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Autore: _Fire    19/02/2015    7 recensioni
| Mini-long | Klaine | AU | Principe!Blaine |
Un amore che va contro tutte le convenzioni sociali della sua epoca.
Ne varrà la pena?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Principe Blaine, la sua giacca è pronta.» disse Kurt, spingendo la porta con la schiena per entrare nella sua stanza.
Lui e suo padre erano a palazzo solo da un paio di mesi, ma si stavano già abituando al ritmo che c’era lì, completamente diverso da quello di un piccolo paesino come Saint-Floret. Lavorava come sarto personale di Blaine e doveva ammettere che come lavoro non gli dispiaceva affatto: per essere un principe, infatti, Blaine si era dimostrato meno altezzoso di quanto Kurt si aspettasse. E poi la sua compagnia era così gradevole e…Shh. Metteva a tacere questi pensieri ogni volta che lo sfioravano, perché erano da ragazzino. Non poteva permettersi di innamorarsi di un principe; Blaine, ovviamente, in quanto erede al trono, era promesso e, altrettanto ovviamente, ad una donna di sangue reale. Due canoni in cui lui non rientrava. Essere innamorato di Blaine era come guardare il paradiso da fuori senza poterci entrare.
Quindi era meglio non illudersi e mettersi l’anima in pace sin dall’inizio. Il tempo per sognare era finito.
«Kurt!» lo salutò Blaine, con il solito splendido sorriso sulla faccia, uno di quelli veri, che coinvolgono tutto il volto, dalle guance agli occhi. «Vieni qui.»
Lui si avvicinò, chinando un po’ il capo. «Sai che non devi farlo quando siamo solo noi due.» lo riprese Blaine. Kurt ridacchiò e gli si sedette accanto sul divano di velluto blu. Sapeva che non gli piaceva essere trattato da principe quando erano da soli, ed era una cosa che gli faceva sempre scaldare il cuore: Blaine lo trattava e, cosa ancor più importante, lo considerava un suo pari.
«Vuoi provarla?» chiese infine, alludendo all’indumento che aveva ancora in mano.
«Certo, anche se so già che sarà perfetta perché l’hai confezionata tu.»
Si alzarono e Kurt si mise alle spalle di Blaine davanti allo specchio. «Oggi siamo di buon umore?» domandò prendendolo in giro, mentre gli infilava la giacca color caramello. Il ragazzo si girò verso di lui e Kurt notò che il colore del soprabito faceva risaltare il colore dei suoi occhi. «Molto.» annuì Blaine, entusiasta. «Mio padre sarà fuori per tutto il fine settimana e ciò vuol dire libertà. Ti farò fare una visita guidata completa del palazzo, ti porterò a cavallo e…»
«Okay, okay» rise Kurt, aggiustando la stoffa sulle spalle di Blaine. «Come corri.»
«Non voglio perdere nemmeno un secondo.» ribatté lui, sorridendo.
Si guardò per un secondo allo specchio e, quando Kurt vide che non si toglieva la giacca, pensò che gli fosse piaciuta.
A quel punto Blaine si sedette davanti al pianoforte, dando una pacca sul posto accanto a lui. Kurt lo raggiunse e – come sempre – si incantò a guardare gli occhi di Blaine scrutare lo spartito concentrato, e le sue dita scivolare veloci sui tasti bianchi e neri. Sol, sol, sol, la, si, sol, re.
Si fermò e Kurt lo guardò per incitarlo a continuare.
«Prova.» gli disse però Blaine, prendendo le sue mani e mettendole sulla tastiera. Poi ci poggiò sopra le sue. «Pronto?»
«Non sono capace.» si scusò Kurt, con le guance leggermente rosse.
Le dita di Blaine si strinsero sulle sue. «Pronto?» ripeté, così vicino che l’altro sentì il suo respiro sulla pelle. Allora annuì piano e lasciò che Blaine muovesse le sue mani sul pianoforte, ripetendo le stesse note. Poi lasciò che continuasse da solo, lentamente, aiutandolo a leggere lo spartito e unendosi a lui. Stavano suonando insieme.
Quando le loro mani si incontrarono di nuovo, Kurt pensò a come le persone possano innamorarsi in modi misteriosi, a volte anche solo sfiorandosi le dita.
Blaine scoppiò a ridere, sereno, appoggiando la testa sulla spalla di Kurt. «Sono felice.» sospirò, strofinando il naso contro la sua pelle.
Lui ridacchiò, passando una mano tra i suoi ricci. «Blaine…»
Pensò che avrebbe potuto dirglielo, che era innamorato di lui. Lì, in quel momento. E forse Blaine non l’avrebbe respinto.
L’altro alzò la testa, per guardarlo. Erano pericolosamente vicini.
«Principe» chiamò Rachel, entrando nella stanza. Non appena vide i due ragazzi in quella posizione compromettente arrossì e balbettò: «I-interrompo qualcosa?»
Kurt diventò rosso come il vestito della ragazza, e si alzò velocemente. «Nulla» rispose, in modo più convincente possibile. «Il principe stava solo provando la giacca. Che va bene. Arrivederci.» disse tutto d’un fiato, quasi scappando dalla stanza, sentendosi addosso lo sguardo imbarazzato di Rachel e quello di Blaine, che lo guardava andare via, ancora seduto, cercando di inseguirlo con la vista.
 


