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Autore: sofiaa    19/02/2015    1 recensioni
Sophie, una sedicenne inglese arrabbiata con il mondo e con un fratello molto inusuale, è una giovane punk. Suo fratello tenterà di tenerla alla larga dalla scena musicale e sociale che lui ha stesso ha contribuito a creare, ma non ce la farà per molto...Ma soprattutto non riuscirà a tenerla lontana dai suoi amici.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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"Allora ti sei trovato una ragazza, Mick?"
"Già."
"Vedo che mi hai messa da parte in fretta."
"Anche tu l'hai fatto."
"Mick, non volevo, è complicato da spiegare..."
"Ti sei spiegata benissimo."
"No, davvero, non è come pensi."
"E allora come sarebbe?! Stai con lui perchè non bacio bene? Stai con lui perchè è bravo a letto? Dimmelo tu. Per quale di queste ragioni?"
"Per nessuna di queste, Mick, mi piacete entrambi, ENTRAMBI."
"Sophie, non è una cosa normale, non ti possiamo piacere entrambi, come ti sentiresti se io ti dicessi che io amo sia te che Julie, anche se tu mi ami alla follia?"
"Male...ma..."
"Niente 'ma'! Ormai hai fatto la tua scelta, non ti chiederò certo di ripensarci, ma sappi che Strummer non ti sarà per niente fedele. E quando ti tradirà con la prima zoccola che passa, tornerai da me piangendo, dicendomi che ami solo me e boiate varie."
"Sai una cosa? Joe è molto più profondo di quanto credete!"
"Non lo dubito, ma non è fedele, ti tradirà con un sacco di ragazze."
"Non è vero!"
"Fai come credi, ma sappi che io ti avevo avvisato."
"Mick, mi dispiace per tutto, davvero."
"Sai una cosa?"
"No."
"Julie non è la mia ragazza, è mia sorella. E tu mi piaci ancora."
"Dopo tutto quello che ti ho fatto?"
"Sì."
"Ma..."
Non riuscì a finire la frase che arrivarono Paul, Topper e Joe con le bibite in mano. Joe mi porse la mia Coca Cola e lui si prese la sua birra. Intanto io continuavo a guardare Mick. Perchè dovevo combinare sempre dei disastri?!
"Amore mio dolce..."
"Oh Dio, quando inizi con i nomignoli vuoi qualcosa...cosa vuoi, bionda mia?"
"Mi dai un sorso di birra, senza che mio fratello mi veda?"
"Anche due."
Mi porse il bicchiere e, mentre mio fratello cercava una sedia, ne bevetti due-tre sorsi.
"Grazie, Joe."
"Prego blondie. Dì a tuo fratello di sedersi sulla tua sedia, tu vieni a sederti sulle mie gambe."
"Geniale...ma non so se accetta."
"Tranquilla, so come convincerlo."
"Paul, vieni pure a sederti al posto mio...io vado da Joe."
"Ma proprio da lui devi andare?"
"Eh già."
"Siediti su di me."
"Ma va la, scherzi?! Le ragazze del locale potrebbero capire che io sono la tua ragazza e allora addio nuove fiamme!"
"Effettivamente, non hai tutti i torti...dai, va'da Joe...alla prima mossa indecente che fa, lo picchio, sia chiaro..."
"Chiarissimo."
Me ne andai felice dal mio Joe e mi sedetti sulle sue gambe. Gli avvolsi un braccio intorno alle spalle e lui mi circondò la vita con le braccia. Incominciammo a chiacchierare con gli altri mentre guardavamo la band che suonava sul palco. Mi piaceva la musica reggae, piaceva a tutti i Clash, in fondo a Brixton, quartiere di immigrati, si sentiva molto spesso. Si stava rivelando una conversazione molto piacevole, fino a quando Topper non ruppe l'atmosfera di pace apparente:"Allora Sophie, come si comporta Joe?"
"Bene dai, non è poi cosi malaccio come credevo..."
"E mia sorella come si comporta, Strummer?"
"E'un po'monella, sai com'è, le piace provocarmi."
"In che senso?"
"Tipo, sussurrarmi all'orecchio il mio cognome con una voce roca mentre eravamo abbracciati per strada, oppure mordermi il labbro mentre ci baciamo, o..."
Oh Dio, io lo ammazzo.
"Joe, c'è quel signore laggiù che non ha sentito, urlalo un po'più forte..."
"Ma dai amore, sai che mi piace farti imbarazzare."
"Eh, me ne sono accorta."
"Strummer."
"Dimmi, Paul."
"Non l'hai ancora portata a letto, vero?!"
"No, Paul, ma se vuoi rimediamo subito."
"STRUMMER, CHE CACCHIO HAI CAPITO?!"
"Guarda che a me non dispiace, eh..."
"Strummer, è la volta buona che ti faccio tornare in Turchia a calci in culo."
"Buono, skinhead."
"Non provarci più, specie di nano."
"Paul, ricordati la regola della L..."
"Strummer, sei tremendo."
"Lo so."
Io ormai ero un peperone. Guardai di sottecchi Mick: non aveva proprio un'espressione felice. Mi dispiaceva vederlo così, davvero. La serata sembrava aver preso una brutta piega, quando vedemmo arrivare da noi una persona che non ci saremmo mai e poi mai aspettati di vedere...
 
   
 
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