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Autore: Nejisfan    21/02/2015    3 recensioni
Ragazzi che si amano nei modi più disparati, negli istanti più vari. Incontri, scontri, passione e liti, difficoltà comuni e caratteri complessi.
L'amore è il centro di tutto, anche quando è confuso o a senso unico o difficile da esternare.
Riguarda loro come riguarda noi.
Questa raccolta parla di questo: dell'amore. Nulla di più facile e di più difficile insieme.
(Ambientazione: AU. Frasi ispiratrici prese dalle canzoni bellissime di Daniele Silvestri).
Conclusione: capitolo 30, Shikamaru e Ino alle prese con una manifestazione e qualche coro, tanti lamenti e tanto amore nascosto (ma neanche troppo).
Raccolta dedicata a chiunque abbia apprezzato e incoraggiato il mio percorso su Efp: ciao amici, mi prendo una pausa, e questo è il mio saluto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Amarsi in modo  cosmico.


Capitolo secondo.
Titolo: La febbre dei deliri di debolezza.
Introduzione: La voglia di cambiare modalità di amare, qualche frase ad effetto, una febbre alta che fa miracoli, un amico che c'è quasi sempre, un amore che non se ne va mai (neanche quando non si dice niente a voce alta) e un mare sullo sfondo.
SasuSaku-"Ascoltandoti riesco a immaginare  sabbia e sandali".

/////

2: La febbre dei deliri di debolezza.
Ascoltandoti...
riesco a immaginare  sabbia e sandali

 

Sasuke Uchiha siede composto anche sulle panchine su cui tutti si stravaccano, tiene le gambe attaccate come un moderno dandy inglese, gli occhi socchiusi sotto occhiali da sole scuri.
Sakura lo osserva come lo osserva sempre, sospira e poi pensa che ormai è grande per sospirare al passaggio di qualcuno e per osservare le persone senza farsi notare, poi sbuffa e decide che andrà lì e parlerà di qualcosa.
La giovane si siede timorosa sulla parte finale della panchina, ha la schiena rigida e, tra lei e Sasuke, non si sa chi stia più scomodo- sono buffi, a guardarli dall'esterno.
" Mi sono stufata di spiarti" dice la ragazza, facendo schioccare la lingua sul palato, e poi continua a parlare sforzandosi di non guardarlo mai.
Sa che non è uno che interrompe, magari lo facesse, è già tanto se  saltuariamente parla.
" Sì, perché io ti spio. Faccio esattamente questo: sto da qualche parte a guardarti, a sperare che tu mi dica qualcosa o anche solo mi sorrida e...mi sento scema, Sasuke, tanto scema". 
Gli occhi dell'Haruno si riempiono di lacrime, questo non era previsto, non vuole fargli pena- anche se non cambierà nulla.
"Ti ricordi quel giorno al mare?" il monologo della ragazza continua, le lacrime scendono fredde dagli occhi verdi gonfi di sentimenti infranti.
"Naruto, Kiba e Rock Lee hanno passato la giornata a cercare di farmi divertire, di farmi parlare, ma io non ci riuscivo. Sono brava a fingere e a sommergere tutti di parole, di solito, ma quel giorno lì non ce la facevo, perché guardavo solo te e avevo bisogno soltanto di una tua parola. Me ne sarebbe bastata una, Sasuke, una". Sakura chiude gli occhi e si passa una mano tra i capelli, le lacrime imperversano impetuose e non accennano a diminuire.
Sasuke si volta, dagli occhiali da sole non si capisce cosa stia guardando, ma in realtà la fissa.
Se lo ricorda, quel giorno al mare, se lo ricorda molto bene.
Ogni volta che lei gli parla ripensa a quella sabbia, a quel mare, a lei, perché quel giorno non sentirla parlare mai, non saperla felice, lo ha distrutto.
Sasuke Uchiha è un ragazzo complesso che non crede di essere capace di provare sentimenti, e quello che prova per Sakura ha sempre creduto fosse solo un desiderio di saperla serena- l'ipocrisia delle definizioni.
L'Haruno si alza dalla panchina, ha fatto una figura patetica e continuare a singhiozzare accanto a un ragazzo impassibile non la aiuterebbe.
Si alza, vuole correre via, ma una mano la ferma, poggiandosi sul suo braccio.
"Avevi un costume blu" la voce di Sasuke è bella e penetrante, non era sicura di ricordarsela bene.
" Un paio di pantaloncini rossi sopra, un fermaglio tra i capelli che il vento si ostinava a scompigliare e un paio di sandali di legno scuro. Te ne stavi seduta sul tuo asciugamano in silenzio, lanciando con le mani la sabbia sui tuoi sandali".
Le lacrime di sono fermate, si è fermato tutto: Sakura resta immobile, inghiotte un boccone incredulo e si volta.
"Come...?" domanda, e anche mettere insieme una parola è complesso in quel momento.
Sasuke si toglie gli occhiali, la fissa intensamente e alza le spalle.
"Ti guardo" dice, semplicemente.
E poi, come nella migliore tradizione Uchiha, fugge via.