***
 

«Mi dispiace…» si scusò Rachel, ancora in piedi sulla soglia.
Blaine sospirò, accasciandosi sulla panca, stavolta però senza trovare accanto a se’ il calore del corpo di Kurt.
Da quando era entrato nella sua vita, non si era più sentito lo stesso. Aveva smesso di temere il giudizio degli altri, di nascondersi, di dover fare qualcosa che lo facesse sentire libero e felice, perché ora c’era Kurt e lui bastava.
Aveva persino smesso di pensare a Sam, capendo finalmente che era solo un amico. Questo però non lo faceva sentire meno confuso.
Anche se lui e Kurt erano amici da poco, gli sembrava di star cominciando a ricordarsi di lui, più che star cominciando a conoscerlo. Aveva qualcosa di così familiare, e quando stavano vicini sembrava giusto, come se fosse stato sempre così, in ogni loro vita precedente.
Erano diventati subito buoni amici…ma Blaine non riusciva a capire se quel sentimento che provava ogni volta che Kurt lo guardava o lo toccava fosse normale o se provava di più che semplice amicizia.
Di una cosa però era certo: nessuno lo faceva stare così bene come Kurt. Sorrise al suo solo pensiero del ragazzo. 
«Non fa niente, Rach» disse lui, mentre la ragazza chiudeva la porta e poi si avvicinava a lui.
Si accovacciò, in modo da avere gli occhi alla stessa altezza di quelli di Blaine, ancora seduto.
«Sei innamorato di lui?» chiese, con un piccolo sorriso sulle labbra. Rachel di solito preferiva non toccare l’argomento, a causa della cotta che aveva per Finn, lo scudiero, quindi la cosa doveva essere proprio evidente per spingerla a parlare di amore.
«Cosa te lo fa pensare?» ribatté Blaine, evasivo, anche per guadagnare tempo.
«Il modo in cui lo guardi.» rispose semplicemente la ragazza, con un’alzata di spalle. Si scostò un po’ la frangetta dalla fronte e incrociò le braccia al petto, guardando Blaine aspettandosi una risposta.
«E come dovrei guardarlo?» insisté lui.
Rachel sbuffò, alzando gli occhi al cielo. «Come se fosse la stella più luminosa del cielo.»
Il pensiero di Blaine andò subito agli occhi di Kurt, di quel colore azzurro che il cielo avrebbe dovuto solo invidiare e che brillavano sul serio come stelle. E al suo sorriso– Dio, quel sorriso, che sembrava illuminare tutta la stanza quando Kurt entrava.
«Non lo so, Rach.» ammise lui. «Come hai fatto a capire di essere innamorata di Finn?»
La ragazza arrossì, infastidita dal cambio di argomento. Di solito le piaceva essere al centro dell’attenzione, tranne in quei casi. «Uhm» rifletté lei. «Quando sono con lui sto bene. E mi piace ogni cosa di lui…mi fa sorridere il solo pensare a Finn» confessò, dicendo finalmente il nome del ragazzo.
Blaine allora realizzò. Tutto ciò che aveva detto Rachel valeva anche per lui e Kurt. E sperò soltanto che per l’altro fosse lo stesso, perché in quel momento non c’era niente che desiderasse di più.
«Sì.» disse, e non aveva mai detto niente di cui era più sicuro. «Sono innamorato di Kurt.»
 
