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Autore: Spensieratezza    21/02/2015    7 recensioni
"Cosi siamo cresciuti tu ed io, come due ciliegie, nate in coppia, che sembrano divise sui due gambi, ma nella divisione sono unite"
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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SESTA SETTIMANA



Galleggio nel nero, da non so quanto tempo. Se questa è l’aldilà, fa schifo.

Se questa è l’aldilà, mentivano chi diceva che c’è un’aldilà dopo la morte…

Avrei voluto che fosse vero, ma ecco qui…l’aldilà non è altro che un galleggiare all’infinito nel nero, mentre la tua essenza – l’anima ? – la senti come una cosa appiccaticcia e pendente che ti penzola giù.

Sento le dita dei piedi e delle mani tirarsi e mi fanno male e non ho neanche occhi per piangere…
 
 
 
OTTAVA SETTIMANA



Il mio corpo non l’ho mai sentito tanto molliccio e fragile.

Ho l’impressione di disintegrarmi. Forse la mia anima si sta disintegrando.

Si rimpicciolisce. La sento consumarsi. Ho paura.

I pensieri ora fanno male. Come se pensare mi costi fatica e mi stanca.

Posso vedere ora e quello che vedo mi fa desiderare di richiudere di nuovo gli occhi.

Solo rosso e sangue intorno a me. Sono all’inferno?

Sento dei rumori e un movimento intorno a me e capisco di non essere solo.

Forse sono i demoni che sono venuti  a prendermi!
 
 




DODICESIMA SETTIMANA



Il mio demone non mi abbandona. Fa rumore attorno a me e non mi lascia. Tremo al pensiero di quello che potrebbe farmi se uscissi fuori da questo mio rifugio…
 





TREDICESIMA SETTIMANA:


Il mostro non mi abbandona mai, anzi, si è posizionato contro il mio rifugio, con il corpo contro e non si muove da li. Quello che aspetta è solo una mia debolezza, ma io adesso sono più forte. Posso muovermi e nuotare, anche se lo spazio è poco. Non mi prenderà! È inutile che tocchi la parete che riveste il mio rifugio a ripetizione per farla scendere via…non cederà!
 
 
 
 



QUINDICESIMA SETTIMANA

Sono solo e sono in trappola, non posso muovermi. Sono immobilizzato e ho solo voglia di dormire.

Voglio che tutto questo finisca, ma la presenza che è dall’altra parte non mi fa chiudere occhio.

Fa rumore e sbatte contro questo sacco che mi avvolge. Vuole farmi del male, ma qui dove sono io, non mi prenderà.
 
 


SEDICESIMA SETTIMANA

Sono stanco…sono debole…voglio dormire…ma il mostro fuori fa lamenti striduli e non mi fa dormire.

Non vuole che io dormo. Tocca la parete e capisco che vorrebbe toccare me.

Lasciami in pace. Lasciami. Lasciami….morire…in pace…
 
 
 



VENTUNESIMA SETTIMANA


Galleggio e mi muovo in questa mia gabbia e mi rendo conto ad un certo punto, che posso vedere il mostro, finalmente. Non è più contro il mio rifugio, ma è imprigionato anche lui in un rifugio tutto suo. Anche lui è imprigionato e non mi degna più di uno sguardo. Io vorrei che tornasse a tormentarmi. In fondo mi ha tenuto sveglio contro la mia volontà per tutto questo tempo…il minimo che può fare per farsi perdonare, è intrattenermi….
 
 



VENTICINQUESIMA SETTIMANA


Vedo meglio ora e mi sento più forte. Il mio mostro ogni tanto torna sempre a farmi visita. Non sembra cattivo più ora, o almeno non lo sembra vedendolo dalla mia protezione. Sembra cosi piccolo che sembra malato…sorrido…è tornato ad accarezzare la parete…allungo le mani per toccarla anche io…voglio toccarlo, ma non posso…posso solo toccare la parete….
 
 
 
 
 
 
*

“I Gemelli si accarezzano!” stava dicendo il dottore a Mary Winchester, che si mise una mano sulla bocca, meravigliata.

“Ma dottore…i gemelli non stanno nello stesso sacco, mi ha detto…” disse Mary, abbracciando il marito.

