Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: kamony    21/02/2015    8 recensioni
Com’era il giovane ed acerbo Harlock prima di diventare il cupo e ramingo pirata, silenzioso e devastato dal rimorso, che solca lo spazio a bordo dell’Arcadia?
Questa è la storia dei suoi albori, di come sia diventato il Capitano di una delle 4 navi Death Shadows con motori a dark matter. Di come si sia guadagnato questo ruolo, della sua bella amicizia con Tochiro Oyama, come ha conosciuto e conquistato il suo primo grande amore... e molto altro ancora!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio, Tochiro
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ACROSS THE UNIVERSE'
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-17-

Piccole e Grandi Confidenze

 

Devasto quel giorno aveva rimesso già tre volte. Quei test di resistenza a gravità artificiale, che riproducevano anche certe reazioni della dark matter, lo avevano fatto diventare verde come le nibelunghe e vomitare anche l’anima. Il Freddo invece aveva sofferto di vertigini e ogni tanto aveva sbandato perdendo l’equilibrio. Vipera invece sembrava essere a posto, oppure mascherava bene qualsiasi malanno avesse.
Joe era davvero uno straccio e Tochiro lo guardava molto preoccupato. Troppo preoccupato notò Harlock, che invece aveva avuto qualche problema gastrointestinale, per via del vaccino a rilascio graduale che era vera e propria una bomba chimica, anche se ora stava molto meglio e sembrava averlo anche preservato da altre fastidiose indisposizioni.
“Non ti preoccupare” disse all’amico “È normale che possa dare così noia, poi gli passerà” continuò per rassicurarlo. Si stavano incamminando alla mensa e ovviamente Devasto si sentiva morire al solo pensiero del cibo.
Oyama si girò verso Harlock e lo guardò in un modo molto strano. Erano rimasti leggermente indietro rispetto agli altri. “Stavo pensando ad Esmeralda…” gli disse quasi in catalessi. Era stato l’unico tra tutti a non avere avuto noie di nessun genere, come del resto gli altri ufficiali ingegneri che avrebbero poi affiancato i comandanti in ogni nave, questo perché loro erano già stati da tempo a contatto con la dark matter e quindi in un certo senso si erano come immunizzati.
“Esmeralda?” gli chiese il Falco alzando un sopracciglio perplesso.
Aveva conosciuto ufficialmente la rossa compagna dell’amico qualche giorno prima, con cui tra l’altro, aveva fatto anche una lunga ed interessante chiacchierata. Solo che non capiva l’associazione di idee tra lei ed il voltastomaco di Devasto. Gli sfuggiva proprio il nesso.
Tochiro si pulì gli occhiali e poi lo guardò serio “Mi domando se tra qualche settimana farà la fine di Joe!” gli rispose lasciando intatta la sua perplessità.
“Perché? Non capisco che intendi dire…”.
Oyama fece un sospirone “È incinta!” disse soffiando fuori quella novità come se fosse una robetta da nulla. Harlock inciampò, perché per la sorpresa non pose attenzione ad uno scalino e perse l’equilibrio rischiando di finire a terra, ma si riprese giusto in tempo.
“EH?” fece strabuzzando gli occhi.
“Più o meno hai avuto la mia stessa reazione sai?” notò Tochiro divertito.
“Ma come è potuto accadere?”.
“Non con la forza del pensiero te l’assicuro”.
Intanto il Falco lo guardava basito.
“Non ti preoccupare, sono felice, un po’ stordito, ma veramente felice” ribadì Oyama tutto sommato abbastanza tranquillo. “A proposito ti ricordi che devi venire da noi vero?”.
“Sì, certo…” rispose Harlock frastornato “Ma…”.
“No, davvero va tutto bene! E tu sarai il suo padrino sappilo!”.
“Beh… ecco io… ne sarò onorato…” rispose sempre più stranito. Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito. Tochiro padre? Così in fretta poi…
“Ma non è che mi stai prendendo in giro?”.
“Ti pare che sia un argomento con cui scherzare?”.
“È che non me l’aspettavo!”.
“Figurati io!” disse Tochiro.
“Beh però non credo che vi guardiate negli occhi quando siete assieme… visti i risultati!”.
“Ora non essere impertinente Harlock!” lo brontolò Oyama “Siamo sempre stati attenti e molto responsabili. Non è che tra tutti e due abbiamo vite così semplici e lineari. È stato un imprevisto è chiaro, ma alla fine non mi dispiace affatto” gli spiegò serio.
“Ma ora che farai amico mio?”.
“Niente, a fine missione la sposo!” gli comunicò a sorpresa tutto soddisfatto.
“Ma ti pare il ca…”.
Oyama lo interruppe “La gravidanza non centra, glielo avrei chiesto comunque. L’hai vista no? Bellissima, intelligente, determinata e mi ama. Sarei un pazzo se me la lasciassi scappare! Tanto prima o poi avrei voluto comunque avere una famiglia, si sono solo anticipati i tempi, va bene così, significa che è l’ora e credimi, dopo il primo momento di sorpresa, mi sento l’uomo più felice dell’universo!”.
Harlock sorrise e annuì. “Hai ragione, meglio non perdere tempo quando si trova la donna giusta” anche se a dire il vero, pensare che l’amico si sarebbe sposato e avrebbe avuto un figlio, gli faceva davvero uno strano effetto. Ci si doveva abituare, però era chiaro che Tochiro fosse genuinamente felice e di rimando non poteva che esserlo per lui.
“Ecco appunto. Non bisogna perdere tempo, mi fa piacere che tu l’abbia finalmente capito!” gli fece eco l’amico, ma Harlock, che aveva mangiato la foglia, fece finta di nulla e l’altro decise di non calcare troppo la mano. Ognuno aveva i suoi tempi in certe cose, ed era perfettamente inutile forzarli. Soprattutto con uno come il Falco che aveva una gran testa dura.

