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Autore: falcediluna    20/02/2015    2 recensioni
Questa raccolta di one shot serve a presentare sei nuovi personaggi che compariranno in una fanfic più estesa ambientata dopo la fine degli eventi principali di Saint Seiya.
Capitolo 1: Altarf del Cancro.
Capitolo 2: Wei dello Scorpione.
Capitolo 3: Debih del Capricorno
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vicino alla zona del tempio sacro, la sera cominciava a calare e il sole lasciava spazio alla luna e alle stelle.

Un bambino di otto anni con i capelli biondi e gli occhi verdi, correva lungo i sentieri di roccia, inseguito da dei banditi con delle armature nere e armati di piccoli pugnali.

Uno dei banditi gridò: << Fermati! Vogliamo solo giocare con te.>>. Gli altri scoppiarono in una risata malvagia, che terrorizzò ancora di più il bambino che cercò di aumentare la velocità della corsa per non essere catturato. La paura gli impediva di pronunciare quelle parole di aiuto che la mente faceva risuonare in maniera incessante.

Il bambino continuava a correre lungo i sentieri che non conosceva, sperando con tutto il cuore di riuscire a seminare i suoi inseguitori. Uno di questi banditi lanciò un sasso che per poco non lo centrò ma lui continuò a correre disperato fino a ritrovarsi davanti a una gola dove però non aveva via di uscita. Disperato tentò di arrampicarsi su una parete, ma non ci riuscì e cominciò a piangere. Uno dei cavalieri neri disse mostrando i denti marci: << Era meglio se non fuggivi piccolo! Se prima potevi avere compagnia adesso morirai da solo.>>. Gli altri scoppiarono a ridere avvicinandosi al bambino che cominciò a chiedere aiuto con tutte le sue forze.

Un guerriero nero con i capelli a spazzola disse: << Strilla pure quanto ti pare! Nessuno in questa valle deserta, verrà a salvarti!>>. Scoppiarono di nuovo a ridere, continuando ad avvicinarsi

Uno con la barba nera esclamò: << Abbiamo riso e corso abbastanza! Uccidiamolo!>>. Il bambino emise un urlo disperato sperando che qualcuno lo sentisse.

Vedendo uno spettacolo insolito i guerrieri si fermarono; dal terreno stavano sbucando degli strani granchi di colore azzurro chiaro che si avvicinarono a loro a discreta velocità.

Il guerriero con i denti marcio domandò allarmato: << Cosa sono?>>.

L’uomo con la barba gridò: << Sono solo degli stupidi granchi. Riduciamoli in poltiglia come fece Eracle con i suoi nemici!>>.

Una figura seduta sopra una roccia sussurrò a bassa voce osservando la scena: << Ma né tu né i tuoi compagni siete l’eroe del mito.>>. Si alzò in piedi pronto per fare la sua entrata in scena.

Tutti gli altri membri della banda annuirono e cominciarono a schiacciare insieme i granchi. Ma non appena gli animali vennero in contatto con i piedi degli inseguitori questi si trasformarono in fiamme azzurre che li ridussero in cenere.

Il bandito con i denti marci fu l’unico a non colpire un granchio; fece un balzo in avanti per difendersi dall’attacco di quel piccolo mostro

Afferrò il bambino per un braccio e urlò<< Ti userò per eliminare l’ultimo granchio rimasto e dopo scapperò via.>>. Il bambino gridò di nuovo con tutte le sue forze.

Il granchio azzurro rimase immobile per poi scomparire come era apparso. Il bandito strinse ancora più forte il bimbo e disse: << A quanto pare tu sei il mio lasciapassare per la vita … resterai ancora vivo per un po’ .>>. Cominciò a camminare muovendosi lentamente, tenendo stretto il piccolo che continuava a dimenarsi e a gridare.

Aveva fatto pochi passi quando (prima che) il suono di una voce autoritaria lo bloccò: << Lascia andare il bambino!>>Il bandito si girò cercando di capire da dove proveniva la voce. Non vedendo nessuno continuò la sua marcia e di nuovo la voce ripeté l’ordine.