“è cosi, ma vede, uno dei gemelli tocca continuamente il sacco amniotico dell’altro gemellino. Naturalmente potrebbe essere casuale, ma c’è un sistema per stabilire se i movimenti del feto sono intenzionali o casuali. Si tratta della decelerazione! Più un gesto è lento, più è accurato e i feti rallentano molto di più i movimenti delle mani quando toccano il gemello, piuttosto che quando toccano se stessi o quando colpiscono le pareti dell’utero. È una cosa che ricorre spesso nei gemelli monozigoti, quindi nella stessa sacca. Non mi era mai capitato di doverlo vedere anche in gemelli separati che non potendo toccarsi, toccano il sacco amniotico!” disse il medico, orgoglioso.
 
 
 
 
 
 
 
TRENTUNESIMA SETTIMANA

Mi sento stretto. Faccio fatica a muovermi. Non c’è spazio! E l’altro lo avrà lo spazio? Non è che poi magari muore e mi lascia solo? No…io non voglio…restare solo!
 
 
 



TRENTASEIESIMA SETTIMANA


Butto fuori l’aria dalla bocca…mi accorgo che riprendo a farlo da tanto…tanto tempo…

Ma non dovevo morire? È cosi eterna questa eternità…io non voglio passare l’eternità cosi…perché devo essere intrappolato cosi? Questa non…non può essere l’eternità!
 
 
 



QUARANT’ESIMA SETTIMANA


Il mio rifugio, la mia gabbia, si rompe e sento il mondo crollarmi addosso.

Adesso sono completamente solo. Solo e disperato.

Nuoto disperato in questo mare nero, coperto da una sostanza gelatinosa e avverto qualcosa venirmi addosso e ricoprirmi.

Il mostro??

Il mostro mi abbraccia e capisco solo ora di essergli andato praticamente incontro io.

Il contatto è accogliente e confortante.

Voglio che mi tiene con sé, che mi tenga stretto!

Finalmente possiamo toccarci.
 
 
Ecco però che il conforto dura poco. LUI mi lascia e io mi sento devastato.

Mi hai dato il tormento per mesi e adesso non mi vuoi???

Perché????
 
 
Tutto si muove attorno a me e capisco di essere uscito da una gabbia solo per ritrovarmi in una molto più grande. Non c’è fine a quest’inferno e ho troppa paura. Mostro, perché non mi hai lasciato morire???
 
Lo cerco, voglio sentirlo vicino. È l’unica cosa che ho, ma non lo trovo più. mi ha lasciato, mi ha lasciato per sempre!!
 
 
Scivolo in un tunnel stretto, buio e senza fine…mi sento soffocare e penso che probabilmente morirò davvero stavolta. È questa la fine della coscienza…
 
Però poi finalmente LA LUCE.

Apro gli occhi in un mondo sconosciuto!

Aspetta…qualcosa mi è familiare…i colori, le forme…tutto questo…

È la vita…

Si, credevo di averla dimenticata….
 
Mi volto e vedo il mio gemello preso da quelli che credo essere dei medici e capisco che quello che ho vissuto come un’eternità maledetta e crudele, non era nient’altro che una rinascita.

Era vero quindi, dopo la morte c’è la vita. Un’altra vita.
 

E quello che ho confuso per un mostro, era MIO FRATELLO.

So che dimenticherò tutto questo molto presto a partire dai prossimi minuti, perché la verità deve rimanere segreta, ma non importa adesso, adesso non importa davvero.
 
Mi danno in braccio a mia madre solo per pochi istanti e poi mi portano via.



Mi lavano dentro il lavandino, assieme  a mio fratello, che mi abbraccia e che mi sussurra:

“Per farti restare in vita, mi sono quasi consumato io.”

“Grazie per non avermi lasciato da solo..” gli dico e capisco di farlo nel pensiero, perché ancora non ho imparato a parlare.

“Io non ti lascerò mai solo….” Dice, mentre mi tiene abbracciato.
 


Ci cambiano, ma non sono preparato al distacco.

Ci mettono nella stessa culla e le nostre mani si intrecciano. Restiamo cosi, tenendoci per mano.
Ma come ho fatto a chiamarlo mostro?
 
 
 
 
 
 
 
 
*

MESI PRIMA


“Signora, l’altro gemellino è più piccolo, se non cresce, ha poche possibilità di sopravvivere…mi dispiace.” Disse il medico.

Mary quel giorno tornò a casa dal marito John, piangendo. Fu un giorno terribile per lei, ma dentro di sé non smise mai di sperare che avrebbe avuto tutti e due i suoi bambini.
 
 
 
 
*

IL CUSTODE DI MIO FRATELLO.

Ho capito cosa sta succedendo. Quand’ero in vita, lessi tanti libri in proposito.