*

 

La casa del nonno acquisito di Esmeralda non era molto lontana da quella di Ishida. Anch’essa era immersa nella pineta che si stendeva fino al mare, così come di regola lo erano le case di quasi tutti i più alti graduati di istanza a Gladio, ad Oceania Tredici. Era dotata di un ampio giardino in cui c’era un enorme tavolo in legno grezzo, su cui volendo si poteva apparecchiare, per mangiare anche all’aperto.

Maya arrivò dall’amica in prima mattinata ed Esmeralda l’accolse con un grande sorriso. Chiacchierano un po’ e poi la rossa le confidò che non erano sole. Detto ciò, richiamato dalla compagna, da dentro casa sbucò Tochiro. Glielo presentò e infine le disse che ci sarebbe stato anche un altro ospite. Non le disse chi, ma lei lo scoprì da sola, praticamente subito. Dalla porta della veranda improvvisamente vide far capolino Harlock. Notò che aveva i capelli scarmigliati. Un ciuffo ribelle celava parzialmente il suo occhio sinistro, che però faceva dispettosamente capolino tra le ciocche scomposte. La fissava in modo enigmatico come era solito fare. Era appoggiato allo stipite della porta con le mani in tasca e l’aria vagamente pensosa, fissa su di lei.

Il suo cuore per un secondo si fermò, poi prese a scalpitare. Non se l’aspettava e colta alla sprovvista, il turbamento ebbe come sempre la meglio su qualsiasi altro sentimento. Il suo primo impulso sarebbe stato quello di sorridergli e corrergli incontro, ma rimase ferma e corrugò la fronte. Era ancora indispettita per il fatto che non si fosse fatto sentire per giorni, quindi lo guardò severa. Voleva che il suo disappunto gli fosse chiaro. Stava per lasciare la base, anche se al momento per poco tempo, ma non si era neppure scomodato a farle una telefonata, o una visita. Era decisamente contrariata.
“Credo che vuoi due vi conosciate bene vero?” disse Esmeralda alle sue spalle, distraendola dai suoi pensieri “In realtà ti ho invitata qui perché potessi incontrarti con lui. Io e Tochiro ce ne andiamo via e vi lasciamo soli, così potrete parlare in tutta tranquillità. Torneremo all’ora di pranzo, per mangiare tutti assieme. Voi fate pure come foste a casa vostra” le comunicò a sorpresa e così dicendo, lei e Oyama si congedarono, lasciando la ragazza piuttosto interdetta, perché non se l’aspettava proprio una simile svolta degli eventi. In realtà aveva pensato che l’amica l’avesse chiamata per poter parlare con lei delle strategie della Gea Free, o di un nuovo incarico. Non aveva la minima idea che conoscesse Harlock, né tanto meno si aspettava di trovarlo lì. Quindi rimase talmente attonita, che sul momento tacque perché a corto di argomenti.
Esmeralda e Tochiro intanto presero al volo l’occasione per andarsene altrove e passare del tempo completamente soli, per discutere delle novità che li riguardavano molto da vicino, di cui però la rossa non aveva ancora parlato a Maya.