Il cavaliere pensò “E’ solo la mia immaginazione, non c’è nessuno!” e continuò a camminare, abbassando di tanto in tanto lo sguardo per paura di un nuovo attacco.

Il rumore di una pietra che cadeva gli fece alzare lo sguardo. Quando lo abbassò si trovò di fronte a un uomo che doveva avere circa 28 anni con i capelli biondi e che indossava un’armatura d’oro.

L’inseguitore rimase interdetto, il bambino pensò Un Saint d’oro come quello dei racconti di mia madre. Ricominciò a dimenarsi con tutte le sue forze.

Il Saint d’oro rimase immobile aspettando la reazione del bandito; disse con tono calmo:<< Lascia andare il bambino e non morirai a differenza degli altri membri della tua banda .>>. Chiuse gli occhi in attesa di una risposta.

Il cavaliere dai denti marci lasciò andare il bambino:<< Prima ti uccido e mi prendo la tua armatura d’oro, poi elimino il bambino unico testimone del nostro incontro e diventerò ricco.>>. Si lanciò brandendo il pugnale verso il Saint d’oro.

Il bambino non fece in tempo a gridare “Attento!” che il Cavaliere d’oro si trovò di fronte all'inseguitore ma con un colpo secco dato con entrambi I tagli delle mani gli spezzò il collo, uccidendolo sul colpo. Il bambino vide solamente il cavaliere nero cadere a terra morto e il Saint d’Oro avvicinarsi a lui. Ritrovando la voce domandò :<< Tu sei un Saint d’oro … vero?>>.

Il cavaliere annui e sorrise:<< Sono il Saint del segno zodiacale del Cancro … qual è il tuo nome?>>.

Il bambino rispose:<< Il mio nome è Iakos.>>.

:<< Bene Iakos, adesso …>>.

:<< Ho bisogno del tuo aiuto! Devi venire nel mio villaggio. Ti prego!>>.

:.

Il bambino stava per ricominciare a spiegare il problema, ma il Saint d’oro non gli permise di pronunciare una parola:<< Hai bisogno di riposare e di mangiare qualcosa, dopo mi racconterai tutto dall’inizio.>>. Sul volto del cavaliere d’oro apparve un sorriso così rassicurante che Iakos decise subito di accettare la sua proposta.

 

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Il Saint d’Oro accompagnò il bambino fino alla sua dimora e solo dopo alcune raccomandazioni, lo lasciò solo in una stanza poco arredata. Iakos si sedette su una sedia di legno e aspettò in silenzio il ritorno del cavaliere. Osservò la stanza con poco interesse ripensando alle tombe che aveva visto all’ingresso della casa del Cancro. Voleva sapere a chi appartenessero, forse erano i precedenti cavalieri d’oro del Cancro o altri nobili cavalieri. Doveva assolutamente rivolgere questa domanda al cavaliere di cui ancora ignorava il nome.

Dopo mezz’ora il cavaliere d’oro tornò senza armatura portando una pentola. Dopo averla appoggiata sul tavolo, ritornò nell’altra stanza per prendere i piatti i bicchieri e le posate. Iakos osservò perplesso: non sembrava lo stesso senza cloth.

Aveva comuni occhi castani, capelli biondi e lunghi fino alle spalle che si arricciavano sulle punte ed erano completamente spettinati, un filo di barba incorniciava un volto pallido e segnato da piccole rughe ai lati degli occhi e sulla fronte. Magro e di media altezza, non sembrava avere un fisico allenato o almeno quella maglia larga e quell' orribile pantalone non lasciavano intravedere i muscoli di un guerriero.

Dopo aver portato l’acqua e il vino, si sedette davanti al bambino e tolse il coperchio dalla pentola:<< Spero che ti piacciano gli spaghetti al sugo.>>. Mise un abbondante porzione nel piatto di Iakos e il resto nel suo piatto.

