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Autore: MissDeppDixon    21/02/2015    1 recensioni
Liverpool 1957
John Lennon, un ragazzo di 17 anni e Paul McCartney di 15 si incontrano per caso durante una calda serata, John con il suo fare da "falso galante" ha fatto sorridere per la prima volta dopo tanto tempo Paul, e quel giorno non sarà dimenticato da nessuno dei due
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Two of us

Capitolo 8

 

 

Era quasi un mese che non lo rivedeva. Si pentiva così tanto di essersene andato senza una spiegazione valida. Nemmeno a George e Ringo aveva spiegato bene il motivo, non aveva nemmeno detto dove andava.

L'unico a saperlo era lui stesso e, ovviamente, suo padre; ma aveva fatto promettergli di non dire nulla a nessuno e sapeva di potersi fidare. La sera, dopo essere stato con John, era subito partito per la Francia, adesso si trovava a Parigi e viveva da solo. Suo padre era stato contrario a questo, ma lui aveva inventato una scusa abbastanza convincente. "Starò via per un viaggio di studio a Parigi" gli aveva detto, a George e Ringo aveva detto che se ne andava perchè Liverpool non aveva più nulla da dargli e a John invece...cosa gli aveva detto? Anzi...cosa gli aveva scritto? Che vigliacco era stato nel scrivergli una lettera, aveva avuto così paura di quello che poteva accadere se glielo diceva in faccia che lo ha scarabocchiato sotto quelle belle parole. Chissà che reazione aveva avuto John leggendola e poi quel piccolo "P.S" quanto avrebbe voluto scrivere di nuovo "ti amo" invece di quel "Io parto".

Stava fantasticando, John era lontano da lui e forse quelle braccia che lo avevano circondato, anche se per poco, adesso erano intorno ad un'altra ragazza. La gelosia iniziava a salirgli, forse aveva fatto male ad andarsene, forse doveva tornare e prendere di petto quella situazione. Perchè era così codardo? Aveva paura dell'amore o della reazione di John?

Mentre pensava prese la chitarra, in quei giorni non aveva fatto altro che stare sul letto a fissare il soffito e a volte a suonare qualche accordo e inventare un verso di una canzone. Invece sta volta voleva comporne una vera e propria. Iniziò a suonare e pian piano gli accordi divennero dolci e in sintonia, così cominciò a scrivere le parole...

 

Dopo più di un'ora la canzone era finita, mancava solo il titolo. Guardò le parole, poi la chitarra e alla fine scrisse il titolo "P.S. I love you". Accanto stava per scrivere il suo cogome, per firmare la canzone. Ma si bloccò, infondo, anche John aveva dato il suo contributo. Alla fine decise di scrivere "Lennon-McCartney". Soddisfatto si alzò finalmente dal letto, le gambe gli facevano male e anche lo stomaco. Aveva fame.

Andò in cucina e mangiò tutto quello che trovò, poi però il telefono prese a squillare...

Il panico lo assalì, nessuno aveva il suo numero. Con calma si avvicinò alla cornetta, poi la alzò

-P..pronto?-

-Allò? Mr. Paul McCartney?-

-Oui, chi...emh...parla?-

-Je suis Michelle, une vieille amie de votre père-

-Ohh..oui...-

-Je peux venir chez vous à cinq heures pour parler?-

-Oui..emh...merci-

-D'accord, à plus-

-Oui-

Abbassò la cornetta. Cosa aveva detto la ragazza? Le uniche parole in francese che Paul conosceva erano "oui" e "merci" e qualche altra che usava con le ragazze. Chissà cosa aveva accettato. Comunque sia, non era nulla a pagamento, quindi andava bene.

Tornò nel letto e prese la chitarra, iniziò a suonare quella canzone cercando di ricordare quello che provava con John quando suonavano insieme...gli tornò in mente il giorno in cui suonarono per il compleanno di Ringo...

Era di fronte a lui e cercava di non guardarlo ma avevano soltanto un microfono e quindi dovevano stare vicini. Aveva la mente vuota e anche il resto del corpo, le mani si muovevano da sole, la voce usciva senza che lui se ne accorgesse; doveva guardarlo in faccia, non ce la faceva più. Al ritornello alzò lo sguardo e lui era lì che lo fissava, con quegli occhi persi. Iniziò ad arrossire: dannazione, pensò, proprio adesso no! Le loro gambe si sfioravano e ad ogni tocco lui sussultava, voleva gridare, piangere e ridere...non sapeva cosa gli stava accadendo, ma era bellissimo. Senza accorgersene sorrise e lui ricambiò. Adesso faceva troppo caldo, voleva uscire, abbassò di colpo lo sguardo rovinando il momento. Ma cosa aveva combinato? Chissà chi stava giù cosa vedeva..."oh povero me" pensò e, per il resto della canzone, puntò lo sguardo sulla sua chitarra, anche se sentiva quello di John che, di tanto in tanto, lo scrutava. Alla fine cedette, due minuti prima che la canzone terminasse alzò lo sguardo rimanendo con la testa bassa, il più grande spalancò la bocca come un ebete facendolo ridere di gusto. Quel ragazzo era speciale, lo sentiva, non poteva più suonare senza di lui di fronte...