Il Falco intanto era rimasto fermo, sempre appoggiato con una spalla allo stipite della porta e aveva leggermente reclinato in avanti la testa, i capelli gli celavano quasi completamente quel suo sguardo penetrante, che però lei avvertiva su di sé.  
Se ne stava immobile senza dire una parola. Fissandola.
Neppure Maya si mosse e mise le mani sui fianchi fissandolo di rimando, cercando di scorgere i suoi occhi in mezzo a quelle ciocche arruffate.
Rimasero così, per un lungo interminabile momento.
“Se vuoi fare il gioco del silenzio sappi che non mi piace!” gli disse infine spazientita. Le sembrava assurdo perdere così il poco tempo che avevano a disposizione senza dire una sola parola. Per come erano rimasti l’ultima volta che si erano visti, avrebbero dovuto invece comunicarsi che cosa avessero deciso di fare, ovvero, se dare il via ad una relazione, o lasciarsi perdere a vicenda. Invece si stavano abbandonando ad inutili mutismi.

Harlock a quelle parole abbozzò quel suo tipico mezzo sorrisetto impertinente. Gli piaceva da  morire quando era contrariata. I suoi occhi da azzurri e cristallini diventavano più cupi, di un blu intenso, le guance le si imporporavano e le labbra le s’imbronciavano appena, diventando ancora più desiderabili.

“Non ho potuto contattarti perché eri in punizione e poi ho voluto prendere del tempo” le disse finalmente, continuando a fissarla “Stiamo ultimando i test e le visite mediche per la partenza per su Woomera, dove faremo i test finali. Avevo bisogno di essere concentrato su ciò che stavo facendo, non posso permettermi nessuna distrazione o divagazione, non in questo momento. Tra noi le cose sono ancora indefinite, per questo ti ho tenuta a distanza, perché voglio il comando di quell’ammiraglia almeno tanto quanto voglio te” le disse in maniera diretta che la disarmò completamente.
Sentirgli dire in modo così chiaro e cristallino che la voleva, la sconvolse, ma il suo amor proprio che era anche un tratto distintivo della sua personalità, la frenò dal buttarsi tra le sue braccia, come l’istinto le avrebbe suggerito di fare. Perché lui diceva così, ma poi si comportava in modo criptico, e lei in realtà non aveva ben capito dove volesse realmente andare a parare.
“Ne converrai con me che non farsi sentire per un’intera settimana è un modo un po’ strano di volere qualcuno!” polemizzò Maya contrariata. Per lei le cose erano piuttosto semplici, la voleva? Bastava fosse andato da lei invece di sparire!
“Come ti ho spiegato non posso farmi distrarre da te. Se dobbiamo stare insieme e formare una coppia tu per me dovrai essere motivo di stabilità, tranquillità e non di agitazione e preoccupazione. Così come lo dovrò essere io per te, naturalmente” cominciò a spiegarle calmo. “Non ho mai avuto un rapporto fisso e lungo con una ragazza, sarebbe la mia prima volta e sono pronto, ma tu devi venirmi incontro Maya. Devi smettere di metterti nei guai e devi smettere di partecipare attivamente alle azioni sul campo della Gea Free. E non solo per far piacere a me, ma anche per preservarti da gravi pericoli che stai sempre più rischiando”.
La ragazza spalancò la bocca indignata stava per parlare, ma lui la prevenne.

“Ho parlato con Esmeralda. Ci siamo conosciuti qualche giorno fa tramite il mio carissimo amico Tochiro, che come hai visto è il suo compagno. È una donna molto intelligente e sono sollevato di sapere che la pensa come me. Su questo punto siamo d’accordo, anche lei ha a cuore te e la tua sicurezza. Entrambi riteniamo giusto che tu debba finire gli studi, dopo di che potrai mettere le tue competenze a servizio della Gea Free. Mi ha spiegato che hanno intenzione di aprire un canale pirata di informazione libera. La voce della libertà, lo chiameranno, ed Esmeralda mi ha confidato che vorrebbe che fossi tu la loro voce della libertà, ma solo dopo che avrai conseguito la tua laurea in giornalismo”.

“Quindi avete già deciso del mio futuro senza neppure consultarmi!” sbottò Maya furente “Avete tramato alle mie spalle ed Esmeralda si è confidata con te? Tu che in pratica saresti dalla parte del nemico? È incredibile, mi sento tradita!” affermò davvero molto arrabbiata.

