LE ULTIME NOTE: L’INIZIO DELLA CANZONE
Bene e ora un bel respiro e ringraziamo tutti quelli che hanno pazientemente seguito la mia storia, perché in parte, lo confesso è tratto da una storia vera e sono contenta che almeno qua possa esserci un lieto fine.
Ho finitoooo!! Ci rivediamo alla fine, che si apra il sipario!! E si dia inizio all’ultimo atto.
< Kagome!!
Allora? Sei pronta!! Quanto ci metti a finire sto gelato??!! >
Sorrido, ti sorrido
in risposta: se non ci foste state voi, in tutto questo tempo, fa sarei morta.
La mia vita però va
aventi senza uno scopo, la mia anima è rimasta incatenata a quel giorno.
Quando vidi l’aereo
alzarsi in cielo, verso l’ignoto, dove lo attendeva la fama, una nuova vita.
Quando vide l’unica
persona che avesse mai amato con tutta se stessa, volare lontano.
Tirava avanti, non
cantava più, non mangiava quasi: era dimagrita a vista d’occhio e la madre
cominciava a preoccuparsi.
Non che non le
piacesse più, ma la sua voce ora sembrava orribile, se non poteva essere
accompagnata dalle note del suo pianoforte.
Ma lei ormai era
maggiorenne e decise di affittare un piccolo appartamento dove viveva sola.
tutte le sante
mattine però incontrava Kagura, che faceva coppia fissa con Sesshomaru: vederlo
non poteva che riportargli alla mente lui.
Forse era questo il
suo destino.
Vivere da sola.
Per sempre.
Essere abbandonata
da tutti, alla fine.
< dai Kagome!!
Entriamo in questo locale >
Un cenno, ed
entrarono: si misero a sedere in fondo, su un divanetto nascosto: trovarono ad
aspettarli Miroku, che dato un bacio veloce a Sango le si sedette di fianco.
Ma io cosa ci
faccio qui?
In mezzo tra loro
due?
Tra dieci minuti me
ne vado a casa.
Le luci si
abbassarono, entrò il primo artista che si mise a suonare: quel locale era
talmente affollato ogni sera che non riuscivano ad avere una band singola, ogni
giorno chiamavano una persona diversa ad animare la serata.
Finì di suonare in
fretta, sbagliò il tempo e un casino di note.
Non riuscì neanche
a vederlo in faccia, la loro posizione era troppo lontana e comunque Kagome era
girata di spalle: non avrebbe più voluto vedere un microfono in vita sua, men
che meno un pianoforte.
< e adesso una
sorpresa: un grande cantautore famoso ormai in tutta Europa. >
Suonava il
pianoforte, doveva essere evidentemente più esperto di quello prima perché
stava componendo una melodia tra le più belle che avesse mai sentito.
Gli si chiuse il
cuore, l’anima voleva riversarsi fuori dal suo corpo per il dolore:
quello stile, quel
modo paradisiaco di mettere insieme tre note facendole diventare musica le
ricordava terribilmente lui.
Poi qualcuno prese
il microfono: una voce adulta e possente risuonò nel locale.
Quel cantante… devo
aver già sentito qualche sua canzone… ha una voce familiare…
< Vorrei
dedicare questa canzone alla persona più importante che io abbia mai avuto, e che ormai ho perso
a causa mia >
Tsk! Un altro
piagnone che dedica la canzone alla ragazza che lo ha lasciato patetico!!!
Quelle parole però
erano terribilmente dolci da toccarle l’anima.
Forse valeva la
pena di ascoltare quella canzone fino alla fine.
E poi cadde,
cadde nel vuoto.
La mente si
svuotava,
incapace di
formulare qualsiasi pensiero.
Non c’era più
nulla.
Non c’era più
nessuno.
Solo lei e quella
voce.
Lei e quella
melodia.
Stava sognando?
Prese in fretta un
foglio che si portava a dietro in ogni occasione: l’ultimo ricordo a cui poteva
ancora rimanere aggrappata, ma che aveva letto una volta sola, ripensare a
quello che era scritto sul quel foglio era molto più doloroso che ricevere
decine e decine di pugnalate.
