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Autore: Ai_no_Uta    06/12/2008    4 recensioni
Nel villaggio di Konoha non ci sono donne, carine. E' vero ... l'unica che si potrebbe salvare è Hinata, secondo il giovane Inuzuka. Esattamente per questo motivo ha deciso di "allargare" le sue vedute fino al vicino villaggio della Sabbia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KibaxTemari Buonasera a tutti! E così sono tornata con un'altra fanfic "su commissione" diciamo ossia una di quelle fanfic di cui non apprezzo molto il pairing ma che scrivo per puro piacere di altre persone XD
E' una Kiba/Temari e il pairing, detto tra noi e secondo me, è un pochino infattibile ma non mi costa nulla scriverlo ... tanto non è per me XD
Ovviamente questa fanfic non è scritta a scopo di lucro e i copyright non sono affatto miei bensì del grandissimo Kishimoto-sensei *O*
Infine dedico questa fanfic a Rita (una ragazza che fa il mio stesso corso) e le dico "Rita, scusa la brevità della cosa ... ma il tempo è un fattore che manca in questi tempi! Quando e se avrò più tempo farò qualcosina in più!".
Spero vi piaccia ^_^
Buona lettura

Ai no Uta


Con lei era diverso... nessuna delle donne di Konoha era così... bella sia fisicamente che caratterialmente. E invece lei con quei capelli biondi, gli occhi scuri e il modo di fare un po' da ragazzo. E poi quel suo spiccato senso del giusto e della deduzione logica. Beh... fatto sta che ne Hinata ne tanto meno Sakura o Ino erano così. Hinata era troppo timida, riservata e aveva sempre troppa paura di ferire gli altri con chissà quale sua frase o comportamento strano per poter stare con un tipo come me. Di Sakura e Ino... meglio non parlarne! Erano talmente odiose che facevo fatica a sopportarle e a parlarci se le incontravo per strada. Oche. Ecco cos'erano...! E io non capivo come facesse Naruto ad essere innamorato di Sakura... forse le faceva pena per quella storia di Sas'ke e via dicendo... faticavo davvero a credere che il mio amico fosse davvero innamorato di quella femmina con i capelli colore chewing-gum.
Invece con lei era diverso... estremamente diverso. Anche se, essendo di villaggi diversi, c'eravamo visti davvero poche volte e la persona con cui era più in confidenza era Shikamaru, a me lei piaceva davvero. Il suo carattere più di tutto. Così quel giorno avevo deciso di farmi coraggio una volta per tutte.
Come al solito era venuta per intrattenere i soliti rapporti fra Konoha e Suna, sempre accompagnata dal provvidente e onnipresente Shikamaru. Li trovai seduti al negozio di dango che mangiavano tranquilli.  "Yo" salutai Shikamaru, fingendo momentaneamente di non aver visto la donna. "Ciao, come butta?" mi chiese Shikamaru sorridendo svogliatamente. "Tutto bene, te?" gli domandai di rimando. "Normale direi... Anche se oggi il lavoro è stato un po' più pesante del solito" spiegò il ragazzo, accennando con la testa la ragazza seduta di fronte a lui. "Ci credo! Qualcuno ha bloccato una delle vie principali di commercio fra i nostri due villaggi. E' normale che ci sia tutto questo trambusto" ribatté la ragazza guardando prima verso Shikamaru e poi verso di me. "Yo, Temari" le dissi piano, facendole cenno con una mano. "Chi non muore si rivede, Inuzuka" rispose lei abbastanza fredda. - Certo - pensai - non ci conosciamo affatto. Presumo sia giusto che tenga questo comportamento con me -. "Così pare. Piuttosto... posso rubarti dieci minuti del tuo tempo?" chiesi spavaldo come sempre. La ragazza mi guardò storto. "A me o a Shikamaru?" mi chiese poi prendendo la tazza di tè fra le mani. "No, no non a Shika... devo parlare con te" precisai. Ci fu un secondo di silenzio nel quale temetti che potesse rispondere negativamente. "Shikamaru, per te ci sono problemi se mi fermo dieci minuti a sentire cosa deve dirmi Inuzuka?" chiese al ragazzo che sbuffò sonoramente. "Ovviamente no, tanto sono sicuro che la Quinta Hokage mi darà ancora cose da fare nel pomeriggio. Se hai bisogno di me, mi trovi sicuramente da lei" rispose, alzandosi e cedendomi il suo posto. "Grazie, Shika!" esclamai allegro. Lui mi guardò perplesso e lo stesso fece Temari lanciandomi un'occhiata misto tra stupita e interessata.