Harlock si mosse lentamente dallo stipite della porta e tirata fuori una mano di tasca si riavviò i capelli. Maya notò che era stanco aveva delle occhiaie profonde, ma il suo sguardo era comunque limpido e magnetico. Le si accostò fino ad esserle abbastanza vicino, per poterle prendere una ciocca dei suoi capelli tra le dita, e cominciò a giocherellarci, come spesso amava fare.   
“Non essere melodrammatica. Ti vogliamo tutti bene e nessuno ha tramato alle tue spalle, anzi direi che Esmeralda si sta comportando come una sorella maggiore che ha molto a cuore le tue sorti”.
Quel suo modo così particolare di comportarsi, parlando come se effettivamente stessero già insieme in modo consolidato, giocherellando con i suoi capelli, coccolandola, ma senza essere troppo esplicito, come se volesse farle capire quanto tenesse a lei, rispettando però i suoi spazi, la turbarono molto destabilizzandola.

“Avreste dovuto parlarne prima con me piuttosto che decidere senza consultarmi…”

“Nessuno ha deciso per te, ed io non voglio obbligarti a fare niente, neppure Esmeralda. Vedi in realtà ti stiamo solo prospettando un compito importante e di prestigio, che potresti accettare per servire la causa secondo le tue competenze. È anche l’ora che tu prenda seriamente coscienza del fatto che essere in prima linea non significa solo agire solo sul campo, o giocare a fare la spia, da sola, correndo gravi ed inutili rischi. Essere la voce della libertà sarebbe una cosa assai utile ed importante, che ti coinvolgerebbe moltissimo in seno all’organizzazione, ma che al contempo preserverebbe la tua identità e la tua incolumità. Potresti davvero aiutare tante persone, senza rischiare la vita. Sei piena di passione e risorse, perché non mettere queste tue doti a frutto incanalandole in una cosa più consona a te?” le chiese mentre arricciava la sua ciocca intorno al dito indice, fissandola negli occhi.
Quel suo trastullarsi con i suoi capelli la distraeva un po’ perché le dava lievi brividi e la rilassava. Non si poteva dire che non la sapesse prendere… lo guardò mentre continuava a tormentarle quel ciuffo di capelli “E sei ti dicessi di no?” lo sfidò poco convinta.
“Rispetterei la tua volontà. Non potrei fare altrimenti” le rispose serio “Ti lascerei libera di seguire una strada in cui io però non potrei accompagnarti” aggiunse “Non posso vivere con l’assillo che possa accaderti qualcosa, finirei per fare delle sciocchezze per tutelarti e comprometterei tutto ciò per cui mi sono impegnato e per cui ho tanto faticato. Anche io ho la mia missione. Devo diventare il Capitano dell’ammiraglia Arcadia. Questa è la mia strada e un domani, chissà, potrebbe essere utile anche alla tua di causa, almeno così la pensano Tochiro ed Esmeralda”.

Maya che lo ascoltava, capì che lui stava cedendo. Non era ancora pronto per schierarsi apertamente dalla loro parte, ma era sulla buona strada e all’improvviso disse “Se io accetto questa tua proposta, tu, in cambio, a che cosa sei disposto a rinunciare per me?” lo provocò.

“A tutto quello che desideri” le disse serio fissandola e lasciando di colpo la ciocca che gli scivolò dalle dita e ricadendo leggera sulla spalla della ragazza.
Maya gli sorrise “Sei stato avventato. E se ora io ti chiedessi di rinunciare alla tua carriera militare?” gli disse per provocarlo.
Questa volta Harlock le sorrise apertamente “Non lo faresti mai” le rispose tranquillo, sempre padrone e pieno di quella sicurezza che a volte avevano il potere di irritarla.
Lei alzò un sopracciglio “A volte sei fin troppo sicuro di te, sappilo!”.
“No” le rispose sfiorandole una guancia con le dita “Sono sicuro di te” le disse a sorpresa.
Maya rimase turbata e istintivamente coprì la sua mano con la propria “Che intendi dire?” gli chiese confusa. Era proprio necessario che le toccasse i capelli o le guance mentre parlavano?
Questo modo di fare la confondeva perché subito le veniva una gran voglia di bacialo anche se non era proprio il caso.
“Sono certo che non mi chiederesti mai qualcosa per ripicca, né qualcosa che sai che mi renderebbe infelice, o peggio frustrato. Non mi hai neppure mai chiesto apertamente di unirmi alla tua causa. Credi che non l’abbia notato? Sei una ragazza limpida che persegue ideali nobili a costo della sua incolumità. Non potresti mai fare qualcosa di meschino o di calcolato, non a me, come io non lo farei a te. Per questo hai la mia massima fiducia, al punto di dirti che puoi chiedermi qualsiasi cosa, e io la farò”.

Con quella ultima farse l’aveva completamente stesa. Non aveva mai avuto dubbi sul volerlo, ma se mai li avesse avuti, lui li aveva appena fugati.
C’era però una cosa che doveva assolutamente chiedergli.
“Non voglio nulla di eccezionale, se non di dimostrarmi quello che hai appena detto: avere fiducia in me. Devo fare una cosa. Ho preso un impegno e sappi che non mi tirerò indietro. È una cosa che non approveresti e che non posso dirti…”.