Era una poesia
dedicata a lei, scritta a computer con dei commenti aggiunti a penna
Trovata in quella
stanza dove tutto ebbe un inizio e una fine, scritta su di un foglio poggiato
su un pianoforte.
Un ultimo pensiero
per cercare di rimaner legati e non sciogliersi mai.
Era la stessa canzone
che stava cantando ora la persona sul palco.
Lei seguì con gli
occhi le parole, cominciando a versare una lacrima dietro l’altra.
Bagnando il foglio.
Trovandosi
pietrificata alla sedia.
Nonostante sapesse
che
Quella che da ormai
tre anni era diventata la sua ragione di vita
era a pochi metri
da lei.
A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
Perché non troverò mai una
ragazza come te,
perché ormai io vivo per
rivedere i tuoi occhi sorridermi
scrivo questa canzone
ripensando ai giorni passati insieme
consapevole di stare tentando
un impresa senza possibilità di successo:
cercando di racchiudere in poche
righe d’inchiostro tutto il mio amore per te
A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
quei giorni vuoti prima di
conoscerti
la mia vita non ha mai avuto
veramente un senso e poi
sei arrivata tu.
Da strafottente che ero mi hai
preso con te
Hai accettato la diversità che
allontanava il mondo intero
( forse però più che gatto,
dovrei mettere cane )
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
Sai che non sono mai stato bravo
con le parole
La musica è l’unico modo con
qui comunico al mondo
Ma il mondo non capiva,
Poi sei arrivata tu.
Tu che sapevi capirmi con uno
guardo
Il tuo sguardo magico in cui
sono racchiusi
I misteri dell’universo.
Un universo color cioccolato.
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
Entrando nella mia vita
sconvolgendola
come un temporale in piena
estate
Essendo semplicemente te
stessa
Facendomi conoscere cosa vuol
dire amare
Le giornate non erano più le
stesse.
I minuti senza te erano ore,
e le ore con te pochi attimi.
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
Il sapore delle lacrime lo
sento ancora sulla mia bocca.
La loro purezza sulla mia
pelle.
Ti nascondevi sotto una
maschera di ferro,
nascondevi al suo interno una
bellissima bambola di vetro.
Hai trovato il coraggio di
tuffarti nel vuoto
Confessando un amore che forse
ancora non esisteva
Imbarazzata come una bambina.
Ma ti sei slavata, tendendomi
la mano
Tu che ti emozionavi vedendo
un fiocco di neve
Mi hai insegnato quanto può
essere meraviglioso vivere.
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci
E
Ti sistemavi sempre i capelli,
passavi ore a truccarti per farti bella per me.
E questo mi riempiva il cuore
di un immensa felicità.
Senza capire che ti avrei
trovato meravigliosa anche con addosso degli stracci.
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai
reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un' immenso
piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei,
semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei
sogni...
“Le parole non bastano più ad
esprimere ciò che provo per te
Non penso serva.
Sai già tutto.
Perdona ciò che ti faccio.
Perdonalo se puoi.
Perché il pensiero che
altrimenti tu soffra per me
Potrebbe uccidermi nel
profondo dell’anima
Senza però darmi il piacere di
morire.”
All’angelo che ha salvato la
mia vita,
Inuyasha
< Kagome stai
bene? >
Sango era
preoccupata: stava fremendo, le mani si muovevano e le lacrime le solcavano il
viso senza dargli tregua.
non riusciva a
muoversi: perché?
Tremava.
Tramava terribilmente
per il tiepido tepore imposto dal terrore.
Consapevole ormai
che anche se fosse scappata, il suo mondo sarebbe stato nuovamente sconvolto.
******
Non fece in tempo a
finire di suonare, concluse in anticipo la canzone saltando delle note,
non poteva
crederci.
Quel profumo.
Lacrime.
Vaniglia.
< …Kagome… >
Scese come una
furia dal palco, costringendo il presentatore ad improvvisare, non sentiva più
quell’odore, doveva essere uscita dal locale.
Si precipitò verso
l’uscita.