:<< A chi appartengono quelle tombe che si trovano all’esterno della casa?>>. Iakos teneva in mano la forchetta, pronto ad assaggiare gli spaghetti che il cavaliere d’oro gli aveva cucinato e offerto.

:<< Vuoi rovinarti l’appetito prima ancora di cominciare a mangiare?>>. Domandò il Saint mentre si versava del vino in un bicchiere.

:.

Il cavaliere d’oro non gli lasciò il tempo di terminare la frase: << Non mi chiamare signore! Preferisco che mi chiami Altarf.>>. Prese la forchetta e cominciò a mangiare.

:<< Perché ti hanno dato questo nome?>>.

<< Sembri avere più fame di risposte che non di cibo.>>. Alzò lo sguardo dal piatto per osservare il bambino negli occhi.

Restò ad osservarlo per qualche istante poi chiese in tono serio: << Vuoi veramente conoscere tutta la storia che ruota intorno alla mia vita e alla casa del Cancro ?>>.

Il bambino annui felice e Altarf disse: << Prima però mangia! Se non vedo quel piatto vuoto non ti racconterò nulla!>>. Iakos prese a mangiare mentre il cavaliere del Cancro lo osservava divertito.

:<< Per capire la storia bisogna partire dal Mito che ha fatto nascere la costellazione e il segno zodiacale di cui sono custode. Tutti credono che le stelle della costellazione del Cancro brillino di meno rispetto alle altre per colpa della misera parte che quel piccolo animale ha avuto nel mito di Eracle. Credono che sia diventato una costellazione solo grazie alla pietà di Era che ha voluto elevarlo al cielo. Non è così!>>. Chiuse gli occhi emettendo un sospiro.

:< :<>.

:<< Il Cancro è un segno governato dalla Luna perché ha sempre vissuto solamente della luce riflessa di quell’ astro, e anche il Saint che trae potere da questa costellazione vive solo della luce riflessa dalla Dea Athena che deve proteggere e servire. Per questo è più vicino al male, alla pazzia e a cercare una propria forma di giustizia, anche contraria alla volontà della Dea perché non può vederne chiaramente il volere.>>. Fece un pausa svuotando il bicchiere di vino e subito lo riempì di nuovo prima di ricominciare a parlare:<< A questo si aggiunge l’allenamento a cui un Saint del Cancro è sottoposto. Nella costellazione del Cancro c’è un ammasso di stelle minori conosciute in Giappone come Sekishiki che è il luogo dove dimorano i fuochi fatui, la porta d’ingresso nello Yomotsu Hirasaka.

Chi viene sottoposto alle prove per ottenere il cloth del Cancro è sottoposto a un addestramento primitivo. Gli allenamenti per diventare Saint sono estremamente duri quasi disumani, ma niente è paragonabile a quello per diventare custode della quarta casa. Un addestramento compiuto sia nel regno dei vivi che in quello dei morti che non solo ferisce il corpo ma anche e soprattutto la menta e l’anima dell’aspirante cavaliere per le durissime prove a cui si deve sottoporre per controllare il potere di dividere l’anima dal corpo dell’avversario per poi scagliarlo nello Yomotsu Hirasaka. Il Saint del Cancro è l’unico a possedere questo potere tra i 12 Cavalieri d’Oro Non è una cosa semplice da imparare e ho visto tanti altri aspiranti cavalieri morire nel tentativo di farlo.>>.

:<< Come ti ho detto prima è un allenamento che colpisce la mente e l’anima, i cui segni si possono vedere sul corpo. Il mio predecessore vide il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi cambiare.

Sul mio viso invece apparvero le rughe ad un' età in cui queste dovrebbero essere solamente un ipotesi molto ma molto futura Se per me è stato un cambiamento solo fisico, per lui invece è stato un lento percorso continuativo verso la follia e la perdita della razionalità, tutto questo continuò anche dopo l’investitura per l’assenza della luce della Dea Athena.>>.

