi- mi manca che qualcuno stia un po' con me.”

Kurt a quel punto l'abbraccia forte e la tiene stretta al suo petto, la mano che scivola tra i suoi capelli.

“Andrà meglio, piccolina.”, le dice dolcemente. “Coraggio, ci sono io adesso. Non sei sola.”

 

*

 

Sebastian lo sta aspettando vicino alle scale con un dolce sorriso sul volto che si allarga appena quando lo vede arrivare. Gli bacia la mano e gli dice che è davvero molto carino vestito così, e Kurt ringrazia mentalmente Melanie almeno un milione di volte.

Dal salone arriva una musica dolce e piacevole, così Kurt e Sebastian si avvicinano mano nella mano verso l'enorme scala che porta al salone in cui le coppie stanno ballando, ed è proprio in quel momento che Kurt tra la folla scorge Blaine.

E Blaine lo vede.

Alza leggermente il capo e distoglie lo sguardo da David che gli sta parlando e semplicemente – si perde. Si perde in quegli occhi oceano di una profondità indefinita, si perde ad osservare il suo corpo avvolto da uno smoking nero, sorride dolcemente quando i suoi occhi inciampano nel suo papillon bianco – e Blaine pensa che Kurt sia così. Che ti tolga il respiro senza farlo davvero apposta, che sia tutto e forse ancora un po' di più.

Che sia immenso, che non possa avere fine, come una favola ben scritta.

Le note della musica sfumano e ben presto le due coppie si trovano l'una di fronte all'altra. Sebastian e David si presentano cordialmente e Blaine non può fare a meno di sporgersi verso Kurt e posargli un bacio sulla guancia – vorrebbe non finisse mai, vorrebbe più di ogni altra cosa che che quella fosse la loro favola.

Kurt sorride appena quando il direttore d'orchestra chiede alle persone in sala di invitare qualcuno che non sia il loro accompagnatore. Kurt e Blaine rimangono a fissarsi per un tempo che pare infinito, e nel frattempo David ha già portato via Sebastian per ballare.

E forse è un po' così che deve andare tra di loro: un gioco del destino, un caso fortuito. Niente di più.

Blaine allunga una mano verso Kurt e lo trascina al centro della pista con il volto serio e i lineamenti distesi in linee serene – le sue dita sono calde in quelle di Kurt e lui non può fare a meno di lasciarsi portare via, in mezzo a mille altre persone che stanno vivendo la loro favola di quella notte. Non si appoggia semplicemente alle sue spalle, si aggrappa a lui – e quando Kurt immerge la testa nell'incavo del collo di Blaine, tutto sembra davvero acquistare un senso.

“Sei bellissimo.”, gli sussurra Blaine vicino all'orecchio, ed è qualcosa di così piccolo eppure così potente che Kurt si sente rabbrividire dalla testa ai piedi. Alza lo sguardo e incontra gli occhi di Blaine – e non può fare a meno di sorridere e di perdere mille battiti di cuore.

“M-mi dispiace di essermene andato.”, sussurra appena. Blaine mima un tenero “Shhh”, con le labbra.

“Sei qui ora.”, gli dice, e per enfatizzare le parole lo stringe un pochino di più, tenendo il braccio ancorato alla sua vita. “Sei qui, e non ti lascio andare via.”

E Kurt vuole credergli con tutta l'anima, e forse anche un po' per quello si dimentica di tutto, di Sebastian, del ballo, di David, del mondo che li circonda – chiude gli occhi e appoggia la fronte a quella di Blaine, sorridendo appena. E quasi il suo cuore non esplode, quando Blaine comincia a cantare pianissimo le parole della canzone che stanno ballando.

 

Suddenly the world seems such a perfect place
Suddenly it moves with such a perfect grace
Suddenly my life doesn't seem such a waste
It all revolves around you

And there's no mountain too high
No river too wide
Sing out this song and I'll be there by your side
Storm clouds may gather,
And stars may collide

 

But I love you

Until the end of time

 

Kurt nemmeno si era reso conto di aver chiuso gli occhi, fino al momento in cui li riapre e vede quelli di Blaine essere inondati di luce – lo sa benissimo che quelle parole erano per lui, erano per loro, eppure non ha il coraggio di chiederglielo, non ha il coraggio di coprire quell'inutile distanza e pressare le labbra su quelle di Blaine – non avrebbe senso. Non porterebbe a niente.

Rimangono vicini e quasi amalgamati fin quando la canzone non finisce, Kurt con il respiro corto e le mani praticamente aggrappate alle spalle di Blaine – e lui lo guarda attraverso le lunghissime ciglia con gli occhi dolci delle persone che hanno conosciuto il dolore vero.

Kurt sente la mano di Sebastian sulla propria schiena troppo presto, e il suo cuore gli si spezza quando vede Blaine allontanarsi di poco e i suoi occhi incrociare quelli di David, che gli sta sorridendo dolcemente.

È quella la strada di Blaine, e Kurt – lui è solo un incidente di percorso, niente di più.

“Andiamo a casa, va bene Kurt?”, gli dice dolcemente Sebastian. “Vado a prenderti la giacca.”

Kurt non sente più nemmeno il suo corpo quando annuisce – fa ogni cosa perché si sente costretto, non perché lo vuole, ma sa perfettamente che è arrivato il momento di tornare a casa. Lascia Blaine con un ultimo sguardo – non ce la fa a toccarlo, sarebbe un affronto perché poi non riuscirebbe più a lasciarlo andare, e Kurt ha bisogno di lasciarlo andare.

Risale gli scalini uno ad uno, e proprio quando arriva in cima e si volta per osservare Blaine un'ultima volta vede che David gli sta parlando con in viso dipinta un'espressione innamorata, e un istante dopo si piega sulle ginocchia, armeggiando con qualcosa che probabilmente ha nella tasca.

Quando Kurt realizza cosa sta succedendo sente il bisogno di aggrapparsi alla ringhiera che c'è vicino alla scala, praticamente senza fiato.

“Povero, piccolo, dolce principe.”, sussurra una voce estremamente familiare. “I cuori distrutti sono i più difficili da curare.”