Lui la fissava cupo, non senza preoccupazione, era conscio che non fosse il tipo di ragazza che le avrebbe detto con facilità di sì, rinunciando di colpo a tutto solo per amor suo. E forse non lo avrebbe neppure voluto né preteso.
Maya sospirò “Appena avrò fatto questa cosa, ti prometto che prenderò in seria considerazione la proposta tua e di Esmeralda. Lo farò soprattutto per noi due, ma anche per mio padre. Non voglio dargli problemi, o causargli sofferenza e poi…” s’interruppe di nuovo e prese a giocherellare nervosamente con un lembo della sua camicetta “…non voglio perderti” disse infine guardandolo negli occhi.
Il Falco sorrise “Non puoi perdere ciò che già ti appartiene” le disse con quella voce calda e vellutata che le fece appena piegare le ginocchia, soprattutto per il significato di ciò che le aveva appena detto.

Lo guardò dritto negli occhi “Significa che accetti?”.
“Ho forse qualche altra alternativa? Mi fido di te. Devo accettare. Non potremmo mai essere una coppia se non ci fi diamo l’uno dell’altra”.
Non che fosse felice di questa ultima cosa segreta che doveva fare, ma sperava che Esmeralda l’avrebbe protetta e che non fosse nulla di particolarmente pericoloso. Per convincerla a cambiare strada, sapeva che doveva assecondarla.
Maya gli sorrise grata e poi istintivamente fece una cosa che desiderava fare da tanto tempo ma che non aveva mai avuto il coraggio di fare prima. Con la punta delle dita gli sfiorò la cicatrice sul viso in tutta la sua lunghezza, percependo al tatto quanto fosse profonda e marcata.

Lui rimase qualche secondo in apnea sorpreso da quel gesto inaspettato.
“Stavo riflettendo sul fatto che non conosco quasi niente di te Harlock” fece seria “Chi sei?” gli chiese retoricamente. “Per esempio, questa, come te la sei fatta?”.
Lui sorrise si chinò e riempì la sua bocca con un lungo bacio, languido e sensuale. Di quelli che sembrano non finire mai, che ti consumano l’anima.
“Ero in crisi d’astinenza” le confessò non appena la privatala di quel contatto così semplice, ma così profondamente intimo come solo un bacio d’amore sa essere.

Lei sorrise compiaciuta “Ad essere sincera… un po’ anche io” ammise.

“Hai la bocca così morbida e vellutata che è un peccato non baciarla” rincarò lui fissandole le labbra incantato.
“Anche la tua non è malaccio!” lo canzonò lei un po’ intimidita di questo loro nuovo ed improvviso modo di approcciarsi. Come se si fossero tolti una sorta di maschera che impediva loro di essere naturali. Come se avendo messo in chiaro le cose ora si sentissero veramente liberi e a proprio agio. Slegati da un certo freno che prima pareva essere sempre tirato.
La prese per mano e la portò a sedere al grande tavolo di legno. Il sole era alto ma erano riparati dalle fronde di un albero massiccio, che chissà da quanto tempo era stato piantato in quel giardino. I raggi caldi filtravano attraverso i rami e le foglie, creando su di loro giochi di luce che li illuminavano a sprazzi. L’aria era tipicamente estiva, ma non troppo calda. La brezza che si levava dal mare arrivava fin lì e mitigava molto la calura tipica di quel periodo. Harlock si fermò a pensare che aveva ragione, avrebbero dovuto conoscersi meglio. Non parlavano quasi mai di loro stessi.
“Allora me lo dici come te la sei fatta, o è un segreto?” lo stuzzicò richiamando la sua attenzione.
“Il fatto è che ci sono due versioni. Una ufficiale e una ufficiosa” le rispose con fare misterioso.
Maya poggiò il mento sui palmi delle mani e lo scrutò seria “Sono curiosa, racconta”.
“Eravamo in battaglia” cominciò accigliato e molto serio “Durante la guerra di Came Home hai presente no?”.

“Oh sì certo!”.
“Bene, ad un tratto la navicella di un mio compagno fu pesantemente attaccata da uno sciame di navette nemiche e io ovviamente gli andai in soccorso. Ce la vedemmo brutta, ma non finì lì, perché nel frattempo arrivò anche un cargo proveniente da un pianeta miniera, carico di profughi malati, che suo malgrado fu coinvolto nell’incrocio di fuochi e andò in avaria. Dovevamo salvarli…”.