Dopo aver svuotato il secondo bicchiere di vino, Altarf riprese a parlare:<< Prima mi hai chiesto di chi sono le tombe. Sono le vittime del mio predecessore. Lui tappezzava con le loro teste le pareti, i muri e il pavimento della quarta casa; come se queste fossero trofei di caccia. Non ha collezionato solo le teste dei nemici, ma anche quelle di gente innocente che uccideva mentre compiva quello che riteneva il suo dovere, per la sua personale giustizia o per i compiti assegnatogli dal Grande Sacerdote . Alla fine il cloth lo ha abbandonato Athena si accorse che il Saint padrone dell’armatura di Cancer non perseguiva il suo ideale di giustizia e per questo lo spogliò del suo ruolo di cavaliere. Ha avuto la possibilità di redimersi, senza però conoscere fino in fondo la giustizia della Dea e non è mai stato perdonato dalle vittime che ha tramutato in orribili maschere.>>. Si versò nuovamente del vino nel bicchiere, mentre Iakos rimaneva in silenzio.

:<< Dopo la sua morte tutte le maschere hanno ricevuto una degna sepoltura ai lati della casa del Cancro, ma nonostante questo le sue vittime non hanno trovato la pace. Consumate dall’odio si sono trasformate in fuochi fatui e continuano ad abitare il tempio in cerca di qualcosa o qualcuno che possa saziare la loro rabbia.>>. Spense la luce e la stanza si riempì di tanti fuochi fatui che illuminarono l’ambiente di una delicata luce azzurra>>.Altarf smise di parlare, prese il bicchiere in mano e bevve fino all’ultima goccia di vino.

:<< Servono a illuminare la stanza?>>. Chiese Iakos ingenuamente.

Altarf sembrava sorridere, ma quel sorriso morì subito, scosse la testa e disse con tono triste:<< No …>>. Riempì nuovamente il bicchiere e lo svuotò' rapidamente.

:<< Non state bevendo un po’ troppo vino, signore?>>. Chiese.

Altarf scosse la testa e mormorò:<< Non ti ho già detto di non chiamarmi signore?>>. E pensò “Questo vino è poco se paragonato a quello che bevo quando ripenso all’addestramento o ai morti che visitano in continuazione la mia mente. L’alcool è un metodo sicuro e veloce per me, per dimenticare e sfuggire ai ricordi e alle visioni che mi vogliono portare alla pazzia. Non voglio diventare come il mio predecessore!”

Ignorando la domanda di Iakos, Altarf riprese a parlare:<< Abbiamo affrontato l’origine del segno zodiacale del Cancro e tutto ciò che ruota intorno al suo Saint, un pochino di storia sull’addestramento e sul mio predecessore. Cosa manca? Ah, la mia storia! Come sono arrivato a diventare un cavaliere.>>. Iakos non aveva intenzione di conoscere la vita del Saint del Cancro e non aveva capito quasi nulla del lungo discorso fatto in precedenza da Altarf ma era rimasto in silenzio per paura che il Saint non esaudisse la sua richiesta.

Altarf ricominciò a parlare:<< Innanzitutto il mio vero nome è Dante e avevo un sogno: diventare un pilota da corsa. Avevo cominciato da piccolo a correre con i kart e lentamente continuavo il mio apprendistato fino ad un maledetto giorno. Avevo un anno più di te. Mi stavo preparando per una gara e mi ricordo il solito clima di festa che regna prima di una gara e la cucina di mia madre. Il cielo si era annuvolato e io stavo mettendo a posto il kart, quando mi sentii pizzicare alla caviglia da qualcosa. Abbassai lo sguardo e vidi scomparire sotto il camper un piccolo granchio rosa con delle sfumature d’oro. Decisi di lasciare il kart e di lanciarmi all’inseguimento del granchio infilandomi anch’io sotto il camper. Fu in quel momento che sentì un urlo provenire da dietro le miei spalle e con un grande sforzo mi girai. Vidi una scena che non riesco e non voglio dimenticare: quella che prima era una festa si era trasformata in un massacro. Tutti i partecipanti a quella gara si stavano uccidendo tra loro; io rimasi immobile a guardare la scena. Vicino al mio nascondiglio cadde morto un amico di gare: il suo volto era coperto di sangue e i suoi occhi che prima erano pieni di sogni ora erano stati spenti dall’odio che una divinità aveva per l’umanità. Rimasi ad osservare quella follia e solo quando tutto fu finito uscì allo scoperto. Fu allora che vidi i cinque Saint che hanno lottato con la dea Athena nelle battaglie più importanti.>>.