Kurt sussulta un po' quando riconosce la vecchina che praticamente lo ha spedito lì. “Voi-”, borbotta arrabbiato, “Voi siete la donna che mi ha mandato qui-”

“Un errore orribile, mio futuro principe, di cui vi prego di scusarmi.”, dice lei facendo un piccolo inchino. “Non era mia intenzione farvi del male.”

Kurt non ha nemmeno più le forze di protestare. Osserva Blaine e David, quest'ultimo ancora sorridente e inginocchiato, mentre parla con le guance rosse.

“Oh, ma quale orribile destino.”, mormora appena la vecchina, avvicinandosi a lui con piccoli passi. “Costretto a vivere sapendo di non poter stare con la persona che amate davvero.”

A Kurt a quel punto sfugge un singhiozzo strozzato, ed è costretto a portarsi una mano sullo stomaco. “Io non- non-”

“Lo amate, non è così?”, chiede la vecchina, poggiando una mano sulla sua spalla. “Lo guardate come se fosse il vostro tutto.”

Kurt chiude gli occhi per un attimo, e sa perfettamente che il suo cuore è a conoscenza della risposta da sempre.

“S-sì, ma-”, un rantolo, e Kurt quasi sente le ginocchia cedere, “Non posso, io ho fatto una promessa e lui sta costruendo una famiglia con questa persona e io- io-”, Kurt nemmeno raccoglie le lacrime che cadono. “Io sono solo un intralcio. Una pagina vuota di un libro già scritto.”

“Posso fare in modo che ogni cosa cambi, mio futuro principe.”, mormora la vecchina, estraendo da una tasca enorme del suo mantello nero una mela rossa acceso, porgendogliela con cautela. “Un morso, e ogni cosa che avete provato qui, ogni parola che avete sentito, ogni sentimento che avete provatotutto verrà rimosso.”, gli spiega con velata dolcezza. “Un morso, e potrai finalmente vivere la favola che hai sempre voluto. E lascerai che lui viva la sua.”

Kurt raccoglie la mela con dita tremanti, e cerca gli occhi di Blaine prima di fare ciò che il suo corpo gli grida di fare. Sembra sinceramente sorpreso dal gesto di David, ma Kurt è quasi sicuro che si sposeranno presto.

Buffo, avrebbe tanto voluto vedere il suo sorriso dolce un'ultima volta.

“Credevo fossi tu.”, sussurra appena, prima di stringere forte le palpebre. “Credevo fossi tu il mio destino.”, ripete leggermente, prima di dare un avido morso alla mela. Per i primi istanti non succede nulla, il peso nel suo cuore fa ancora assurdamente male – ma nel giro di qualche istante i contorni di ogni cosa si fanno sfocati, Kurt fatica e respirare e si lascia scivolare di lato, cadendo sul pavimento.

Nel giro di qualche istante il suo mondo diventa buio.

 

*

 

David sta aspettando la sua risposta da un po', gli occhi grandi posati sul suo volto e la mano sollevata con un anello tra il pollice e l'indice. Blaine sa di avere le labbra aperte e un'espressione assolutamente sorpresa.

“Dì qualcosa, Blaine.”, lo esorta lui dolcemente. “...v-vuoi sposarmi?”

Blaine si sente soffocare – ha bisogno d'aria, ha bisogno di distogliere lo sguardo, ha bisogno di guardare Kurt, e lo fa, lo cerca con gli occhi, e lo vede proprio nel momento in cui morde una mela e poi cade a terra dopo qualche istante. Il suo istinto è naturalmente quello di precipitarsi da lui: percorre le scale correndo, e quando arriva in cima Sebastian è già ai piedi del corpo di Kurt, mentre gli accarezza il corpo con le mani.

“Kurt.”, sussurra appena Blaine, andandogli vicino. “Kurt- no- f-fate qualcosa. Chiamate un'ambulanza- qualsiasi cosa, non può essere-”

“Un'ambulanza non servirà a nulla.”, borbotta una vecchina avvolta da un mantello, nascosta nel buio dell'ombra di una colonna. “Il vostro caro dolce principe non si sveglierà.”

“N-no.”, sussurra appena Blaine, voltandosi verso di lui e inginocchiandosi accanto al corpo. “No- sta mentendo, sta solo- va tutto bene Kurt. Andrà bene, ti sveglierai.”

“Assolutamente patetico.”, grugnisce la vecchina, facendo un passo avanti per far sì che un fascio di luce la investa. Con un movimento repentino della mano, la vecchia fa succedere qualcosa che Blaine non avrebbe potuto immaginare: dalle sue dita nasce una sorta di polvere magica, che nel giro di qualche istante la fa diventare bella, una donna giovane dall'aspetto un po' cupo ed inquietante.

“Mamma?”, chiede a quel punto Sebastian, gli occhi sbarrati.

“Matrigna, per carità.”, lo corregge lei, scrollando le spalle. “Credevi davvero che avrei acconsentito così facilmente alle tue nozze? Sei così adorabilmente ingenuo, Sebastian. Come tuo padre.”

A Blaine gira la testa, e sinceramente poco gliene importa di quei drammi famigliari. Si avvicina a Kurt ulteriormente accarezzandogli con cautela la fronte e i capelli, sentendo gli occhi cominciare a pizzicare.

“Ma io- io non capisco.”, balbetta Sebastian.

“Tuo padre sta morendo, Sebastian. E beh, diciamo solo che non potevo permettere che il mio figliastro si sposasse con un contadino qualunque e mi portasse via la corona.”, borbotta quella donna con voce di miele. Blaine ha ascoltato abbastanza storie e ha visto abbastanza film da poterla definire la strega cattiva.

“S-siete un mostro.”, balbetta Sebastian, avvicinandosi di più a Kurt.

“Oh, ti ringrazio. Ho impegnato anni e anni di esercizio per diventare così.

Blaine decide che tutto quello è decisamente assurdo, e che devono trovare un maledetto modo di svegliare Kurt. “S-Sebastian, ci deve essere qualcosa che possiamo fare. Ti prego- non posso lasciare che se ne vada così.”