Lei lo ascoltava rapita e anche agitata. Era così bravo a raccontare che le sembrava di essere lì e di provare le emozioni del momento.
“Insomma, arpionai il cargo, ma non fu una gran mossa, la mia navetta non resse l’impatto e andò anch’essa in avaria perdendo quota”.
“Oddio!” fece lei portandosi le mani alla bocca notando che era molto compito e serio ma che aveva una stana luce negli occhi, che lei però non seppe decifrare.
“Allora in qualche modo mi precipitai dentro la nave stipata di malati, e con l’ausilio del mio commilitone cercai di portare in salvo tutti. Ovviamente i nemici non ci dettero tregua e ci assaltarono irrompendo dentro il cargo, così dovetti ingaggiare un furibondo corpo a corpo, io da solo contro circa trenta di loro”.

“Ohhhh!” fece la ragazza esterrefatta. Ma non erano un po’ troppi? Pensò. Però se lo tenne per sé.

“Quindi li sopraffeci tutti, ma l’ultimo riuscì a spararmi un fascio laser che mi deturpò per sempre il volto!” concluse solenne.
“Mamma mia che storia!” gli disse un po’ ammirata e un po’ incredula, qualcosa non le tornava.
“Questa è la storia ufficiale. Quella che racconto sempre. Soprattutto alle ragazze, per fare colpo” la punzecchiò divertito dato che lei si oscurò subito. Poi la guardò con aria furbetta e aggiunse “Se vuoi, a te, e solo a te dirò la verità”.
Lei annuì curiosa. Infatti non tornandole molto quel racconto eccessivamente glorioso ed enfatico era molto ansiosa di sapere come fossero realmente andate le cose. Era chiaro che si era divertito a burlarsi un po’ di lei.
“In realtà questa cicatrice è frutto di una stupida scommessa. Tra me e mia sorella
Editha. Una gara a cavallo a chi faceva prima il giro della nostra tenuta di Heiligenstadt*1. Chi avesse perso avrebbe dovuto pagare pegno. Io per vincere feci una scorciatoia, dovevo saltare un fosso troppo largo, il cavallo s’impuntò e io volai letteralmente contro una staccionata piena di filo spinato, che mi scarnificò la guancia fino quasi all’occhio. Mio padre era via in missione e fräulein Gherda, la nostra tata, non sapendo che fare chiamò l’ospedale per farmi venire a prendere. Purtroppo eravamo troppo lontani dalla città e dato che pensavano che mi fossi portato via l’occhio di netto, perché ero una maschera di sangue, venne immediatamente il medico condotto. Una volta constatato che l’occhio era integro e non c’erano altri gravi danni, mi medicò e mi ricucì. Non essendo un chirurgo lo fece in modo molto sommario, lasciandomi in dono questo bel ricamino” sorrise amaro. Come se quel ricordo gli procurasse dispiacere. Lei lo imputò alla deturpazione del volto che aveva subito. Cercò di distrarlo.

“Così hai una sorella?” gli chiese curiosa.
” disse lui abbassando lo sguardo “Purtroppo sono anni che non la vedo. Dopo la morte di mio padre se ne è andata e la sento pochissimo. È come se avesse voluto prendere le distanze da me e non ho mai capito il perché… ho avuto una famiglia un po’ particolare si risolse a dirle senza specificare altro.
“Mi dispiace…” gli disse Maya davvero contrita. Le rincresceva averlo intristito.
“Non fa niente” disse lui abbozzando un mezzo sorriso.
La ragazza capì chiaramente che non voleva sviscerare quell’argomento.
“Questa cicatrice è in un certo qual modo il ricordo di lei, ma anche della mia infanzia, che porterò inciso per sempre sulla pelle”.
Maya sorrise e non aggiunse altro, anzi pensò a come fare per sviarlo da quei pensieri che sembravano essere penosi per lui, che lei, involontariamente aveva rievocato. Quindi cercò di riportarlo all’origine del loro discorso.
Allora se ho capito bene tutta la manfrina dell’attacco è una baggianata che ti sei inventato per farti bello con le ragazze?” gli disse guardandolo fintamente di traverso. Sperando di distrarlo e di scacciare dal suo volto quell’ombra di tristezza che lo rabbuiava un po’.
“Più o meno” le rispose lui grato del fatto che lo stesse portando fuori da quei ricordi che non aveva voglia di rivangare, non quel giorno almeno.

Sei veramente pessimo!” gli disse fintamente indignata alzandosi per fare il giro della tavola andando verso di lui. Di colpo le era venuta un’idea malsana che forse poteva davvero distoglierlo da quei brutti ricordi.