E invece adesso cosa stava facendo? Suonava senza John e non era la stessa cosa. Lasciò la chitarra e si ridistese sul letto. Cercò di pensare al momento più bello che aveva passato con John...e questo non tardò ad arrivare...

Erano seduti su una panchina vicino il molo e scherzavano tra di loro, poi però il discorso divenne serio. John insinuava che la causa del suo problema era lui e alla fine si ritrovarono uno di fronte all'altro, Paul guardava negli occhi di John facendo però uscire i proprio sentimenti non quelli dell'amico. Quando si accorse di quello che stava dicendo si alzò e scappò via; dopo nemmeno dieci minuti qualcuno gli bloccò il polso tirandolo verso di sè e poi stringendolo. Prima di lasciarsi trasportare da quel momento John gli aveva sussurrato una frase, che era ancora rimasta impressa nella sua testa, "non lasciarmi solo, resta con me". Lì capì di amarlo più della sua stessa vita....

Troppi ricordi, la testa gli stava scoppiando. Gli occhi iniziarono a bruciargli, così decise di alzarsi e fare qualsiasi cosa che non fosse pensare a lui.

Andò di nuovo in salotto e si fece una tazza di thè, ne andava pazzo; lo faceva rilassare così tanto da dimenticare tutto. Ma quella volta non funzionò, dovette ricorrere a tutte le sue forza per non pensare più a John, anche se voleva sapere cosa stesse facendo in questo momento, con chi fosse e dove fosse.

Finì di bere il thè e ritornò in cucina per posare la tazza quando qualcuno bussò alla porta. Chi poteva essere a quell'ora?

Si avvicinò con cautela alla porta, come se dall'altra parte ci fosse un mostro che non aspettava altro che mangiarlo. Quando la aprì però si trovò il contrario di una creatura mostruosa.

-Bonjour...Mr.Paul McCartney?-rimase in silenzio, la voce gli era familiare, quella era la ragazza con cui aveva parlato poco fa? Cosa ci faceva qua?-non parli in francese vero?-disse facendo sobbalzare Paul, la sua voce era ancora più bella se parlava nella sua stessa lingua, l'accento francese la rendeva una donna elegante, anche se non la conosceva ancora.

-No, non lo so parlare-

-Me ne sono accorta quando abbiamo parlato al telefono-lei sorrise e il cuore di Paul perse un battito, era così bella-non mi tratterrò molto oggi, volevo solo dirti che se hai bisogno di qualcosa io abito qui di fronte-indicò la casa davanti a quella di Paul.

-Oh, grazie mille-

-Non immaginavo fossi un ragazzo così dolce-lui arrossì-Jim non mi aveva detto di avere un figlio così bello-sorrise-ci vediamo allora? Ciao-disse lascianogli un bacio sulla guancia.

Quando chiuse la porta pensò subito ad una scusa. Quel pomeriggio voleva andarla a trovare, ma non poteva andare da lei, suonare il campanello e dire "ciao, vorrei passare un po' ti tempo con te" oppure si? Forse era la cosa giusta, quella ragazza gli aveva fatto dimenticare tutto, aveva un corpo perfetto, due grandi occhi neri e i capelli dello stesso colore, ma quello che aveva colpito di più il ragazzo era stato il suo sorriso, dolce e innocente.

Paul si distese sul divano e iniziò a fantasticare su Michelle...prese a canticchiare qualcosa così, forse riusciva pure a comporre una canzone.

-Michelle...ma belle...-il telefono squillò di nuovo, ma come era possibile? Come facevano tutti a sapere il suo numero di telefono? Si alzò e rispose, sperando con tutto il cuore che fosse Michelle la persona al di là della cornetta.

-Pronto?-disse speranzoso.

-Ciao Paul-ma la voce non era affatto di una donna.

-George?-

-Si, sono io Paul-

-Ma...come..chi ti ha dato il mio numero?-

-E' una lunga storia, adesso fammi parlare..-

-Si ma...-

-Paul, ti prego, è urgente-

-Ok, dimmi-

-Devi tornare, per favore...-

-Mi dispiace, non posso-aveva finalmente trovato la felicità, la ragazza ideale...

-Si tratta di John...-sentire quel nome gli fece tornare in mente una frase "non lasciarmi solo, resta con me".

-Cosa...che è successo?-lui invece, lo aveva abbandonato.

-Aah...Paul-il sospiro di George non prevedeva nulla di buono.

 

Spazio Autrice______
Eccomi qui l'ottavo capitolo. La fine si avvicina e io non vedo l'ora di finire questo schifo ahahaha
E' da gennaio che scrivo :D
Bene, Paul ha trovato finalmente la donna della sua vita? E cosa è successo a John?
Ringrazio come al solito i lettori silenziosi e coloro che mi recensiscono la storia, un abbraccio a tutti.
Scusate per il pessimo francese :D
Il prossimo capitolo arriverà a breve :)
A presto
Cristina

  
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