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Autore: malpensandoti    20/02/2015    4 recensioni
Lei e Harry hanno condiviso qualcosa, qualcosa che è rimasto anche se entrambi lo ignorano. Anche se scappare è la soluzione più facile, anche se i cambiamenti fanno paura.

Raccolta di missing moments di IFHY, con protagonisti Harry/Frida
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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il prossimo capitolo è l'ultimo e io spero con tutto il cuore che questo vi piaccia!
forse vi sembrerà "affrettato", ma se riflettete sulle parole e sui caratteri dei personaggi, capirete che è così che dovevano andare le cose :)
fatemi sapere e grazie di cuore <3
a presto,
caterina



 
 



keep your mouth for lying

 

 
21 agosto 2014


 



 
Si incontrano tre ore dopo, nel parco davanti a casa di Harry.
L'alba sta sorgendo, l'orizzonte in fondo alla via è rosso, il cielo sopra le loro teste è ancora blu scuro, dormiente.
Frida è sgusciata fuori di casa dopo aver spento contro il davanzale della sua stanza almeno sei sigarette, ha lasciato un post-it sul frigorifero per i suoi genitori e si è infilata il primo paio di scarpe da ginnastica che ha trovato nello sgabuzzino.
Lui si sta dondolando sull'altalena dove da piccola Rosie si è slogata il braccio, tiene lo sguardo basso sugli anfibi neri e le mani ancorate alle catene di metallo quasi con rabbia.
Frida è un miscuglio di emozioni, invece. Tra le dita ancora sente l'adrenalina di quando ha realizzato che forse c'era speranza, le sue gambe tremano per la paura di continuare a camminare da sole verso niente, nessuno. Il cuore batte forte anche nelle tempie, ansioso e impaziente, mentre gli occhi sono diffidenti, bui.
Lo raggiunge con lentezza, stringendosi dentro la giacca di jeans che ha indossato coi risvolti alle maniche perché anche se è estate siamo pur sempre in Inghilterra.
C'è la brezza del mattino che sa di sale e viene dalla costa, fa venire i brividi ed è fredda, come gli occhi di Harry che si alzano e la incontrano quando Frida è abbastanza vicina.
Adesso c'è anche la consapevolezza a far battere appena i denti, i cuori.
Lui la guarda e lei vorrebbe solo piangere, perché il modo con cui Harry lo fa è da pelle d'oca. La fa sentire importante, è come se le dicesse che in mezzo a tutto il dolore del mondo, lei è l'unica cosa in grado di ucciderlo.
L'amore forse è anche questo.
Frida si siede nell'altra altalena, in silenzio, abbassando gli occhi troppo lucidi, traditori.
Stanno zitti perché è da sempre il loro modo di parlare, eppure entrambi fremono per dire qualcosa, chiedere, piangere.
Il cielo si schiarisce dopo gli alberi del parco, c'è un gioco di ombre tra i lineamenti duri di Harry da rendere quel volto etereo, ha il naso lungo e la guancia in penombra, gli occhi smeraldo e le ciglia schiarite dalla luce del sole che continua a crescere, alzarsi.
Poi Frida si schiarisce la voce, dice solo: “Mi dispiace”
Harry si volta di scatto nella stessa maniera con cui lo farebbe se fosse appena stato ferito. Sembra quasi trattenga il respiro per qualche secondo, stringe con più forza il metallo fino ad avere i segni e poi sospira.
“Perché?” le domanda.
Frida fa un sorriso strano, ha lo sguardo incantato contro il suolo. “Perché sono stata stupida” risponde semplicemente.
Il ragazzo sta in silenzio per qualche istante, probabilmente non sa come ribattere.
Lei si lecca le labbra, chiude gli occhi sentendo le palpebre fredde e parla ancora: “Ti ho dato la colpa per...per tutto. Ho sempre pensato che fossi solo un codardo, che non volessi lottare per me, per noi. Invece...invece sono sempre stata io. Mi dispiace, dico sul serio”
Nella sua testa annebbiata prendono a vorticare le parole rumorose di lui che per settimane non l'hanno fatta dormire.
Se tu avessi smesso di nasconderti dietro le mie paranoie, forse a quest'ora sarebbe tutto diverso.
Le si mozza appena il respiro, perché fa maledettamente male la verità. È un pugno in pieno petto, una ferita che riprende a sanguinare dopo tanto tempo.