Fuggire gli è sempre riuscito bene, fin da bambino, ma dopo poca strada l'Uchiha è costretto a fermarsi, scosso da una serie di brividi preoccupanti, visto il caldo che ha attorno.
Si siede a terra, la sua testa gira in modo spropositato.
Non gli ci vuole molto a capire che ha la febbre, ma non riesce neanche a dirlo a voce alta.
Naruto passa di lì fischiettando, non si sa come faccia ma nei momenti di bisogno quello appare sempre.
"Sasuke!" grida, quando lo vede, e corre a soccorrerlo.
Gli poggia una mano sulla fronte e scotta così tanto che la toglie immediatamente.
"Anche gli Uchiha cedono, eh?" mormora, sorridendo lievemente, poi lo tira su e lo sorregge fino a che non giungono a casa Uzumaki.
"Casa mia era più vicina, e poi non c'è nessuno. Non è un problema".
Dopo che l'amico ha preso possesso del suo letto, Naruto controlla la sua temperatura corporea: 39,8 di febbre. 
"Se fai una cosa la devi fare sempre grande, eh?" borbotta, scuotendo la testa.
l'Uchiha è di un colore che ricorda molto i cadaveri e per lo più dorme; a un certo punto, però, apre gli occhi di scatto e dice: "Puoi chiamarmi Sakura?".




Sakura arriva di corsa, poi non se ne va più.
Resta nella stanza di Naruto per tre giorni, per tre giorni cambia le pezzuole sulla fronte dell'Uchiha, porta thè caldi e minestrine, osserva e annota quanto sale o scende la febbre.
Il quarto giorno la temperatura è ferma a 37,3: una febbre leggera, una in cui si ragiona.
Sasuke, infatti, il quarto giorno apre gli occhi e la osserva.
"Ciao..." mormora, e la febbre deve averlo distrutto se è diventato educato.
"Buongiorno!" lei gli sorride anche se si meriterebbe solo una serie di schiaffi, dato che dice le cose e poi fugge, dato che non riesce a chiedere aiuto neanche se cade a terra con quaranta di febbre.
Naruto li sente parlare e arriva di corsa, ha uno sguardo soddisfatto quando vede come si guardano, si avvicina al suo amico e, con tono normale, dichiara: "come stai, moribondo? Oggi non deliri più?".
Subito dopo averlo detto, fugge via.
Sakura si morde l'interno del labbro: non voleva parlargliene.
Sasuke la guarda in modo interrogativo, e lei è costretta a parlare.
"Ok, te lo dico. La febbre ti ha confuso, credo, e deliravi...succede, quando è molto alta e..." la ragazza fissa in alto, verso il soffitto, poi tossisce.
" Sakura, cosa ho detto?" scandisce il giovane disteso nel letto, improvvisamente preoccupato.
"Continuavi a parlare dei miei sandali tra la sabbia, e poi mi chiamavi continuamente, urlavi il mio nome mentre dormivi".
Ho mostrato una debolezza che non credevo di avere? si domanda Sasuke, e poi inclina la testa pensieroso.
"Come fai a sapere tutto ciò che ho detto?" domanda poi, come se la cosa fosse rilevante.
Sakura sorride.
"Ho dormito sulla sedia. Non mi sono mai mossa da qui, finchè stavi male".



Quando Sasuke esce dalla casa di Naruto, il biondo lo saluta affettuosamente ricevendo in cambio solo il solito freddo "grazie", ma nel suo amico c'è qualcosa di impercettibilmente diverso, qualcosa che solo lui può notare.
Sakura varca l'uscita insieme a Sasuke, Naruto le sussurra "eravate molto belli insieme, e io sono felice così" e lei pensa che è un pazzo visionario, perché tra lei e l'Uchiha purtroppo non c'è niente, però pensa anche che gli vuole bene.
Per arrivare a casa sua, Sakura deve passare da quella di Sasuke, ma nel tragitto nessuno fiata.
Ottimo, senza febbre sono tornati al gelido silenzio.
Arrivati alla residenza degli Uchiha, per la prima volta il malato appena guarito si volta a guardare l'amica e, serio come è sempre, le domanda: "puoi aspettarmi qui un attimo, per favore?".
Sakura non può fare altro che annuire, lui è l'unico al mondo che riesce a toglierle l'uso della parola.
Non sa proprio cosa aspettarsi, e dieci minuti dopo vede riapparire il ragazzo che da sempre insegue su una macchina rossa.
Sasuke abbassa il finestrino, allo sguardo interrogativo di lei risponde con un calmissimo e forse fuori luogo "Sali".
Sakura, sbigottita, sale.
"Posso sapere dove stiamo andando?" borbotta, indispettita, dopo essersi allacciata la cintura.
Sasuke sorride- sorride!- e la guarda in un modo che le fa letteralmente venire i brividi.
"Al mare".
 
Ascoltandoti, riesco a immaginare sabbia e sandali, dentro, in ogni frase...

/////
Consueti deliri (in assenza di febbre):

Ovviamente, Sabbia e Sandali.

Buongiorno, gente, e buon fine settimana.
La SasuSaku è una coppia che non mi è mai piaciuta, non lo nascondo, ma il mio distacco dal mondo di Naruto mi ha anche un po' allontanata dagli odi e le diatribe, e mi sono ritrovata neanche so perché a scrivere un po' di SasuSaku.
Mi dispiace per chi le detesta, sarete più contenti quando pubblicherò il prossimo capitolo, ve lo prometto.
Vi ringrazio per le due recensioni, i due che preferiscono e l'uno che segue, vi sembrerà poco ma per me è tantissimo, soprattutto perché si tratta di un ritorno dopo tempo, di storie che ho scritto col cuore, e di una cosa che non sto pubblicizzando minimamente.
Sappiate che, davvero, apprezzo tutto: non mi è sfuggito neanche il numero di lettori, e vi voglio bene realmente.
Adesso basta, smetto di dire cose sdolcinate, che nella vita non ne dico mai.
Ccciao, alla prossima.
(4/7 giorni, as usual).

Frà.

  
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