:<>. Nelle ultime parole Altarf alzò troppo il volume della voce, facendo sobbalzare Iakos.

:<< Sospettate di qualche divinità?>>. Chiese Iakos bevendo un sorso d’acqua.

Altarf scosse la testa:<>. Si fece pensieroso. Il nemico era estremamente furbo, non lasciava neanche una traccia e non aveva ancora capito come faceva a far impazzire le persone. Doveva continuare a cercare e sperare di trovare qualcosa per fermare la divinità e farla uscire allo scoperto.

Il cavaliere guardò Iakos e disse:<< Scusa se mi sono messo a parlare di me e della storia della quarta casa. Ma credo che in questa maniera ho esaudito tutte le tue curiosità. >>. Mentre parlava si riempì nuovamente il bicchiere con il poco vino rimasto nella bottiglia.

:<< Si avete esaudito ogni mia curiosità e dubbio.>>. Rispose educatamente Iakos, ma in realtà aveva compreso poche parole, Altarf parlava troppo velocemente per farsi comprendere da un bimbo come lui e alcune parole sembravano prese da una lingua diversa dal greco.

Il bambino trasse un lungo respiro e chiese:<< Posso parlare del motivo che mi ha spinto qui?>>.

:<< Certamente, comincia pure a raccontare.>>.

Iakos assunse un' espressione seria:<< Il mio villaggio sta per essere attaccato! Tre strani guerrieri vanno di paese in paese distruggendoli, dopo aver fatto tanto male agli abitanti di quei posti. Il mio è il prossimo! Per questo ho preso un autobus che mi ha portato al paese più vicino alla dimora dei Saint di Athena, ma un gruppo di banditi ha attaccato il bus prima dell’arrivo a destinazione. Io sono riuscito a scappare grazie alla distrazione di un bandito , mentre gli altri uccidevano i passeggeri. Il resto lo sapete … >>.

:<< Sei venuto fin qui per chiedere aiuto a un Saint … ma un adulto o i tuoi genitori non potevano venire al tuo posto?>>.

:<< I grandi preferiscono organizzare le difese e credono di riuscire a respingere l’attacco di quelle tre persone. Per questo sono venuto qui per chiedere a uno dei Saint di Athena di prendermi come allievo così potrò difendere il villaggio.>>.

Altarf guardò Iakos in un mix perfetto di perplessità e di serietà:<< Quando ci dovrebbe essere quest' attacco?>>. Turbato, si posò una mano tra i capelli biondi.

:<< Tra una settimana!>>. Esclamò Iakos sorridendo:<< C’è una leggenda che parla di un cavaliere che ha ricevuto l’armatura dopo una settimana di addestramento e io voglio essere il secondo a riuscire nella stessa impresa .>>. Iakos osservò il Saint d’oro di Cancer che era rimasto immobile come una statua.

Altarf rimase immobile per qualche istante prima di scoppiare a ridere in faccia a Iakos sbattendo con forza i pugni sul tavolo. Iakos sobbalzò e guardo il Saint d’oro di Cancer che continuava a ridere e a sbattendo con forza mani e piedi e pensò “Forse è colpa del vino!”. Non poteva aver detto una così grande sciocchezza.

