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Autore: Yume Kourine    21/02/2015    1 recensioni
[Storia a quattro mani, scritta con Eiblos]
Le Principesse sanno bene che il Male è sempre in agguato e potrebbe colpire all'improvviso... proprio come un vento gelido.
Ma questa volta il vento si è fatto più forte, così intenso da frenare le nostre adorate Principesse e le loro preziose perle.
Ma il freddo non porta solo sciagure, nasconde in sè anche meraviglie: una di queste è l'Aurora Boreale. Ed è proprio l'Aurora la fonte di un potere unico e incredibile che coinvolgerà sette ragazze in un'epica avventura e nella battaglia contro un nemico potente che vuole concludere quello che ha iniziato anni prima.
[Storia ad OC, iscrizioni chiuse]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Borse brillanti?! Nah, direi Perla Blu!

 

Marianne~

 

Il sole stava abbracciando con i suoi piccoli raggi afosi Arcadia, la città sudamericana che si estendeva tra due fiumi e famosa per le sue feste colorate e affollate.
Marianne amava quell'atmosfera accogliente e vivace; amava il suono dell'erba secca e l'intenso aroma dei fiori selvatici; le voci innocenti e squillanti dei bambini per i vicoli stretti e screpolati, le risate degli anziani che zappavano la terra, le correnti d'acqua fredda che accompagnavano i suoi piedi in una danza fredda ma piacevole.
Era perfetto... Già, era.
Ormai si sarebbe dovuta abituare al clima umido e piatto di Londra, la sua nuova città: la diciassettenne strinse ancora una volta la cartolina, che raffigurava Arcadia, la sua vecchia casa, la sua vera casa.
“Forza piccola” le disse la madre mostrandole un solare sorriso, eppure quella dolcezza non bastò a rassicurare Marianne, che legò i luminosi capelli celesti in un'elegante treccia, giusto per far passare il tempo.
I due fratellini stavano poltrendo nei sedili posteriori, mentre il padre li attendeva nella loro nuova casa, in periferia della capitale.
Marianne sbuffò nuovamente e appoggiò la testa contro il finestrino, che si lasciò contagiare dall'umidità e dal freddo tipico delle città inglesi.
Presto avrebbe iniziato una nuova vita...

 

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“Marianne! Mi dai una mano con questo scatolone per favore?”
La giovane raggiunse la madre e la aiutò con quello che era l'ultimo dei pacchi da portare in quella grande abitazione dipinta di giallo e circondata da una graziosa aiuola.
La famiglia Solaris raggiunse l'uomo di famiglia, un uomo sui quarantotto anni dai capelli neri e gli occhi azzurri, che fece da guida nella loro nuova casa.
Gli occhi indaco di Marianne si accesero come non mai non appena scrutarono, curiosi, ogni angolo di quell'immensa sala, poteva benissimo essere una stanza da ballo reale!
La blu corse verso la cucina e un brillante sorriso si formò sulla sua bocca rosea e delicata: quella non era una stanza qualsiasi per la giovane Solaris; quella era il suo angolo prezioso.
Marianne era una cuoca provetta, le piaceva creare ricette e modificarle a suo piacimento; in quella cucina sarebbe riuscita benissimo, era arredata con elettrodomestici di ottima qualità e al centro “sorgeva” un'isola fatta di marmo bianco liscio e freddo; una fioca luce baciava quella piccola ma preziosa stanza e rendendola ancora più speciale.
Ad Arcadia non potevano permettersi un arredamento simile, perciò la giovane ne fu davvero entusiasta.
“Mamma, Maria dormirà qui?” chiese la sorellina divertita.
“No amore, la sua stanza è vicino alla tua.” rispose la donna; poi guardò la figlia felice ed esaltata e sorrise. Finalmente la ragazza aveva ritrovato il buonumore.

 