******
Miroku e Sango non
sapevano come fare a calmarla, i singhiozzi le affannavano il respiro.
< Kagome, parla,
che cosa succede? >
SBAM
La porta si aprì in
modo violento, la figura che ne uscì era immobile: lo sguardo fisso sulla
ragazza, la frangetta dei capelli argentati di mille riflessi al color della
luna era scompigliata dal leggero vento d’inizio estate.
Sango e Miroku non
poterono non notarlo.
< …Inuyasha…
>
Quel nome.
Da quanto non lo
sentiva?
Da quanto non lo
pronunciava?
Il cuore accelerò
Era troppo veloce
rispetto ai suoi pensieri, che in quel momento sembravano assenti.
E in un tempo che
sembrò infinito il suo viso madreperla si voltò e i suoi occhi salirono sempre
più per incatenarsi definitivamente alle iridi di sole,
che la inondarono
di calore, riportandola alla normalità.
Miroku tolse
istintivamente le braccia che stavano cercando di calmare l’amica,
lui stava venendo
verso di loro,
prima con un passo
incerto, che diventò poi ben presto una corsa
e allora,
quando fu a pochi
millimetri da lei
la fissò per
interminabili attimi durante i quali i corpi reclamavano il calore dell’altro.
prese lui il posto
di Miroku, cingendola a se.
< scusa,
perdonami se puoi, ti prego scusami >
Fu questo tutto ciò
che riuscì a dire, consapevole che probabilmente non sarebbe bastato, neanche
se lo avesse ripetuto fino alla morte.
< sei tornato?
Non sto sognando vero? >
Le sue pupille
ferme, piene del terrore che se lo avesse perso d’occhio per un solo attimo,
sarebbe di nuovo
volato via portato dal vento.
< ho assolto il
mio compito, e comunque non sarei sopravvissuto lontano da te,
ma adesso sono
tornato, e questa volta per sempre. >
< Inuyasha? >
< dimmi >
Dio solo sa quanto
era meraviglioso risentire il suo nome pronunciato da lei.
< sto sognando?
>
Bella domanda.
< non lo so, io
penso di star sognando e tu? >
Non volevano
perdere il contatto l’uno con l’altro,
come se ognuno
avesse paura di doverci rinunciare di nuovo,
poi un bacio
semplice
intenso
e poi moltissimi
altri, sempre più carichi di passione
una passione che
veniva repressa da troppo tempo e che presto avrebbe trovato uno sfogo.
E quasi a
completare questo momento incorniciandolo
Cominciò debole a
scrosciare una fioca pioggerella estiva.
E noi nella sera ci
affrettammo a seguire il suo ritmo lento,
quasi a voler che
dall’oscurità non si levasse più il sole,
per far durare
quella notte per sempre.
mentre ormai il
ticchettio della pioggia si confondeva inevitabilmente
con il battito dei
cuori.
Capirono di essere
ancora lì,
ancora insieme:
come se nulla fosse
cambiato da tre lunghi anni.
L’amore.
L’amore è
riabbracciarsi dopo tanto tempo e volersi ancora bene.
L’amore è morire in
sua assenza.
L’amore è sperare
che sia felice, senza pretendere la propria felicità.
L’amore è sentirsi
viva/o pensando al suo sorriso.
L’amore non può
essere spiegato,
Va provato
L’amore è una musica
speciale
Che compone un
melodia diversa
Per ogni cuore, ma
che batte lo stesso ritmo
Solo quando due
anime si completano..
L’amore è vita.
E
¶•«Tra le Note di un
Amore »•¶
§§******Fine******§§
Ora sono
indifesa nelle vostre mani.. vi prego di commentare anche quest’ultimo
capitolo, così da poter considerare chiusa definitivamente questa storia. Sob ç_ç
mi viene da piangere… sniff.
Ma non
pensiate di esservi liberati di me, ritornerò molto presto muhahah (risata
malefica)
Ed ecco che
sotto gli occhi increduli dei lettori, la scrittrice si trasformò in un
pipistrello e volò via nella notte nera… besos!! ^.^