“Hai ragione.”, sussurra Sebastian, sollevando appena il corpo di Kurt per poggiarlo su un tappeto. “Ma certo!”, esclama un secondo dopo, cercando gli occhi di Blaine. “Il bacio del vero amore!”

“Il bacio-”, Blaine si metterebbe a ridere, se ne avesse la forza. “Di cosa stai parlando?”

“E' la cosa più potente di tutte.”, spiega Sebastian, sistemandosi di nuovo vicino al corpo di Kurt e accarezzandogli le guance. “Il mio bacio lo risveglierà.”

Blaine sente una fitta allo stomaco quando realizza la verità delle parole di Sebastian – che lui è il vero amore di Kurt, che i loro cuori si appartengono. Vede Sebastian abbassarsi e posare le proprie labbra contro quelle di Kurt per diversi istanti, e il suo cuore rimane in sospeso mentre aspetta che Kurt apra gli occhi, ma non succede niente.

La strega cattiva scoppia in una risata sonora. “Oh, per tutti i malefici, tu credevi davvero che funzionasse.”, ghigna malignamente, alzando un angolo della bocca in un sorriso tutt'altro che amichevole. “Il vero amore non esiste, figliolo. Credo che sia ora che tu lo sappia.”

Sebastian ringhia disperato e bacia Kurt altre due volte, prima di sedersi di lato e passarsi una mano tra i capelli. “No no no no, c'è qualcosa di sbagliato.”, borbotta. “Il bacio del vero amore funziona sempre, sempre-”, e poi improvvisamente si blocca, prima di cercare gli occhi di Blaine.

“A meno che non sia stato dato dalla persona sbagliata.”, dice con calma. Blaine rabbrividisce appena perché – è assurdo quello che sta dicendo, no? Tutto quello che sta succedendo è praticamente assurdo e Blaine non vede l'ora di svegliarsi e scoprire che era un sogno-

“Devi essere tu.”, mormora Sebastian, le labbra che si schiudono in un sorriso di comprensione. “Sei tu, è per quello che non funziona-”

“Non può essere.”, borbotta Blaine. “No, lui- lui aspettava te, non ha fatto altro che parlare di te-”, ma poi si blocca, ripensando al modo in cui si sono abbracciati il giorno prima, o come hanno ballato quella stessa notte. Sente una mano sulla spalla e solleva lo sguardo per trovare David.

“Fallo, Blaine.”, gli dice dolcemente, nessun segno di delusione nella voce. E Blaine non ha scelta.

Si inginocchia cautamente vicino a Kurt e gli posa entrambe le mani sulle guance – sono così morbide, così maledettamente morbide sotto la consistenza delle dita che per un attimo Blaine si ritrova a sorridere – il pollice si infrange contro il suo labbro inferiore, e Blaine ha la sensazione che tutto quello sia un po' come riscoprirsi.

Coraggio.”, sussurra appena, chinandosi in avanti per far aderire la fronte a quella di Kurt. “Coraggio, Kurt, torna da me. Non lasciarmi.”, dice solo, chiudendo gli occhi e ispirando piano. I loro nasi si sfiorano appena, e Blaine prende un profondo respiro. “Sei tu il mio destino.”, soffia, prima che le sue labbra si infrangano contro quelle di Kurt. E' un bacio semplice, perché solo le sue labbra naturalmente possono muoversi, eppure è come se qualcosa di enorme si spostasse nel corpo di Blaine – il suo cuore sboccia, ed è come se imparasse a vivere, come se avesse trovato la sua strada-

Blaine non ha più parole quando sente quelle labbra rispondere al bacio. Non ha più un corpo, non ha nulla, quando sente delle dita timide immergersi nei suoi capelli. Non è più Blaine. È qualcosa di indefinito e allo stesso preciso, ha un inizio ma non ha fine, perché finalmente i suoi confini appartengono a qualcun altro. E quando apre gli occhi e incontra quelli puri e immensi di Kurt – a Blaine sembra di aver aspettato per tutta la vita quel momento.

“Dio, eccoti qui.”, soffia appena sulle labbra di Kurt, sorridendo. “Ti aspetto da così tanto.

“Sei tu.”, mormora appena Kurt, sorridendo con gli occhi imperlati di lacrime. “Io- io lo sapevo che eri tu-”

Blaine ha a malapena il tempo di rigettarsi sulle labbra di Kurt, prima che questo gli venga letteralmente strappato via – si ritrova a urlare e allungare le mani verso di lui, ma ci sono dei fili che assomigliano a liane che lo stanno trasportando lontano, e tutti sanno perfettamente che sono un'opera della strega cattiva.

“Non sarai di certo tu a trovare il vero amore, stupido contadinotto.”, ringhia lei, lavorando con le mani per far sì che le liane si stringano attorno al collo di Kurt sempre con più vigore.

“Kurt, no!”, grida Blaine, correndo verso la strega. Lei continua a camminare con passi sempre più veloci verso il centro della sala, sempre più vicina agli enormi finestroni di vetro che danno sulla città.

“B-Blaine-”, rantola Kurt, allungando una mano verso di lui. “B-Blaine per favore-”

“Lascialo andare!”, grida Blaine disperato, mantenendosi a una distanza di sicurezza. Ha paura che qualsiasi cosa deciderà di fare la strega cattiva lo vedrà come un affronto e farà del male a Kurt, e Blaine non può permetterselo. Anche Sebastian li raggiunge in fretta, ansante e visibilmente preoccupato.

“Se c'è una cosa che dovete sapere-”, borbotta lei, sorridendo in maniera inquietante, “E' che il bene non trionfa mai davvero.”, dice, prima di ordinare a quei fili di stringere più forte il collo di Kurt. E quando Blaine sente i suoi piccoli gemiti non può fare a meno di andare verso Sebastian per sfilargli via la spada dall'elsa e conficcarla con un abile gesto nella parte bassa della schiena della strega.