Ho capito quasi subito che la mia anima stava rinascendo a nuova vita. Capii quasi subito di essere dentro a un ventre materno…

Cosi come capii subito che la presenza al mio fianco che sentivo fragile, piccola e impaurita, era mio fratello…

Un fratello che rischiavo di perdere ancora prima della nascita….

Sentii quello che disse il medico, non so neanche come feci, ma lo sentii…

Sentii che mio fratello rischiava di non sopravvivere.

E io non volevo, non volevo perderlo.
 
Per questo andavo continuamente accanto a lui e lo spronavo a mio modo, a non cedere, a non lasciarsi andare, a non arrendersi.

Dovevo dargli forza, anche se io per primo non ce l’avevo.

Non ero ancora neanche nato, dopotutto.

La testardaggine che caratterizzò la mia vita però, mi fu d’aiuto.

Mio fratello non era morto. Era vivo e cresceva.

Volevo stringerlo e accarezzarlo e consolarlo, dirgli che tutto sarebbe andato bene.

Una barriera però ci divideva.

Quando quella barriera scompari, lo abbracciai come desiderai fare dal primo momento in cui capii di non essere solo….
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Sam e Dean Winchester avevano 8 anni ora e stavano giocando alla playstation nel salotto della loro casa.

“Vinto! Di nuovo!” strillò Sam.

Dean sbuffò e andò  a prendere delle merendine per lui e suo fratello.

“Sai, non si direbbe proprio, che tanto tempo fa, nel pancione della mamma, ero quello più debole…” disse Sam ridendo.

“Tu non eri debole, ok? Eri solo…poco cresciuto! E lo sei ancora!” disse Dean ridacchiando, alludendo alla magrezza di Sam.

Sam sbuffò.

“Secondo te, è possibile ricordarsi la prima cosa che vedi quando vieni al mondo??”

“Non dire sciocchezze, Sammy. È impossibile!” sbuffò Dean.

Sam si posizionò davanti al fratello e gli afferrò la faccia, sorridendo languido.

“A me sembra di ricordare.” Disse in tono dolce.


Dean lo guardò spiazzato. Forse aveva capito, forse no.

“Non credo proprio.” Disse, togliendosi dalla presa di Sam. “Riprendiamo a giocare? Voglio la rivincita!” disse, mentre Sam continuava a sorridere.
 
 
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
   Note dell'autrice: 

Innanzitutto i link alle immagini!!

GEMELLINI APPENA NATI CHE FANNO IL BAGNO:

VIDEO:

https://www.youtube.com/watch?v=26bH8u-k3hg

  Poi: altre immagini:

https://scontent-bru.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/v/t1.0-9/11001872_797380966964638_6419694673573855323_n.jpg?oh=c51ba008f23e163863ca13bfe1a22cf9&oe=5581A858

https://scontent-bru.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/v/t1.0-9/11002490_797381226964612_4170612399408875211_n.jpg?oh=8439c5303581a9e83c3ab9432b4e4626&oe=5593E791

Inizio dicendo che era parecchio che volevo scrivere una ff su Sam e Dean gemelli, ma allo stesso tempo non volevo farli uguali...volevo farli diversi ma che si notasse che comunque sam era più piccolo nonostante fossero gemelli...cosi mi è venuta l'idea che Sam facesse fatica a crescere, perchè ho letto che può capitare che un gemello sia piccolo dell'altro all'inizio e mi è piaciuto scrivere che fosse proprio Dean a salvarlo in un certo senso <3

Avrei anche voluto far condividere loro lo stesso sacco, ma non potevo hahha se sono eterozigoti, due sacchi...insomma un sacco di problemi per cominciarla xd

comunque a dispetto dal primo capitolo dovrebbe essere una ff senza troppe pretese xd

ps il link dei due gemellini che fanno il bagno, cosi come le altre immagini penso si possa mettere, perchè sono foto pubbliche e in realtà le ho prese solo per far capire i movimenti dei due gemellini all'interno della mia storia, ma se non possono restare, le tolgo subito :)))

Ps quello che ha detto il dottore sui gemelli che si accarezzano, è una citazione vera di un medico, almeno fino a quando parla dei gemelli monozigoti, dove parla dei gemelli separati che toccano il sacco è un'aggiunta mia :))

Ps sono apposta vaga nel capitolo perchè non voglio far capire che si tratta di una nascita, ma penso si capisca che i vari problemi che avverte Sam, respiratori e motori, dipendono dal fatto che gli si stavano formando le ossa, le gambe, le braccia, la testa ecc :))
   
 
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