Continuando a ridere, Altarf chiese:<< Chi ti ha raccontato questa leggenda?>>. Sbatté nuovamente la mano sul tavolo.

:<< Uno degli anziani ci ha raccontato la storia di un giovane del villaggio che è diventato un cavaliere in meno di una settimana e ha respinto il feroce attacco di una creatura orrenda che minacciava di distruggere il villaggio e …>>. Non riuscì a concludere la storia perché Altarf aveva ripreso a ridere.

“Questa storia la devo raccontare assolutamente agli altri … credo che verrà apprezzata soprattutto da Scorpio e Pisces” e guardando Iakos disse:<< Non volevo riderti in faccia, è solo che la storia che mi hai appena raccontato non ha senso. Io, come gli altri cavalieri, abbiamo sostenuto un addestramento lungo diversi anni. E’ impossibile!>>. Le ultime parole furono pronunciate con un tono serio.

:<< So di non essere forte … ma potrei provare a diventare un Saint in così poco tempo? Dimmi che è possibile!>>.

Il cavaliere del Cancro scosse la testa:<< No! Non è la forza fisica quella che conta … forse te lo spiegherò in futuro … forse.>>. Chiuse gli occhi per pensare.

:<< Allora per il mio villaggio?>>. Mormorò triste Iakos sentendo morire la speranza.

:<< Non ti preoccupare vengo io!>>.

:<< Davvero?>>. Chiese Iakos riacquistando un po’ di buon' umore. :<< Si! E’ meglio indagare su questi tre misteriosi guerrieri e impedire che compiano un massacro. Arriveremo con qualche giorno d'anticipo per cercare di impedire l’attacco, ma adesso è tempo di andare a dormire.>>. Altarf si alzò in piedi, felice di aver trovato un aiuto.

Arrivarono cinque giorni prima dell’attacco per preparare un piano di difesa. Da lontano si notavano uomini che lavoravano per creare una sorta di muraglia difensiva. Il Saint del Cancro pensò “Dubito che quelle barricate possano fare qualcosa per fermare i tre misteriosi guerrieri. Dovrò andare ad indagare e fermarli prima che arrivano in paese. Devono essere per forza in zona.”

Chiese a Iakos: << Conosci qualche posto ideale per nascondersi?>>.

Il bambino rispose:<< Si! Ci sono delle piccole grotte intorno a queste montagne. Due anni fa io e mio zio siamo andati a fare una gita e sono andato a visitare quelle zone, se volete dopo vi ci porto.>>.

Altarf sorrise e disse:<< Prima ci riposiamo, poi nel pomeriggio cominceremo l’esplorazione.>>. Si sistemò meglio il Cloth Box sulle spalle prima di riprendere il cammino verso l’ingresso del villaggio.

Una figura maschile uscì dal gruppo addetto alla costruzione della barricata per avvicinarsi a Iakos e mollargli un forte schiaffo sulla guancia:<< Dove sei stato? Ti abbiamo cercato dappertutto! Temevo che i tre guerrieri ti avessero rapito e ucciso.>>. Alzò lo sguardo e notò lo :<< Lui chi è?>>. Usando un tono meno aggressivo verso il nuovo arrivato.

Iakos rispose:<< Lui è il Saint d’oro del Cancro. Venuto qui per darci una mano.>>.

:<< Piacere di conoscerla ! Il mio nome è Altarf>>. Si presentò il cavaliere d’oro.

Il padre di Iakos squadrò il nuovo arrivato dalla testa ai piedi e prendendo suo figlio in disparte disse a voce bassa:<< Sei sicuro che sia un vero Saint? Da come si veste e da come tiene i capelli sembra più un barbone che un guerriero.>>. Si girò di nuovo a guardare l’uomo che aveva riportato suo figlio.

Iakos con lo stesso tono di voce del padre rispose:<< Si! L’ho visto con il cloth combattere contro i cattivi.>>. Il papà di Iakos squadrò nuovamente Altarf, non era ancora convinto delle parole del figlio riguardo l’identità del nuovo arrivato.