Immediatamente l'incantesimo perde il suo effetto e Kurt cade a terra con un piccolo tonfo. Blaine si precipita da lui e allunga le braccia per avvolgerlo al suo corpo e tenerlo stretto, infilando una mano tra i suoi capelli e tenendo l'altra avvolta ai suoi fianchi per non farlo scivolare via – e il sorriso che si scambiano è di puro, immenso amore, e Blaine lo sta quasi per baciare, gli è davvero vicino-

“Blaine!”, grida Kurt, proprio un momento prima che una liana si intrecci alla sua caviglia e lo trascini indietro, lontano da Kurt, verso i finestroni. La forza dell'incantesimo ha il potere di far crepare i vetri, e Kurt rabbrividisce quando vede gli occhi della strega, le pupille dilatate e le iridi rosso sangue.

“Voi non avrete un lieto fine.”, ringhia lei, prima di scaraventare Blaine fuori dalla finestra. I vetri si frantumano in mille minuscoli pezzettini, e Kurt ha semplicemente il tempo di gridare e fare un passo in avanti, niente di più. Non sa cosa esattamente gli dia la forza per farlo, ma si ritrova a spingere il corpo ormai stremato della strega giù, al di là dei vetri rotti, nel buio della notte di New York.

Si china per trovare Blaine aggrappato al bordo della finestra, e il sollievo che lo invade ha la forza di destabilizzarlo. Allunga la mano e si aggrappa con ogni briciola di forza al braccio di Blaine – Coraggio, coraggio – e per qualche strano miracolo riesce a riportarlo su, e non appena il corpo di Blaine tocca il pavimento Kurt si getta tra le sue braccia.

“Ti odio!”, grida, tempestando il suo petto di piccoli pugni. “Ti- ti odio- saresti potuto morire, Blaine, perché lo hai fatto-”

Blaine gli posa un dito sulle labbra e lo guarda come se fosse la ragione del suo respiro.

“Preferisco morire.”, sussurra con dolcezza, appoggiando la propria fronte alla sua. “Piuttosto che vivere mille vite senza te.”

A Kurt scappa un suono che è molto simile a un rantolo – e poi non fa altro che aggrapparsi al suo collo e rimane lì, fermo a contemplarlo.

“M-mi hai salvato.”, dice solo, chiudendo gli occhi.

“Sono piuttosto bravo a salvarti.”, mormora appena Blaine, facendo scontrare i loro nasi dolcemente. Kurt ridacchia appena, qualche lacrima che scivola lungo la guancia che Blaine spazza via con la punta dei pollici.

“Non piangere, mio bel principe.”, sussurra appena Blaine, mordendosi le labbra. “Ti prometto che starai bene adesso.”, mormora con dolcezza, prima di sfiorare le labbra di Kurt con le proprie. Si baciano appena, un accenno di movimento, e poi Blaine racchiude Kurt tra le sue braccia. Lo stringe come se avesse bisogno di colmare un vuoto che c'è stato per troppo tempo, e Kurt sogna di essere il suo pezzo mancante.

“Ti ho aspettato tutta la vita, Kurt.”, sussurra Blaine a un certo punto, prima di baciarlo piano sulla fronte. Poco gli interessa della gente che li sta guardando e applaude, certa che quello che c'è appena stato fosse uno spettacolo.

“Sono contento di averti finalmente trovato.”, sussurra appena Kurt, prima di immergere la testa nell'incavo del suo collo.

E dio – è quella la loro favola.

 

*

 

Sebastian sembra stranamente felice per loro. Tiene Kurt tra le braccia per un po' mentre Blaine parla con David in un punto lontano della sala, e Kurt vede Blaine confortare l'uomo con qualche pacca sulla spalla, ma in realtà nemmeno David sembra arrabbiato – è come se tutto il mondo sapesse in qualche modo che loro sono destinati.

E quando Blaine torna indietro e semplicemente prende il suo volto tra le mani e lo bacia, tutto quello lo stordisce. Gli toglie il fiato, ogni briciola di forza. Kurt si aggrappa timidamente alle sue guance e si lascia baciare – il suo cuore esplode, e se ne avesse la forza comincerebbe a piangere per la pura poesia che c'è in quel gesto.

“Kurt, Blaine-”, li chiama con un sorriso Sebastian, “Vorrei davvero trovare il modo per scusarmi con voi di quello che è successo con la mia matrigna.”

Kurt si fa piccolo piccolo contro il petto di Blaine, e lascia che lui gli baci la fronte.

“Beh, mi sembra chiaro che ormai io e Kurt non ci sposeremo più, ma-”, Sebastian sembra davvero imbarazzato. Si passa una mano tra i capelli, mordicchiandosi il labbro inferiore. “Al Regno di Mezzo i preparativi sono giunti al termine, e stavo pensando- beh, potreste approfittarne.”

Kurt si stacca leggermente da Blaine solo per poter guardare Sebastian meglio negli occhi.

“Dici sul serio?”, chiede appena Kurt, sentendo il cuore che batte come mille cuori. Sebastian annuisce.

“Mi sembra il minimo.”

Blaine strofina il naso contro il collo di Kurt facendolo rabbrividire appena. “Ehy, non c'è fretta.”, gli dice con dolcezza, accarezzandogli la guancia. “Abbiamo tutto il tempo del mondo. E poi sei stanco, ti porto a casa.”

Sebastian li congeda dicendo loro che aspetterà tutto il tempo di cui avranno bisogno – e il cuore di Blaine si contrae per la tenerezza, quando nota David chiedergli se ha voglia di bere qualcosa insieme.

Chissà, forse la troveranno anche loro la loro favola.

 

*

 

“Non lo vorresti?”, sussurra appena Kurt, accarezzando il petto di Blaine attraverso la sua felpa di colore beige. Sono distesi sul letto di Blaine, questa volta, mentre Melanie è finalmente nella sua stanza. “Non vorresti sposarmi?”

Blaine solleva una mano per accarezzargli un sopracciglio con cautela, come se dovesse imparare ogni suo centimetro a memoria. Si sporge per baciarlo raccogliendo le sue labbra e facendo scontrare i loro corpi – e Kurt è stanchissimo, ma improvvisamente sente di non esserlo poi così tanto.