Aspettai che Shikamaru si allontanasse per cominciare a parlare. "Su, che c'è?" mi chiese Temari schietta. Probabilmente, come giusto, non aveva voglia di perdere tempo. "Volevo chiederti se ti andrebbe di uscire con me uno di questi giorni... Anche dopo un impegno di lavoro, se ti va" buttai lì con una certa non curanza. Lei prima mi guardò stupita e poi si mise a ridere. "E perché questo?" mi chiese poi cercando di tornare seria. La squadrai stupito. "Cioè?" chiesi piano. Lei sbuffò e quasi quasi mi ricordò Shikamaru. "Perché mi hai chiesto di uscire con te" spiegò poi, prima di bere un sorso del suo tè. "Perché mi piaci. Sia come carattere che come fisico" risposi sinceramente e lei mi guardò di nuovo stupida per poi mettersi nuovamente a ridere. "Accetto Inuzuka. Ma solo perché hai una sincerità disarmante" mi disse sorridendo. "Perfetto! E ... io ce l'ho un nome, sai? Mi chiamo Kiba!" le dissi in tono di rimprovero. "Okay, okay ... Messaggio ricevuto, Kiba" concluse e io trovai che il modo in cui pronunciava il mio nome fosse davvero carinissimo. "Okay... allora quando?" chiesi con una strana allegria in corpo. Mi sentivo... euforico. "Dovrei tornare a metà della prossima settimana, se vuoi" rispose lei, pensando a quello che doveva fare in quei giorni. "Sì sarebbe perfetto! E' anche il giorno della sagra!" esclamai ancora più contento. "Sagra?" chiese lei curiosa. "Sì... si fa tutta la prossima settimana! E ci sono sempre un sacco di bancarelle, attrazioni e spettacoli! E anche i fuochi d'artificio! Vedrai... sarà bellissimo!" risposi con foga. Lei sembrava un po' stupita dal mio comportamento ma poi accettò di buon grado il mio invito. Era quella la cosa più importante, no?! Fissammo l'appuntamento per le cinque, in quello stesso posto solo che per il mercoledì seguente. L'accompagnai fino al palazzo dell'Hokage e ci salutammo. Non appena allontanatomi, mi resi conto che quella sarebbe stata la settimana più lunga di tutta la mia vita!
Aspettai con ansia quel giorno tanto da sercevellarmi persino nel contare quante ore, quanti minuti e quanti secondi mancavano. Shino mi sopportava a fatica e Hinata sembrava molto molto preoccupata per la mia salute mentale.