Si rialzò andando verso Altarf e chiese:<< Volete sistemarvi e mangiare qualcosa prima di aiutarci a preparare le difese?>>.

:<< Preferisco esplorare i dintorni. Credo che i tre guerrieri siano quasi giunti vicino al paese e voglio fermarli prima che arrivino qui.>>. Rispose il Saint di Cancer.

:<< Come farete senza conoscere questo posto?>>. Chiese l’uomo con tono serio.

Altarf indicò Iakos:<< Mi farò aiutare da lui, ha detto di conoscere le montagne qui intorno.>>.

:<< Mio figlio conosce poco queste montagne e poi è come cercare un ago nel pagliaio mentre le difese devono essere rinforzate.>>.

:< Se la ricerca non produrrà effetti, domani vi aiuterò a rinforzare le difese e sarò in prima linea all’arrivo dei guerrieri >.

:<<…>>.

:<< Ancora non siete convinto che io sia un Saint e non posso biasimarvi. Ma vi posso assicurare che vi proteggerò, Adesso vi prego lasciatemi andare con vostro figlio.>>.

Il padre di Iakos guardò negli occhi Altarf e dopo averci pensato disse:<< Va bene Altarf mi voglio fidare di voi. Vi auguro buona fortuna.>>. Poi volgendo lo sguardo verso Iakos

disse:<< Stai vicino a lui e se vedi che la situazione peggiora scappa via.>>.

Iakos annui e con Altarf si avvio verso la montagna.

 

 

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:<< Come facciamo a trovare un ago nel pagliaio?>>. Chiese Iakos appena furono in un punto giudicato da Altar ideale per fermarsi.

:<< Userò un mio metodo per tentare di scovare i guerrieri. Allontanati un po’adesso!>>. Ubbidiente Iakos si allontanò di qualche passo da Altarf che si inginocchiò.

Appoggiò la mano sinistra a terra, sopra a questa mise il dorso della mano destra formando così una specie di granchio. Chiuse gli occhi per concentrare il suo cosmo e pronunciò alcune parole a bassa voce. Iakos non capiva cosa stesse succedendo, rimase ammirato in silenzio ad osservare Altarf . Solo quando il cavaliere d’oro si alzò in piedi domandò:<< Cos' hai fatto?>>.

:< Lo vedrai tra poco.>>. >. Disse Altarf indicando il terreno davanti a lui da dove uscirono dei piccoli granchi di color azzurro.

:<>.

Altarf scosse la testa:<< No! Ho utilizzato una minor quantità di cosmo per creare questi. Non hanno il compito di uccidere un nemico ma solo di trovarlo.>>. Aveva un tono serio mai usato con Iakos.

:<< Cos’è il cosmo?>>.

Altarf rispose:<< Forse te lo spiegherò! Adesso dobbiamo solo aspettare.>>. Si sedette sopra a una pietra e chiuse gli occhi in attesa. Iakos andò a sedersi vicino a lui.

 

Dopo un ora, Altarf scattò in piedi e Iakos chiese:<< E’ successo qualcosa?>>.

Altarf annui, e disse:<< Tu rimani qui ad aspettarmi, io vado incontro ai tre guerrieri.>>.

Iakos scosse la testa e disse con la sua voce squillante:<< Ma io voglio venire …>>.

:<< E’ pericoloso! Rimani qui!>>. Gridò Altarf con tutta la sua voce, facendo sobbalzare Iakos che chinò la testa in segno di rispetto ma cominciò a piangere.

Il Saint del Cancro si pentì subito del tono di voce che aveva usato così disse:<< Scusami ma è meglio che tu rimanga qui.>>. La voce adesso era più tranquilla e Iakos smise di piangere.