“Sei tutto ciò che ho sempre desiderato.”, gli Blaine dice sulle labbra, posando una mano aperta sul suo cuore. “La favola che credevo non esistesse più per me.”, continua, posando poi le labbra sulla punta del suo naso. “Ma forse dovremmo aspettare un pochino, che ne dici?”

Kurt ridacchia dolcemente e fa di sì con la testa, per poi rannicchiarsi vicino al petto di Blaine per lasciarsi stringere.

“Aspetterò tutto il tempo che vorrai.”, dice dolcemente, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle braccia di Blaine.

 

*

 

Blaine gli regala dei fiori almeno una volta a settimana.

Gli canta delle canzoni, lo porta con sé sul divano e gli accarezza i capelli mentre compone.

Gli prepara i suoi piatti preferiti – tra cui la pizza, e poi lo bacia sempre teneramente sulle labbra.

Kurt accompagna Melanie a scuola e impara la sua colazione preferita. Cerca di esserci sempre per lei, di non farla sentire sola, e la stringe quando ha gli incubi.

Blaine prende la sua decisione tre mesi esatti dopo il giorno in cui ha incontrato Kurt per la prima volta. Non cerca cose eclatanti, non chiama persone da tutto il mondo per una serenata, non ordina quintali di rose rosse. Semplicemente compra un anello e porta Kurt sulla cima dell'Empire State Building, lo stesso edificio in cui si è tenuto il ballo di mesi prima in cui hanno scoperto di amarsi.

Quando si inginocchia Kurt non ce la fa a trattenere le lacrime e cade in ginocchio di fronte a lui.

“Hai questa- questa straordinaria abitudine di cambiarmi sempre in meglio, Kurt.”, inizia Blaine, la voce che trema. “Ma non lo fai apposta, tu- semplicemente mi stai vicino e tiri fuori il meglio di me. Mi fai credere, mi fai sperare nelle cose belle, mi fai vedere il mondo con una luce diversa. Tu mi hai fatto credere nelle favole, Kurt.”, gli sussurra appena. “Ed è la cosa più bella e- e spaventosa che mi sia capitata, e voglio viverla fino in fondo.”, continua sorridendo. “Abbiamo avuto già abbastanza appuntamenti, non credi?”, chiede ridacchiando, e Kurt ride con lui. “Quindi, Kurt Hummel- avresti voglia di scrivere questa favola insieme a me, e rendermi l'uomo più felice di tutti i mondi diventando mio marito?”

Kurt non sa perché prima di rispondere si aggrappi al corpo di Blaine e lo baci. Non lo sa, non sa mai niente quando è con Blaine, ma lo fa comunque. E solo dopo sussurra “Sì” - due volte, perché temeva che la prima non si fosse sentito.

E l'unione di corpi che nasce dopo è tutto ciò che più assomiglia ad un lieto fine.

 

*

 

Quando Blaine lo spoglia quella notte Kurt non fa altro che ridacchiare, trascinando anche Blaine in una genuina risata. Si baciano e sbagliano tante volte, sono troppo delicati e a volte troppo irruenti e Kurt è timido ma curioso al contempo, un connubio che fa letteralmente impazzire Blaine.

Quando Blaine si distende sopra Kurt quella notte e i loro petti nudi combaciano, entrambi capiscono che è arrivato il momento, così Kurt si sporge e posa le labbra su quelle di Blaine per un singolo istante, prima di aprire gli occhi.

“Ti amo.”, dice solo, come se glielo avesse detto altre mille volte. “Ti amo tanto, Blaine.”

“Anch'io.”, dice di rimando Blaine immediatamente, senza fiato. “Ti amo anch'io.”

Poi ci sono carezze languide e piccoli morsi, e Kurt cade in un precipizio che non credeva di conoscere.

“C-cosa stiamo facendo?”

“Si chiama fare l'amore, Kurt.”, dice dolcemente Blaine, baciandogli ogni punto del viso. “Fare l'amore vuol dire chiedere all'altro se ha abbastanza coraggio di amarti di rimando, ma non lo si fa con le parole.”, gli spiega con cautela, tenendo gli occhi chiusi. “Si lascia parlare i corpi.”

Kurt annuisce appena e lo stringe più forte a sé.

“Va bene.”, sussurra con un velo di ansia che Blaine ingoia via con un bacio. “Scriviamo la nostra storia, allora.”

 

*

 

Kurt traccia con le dita il profilo del mento di Blaine, poi sfiora con i pollici le linee delle sue guance e le sopracciglia e poi le palpebre e scende con le mani andando giù lungo il petto, e arrossisce, arrossisce e arrossisce ancora e ancora, in un modo che non credeva fosse possibile, e ha voglia di piangere per la bellezza di tutto quello.

“Stai bene?”, gli chiede dolcemente Blaine, per quella che probabilmente è la millesima volta in quella notte infinita. Kurt annuisce, proprio come ha fatto nelle novecentonovantanove volte precedenti.

“E' solo che non credevo si potesse avere così tanto di una persona.”, sussurra con la voce rotta, cercando gli occhi di Blaine. “Tu sei così tutto, Blaine.”

Blaine non sa se crederci, ma nel dubbio si sporge per rapire le labbra di Kurt in un nuovo primo bacio.

 

*

 

E' quasi terrificante il modo in cui Sebastian ha preparato tutto.

Quando lo incontrano il mattino dopo alla Terra di mezzo dice loro che era da tempo che aspettava che facessero quel grande passo – e Kurt e Blaine gli spiegano con calma che avevano bisogno di capire se erano davvero destinati, e più che altro avevano bisogno di stabilizzare i loro cuori, aspettare il momento perfetto.

Sebastian mostra loro un giardino immenso in cui è stato allestito un altare bianco sopra un baldacchino in marmo – ci sono fiori ovunque, un tappeto rosso che porta fino alle scale che precedono l'altare e niente di più. Sarà qualcosa di semplice ma magico, a detta di Sebastian, e sia Blaine che Kurt concordano sul fatto che vada bene così.