Il Falco però intuì subito le sue intenzioni, e non appena la vide afferrare la bottiglietta dell’acqua che era sul tavolo, capì che voleva “punirlo” facendogli una specie di doccia, e a sua volta scattò in piedi per scappare. Maya nondimeno fu molto veloce e in qualche modo arrivò lo stesso a schizzargli un bel po’ d’acqua, che gli bagnò viso e capelli.

“Questo è ciò che capita ai bugiardi vanagloriosi! E sei fortunato che non è vernice! gli disse finalmente minacciosa prendendolo in giro.
Voleva solo distrarlo dai suoi pensieri, non voleva che fosse triste, non proprio la prima volta che si stava aprendo con lei. Aveva capito che possedeva un‘interiorità profonda, un animo sensibile, che però celava segretamente ed abilmente. Era chiaro che non fosse facile farlo aprire, e di certo non era un ragazzo così leggero come sembrava essere a volte. Si mascherava dietro una facciata a volte ironica e a volte imbronciata ed impenetrabile, per non dare a tutti la chiave d’accesso al suo
giardino segreto*2 che custodiva gelosamente, e che probabilmente veniva aperto a pochi intimi eletti.

Lui intanto l’aveva raggiunta. L’afferrò e la sollevò prendendola tra le braccia. Quindi cominciò a girare vorticosamente.
Maya gridò divertita, anche perché fu colta di sorpresa. Intanto il Falco girava forte su se stesso e lei gli cinse il collo con le braccia, affondando il viso tra il suo collo e la spalla, intervallando grida e risolini.
“Smetti matto, cadremo a terra!” gli disse ad un certo punto meravigliata dalla sua resistenza nel girare così vorticosamente senza mai perdere l’equilibrio, ma d'altronde tutti quegli esercizi e quei test che faceva, a qualcosa dovevano pur servire! Per questo possedeva movimento e stabilità davvero invidiabili.
Lui non le rispose. Sembravano due ragazzini che giocavano divertendosi da morire, con un trastullo vecchio quanto il mondo: la giravolta!
Harlock era davvero felice e forse così sereno e spensierato come lo era in quel momento della sua vita, non lo sarebbe mai più
stato. Questo però lui non poteva neppure immaginarlo.  

Alla fine si fermò di colpo, sbandando appena di lato e lei tirò su la testa. Intorno le girava tutto vorticosamente.

“Come fai a non perdere l’equilibrio?” le domandò stupita anche del fatto che la tenesse tra le braccia senza alcuna fatica. Lui non le rispose e la baciò di nuovo. Aveva i capelli umidi e le sue labbra erano incredibilmente morbide e carnose per essere quelle di un uomo, il suo sapore era buono e fresco. E poi era così bravo a baciare, non che lei avesse baciato chissà quanti ragazzi, ma lui la mandava in estasi e le risvegliava qualcosa dentro. A partire da quel formicolio che le si manifestava nella pancia, ai brividi che la scuotevano piacevolmente, e poi c’era quel fuoco che si accendeva piano, per poi divampare impetuoso. Un fuoco che le faceva desiderare baci più ardenti e bramare il contatto fisico con lui, in maniera a volte quasi dolorosa. Così urgente da farla smaniare. Presa da quel turbine di sensazioni gli affondò le dita tra i capelli, la loro consistenza era morbida e setosa, Maya rispose al bacio con slancio, schiudendo le labbra per accoglierlo prima dolcemente e poi sempre più appassionatamente, in una specie di zuffa guizzante tra lingue, che lo infiammò.
Fino a quando qualcuno tossì schiarendosi forte la voce ripetutamente. Erano così presi che non si erano resi conto che qualcuno li stava guardando. Immediatamente interruppero quel bacio così appassionato.
Harlock si girò di scatto su se stesso e sorprese Tochiro ed Esmeralda che li stavano osservando. Le loro espressioni erano un misto tra il divertito ed il compiaciuto. Subito mise a terra Maya e si riavviò i capelli. Era un tipo molto riservato e si raggelò immediatamente, incupendosi appena. Maya invece era paonazza, sia per l’effetto di sempre che lui gli faceva baciandola, ma anche per essere stata colta in flagrante da quei due. Sorrise imbarazzata evitando i loro occhi, nascondendosi timidamente quasi dietro ad Harlock. Anche lei era molto riservata riguardo al sua intimità, sebbene alla fine, si trattava solo di un bacio e niente più.
Bene!” disse Esmeralda rompendo il ghiaccio “Mi sembra molto chiaro che siete venuti a patti e che vi siate chiariti. Questo non può che farmi piacere, ma ora dobbiamo magiare. Voi ragazzi vi occuperete dell’apparecchiatura e io e Maya scalderemo le vivande che aveva già preparato enunciò soddisfatta e tutti annuirono.