 

Kurt si guardò allo specchio per un’ultima volta, aggiustandosi il maglione blu sul pantalone grigio.
Blaine gli aveva detto di farsi trovare pronto alle sette e mezza di quella sera, perché gli avrebbe fatto vedere il castello, approfittando della partenza dei suoi genitori.
Non vedeva Blaine da quando erano stati interrotti da Rachel il giorno prima, per questo era un po’ imbarazzato di incontrarlo dopo quell’episodio. Si disse che non era niente, e che probabilmente Blaine non aveva neanche fatto caso a cosa aveva provato quando i loro visi erano stati così vicini.
Scosse la testa, come per cacciare quei pensieri, ma la sua testa era occupata solo da lui. Non avrebbe mai pensato che andare a palazzo per lavorare come sarto gli avrebbe fatto conoscere un ragazzo meraviglioso come Blaine, e soprattutto che se ne sarebbe innamorato senza avere la possibilità di impedirlo. Era semplicemente successo.
Sentiva ancora nelle orecchie la sua risata cristallina e automaticamente sorrise anche lui.
Quando sentì bussare alla porta, Kurt corse ad aprire, sentendo il cuore che stava per esplodergli nel petto. Sulla soglia c’era Blaine, con un completo blu, la giacca aperta sulla camicia bianca che forse aveva cucito un po’ troppo stretta, visto come aderiva al suo petto.
Blaine gli sorrise, afferrandogli una mano per farlo uscire. Il suo cuore era decisamente esploso.
«Ho convinto mio padre ad andare a dormire prima, via libera.» sussurrò Kurt.
«Andiamo allora.» disse Blaine.
«Aspetta.» Kurt raccolse il suo coraggio. «Ho una cosa per te.»
Il ragazzo sembrò sorpreso e lo guardò piegando la testa di lato, con fare interrogativo. «Cioè?»
Lui tolse le mani da dietro la schiena e gli mostrò un piccolo fiocco nero. «E’ avanzato dalla giacca che indossi.» spiegò. «Mi sembrava carino.» Kurt glielo allacciò dietro il collo, cingendo quindi Blaine con le braccia al di sopra delle spalle. Erano vicinissimi, ma Kurt si ripeté di non fare nulla di azzardato, perché se ne sarebbe pentito, e non voleva rovinare tutto con Blaine.
Una volta fatto, si allontanò per vedere come stava. «Sei bellissimo.» mormorò. Arrossì e abbassò lo sguardo, rendendosi conto solo dopo di quello che aveva appena detto, e sperò che Blaine non fuggisse spaventato. Al contrario, il ragazzo gli andò vicino e gli prese la mano. «Grazie.» disse, e poi gli sfiorò una guancia con le labbra. Fu come fuoco.
Kurt si chiese come era possibile stare lì e non innamorarsi di lui, ancora e ancora. Pensò che sarebbe morto se non l’avesse baciato subito.
«Allora» disse con voce tremante, desideroso ma anche spaventato di quella vicinanza. «Dove avevi intenzione di portarmi?»
«Pensavo al giardino. Di sera si vedono tutte le stelle.»
Anche se nessuna brilla come te.
Blaine gli porse la mano e Kurt la strinse. Camminarono in silenzio fino al cancello, beandosi semplicemente di quel contatto il più a lungo possibile. Blaine si girava ogni tanto per guardarlo e lui arrossiva sempre sotto il suo sguardo, chiedendosi se aveva una speranza.
Una volta varcata in silenzio la soglia, i due ragazzi si trovarono circondati dal verde: erba, siepi e fiori di tutti i tipi ornavano l’intero giardino. «Wow.» mormorò Kurt, estasiato.
«Voglio farti vedere la serra.» disse Blaine.
Si incamminarono verso una struttura in vetro e, una volta dentro, Blaine lasciò la sua mano. Kurt si guardò intorno: c’era un’enorme varietà di piante nei vasi, tutte di colori diversi, allineate come per formare un arcobaleno; dalla parte opposta c’era una porta in legno chiaro che Blaine teneva aperta. «Ti avevo promesso che ti avrei fatto vedere le stelle, no?» gli chiese, mentre lui correva dentro.