Come tradizione nella Terra delle Storie, ai due sposi viene imposto di passare separatamente la notte prima del matrimonio nelle rispettive stanze, senza vedersi né parlarsi.

“Questa è una cosa assurda.”, borbotta Blaine baciandogli il naso, prima di lasciarlo andare. “Non ci riesco a non vederti fino a domani mattina.”

“Hai resistito venticinque anni della tua vita senza vedermi, Blaine.”, borbotta Kurt, cingendogli la vita sottile. “Puoi resistere una notte, che ne dici?”

Blaine lo bacia con quel trasporto che ha la capacità di destabilizzare Kurt – poi sposta le sue labbra delicatamente sulla pelle della sua mandibola, risalendo fino all'orecchio.

“Non so come ho potuto fare.”, sussurra con una vena di tristezza. Si tengono stretti ancora un po' prima di separarsi, e con grande stupore di Kurt, Melanie sceglie di passare la notte con lui, e non con Blaine.

Giocano praticamente tutta la notte: guardano insieme le stelle, si rincorrono, parlano di Blaine. Parlano molto di Blaine. Quando Melanie è praticamente sfinita, Kurt lascia che si accoccoli vicino a lei nell'enorme lettone della stanza che Sebastian gli ha fornito per la notte, accarezzandole indietro i capelli e cullandola come può, raccontandole storie del passato e cantandole melodie sconosciute.

“Kurt.”, sussurra a un certo punto lei, tra il sonno e la veglia. Kurt le sorride appena. “Da domani p-potrò chiamarti papà, va bene? O c'è qualche problema per te?”

Kurt non ha mai capito il vero significato delle favole fino a quel momento. Perchè una persona può essere felice tutta la vita ma non toccare la gioia mai davvero, può dare mille baci ma non baciare mai davvero, può far battere il cuore ma non vivere fino in fondo. Kurt ha la sensazione che sia quella la sua vita. Il momento in cui allunga le dita e le posa sul cuoricino di quella bambina piccola, che è un pezzo fondamentale dell'uomo che ama, e che presto farà inevitabilmente parte anche di lui.

“Non aspettare domani.”, le dice semplicemente, gli occhi velati di lacrime. “Puoi farlo anche adesso, se vuoi.”

Quando Melanie scoppia a piangere un istante più tardi e Kurt la stringe forte al suo petto, ha la sensazione che ogni fiaba abbia il suo lieto fine diverso - e sente che Melanie ha appena cominciato a scrivere la sua, di fiaba.

 

*

 

A Kurt tremano le dita, il mattino del suo matrimonio.

Melanie deve più volte richiamare la sua attenzione per farsi ascoltare, e più volte ridacchia quando vede Kurt sbagliare cose banalissime, come versare lo zucchero nell'acqua invece che nel suo caffè.

Ha scelto di vestirsi con l'abito tradizionale dei normali contadini della Terra delle storie: una semplice abito di tela trasparente che copre il corpo come una seconda pelle, con alcuni inserti di stoffa azzurra e dorata laddove alcuni punti del corpo devono essere coperti. Melanie durante la mattine gli prepara una corona di tulipani blu che Kurt indossa con piacere, e con stupore di tutti decide di rimanere scalzo.

Quando si guarda allo specchio, non ha dubbi di essere sé stesso. Non ha dubbi di essere Kurt Hummel, innamorato perdutamente di un uomo che ha incontrato per caso e che gli ha insegnato cosa fosse il vero amore.

Gli scende una piccola lacrima prima che raccolga la mano di Melanie e si incammini verso l'enorme giardino in cui presumibilmente Blaine lo sta aspettando. Continua a camminare con il volto basso, l'aria fresca che gli sferza il viso e muove i fili dei suoi capelli – e improvvisamente sente sotto i piedi la consistenza del tappetto, ed è solo allora che alza lo sguardo.

Blaine è ai piedi dell'altare e lo sta guardando con uno sguardo che è un connubio di stupore e bellezza e desiderio e amore e qualcosa di più profondo che non ha un nome, qualcosa che ha che fare col destino e le strade che si intrecciano e il caso, e non è come imparare a conoscersi, per loro, è come ricordarsi da altre vite e chi lo sa, forse ne hanno vissute a dozzine di vite insieme, forse quel momento lo stanno solo rivivendo per la milionesima volta – ma Kurt è certo che in ognuna delle sue vite Blaine lo abbia amato in quel modo puro ed incondizionato, e quello gli basta per cominciare a camminare verso di lui.

Piccole fate spargono petali e polvere magica a ogni nuovo passo di Kurt, mentre davanti a lui alcuni alberi letteralmente si muovono per creare un passaggio di rami e fiori che lo conduce fino a Blaine – l'amore che stava aspettando, la sua favola. Quando allunga la mano e le sue dita si accartocciano attorno a quelle di Blaine entrambi sussultano – a volte è strano il modo in cui si innamorano le persone, solo con il tocco di una mano.

Kurt ha paura di scoppiare a piangere quando Blaine lo tira vicino a sé e immerge la testa nel suo collo, e sembra piccolo, così piccolo e fragile, proprio come quando quella prima volta gli aveva detto del suo passato, e così Kurt lo stringe di rimando e sorride, e gli promette che andrà tutto bene. Blaine strofina il naso contro il suo collo e quando alza la fronte ha gli occhi lucidi, un sorriso piccolo e immenso al contempo.

“Sei- Kurt, dio sei-”, balbetta, asciugandosi una lacrima distrattamente. “Sei bellissimo. Sei proprio tu.”

Kurt arrossisce, gioendo internamente per il fatto che Blaine apprezzi il suo vestito. Anche Blaine è semplicemente meraviglioso – indossa quello che è l'abito tipico dei matrimoni che appartengono alla realtà, uno smoking nero con un papillon bianco traslucido che brilla di polvere magica e che in qualche modo gli ricorda gli occhi di Kurt.

A fare da spettatori ci sono semplicemente Melanie, Sebastian e David, che si tengono dolcemente per mano e di tanto in tanto si scambiano occhiate comprensive.