"Finalmente!!!!" esclamai la mattina del mercoledì fatidico. Non stavo più nella pelle dall'attesa. Solo quel giorno mi accorsi che anche Hinata sembrava essere nelle mie stesse condizioni. "Che succede?" le chiesi mentre ammazzavo il tempo aspettando le cinque. "Beh io... però non dirlo a nessuno, eh?" mi fece promettere prima di parlare. Promisi come voleva, curioso di sapere che era successo. "Naruto... mi ha invitato a passare con lui la serata della sagra!" mi disse tutto d'un fiato, rossa rossa in viso e io sorrisi. E bravo Naruto! "Sono contento per te allora" le dissi sorridendo e lei arrossì ancora di più prima di sorridere di rimando. Salutai Hinata che aveva appuntamento alle cinque e mezza e filai al negozio di dango della settimana precedente. Ero in anticipo di mezz'ora ma lei era già lì. "Ehi!" esclamai stupito di vederla. "Ciao" rispose sorridendo. "E' successo qualcosa? E' tanto che aspetti?" le chiesi avvicinandomi. "No, no ho appena finito di parlare con Shikamaru che ha detto che andava a dare una mano al padre per i preparativi dei fuochi di questa sera" rispose sorridendo. "Okay. Allora andiamo!" esclamai prendendola per mano e trascinandola verso i banchetti principali. Passammo tutto il pomeriggio a gironzolare in giro per la sagra. Incontrammo Naruto e Hinata, Sakura e Sai e anche Ino e Chouji. Ci fermammo a parlare un po' con tutti e con nessuno. Volevo stare solo con lei e ci riuscii alla grande. Dopo esserci abbuffati, non troppo causa presenza di Chouji, venne annunciato l'inizio dei fuochi artificiali. "Vieni con me" le dissi prendendola di nuovo per mano e trascinandola oltre la folla che si spostava in un'unica direzione. "Dove stiamo andando? I fuochi sono di là" mi disse stupita. "Da qui si vedono meglio" risposi avvicinandomi alla rive del fiume. Sul momento non ci feci caso ma, tutto in cinque secondi, inciampai portando con me anche la ragazza. Atterrò sopra di me a circa una ventina di centrimetri dall'argine del fiume. "Io..." cominciò lei, un po' imbarazzata. "E' colpa mia!" esclamai cercando di scusarmi, ma la mia voce venne sovrastata dal rumore dello scoppio del primo fuoco d'artificio. "Sono meravigliosi!" esclamò la ragazza voltandosi verso il fuoco appena esploso, dimenticandosi della posizione in cui era e di tutto il resto. "Ma mai quanto te" sospirai e la mia voce venne di nuovo coperta da un altro scoppio. "Hai detto qualcosa?" mi chiese piano, alzandosi da me. "Chi? Io? Niente" risposi sorridendo e alzandomi a mia volta. Ci fermammo in silenzio a guardare i fuochi multicolore che esplodevano in aria formando un sacco di riverberi nell'acqua del fiume. "Sono davvero stupendi" sospirò la ragazza, con aria felice. "Eggià" ribattei io, senza arrischiarmi di ripetere la frase precedente. "Mi ... piacerebbe uscire ancora con te" mi disse poi. tutto d'un tratto. "Davvero?" chiesi stupito sporgendomi verso di lei per guardarla meglio in viso. "Sì, davvero. E' grazie per questa sera. Mi sono davvero divertita" mi disse sorridendo. "Beh... è il minimo che potessi fare!" esclamai sorridendo. "Grazie lo stesso" mi disse prima di baciarmi lievemente sulla guancia. Arrossii lievemente. "E questo?" chiesi piano. "E' una sorta di promessa" rispose lei sorridendo. "Cioè?" chiesi stupito. Non riuscivo a seguire il suo discorso. Lei sbuffò ma solo un pochino per poi sorridere nuovamente. "Questa è la promessa che tornerò. E ogni volta che tornerò ti lascerò qualcosa di mio o comunque un mio ricordo che mi costringa a tornare per incontrarti di nuovo" spiegò poi. Io mi aprii in un sorriso enorme. "Grazie!" esclamai abbracciandola. "Eh! Ora non esageriamo!" sbuffò e io mi misi a ridere. "Non è che me ne dai un altro piuttosto?" chiesi con falsa innocenza. "Non se ne parla...! Non adesso!" esclamò imbarazzata per tutta risposta. Io sciolsi l'abbraccio per guardarla in viso. "Okay" conclusi prima di baciarla sulle labbra. Quando mi staccai mi guardò un po' stupita. "Hai detto che non me lo davi tu, non che non potevo dartelo io!" dissi, usando la sua stessa frase come scusa. Lei prima mi fissò imbronciata e poi rise. "Okay per questa volta te la do' buona ma che non succeda mai più!" mi rimproverò. "Certo, certo" ribattei ma sapevo che anche a lei aveva fatto piacere e quindi non era mia intenzione smettere di farlo.
Tutto cambiò quella sera, per fortuna. Sentivo che era lei la ragazza giusta per me, che sarei rimasto con lei per sempre e che l'avrei amata per sempre... Sempre...

Owari
  
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