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“Io esco!”
La melodiosa voce di Marianne rimbombò nella grande casa dalle parete color crema, poiché non era ancora stata arredata.
“Hai finito di riordinare camera tua?” chiese la madre da sopra.
“Sì! Vorrei uscire per adattarmi ai milord!” disse lei sarcastica, battuta che però “offese” il padre che mise il broncio dalla sala degli ospiti, proprio vicino a quella principale.
“Ok, direi che te lo meriti” disse la madre scendendo le scale. “Però fai attenzione”
“Non ti preoccupare”
La blu corse esaltata fuori e chiuse dolcemente la porta per poi ammirare le strade di Londra.
C'era uno strano odore nell'aria, diverso da quello della sua città natale: era delicato, inebriante e particolare.
Marianne si sedette su una lunga distesa d'erba che circondava un piccolo parco giochi; estrasse dalla borsa azzurra, dello stesso colore della sua gonna a balze, una piccola sfera grigia.
Ricordò benissimo quando le venne donata: era successo qualche anno prima.
Un anziano pescatore era tornato dal fiume con un cesto pieno di pesci freschi; l'uomo era un caro amico di Marianne, le regalava spesso i tesori che trovava sulle rive o addirittura nelle acque del Rio Gastona.
Quel caldo pomeriggio d'estate l'uomo aveva trovato qualcosa di insolito ma prezioso: una piccola sfera grigia dalle sfumature blu e bianche. Tenendola in mano l'uomo, per qualche strana ragione, aveva pensato a Marianne e così dono il piccolo tesoro alla giovane sedicenne.
E da quel momento quel piccolo, fragile oggetto era diventato il portafortuna della ragazza, il suo amuleto, il suo più grande tesoro che la riportava con la mente a casa sua.
“Sarà dura” sussurrò al vento e alle folte chiome verdi degli alberi. “Ma finché ti terrò stretta tra le mani, so che andrà tutto bene”
Senza rendersene conto i colori puri del giorno si mescolarono a quelli caldi della sera, creando una lieve sfumatura blu notturna mentre una brezza fredda raggiunse la diciassettenne che decise di tornare a casa.
Ormai soltanto il fruscio delle foglie mosse dal respiro del cielo e il suono dei tacchi della ragazza animavano quelle vie deserte e immobili. E fu in quel momento che accadde l'inaspettato: strani colori luce si riflessero sui ciottoli della strada e tutto si fece più chiaro, pari alla luce del giorno.
Marianne alzò lo sguardo al cielo e sgranò gli occhi, stupita e incantata allo stesso tempo: sopra di lei si stava estendendo un dolce velo colorate da tonalità brillanti e fresche, sopra la sua testa stava avvenendo l'evento più incredibile e spettacolare: l'Aurora Polare.
Come poteva l'Aurora estendersi nel cielo di Londra? La ragazza non riuscì a porre quella domanda poiché un lampo abbagliante si estese dal firmamento mentre un forte calore si accese nella borsa della blu.
Marianne chiuse gli occhi spaventata e strinse i pugni; quando li riaprì si accorse che l'Aurora era svanita così come la luce e la sua meraviglia.
Fu la vibrazione del suo telefono a ridare alla giovane la capacità di muoversi e di pensare.
“Pronto? Mamma! Sì, lo so, mi dispiace. Arrivo subito!”
La giovane volse lo sguardo verso quell'infinita tela nera e poi riprese il suo ritorno a casa, ignara che, presto, una nuova luce avrebbe illuminato la sua via.

 

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Intanto, molto, molto distante dal Giappone, in una terra deserta circondata da ghiaccio e neve, due figure avanzavano tra la bufera e l'impazienza.
“Non possiamo fallire...” la voce era quella di una ragazza: era limpida ma distaccata, si abbinava perfettamente alla giovane dai capelli azzurri ghiaccio e dai magnifici ma spenti occhi rosa, persino il suo nome la ritrae perfettamente, Neve: bianca, fredda e bellissima.
Il suo compagno si fermò all'improvviso e, voltandosi verso la azzurra, mostrò un sorriso che racchiudeva in sé sicurezza e perfidia, e un atteggiamento altezzoso: era un ragazzo alto, dai movimenti raffinati e affascinanti. I suoi capelli argentati alzati verso l'alto risaltavano il suo volto ovale e allungato e di certo non passavano inosservati, infatti all'estremità vi erano delle ciocche colorate di brillante verde, altre ancora di rosso o di cobalto, mentre alcune più soffici e sottili erano bionde e nere.
Neve conosceva meglio di chiunque altro quell'espressione; si spostò in avanti la lunga treccia azzurra e sorrise, contagiata da quello dell'alleato che agitò dolcemente le mani sulla quale stavano cinque pietre preziose incastonati in anelli bianchi.
Una strana luce si espanse dai gioielli e circondò buona parte della lunga zona ghiacciata, Neve osservava incantata mentre l'uomo borbottava strane formule e i suoi occhi bianchi squadravano le polveri colorate che si erano formate.
“Crystal, sei un genio” Neve si avvicinò al compagno che sorrise; amava quando gli altri pronunciavano il suo nome, c'era sempre un qualcosa di misterioso e glaciale in quelle sette lettere che ricordavano i cristalli di ghiaccio, considerati dal ragazzo i suoi portafortuna.
“Ora inizia il divertimento” 

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♥Angolo Autrici♥

Emh, heyla!

Vi chiedo immensamente scusa per l'atroce ritardo, ma tra le vacanze, il fare i compiti (all'ultimo, mi sembra ovvio) e l'inizio della scuola non ho avuto molto tempo per pubblicare. Ci tengo a dare i crediti di tutto ciò a Yume che.. diamine, ragazze fa tutto lei! Vi giuro che mi sento in colpa, ma non ho avuto tempo di terminare ciò che avevo scritto e quindi mi trovo ad impaginare e basta... ancora. Sono convinta che prima o poi leggerete anche gli scempi che scrivo io ^^” Io mi sono occupata di montare la parte visiva del capitolo: font, banner, colori, titoli e divaricatori -scelti ovviamente col consenso della mia collega. E niente, questo è il regalo del venerdì, il nostro modo di augurarvi un buon fine settimana. Vi lascio al messaggio di Yume, e niente, spero vi piaccia e.. al prossimo capitolo! ♥

 

Yume↓:

Salve!
Eccoci qua con il capitolo dedicato a Marianne! Ringraziamo LegendaryFairy91 per averla creata! Spero che la sua storia vi piaccia! ^^ Con il passare dei capitoli tutto sarà più chiaro, mi sto divertendo a scrivere assieme a Lety_chan (che come sempre ringrazio).
E ringrazio voi lettori, recensorelle e tutti quelli che seguono questa storia!
Vi mando un grosso bacio e vi auguro una buona settimana!
Yume

 

   
 
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