E' tutto completamente diverso dai matrimoni a cui Blaine è abituato. A celebrare il rito è una figura che nessuno può davvero vedere in volto, una divinità di cui Kurt gli ha parlato durante il viaggio che lì venerano come grande protettrice della natura e che chiamano per convenzione Sole. Ha la voce tremendamente simile a quella di una donna, ma ogni parola che esce dalla sua bocca sembra pura e semplice melodia, come se fosse qualche nota di uno strumento musicale.

Viene detto loro di intrecciare le dita sopra l'altare, stando attenti a fare in modo che le due dita anulari combacino perfettamente – e durante quel movimento l'anello di fidanzamento di Kurt si scontra con la pelle di Blaine, provocando a entrambi un sussulto. Viene chiesto di loro di pronunciare le parole del rito – Ti amo e ti scelgo come compagno di vita, promettendoti di darti tutta la bellezza e la grazia che ho nel mio cuore, per Kurt, e Ti amo e ti scelgo come compagno di vita perché sei stata la luce che mi ha trascinato fuori dal buio e da una vita senza sogni, per Blaine.

Dopodichè viene chiesto loro se hanno preparato un discorso con cui suggellare le loro promesse, e il primo ad annuire è Blaine.

“Tu posi gli occhi sul mondo senza malizia, amore mio. Tu raccogli un fiore senza domandarti se abbia le spine perché il tuo cuore è puro – e anche se alla fine le trovassi, quelle spine, concederesti al mondo un sorriso dolce e troveresti un modo di toglierle una ad una. Di questo mi sono innamorato, Kurt. Del modo in cui i tuoi occhi si posano sul mondo. Non avresti mai il coraggio di ferire nessuno. Se dovessi farlo, penso preferiresti ferire te stesso, perché tu sei fatto così. Metti la vita degli altri sempre prima della tua. Hai un cuore immenso. E io – io sono così felice di poter dire di essere amato dal tuo cuore, Kurt. Di essere un pezzetto della tua anima.”, Blaine a quel punto fa una pausa e mette una delle proprie mani sul cuore di Kurt, percependo chiaramente il battito. “Voglio essere la tua favola, e più di ogni altra cosa al mondo voglio che tu sia la mia. Voglio che tu faccia parte dei miei sogni, voglio che continui ad emozionarmi, voglio che continui a rendermi chi sono ora, perché per la prima volta in tutta la mia vita mi sento migliore.”, sussurra dolcemente. “Ti amo. Ti amo da morire, in quel modo sdolcinato che viene descritto nelle favole, in quel modo che fa spuntare i sorrisi stupidi, che fa venire voglia di cantare e regalare fiori. Ti amo in questo modo, e non me ne importa niente. E se me lo permetterai, ti amerò così fino alla fine dei giorni che ci saranno concessi.”

Dopo qualche lacrima, è il turno di Kurt.

“Tu avevi questa abitudine di non credere nelle favole – per te erano qualcosa di inutile ed inesistente, ed è buffo pensare che alla fine di tutto Blaine tu mi abbia dato una favola. La favola più bella e vera che potessi volere. E no, non sarà molto convenzionale, ma sa di noi, e per me questo è tutto ciò che ha importanza.

Tu sei la mia favola, Blaine. Non dimenticarlo mai.”, gli dice Kurt dolcemente. “Non dimenticare mai che mi ha insegnato cosa sia l'amore vero, come affrontarlo, e soprattutto, grazie di avermi spiegato cosa fossero gli appuntamenti, perché non ne avevo idea.” A quel punto, Blaine scoppia a ridere. “Ti permetterò di amarmi per tutto il tempo che vorrai, solo se tu mi prometti di rimando che lascerai che io continui a sperare in noi e la nostra favola. A volte ho la sensazione di essere nato per incontrarti, Blaine.”

Blaine è stupito di scoprire che in quel mondo non ci si scambi gli anelli, ma si preferisca imprimere la promessa nella carne – termine usato dalla stessa persona che in quel momento sta pronunciando il rito. Kurt e Blaine tengono le dita intrecciate e le mettono di fronte alla figura luminosa, prima che questa crei un fascio di luce intensa attorno ai loro anulari. Sulla loro pelle si crea in quel modo un anello disegnato, e il cuore di Blaine perde un battito nel momento in cui nota che è fatto di piccoli nodi intrecciati, che sembrano infiniti. La sacerdotessa dice a Kurt e Blaine di separare le dita e posarle sul cuore dell'altro, e solo dopo viene detto loro che possono baciarsi.

Blaine avvolge il volto di Kurt con la mano destra, quella che non è appoggiata sul suo cuore, e stringe forte gli occhi prima di baciarlo, come se dovesse imprimersi nella memoria quel momento per sempre. Kurt si aggrappa alla sua spalla e poi la sua mano scivola dietro la sua schiena, per far si che i loro corpi si mescolino insieme.

A malapena sentono il piccolo applauso della loro figlia e dei due uomini che sono lì a guardarli, accompagnati dal canto della divinità Sole.

Il mondo ora è un posto migliore.

 

*

 

Kurt vorrebbe seriamente piangere, quando immediatamente dopo il bacio il giardino si trasforma in un ricevimento – compaiono tavole imbandite e piene di cibo ovunque, piccoli folletti che svolazzano in giro con bicchieri di quello che suppone sia nettare, e naturalmente qualche curioso che arriva dal popolo fatato e i regni vicini.

Non che a Kurt e Blaine tutto quello importi veramente, adesso. Sono andati da Melanie e la stanno tenendo stretta tra i loro corpi sussurrandole parole d'amore e conforto – e quando Blaine realizza che tutto quello sta succedendo davvero, che è felice, che ha dato a sua figlia un'altra persona su cui contare, non riesce più a trattenersi e scoppia a piangere.

È Kurt come sempre a tenere interi i suoi pezzi. È Kurt a stringerlo forte e permettergli di sfogarsi, ma – Blaine è felice, è davvero felice come non lo è mai stato prima, e quando avvolge il volto di Kurt tra le dita e lo bacia con tutto l'impeto che riesce a donare si sente davvero sé stesso.