“Ma ti amo anch'io, Harry – riprende, quando riesce a controllare la voce – Ed è difficile anche per me. Vorrei...certe volte vorrei semplicemente fare, sai, le cose più stupide piccole. Come prenderti la mani, sorriderti, parlare ad alta voce di quello che mi piacerebbe fare con te senza aver paura di sembrare finta, illusa. Vorrei invitarti a casa mia a dormire come facevamo quando eravamo più piccoli e baciarti come ho sempre sognato di fare, vorrei chiudere gli occhi per una.. – il tono s'incrina, cade la prima lacrima tra le dita – per una dannata notte e non sentirti addosso, mentre fai l'amore con me. Eppure non posso neanche io, come non puoi tu”
Si morde il labbro trattenendo un singhiozzo, cerca di regolare il respiro ma il peso di quelle parole sembra quasi mangiarla viva.
Strano quanto i suoi vorrei combacino alla perfezione con le sue paure.
Tira su col naso, sbattendo forte le palpebre per poi guardare il cielo ingiallirsi, diventare di un arancione forte, aspro.
Lui ha il sole tra le guance pallide quando parla, minuti dopo.
“Ho lasciato Ingrid, prima di scriverti. Ma non pensare che ti abbia scritto perché l'ho lasciata. È il contrario, sì. L'ho lasciata per scriverti”
Questo Frida lo sapeva, perché se c'è una cosa di cui Harry ha il terrore è essere tradito e proprio per questo non lo farebbe mai. Sentirselo dire, però, è comunque intenso, potente. Sbatte gli occhi, cerca di riprendersi.
“La prima volta che ci sono andato a letto, è stato qualcosa di rabbioso – dice Harry, e lei emette un singhiozzo basso, lancinante – Lei era esperta, intraprendente, continuava a voler fare di testa sua, con quello sguardo da bambina puttana. È stata la prima volta in cui ho realizzato che non ti avrebbe mai sostituita”
Frida in testa ha solo quelle mani bianchi sulla schiena grande di lui, il senso di nausea che le danno quasi non la lascia respirare. È gelosia, istinto.
“Non c'era...niente di quello che avevamo noi – Harry riprende, alza appena la testa – Non c'era paura, non c'era nessuno che tremasse, niente che mi facesse pensare a quanto cazzo fosse bello. C'era solo lei nuda e io freddo come il marmo, lei diceva che quel mio lato di me le era sempre piaciuto e io stavo zitto. Ero arrabbiato, perché pensavo- volevo che per una volta, tu scomparissi dalla mia testa. È stata anche l'unica volta in cui l'abbiamo fatto, la volta in cui tu poi...sei venuta a portare il libro a Robin”
Lei fa subito un sorriso senza denti, perché quel giorno se lo ricorda molto bene.
“Una parte di me avrebbe voluto gridare dalla disperazione, quando ti ho vista – lui riprende, nella sua voce c'è qualcosa di arrendevole che sembra divertirlo – L'altra voleva baciarti, anche lì, anche con un un altro odore addosso”
Sono confessioni imbarazzate, simili a quelle di due amanti stupidi che giocano a vedere chi è che cede per primo, stuzzicare i punti giusti, spogliarsi e concedersi come tra un paio di lenzuola su un materasso duro, come il sesso.
Frida scoppia a ridere all'improvviso, forte, coi denti che battono contro il cielo adesso completamente chiaro, privo di nuvole, che fa iniziare una giornata nuova, un'altra storia.
Harry la osserva senza capire ma tra le labbra ha un sorriso timido, vorrebbe ridere ma è semplicemente contento, forse addirittura felice.
“Perché stai ridendo?” le domanda.
Lei continua per qualche altro secondo, poi tossisce e ridacchia, guardandolo. Ha gli occhi lucidi per un milione di cose.
“Perché io vorrei baciarti anche adesso”
Ha il tono beffardo che lo ha sempre fatto impazzire, è Harry quello che si alza con furia dall'altalena l'attimo dopo, inciampando quasi sul terreno ma non importa. Non importa.
Importa solo dei suoi palmi freddi contro le guance rosse di Frida, delle bocche spalancate che si graffiano e si baciano e si fanno male e si aggiustano senza sosta. Importa solo dei loro occhi chiusi che si perdono la città che intorno a loro si sveglia, dei loro respiri che finiscono nella gola sbagliata, del fatto che lei può sfiorare il suo collo nervoso senza pensare che sia un sogno. Importa solo delle dita che tornano a toccare un corpo che non hanno mai dimenticato, dei pensieri che in due menti diverse alla fine sono gli stessi – mia, mio, mia, mio – e del fatto che dietro di loro il sole sorge e questo bacio è molto meglio di qualsiasi alba.
Frida afferra quelle mani che afferrano le sue guance, tiene gli occhi chiusi e sorride fronte su fronte.
“Bastava così poco” sussurra.
Lo sente annuire, Harry la bacia di nuovo.
 