Altarf arrivò in poco tempo nel punto dove si trovavano i tre guerrieri che stavano mangiando qualcosa. Notò subito che le loro armature erano fatte di un materiale che non conosceva e che i tre non si erano ancora accorti della sua presenza. Iniziarono a discutere della fortuna che avevano avuto quando avevano incontrato un ’uomo vestito di nero che gli aveva donato le armature che stavano indossando

“Di chi staranno parlando?” pensò Altarf continuando ad ascoltare E sperando di avere qualche altra informazione. Ma i tre cambiarono subito argomento. Sembrava giunto il momento di entrare in azione

Uscì dal suo nascondiglio e gridò:<< Avete finito di seminare il panico tra i piccoli villaggi di questo posto. Sono il Saint d’oro del Cancro.>>.

:<< Un Saint d’oro? Cosa ci fa qui?>>. Chiese uno dei guerrieri alzandosi in piedi.

 

 

Altarf continuò ad avanzare lentamente, un guerriero dai capelli neri disse:<< Non temete con queste armature possiamo batterlo. Con queste abbiamo ucciso tutti comprese donne e bambini, vi ricordate?>>.

Altarf si fermò sentendo quelle parole, gli cominciò a battere forte il cuore e delle voci cominciarono ad urlare nella sua mente. Volevano uscire … volevano avere giustizia … volevano che il Saint del Cancro facesse loro giustizia.

L’altro guerriero continuò:<< Ancora meglio quello che abbiamo fatto in quell'altro paese. Quando abbiamo prima ucciso tutti gli uomini impalandoli e dopo bruciando le case dove c’erano dentro ancora i bambini. Del resto le stragi vengono giustificate in guerra, perché non possono essere giustificate anche questa nostre azioni?.>>.

Le voci diventarono ancora più insistenti, ancora una volta dovevano essere assecondate.

:<< Avete scelto una strada che porta solo in una direzione e le vostre azioni hanno deciso la vostra condanna.>>. Altarf unì le mani, mentre i tre partirono all’attacco ma si trovarono improvvisamente in un ambiente avvolto nella più totale oscurità.

Erano finiti in un mondo avvolto solamente dal buio e i tre si guardarono smarriti cercando una via d'uscita da quella strana illusione creata dal Saint d’Oro. L’ambiente presto si riempì di orribili immagini di persone uccise che popolarono le menti dei cavalieri neri. .Cominciarono a scappare.

Le immagini scomparirono lasciando spazio a urla di dolore, odio, rabbia e tristezza che riempirono i timpani dei tre. Tentarono di tapparsi le orecchie, ma le voci entrarono nelle loro menti.

Poi tutto tacque e l’ambiente cominciò a riempirsi di piccoli fuochi fatui di un colore azzurro vivo ma che illuminavano l’ambiente.

Altarf punto l’indice contro il nemico e gridò:<Meikaiha.>>.

Il cavaliere respirò a pieni polmoni l’aria, per lui era sempre stato difficile utilizzare quel colpo perché gli ricordava sempre il destino che poteva attenderlo.

Quando tornò indietro, Iakos tempestò di domande Altarf:<< Hai trovato i guerrieri? Sono morti? Il mio villaggio è sicuro adesso ?>>.

Altarf fece cenno di si con la testa e si mise a camminare verso il paese per dare la notizia. Iakos lo seguì in silenzio.

Prima di arrivare in paese, Altarf si fermò e chiese:<< Hai ancora intenzione di diventare un Saint dopo la sconfitta del nemico?>>. Aveva uno sguardo serio.

Iakos ci pensò per qualche minuto, poi rispose:<< Ho ancora intenzione di diventare un Saint anche se credo che sarà dura.>>.

Altarf disse:<< Non so se sarò il tuo maestro. Questa decisione sarà presa dal Grande Sacerdote quando torneremo al Santuario.

Iakos annui con decisione e Altarf disse:<< Parliamo prima con tuo padre e se accetta, andiamo al santuario. D’accordo?>>.

Iakos disse:<< Si>>.

:<< Bene, andiamo.>>. Mormorò Altarf accompagnando il bambino a casa e verso un futuro incerto.

 

 

  
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