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Autore: Looking at the Rainbow    20/02/2015    2 recensioni
Eleonor Thompson ha sessant'anni e una storia che preme per uscire.
Eleonor ha un segreto che alla fine, tra pergamena e calamaio, inizia a venir fuori.
Dal testo: "La pergamena bianca mi guarda, spazientita, invitandomi ad intingere la piuma e iniziare.
Ed io, debole come sempre, l’assecondo.
Non so dirti, Harry, quando vidi tuo padre per la prima volta.
Mi piacerebbe descriverti una sua entrata in scena che mi colpì, ma la mia mente, allora bambina, non ha trattenuto nessuna immagine di quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Mary MacDonald, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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C'era una volta un eroe, ma anche due o tre


Qualche giorno fa ho letto sulla Gazzetta del  Profeta della morte di Horace Lumacorno, e non ho potuto fare a meno di pensare che anche tu l'avessi conosciuto. Quel professore un po' strambo, dal carattere debole, ma con una gran capacità di saper cogliere le giuste occasioni.
Al tempo della Seconda Guerra venni a sapere che era tornato ad insegnare e, a dir la verità, mi stupì leggere che egli aveva accettato la cattedra proprio in un momento critico come quello.
Mai dubitai che tale scelta celasse ben precisi interessi.
E purtroppo, consapevole del suo carattere, posso supporre che tra quegli interessi tu ricoprissi un ruolo di protagonista.

Ma ti prego di non fraintendere; non ti sto scrivendo per criticare il professor Lumacorno, perché, fosse anche solo per la sua mania di collezionismo, egli ha avuto il coraggio di essere lì con te per un po', ad insegnarti qualcosa.
Non posso giudicare  nessuno,  Harry, perché qualunque volto, qualunque nome, qualunque voce è a te più nota della mia, che non ho lasciato tracce che ti permettessero di trovarmi.

Se ti ho parlato di lui, è soltanto per raccontarti di una delle feste che eglì tené, nell'aprile del 1973,  una delle feste per "studenti scelti" alle quali probabilmente ti sarai trovato a prendere parte.
A quella in particolare c'eravamo quasi tutti, chi su suo invito, chi accompagnando qualcun altro.
James, Lily, Mary, Frank ed Emmeline erano tra i suoi studenti preferiti; tuo padre ovviamente per la straordinaria abilità che aveva mostrato più volte sul campo da Quidditch e tua madre per la spiccata propensione per le Pozioni, propensione che faceva di lei la migliore del corso.
Noialtri semplicemente li accompagnavamo, consci di essere quasi invisibili agli occhi di Lumacorno. Tuttavia il fatto di poter essere tutti presenti, insieme all'idea di trascorrere una serata fuori dalla Sala Comune, era ciò che ci aveva convinti ad andare, affrontando l'atmosfera calda di quello studio, adattato appositamente per l'occasione.

Non ti sto raccontando casualmente questa storia, ma lo sto facendo per parlarti di un'altra persona che tu devi aver conosciuto; Severus Piton.
Ti ho già raccontato che i rapporti tra tua madre e tuo padre non erano iniziati nel migliore dei modi, ma trascorrere il tempo gomito a gomito con tanti amici in comune, aveva fatto sì che iniziassero a tollerarsi. Di certo, un grosso contributo l'aveva dato il comportamento di James.
Negli ultimi tempi infatti, egli sembrava semplicemente aver dimenticato dell'esistenza di Piton, garantendo la serenità sia a lui che a Lily.
Quest'ultima, d'altro canto, aveva iniziato a frequentarlo di meno, complici le poche lezioni comuni ai Serpeverde e la mole di lavoro che spesso la teneva confinata nella Sala Comune.

Era speciale Lily in questo, riusciva a studiare ore intere senza perdere il sorriso, spinta dall'entusiasmo per essere stata catapultata nel nostro incredibile mondo. Non l'ho mai vista lamentarsi, e anzi spesso mi sono trovata ad invidiarla. Da una parte avrei voluto averlo anch'io, quel suo eterno stupore di fronte alla magia.

Comunque, quella sera nell'affollato studio di Lumacorno, con la musica che rendeva l'aria ancora più pesante, tuo padre si trovò di fronte a Severus Piton, anch'egli invitato dal professore che ne elogiava le doti in Pozioni ogni volta che poteva.
Non ti racconto ciò per difendere tuo padre, Harry, ma quella sera fu Piton a provocarlo.

Io, che me ne stavo poco distante da loro a parlare con Remus, non ebbi dubbi sulle ragioni che lo spinsero a farlo.
Era evidente che Severus adorava Lily; la sua espressione, quasi sempre buia, lasciava spazio ad un sorriso ogni volta che lei lo salutava o si fermava per parlargli dell'ultimo filtro che aveva preparato.
Era altrettanto evidente che Severus odiava James e anche di questo non è difficile ipotizzare le ragioni. James è sempre stato un uragano, una persona che difficilmente poteva, o voleva, passare inosservata. E da parte mia, Harry, ho sempre creduto che persone di quel genere potessero essere amate od odiate, senza vie di mezzo. Il solo fatto che tuo padre potesse star seduto a colazione vicino a Lily era sufficiente perché Piton provasse verso di lui una cieca intolleranza.

Ma mi sto dilungando, come sempre, persa tra i ricordi.

Dalla mia postazione vidi chiaramente cosa accadde quella sera, vidi chiaramente che mentre tuo padre passava un bicchiere di limonata a tua madre, Piton lo spinse, facendo rovesciare tutto.
Vidi l'irritazione con cui James si voltò verso di lui, la bacchetta già sfoderata, e sentii Lily che gli diceva: "Potter, non voleva, Potter! James!" senza che la ascoltasse.
James quella sera schiantò Piton, lasciando subito dopo la stanza e guadagnandosi l'ennesima punizione.
James quella stessa sera riaccese l'odio di tua madre,  la quale, nonostante le nostre parole, non aveva intenzione di giustificare il suo comportamento.
So che questo è soltanto un piccolo avvenimento, un battibecco tra quelli che erano allora poco più che bambini, ma fu sufficiente perché Piton smettesse di passare inosservato a tuo padre.
Più volte provai io stessa a convincerlo che nemmeno Mocciosus, come aveva iniziato a chiamarlo, meritasse un trattamento simile perché in fondo, ciò che l'aveva fatto agire così, era invidia.
Più e più volte, tutti noi provammo a dissuaderlo da quel suo odio, che lo rendeva più bambino di quanto io sapevo che egli non fosse.
Ma lui non ci diede ascolto.

Le cose cambiarono soltanto diversi anni dopo, e non grazie a noi.

Forse ti ho raccontato tutto ciò per ricordarti una volta ancora che anche persone straordinarie, come tuo padre, non possono essere perfette.
Di certo volevo che tu sapessi chi era davvero James, anche a dodici anni; un ragazzino un po' presuntuoso, a volte, ma che quella stessa sera, fuori dallo studio di Lumacorno, io vidi piangere per la rabbia che Lily aveva riversato su di lui.
Un ragazzino un po' presuntuoso, impulsivo, ma che aveva già dei sentimenti.



Note: Io non so se qualcuno sarà disposto a continuare a leggere questa storia. Credo sia imperdonabile essere sparita per così tanto tempo, ma quando l'umore e l'ispirazione non sono giusti c'è poco da fare. Io vi lascio questo capitolo, fatemi sapere voi se qualcuno è ancora disposto a seguirmi. Un bacione!

  
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