 
 
 
Louis e Zayn la stanno aspettando seduti sulla panchina, fumano e scherzano a bassa voce e sembrano contenti.
Frida arriva come quasi correndo, ha in circolo così tanta energia da poter uccidere qualcuno. Letteralmente.
Non si ferma quando li raggiunge, invece si getta verso Zayn fino ad abbracciarlo con forza, sentendolo sobbalzare per la sorpresa. Ha la guancia contro la sua spalla ossuta, gli occhi dentro quelli azzurri di Louis.
È felice.
“Ci siamo baciati!” strilla, come una bambina.
“Cosa?” chiede Zayn, senza capire. Non ha ricambiato propriamente l'abbraccio, ma le sue mani sono sui fianchi della ragazza, come se avesse paura di una probabile caduta.
Lei scioglie il contatto, si rimette in piedi.
“È successo che...che ci amiamo! – nel dirlo sembra quasi rendersene conto per la prima volta – Che va tutto bene, per una cazzo di volta”
Louis fa un tiro lungo di sigaretta, “Intendi con Harry?” domanda.
Frida annuisce con vigore, si mette in mezzo ai due per sedersi sullo schienale della panchina, sistemandosi i capelli su una spalla.
“È come svegliarsi dopo un brutto sogno e capire che..che non era niente, che stai bene – spiega e gesticola come un italiano – Non lo so, giuro. Io...mi sento viva, mi sento...cazzo, un'idiota! Perché bastava fare uno schifosissimo passo per stare insieme e invece non facevo che tornare al punto di partenza”
Zayn ridacchia, nelle sue parole un po' ci si ritrova. Dice: “Capita, quando si è innamorati”
“La sua ragazza?” chiede invece Louis, pratico.
Il sorriso di Frida si allarga, adesso è malizioso. “Ex ragazza – spiega, con le sopracciglia inarcate – L'ha lasciata prima di scrivermi, stanotte”
“Stanotte?”
Annuisce alla domanda di Zayn. “Sì, poi ci siamo visti stamattina alle cinque, ci siamo baciati e-”
“State insieme?” è Louis, ancora.
Lei arriccia il naso e le labbra. “Non lo so, non ne abbiamo parlato. Forse dobbiamo andarci piano”
Zayn ridacchia appena, le afferra una caviglia nuda prendendo a farle il solletico sulla pelle del polpaccio. “Non avete aspettato abbastanza?”

 


 
  
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