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Autore: Rubus idaeus    21/02/2015    4 recensioni
L'insegna recitava a caratteri eleganti e dorati:
"Gregor R. Agravaine, Mago."
E subito sotto, legato ad una catenella, un cartello di legno grezzo con delle scritte in vernice rossa brillante:
"Si prega di non disturbare
fin quando sarà presente questo
annuncio."
E sotto ancora, come se il mago si fosse reso conto di poter apparire scortese, un altro cartello più piccolo:
"Grazie della pazienza."
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I maghi erano una cerchia decisamente ristretta della società. Certo, di ciarlatani ce n'erano a bizzeffe, ma i veri stregoni si potevano contare sulle dita di una mano. Essi non si consideravano "nobiltà", ma certamente disdegnavano nella maniera più assoluta essere accomunati alla massa. Probabilmente nemmeno si consideravano come parte di una categoria in particolare. Erano troppo impegnati a considerare unicamente la propria individualità per accorgersi di non essere gli unici con poteri magici. Vivevano di loro stessi e basta.
Inoltre tra loro non si facevano assolutamente concorrenza. In realtà, non ne avevano affatto bisogno. Ognuno sapeva di essere unico nel proprio genere e questo bastava perché non si curassero l'un dell'altro. Spesso, poi, andavano a vivere appositamente in città molto distanti tra loro, il ché consentiva ad ognuno di esercitare la propria "professione" senza mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda per un raggio di molte miglia. In vero, erano persone pacifiche o, piuttosto, neutrali. Non era mai scoppiata una guerra a causa di un mago, anzi, molto spesso erano stati loro a porvi indirettamente fine. Questo perché possedevano un senso di distacco e indifferenza notevole, che gli consentiva di non parteggiare per nessuno all'infuori del proprio ego. Pensavano solo ai propri interessi, esclusivamente ai propri interessi, e guerra o non guerra per loro faceva lo stesso, a meno che non intaccasse la loro sfera personale.
Ma ciò che li caratterizzava di più era la loro inestinguibile voglia di attirare l'attenzione. I maghi erano sempre stati famosi per essere personaggi stravaganti ed eccentrici, tutti immancabilmente bellocci e attenti al proprio aspetto in modo quasi ossessivo. Non conducevano una vita mondana e perciò non li si incontrava spesso in giro, anche se le rare volte che abbandonavano le loro strambe e immense abitazioni non lo facevano senza sfoggiare tutta la loro opulenza con abiti di stoffe orientali colorate, bellissimi amuleti d'oro al collo e ai polsi, eleganti scarpe rigorosamente a punta, cappelli appariscenti, guanti bianchi o anelli, bastoni con il manico in avorio lavorato e a volte perfino pappagalli, gufi, cani o gatti neri a seguito. Si potevano tranquillamente permettere di ostentare la loro costosa bellezza e la loro estrema sfarzosità, dato che erano tutti schifosamente ricchi. Un loro incantesimo, anche il più banale, valeva una fortuna e tuttavia anche i ceti più poveri continuavano ad affidarsi alla loro magia per qualsiasi piccola cosa. Così non restavano mai senza liquidità.
Insomma, i maghi avevano viziato la società e la società aveva viziato i maghi. Ecco perché entrambi non potevano fare a meno gli uni dell'altra e allo stesso tempo provavano reciprocamente una sorta di sottile ma pungente antipatia.
C'era da ammettere che apparivano agli occhi della gente come esseri davvero meravigliosi. L'alone di leggenda che li circondava e che in parte avevano loro stessi contribuito a crearsi gli dava un'aria mitologica e quasi surreale.
Malgrado, però, il loro gradevolissimo aspetto, il loro carisma, la loro celebrità, il loro potere e il loro straordinario savoir-fair, in genere godevano di reputazioni decisamente infime. Soprattutto perché non facevano mai sapere niente di loro stessi e delle vite che conducevano se non ciò che si limitava alle consuete, rare e ormai abitudinarie apparizioni in pubblico. Ben si sapeva, però, che oltre ad essere degli eccezionali esibizionisti, erano quasi tutti egoisti e senza cuore. Bramavano solo il denaro, la solitudine e aumentare a dismisura il proprio potere e per ottenere ciò erano disposti ad abbandonare ogni senso di umanità. O perlomeno di buonsenso. Per questo motivo, dunque, nessuno intratteneva relazioni di una certa importanza con un mago. Non si poteva mai essere certi di quello che gli poteva saltare in mente.
Bisogna aggiungere che i maghi non acquisivano i poteri magici durante la vita, ma nascevano già con essi. Tuttavia la magia non era nemmeno qualcosa di ereditario: capitava e basta. Certo, per essere un mago a tutti gli effetti occorrevano anni e anni di studio e di preparazione teorica e pratica. E quest'ultima portava a volte perfino ad incidenti mortali per quelli di loro che prendevano la magia come un gioco. Anche per questo di maghi ce n'erano pochi: prima di tutto, non tutti quelli che nascevano con la magia avevano voglia di dedicare la propria vita al faticoso studio delle arti magiche; chi invece intraprendeva coraggiosamente gli studi, rischiava di rimetterci la pelle se non prestava abbastanza attenzione durante gli esperimenti.
In genere di un mago si conosceva solo il nome. Un nome che tra l'altro si creava lui stesso lasciando a briglie sciolte la fantasia e accantonando il proprio vero nome insieme a tutto ciò che lo teneva legato alle proprie origini, alla propria famiglia e alla propria terra.
Un mago appariva dal nulla e spesso scompariva nello stesso modo in cui era comparso. Non si sapeva nulla né della nascita né della morte di un mago.
E inoltre, dimentica le consuete credenze dettate dalle leggende medievali, caro lettore, perchè di maghi vecchi barbuti e arcigni nel regno di cui qui si parla non se ne sono mai visti. Effettivamente i maghi, più invecchiavano, più tendevano a richiudersi in casa e a non farsi più vedere, finchè non arrivava il giorno in cui le loro case venivano abbandonate al loro destino in fretta e furia e la città rimaneva senza il suo stregone.
Le persone più fantasiose ipotizzavano che in realtà i maghi fossero sempre esistiti, che, insomma, i maghi in circolazione fossero sempre gli stessi. Probabilmente, dicevano, i maghi si aiutavano con la magia per cambiarsi i connotati e l'identità e mascherare la propria immortalità apparendo e scomparendo dalle città in cui facevano le proprie apparizioni per poi trasferirsi in altri luoghi con nome e aspetto diversi. Tutto ciò derivava dall'ingigantimento di miti popolari secondo i quali i maghi venivano considerati come una sorta di intermezzo tra un dio e un uomo. Un'assurdità, dal momento che i maghi, di fatto, erano esseri umani, solo dotati di un dono particolare, ovvero la magia.
  
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