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Autore: Il Fu Sirius    11/02/2005    2 recensioni
Se Sirius Black tornasse in vita e se si innamorasse di una delle più belle figlie di Lucius Malfoy, cosa dovrebbe fare per coronare il suo sogno d'amore?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il treno ha fischiato

Il treno ha fischiato

 

“Allora cosa state aspettando?” urlò Hermione Granger dalla scaletta dell’Hogwarts Express

“Avanti, Harry, che perdiamo...” La bocca di Ron Weasley e il resto del corpo del medesimo si bloccarono come pietrificati. Sul vagone affianco a quello di Hermione stava salendo una splendida ragazza dai morbidi e lucenti capelli dorati. I capelli formavano due lunghe trecce adornate da teneri  fiocchetti rosa pastello. Dello stesso colore erano le scarpe e i loro13 cm di tacco (rigorosamente a spillo). Indossava un cappotto peloso, che le arrivava appena 2 cm al di sotto dell’inguine, di color bianco e pieno di grosse frange. Dal cappotto, giusto 15 cm al di sopra del ginocchio, non spuntava altro che dei collant, bianchi anch’essi, che facevano risaltare la perfetta proporzione delle sue gambe.

“Locomotor” Sibilò Ginny Weasley, spazientita.

            Hermione, che era già andata a prendere i posti, rimase attonita nel vedere Ginny introdurre i due ragazzi all’interno dello scompartimento come fossero valigie.

“Perchè li hai pietrificati?”

“Non li ho pietrificati.” Spiegò Ginny con voce irritata “Si sono imbambolati davanti una mocciosa che saliva sul treno.”

Dopo pochi minuti dalla partenza i ragazzi diedero segno di ripresa e riuscirono a torcere il collo a sufficienza per guardarsi negli occhi con sguardo complice. A Ginny certo non sfuggì tale movimento e men che meno lo sguardo da citrulli negli occhi dei ragazzi. Le labbra di Harry iniziarono a tremolare e dalla sua gola provenivano suoni gutturali come se si stesse sforzando di dire qualcosa.

“Gh...ggghhh...Pero...c-c-che gran pesso di F...”

“COLLOPORTUS!!!” Ginny ringhiò dalla rabbia e le labbra di Harry si serrarono impedendogli di terminare la frase.

“Interessante uso dell’incantesimo colloportus...” Commentò Hermione.

“M-m-ma...” Balbettò Ron.

“COLLOPORTUS! Davvero un uso interessante” Disse Hermione con tono pacato scambiando uno sguardo d’intesa con Ginny.

“Di cosa stavamo parlando?” Chiese Ginny riponendo la bacchetta.

“Del motivo per cui hai rotto con quel ragazzo che hai conosciuto quest’estate.”

“Ah,sì. Ma ne volevo parlare anche con Luna che ne dici se andiamo a cercarla?”

“Mi pare un’ottima idea. Non vorrei mai che rimanesse indietro: la tua vita amorosa è una materia così difficile da recuperare quando la si trascura per un po’.” Così dicendo la ragazza aprì lo scompartimento e scomparve nel corridoio seguita da Ginny.

 

Nel frattempo nella carrozza adiacente Draco stava seduto di fronte alla sorella minore Harmony. Si guardarono negli occhi, ma Draco non riuscì a sostenere lo sguardo. Si voltò e si finse interessato al paesaggio che sfrecciava fuori del finestrino. Sua sorella era così piccola e i suoi occhi riflettevano tutta la sua innocenza. La guardava con la coda dell’occhio mentre dava delle stelle alpine al suo animaletto.

È così  piccola e ingenua – Pensò Draco - e non sa cosa l’aspetti ad Hogwarts. Un ambiente meschino. Diretto da un vecchio affetto da grave demenza senile. Dove è permesso di girare liberamente a ogni genere di oscenità. Ma, soprattutto, dove potrebbe imbattersi in qualsiasi momento con quel fasullo e viscido di San Potter. Quello non è altro che una calamità. Non puoi stargli accanto cinque minuti senza rischiare la vita. Lo sanno tutti. Anche io per poco non ci rimettevo la vita durante una lezione di cura delle creature...

“Mi sto annoiando!” esclamò Harmony “Sei noioso! Hai tenuto il muso tutto il tempo. Io me ne vado a fare un giro in cerca di gente più interessante!”

“Aspetta. Ti accompagno.”

“No! Rimani a farti le tue pippe mentali”

“Ok.”

...Magiche a causa del suo alone di sfiga. Per non parlare poi delle calunnie che girano ora sul conto di nostro padre. Quel bastardo di potty gli ha teso una trappola solo per potermi sfottere!!! Ma gliela farò pagare!!!...

 

“Mmmmpfffffffff” Disse Ron strabuzzando gli occhi e buttando le mani al cielo.

“Mmmmggghh” Rispose Harry dondolando lentamente la testa in segno di assenso.

“Mmmmmppp...Mmmmppp...” Esclamò Ron, indicando freneticamente la porta dello scompartimento. Harry si girò e vide spuntare degli splendidi capelli dorati attraverso il vetro della porta. Non ci potevano essere dubbi sull’appartenenza di quei capelli ed Harry lo sapeva. Con un balzo felino i due si lanciarono verso la porta contemporaneamente.

Harmony udì un frastuono provenire dallo scompartimento appena superato. Tornò indietro e, dopo un attimo di esitazione, aprì la porta. Sul pavimento del treno giacevano due ragazzi dall’aria intontita che si massaggiavano le tempie.

“Ciao” disse cordialmente la ragazza, sopprimendo le risate.

“Mmmnnnpppfff” Rispose il più alto dei due.

“Che lingua strana? Di dove siete?” Chiese Harmony incuriosita.

Il secondo ragazzo scosse la testa e si passò un dito sulle labbra per indicare che erano sigillate.

“Un BACIO?!? Non vi pare di esagerare?!? Ci siamo appena conosciuti. Non ho neanche afferrato il vostro nome e vorreste già un bacio?” disse in tono scandalizzato la ragazza e assunse un’espressione meditabonda.

“Va bene” Affermò infine, facendo spallucce. Il ragazzo non era ancora riuscito ad elaborare che cosa fosse successo in quei pochi attimi dall’ingresso della fanciulla, che la sua testa si senti all’improvviso leggera: come liberata da quel mucchio di segatura che teneva solo per far massa. Harmony si accorse in quel mentre che lo sfregiato che aveva dinnanzi non riusciava ad aprire la bocca.

“Ooohhhh, povero, ti hanno sigillato la bocca. Alohomora.”

Harry stava per ringraziarla quando lei gli tappo la bocca con la sua, ritenendo che il bacio di prima non valesse. Harry non sapeva come reagire. Non sapeva cosa fare o dire. Non sapeva neache cosa pensare. In realtà il problema di Harry era prorpio che non sapeva pensare.

“Mmmmppff” Disse Ron richiamando l’attenzione sulle sue labbra ancora sigillate

“No, scusami. Ma non bacio mai i...”la ragazzina controllò che nel corridoio non passasse qualcuno, poi si avvicinò ai ragazzi e aggiunse in un sussurro “...i poveri.” Arrossendo come se avesse detto una parolaccia. “Papino dice che sono contagiosi; e si vede lontano un miglio che sei uno di loro. Perciò...Ciao ciao” e lasciò lo scompartimento saltellando. 

 

  
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