Ai lati c’erano soffici divani bassi pieni di cuscini e davanti tavolini con diversi servizi da tè. Tuttavia, lo sguardo di Kurt si soffermò sul soffitto: il vetro si interrompeva al centro, lasciando uno spazio aperto che mostrava direttamente il cielo.
«Kurt» lo chiamò Blaine, invitandolo a mettersi vicino a lui su un materasso posto direttamente sotto l’apertura. Il ragazzo lo raggiunse, accoccolandosi contro la spalla di Blaine.
«Non sembra vero.» commentò, facendo ridere l’altro.
«Dici? Non l’ho mai fatto vedere a nessuno. Era il mio nascondiglio.»
Kurt si sentì quasi speciale a stare in quel posto così intimo per lui. «Perché ci hai portato proprio me?» gli chiese, sedendosi di fronte a lui. Blaine prese fiato, come se si stesse preparando per qualcosa. «Kurt, arriva un momento in cui diciamo a noi stessi: “Oh, eccolo là”. Cerco uno così da una vita. Ho capito una cosa: t-tu mi emozioni, Kurt. E questa specie di visita sarebbe solo una scusa per passare più tempo con te.»
Kurt rimase senza parole. Dischiuse le labbra ma non ne uscì alcun suono. Aveva immaginato il momento in cui qualcuno gli avrebbe detto di essere innamorato di lui, anche se non pensava che sarebbe stato così. Ma non poteva di certo lamentarsi.
Provò a dire qualcosa per far sapere a Blaine che lo amava anche lui, ma non ne ebbe tempo.
Il ragazzo si allungò verso di lui e premette le labbra sulle sue. Mentre si avvicinava ancora di più, Kurt poggiò una mano sulla sua guancia, spingendosi verso di lui per ricambiare il bacio.
Quando si staccarono, vide che Blaine aveva le labbra tutte rosse –probabilmente anche le sue erano così – che si curvarono in un sorriso. Blaine rise imbarazzato, passandosi una mano sul volto. Kurt non sapeva cosa pensare, figuriamoci cosa dire. Ma di una cosa era sicuro: l’avrebbe rifatto altre cento volte. Sperò che le sue labbra avessero ancora il suo sapore.
«Dovremo…» provò a dire Blaine.
Kurt gli prese il mento tra le dita e lo guardò negli occhi. «Te ne sei pentito?» chiese, temendo la risposta. Sapeva che c’era la possibilità che Blaine avesse cambiato idea, che avesse paura di quello che quel bacio avrebbe portato.
«No.» rispose invece Blaine con voce ferma. «Per niente.» confermò, prima di baciarlo di nuovo.
«Nemmeno io.» sussurrò Kurt sulle sue labbra, anche se pensava che Blaine l’avesse già capito, dal modo in cui lo strinse a se’, come se non volesse lasciarlo andare mai più.


 

Note:
Buona sera 

Mi scuso per l'attesa, ma tra compiti e problemi con internet non sono proprio riuscita ad aggiornare. Spero di essermi fatta perdonare (?) con questa seconda parte e che vi sia piaciuta.
Vi ringrazio davvero tantissimo per le recensioni che mi avete lasciato al capitolo precendente, mi avete spinta ad andare avanti e magari a scrivere altre Klaine. - Amo questa coppia, cosa posso farci - Ah, ringrazio ovviamente anche le 19 persone che l'hanno messa tra le seguite, le 2 tra le ricordate e le 4 tra le preferite. 

Spero di trovare i vostri pareri anche per questa parte.
Ringrazio Alice - Life Before His Eyes - perché mi ha diciamo betato il capitolo e perché mi sostiene sempre. E anche Anto e Deb che mi minacciano amorevolmente per farmi scrivere.
Ricordo che potete trovarmi 
qui. ♥
Fire
 

 
   
 
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