“Mi hai dato la vita.”, gli sussurra appena sulle labbra, prima di baciarlo di nuovo.

 

*

 

Blaine pensa di amare New York di notte, ma la Terra della storie non è solo bella quando il sole tramonta – è sublime. Ci sono tante piccolissime stelle che inondano il cielo quella sera, e quella più bella di tutte è suo marito, che adesso è poggiato vicino a una colonna dell'altare e sta guardando verso l'alto, come se fosse una creatura assolutamente fantastica. Blaine si chiede il momento in cui lui e Kurt hanno smesso di essere una persona sola. Forse è stato quel mattino, o forse la prima volta che hanno fatto l'amore e si sono detti Ti amo, o forse ancora prima, quando l'ha baciato per svegliarlo dall'incantesimo. Non sa dirlo – sa solo che quando si guarda non riconosce più i suoi confini, e sa che anche per Kurt è lo stesso.

Gli cinge la vita con le braccia e gli bacia il collo in maniera disordinata, immergendo il naso tra i suoi capelli e accarezzandogli volutamente lo stomaco – sa quanto Kurt lo ami.

“Credo di amare questo vestito.”, mormora piano Blaine vicino al suo orecchio, tracciando linee imprecise sulla sua schiena. “Ma non avresti dovuto farmi sopportare una tale tortura. In pratica, è trasparente.”, ringhia leggermente, mordendogli un punto impreciso del collo. Kurt ridacchia e compie un giro tra le sue braccia, posando entrambe le braccia sul suo petto.

“Contento che ti piaccia.”, sussurra appena lui, ed è arrossito così tanto, così tanto che Blaine vorrebbe piangere per la bellezza di quel gesto. Gli bacia entrambe le guance, scostandogli poi un ciuffo ribelle dalla fronte.

“Sei un sogno.”, mormora poi, prima di alzarsi sulle punte e lasciare a Kurt un bacio sulla fronte. “Un bellissimo sogno.”

Kurt ridacchia ancora e per l'imbarazzo immerge la testa nella spalla di Blaine e lui lo tiene lì, naturalmente, non lo lascia andare via. Si voltano insieme poi, a osservare Melanie che sta giocando con tanti piccoli folletti, e la salutano da lontano con un gesto semplice.

“Vorrei che tornassimo a New York, Blaine.”, dice a un certo punto Kurt, senza cercare i suoi occhi. Blaine gli lascia un bacio tra i capelli, stringendolo un pochino di più.

“Non dobbiamo scegliere ora.”, dice vagamente Blaine. “Insomma, qui è dove sei nato, dove sei cresciuto. Sarebbe un enorme cambiamento per te.”

“E per te e Melanie no?”, chiese Kurt con un sopracciglio alzato. “New York è la vostra casa.”

“Vero.”, borbotta Blaine. “Ma qui sarebbe tutto più semplice, senza intralcio o stupidi problemi o...”, un nuovo bacio tra i capelli, e Blaine lascia morire la frase. “Non lo so. Ci pensiamo, va bene?”

Kurt annuisce vagamente. “E' solo che ho la sensazione che quella sia la nostra casa, Blaine.”, dice piano. “Dove è cominciato tutto.”

Blaine annuisce e perde un battito di cuore – e a volte pensa che un giorno l'ingenuità mischiata alla saggezza di suo marito lo faranno letteralmente impazzire.

 

*

 

Il loro primo ballo non è completo disastro, nel senso che non si pestano i piedi o non continuano a ridere - semplicemente perché hanno già ballato altre volte insieme, e Kurt sa che Blaine sa come tenerlo tra le braccia, come guidarlo.

Ballano la stessa canzone su cui hanno danzato quella notte del ballo, ma questa volta la cantano entrambi guardandosi negli occhi.

 

I will love you

Until my dying days

 

Quando si separano e le persone che li circondano applaudiscono, Blaine fa finta che al mondo ci siano solo loro due e avvolge il viso di Kurt tra le mani, baciandolo piano e lentamente, sentendo la consistenza delle sue morbide labbra.

“Sei il mio destino.”, dice soltanto, assorbendo il luccichio che invade poi gli occhi di Kurt.

 

*

 

Kurt ha imparato che il concetto di fiaba è stato altamente sopravvalutato nel corso del tempo. Che nella maggior parte delle volte, vivere una fiaba non vuole dire innamorarsi di qualcuno a prima vista, farsi portare via da lui sul suo bel cavallo bianco e accettare di sposarlo all'istante.

A volte fiaba vuol dire sacrificio. Vuol dire buttarsi alle spalle qualcuno sperando con tutto il cuore che sia felice, ma vuol dire anche ritrovarlo, questo qualcuno – perché non si ha scelta, perché la vita è fatta di milioni e milioni di fili intrecciati, e alcune persone hanno la straordinaria fortuna di riuscire a districare i fili e poi trovarsi per non lasciarsi andare più.

Kurt è estremamente convinto che in ogni sua vita – precedente o futura – troverà il modo di cercare Blaine e lo amerà, e qualsiasi cosa accadrà dopo sarà scritto come in una favola. E non ci saranno cavalli bianchi o mele avvelenate e streghe cattive, ma solo ostacoli e passi azzardati e baci dati di nascosto – e gli va bene così.

Quella sera Kurt prende Melanie tra le braccia e la porta a letto – nel loro piccolo ma perfetto appartamento, a Ney York - mentre dondola sul posto facendola ballare, e Blaine li raggiunge dopo aver composto una canzone cingendo la vita di Kurt e accarezzando con le labbra la guancia di lei e – sanno che si ameranno fino alla fine dei tempi. Giorno dopo giorno, vita dopo vita, eternità dopo eternità.

Infondo, quella è solo una delle tante favole che dovranno vivere, no?
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La "Terra delle storie" non è un elemento che mi appartiene, ma è un nome preso dai capolavori di Chris Colfer, e che mi piaceva riprendere qui. Mi auguro davvero che vi sia piaciuta - e se avete voglia, fatemi sapere che ne pensate <3

Je <3

 

 

   
 
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