 

Più tardi a tavola l’atmosfera era molto rilassata. L’imbarazzo di poco prima era svanito e i quattro pasteggiavano chiacchierando piacevolmente. Durante il pranzo, ma anche dopo, furono accuratamente evitati argomenti caldi, tipo la Gea Free e la missione Death Shadows. Per una volta si concessero il lusso di comportarsi come due coppie di amici che semplicemente passano piacevolmente una domenica assieme, gustando del buon cibo, bevendo buon vino e parlando di cose futili ma piacevoli; rilassandosi tranquilli in compagnia. Senza pensieri.

Nel tardo pomeriggio quando per i due ragazzi fu l’ora di congedarsi dalle ragazze, Harlock salutò Maya in modo molto affettuoso ed intimo, dandole un fugace, ma tenero bacio a fior di labbra, dichiarando così pubblicamente che finalmente erano una coppia a tutti gli effetti. La ragazza fu molto contenta di questo gesto così semplice, ma coì importante. Molto contento fu anche Tochiro che vedeva davvero di buon occhio questa unione ed anche Esmeralda era soddisfatta, perché li vedeva molto bene assieme. Era certa che fossero giusti l’uno per l’altra, glielo diceva l’istinto. Poi, quando i due ragazzi se ne furono andati, la rossa finalmente mise l’amica al corrente della grande novità che la riguardava. Maya rimase strabiliata perché non se l’aspettava, ma fu felicissima per lei che sembrava davvero al settimo cielo. All’inizio della giornata aveva avuto una mezza intenzione di parlare con Esmeralda della missione che avrebbe fatto al posto di Bakin, ma a quel punto desisté perché visto il suo stato, non voleva agitarla inutilmente. Tanto era certa che se la sarebbe cavata senza troppi problemi e poi contava molto sul supporto di Joshua, che sapeva essere coinvolto e molto amico di Bakin.
Questo pensava lei, perché ovviamente non conosceva la verità, ma il destino così aveva deciso e così sarebbero andate le cose.

 

 

 

1HEILIGENSTADT: Omaggio citazionistico a -L’Arcadia della mia Giovinezza- dove castello del clan degli Harlock si chiama appunto Heiligenstadt, ed è situato, mi pare in Baviera,(tra l’altro sembra che assomigli anche ad un castello realmente esistente) è anche il luogo dove Harlock e Maya de L’Arcadia della mia Giovinezza si frequentavano da giovani prima della venuta degli Illuminidas.
2 IL GIARDINO SEGRETO: È un chiaro riferimento al capitolo 27 di Wonderwall -Piccoli passi nel Giardino Segreto- perché è così che io immagino il mio Harlock: un uomo con un animo profondo ed immenso, come gli abissi del mare, in cui si celano moltissime cose che lui non esterna, o non riesce ad esternare che sono poi, per me, uno dei motivi che lo rendono così maledettamente intrigante e fascinoso! :D

 

 

 

 

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Oggi vi beccate un bel GRAZIE In Rima!!!
Grazie di cuore ad ogni lettore!
A quello silente, ma sempre presente.
A quello che recensisce che sempre mi stupisce!

Grazie per aver lasciato il tuo parere perché mi fa immenso piacere.
A quello frettoloso che ha da fare, ma che comunque mi passa a trovare!
A quello indifferente ma che in qualche modo mi si palesa ugualmente!
A tutti voi con grande sollecitudine manifesto sincera e affettuosa la mia gratitudine.
Benvenuti nel mio regno, dove si cazzeggia senza ritegno!
Benvenuti a giocare ed insieme a me a sognare, che male di certo non ci può fare! xD

Dedicata con affetto a CHIUNQUE entri e legga!
D.T.

RINGRAZIAMENTI Mi sono dimenticata (anche questa volta e sono una gran somara!) di farvi i ringraziamenti da parte della mia amica Elisa per i bellissimi apprezzamenti che quasi tutte voi avete tributato al suo disegno!
Scusatemi invecchio proprio male! xD

Comunicazione di servizio probabilmente aggiornerò un’altra volta ogni quindici giorni. Scuaste ma il tempo non è tiranno ma tirannissimo :(

GRAZIE Capitano  ♥♥♥


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Per oggi è tutto.
Buona notte, o Buon giorno a voi!
Passo e chiudo.
Che la pace sia sempre con voi! Alla prossima volta! =D

  
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