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Autore: Lady Diamond    21/02/2015    1 recensioni
E se i nostri personaggi preferiti fossero dei semplici(o quasi normali) liceali dell'esclusivo Beyblade high school in California? All'interno di questa scuola vi è una lotta fra i ragazzi,campioni di pallacanestro a livello nazionale,e le ragazze,campionesse nazionali di cheearliding.
Il motivo di questa faida? semplice rivalità, ma non solo scolastica,perchè... . Fra amori,litigi,impegni extrascolastici e scuola riusciranno i nostri eroi a sapellire l'asse di guerra? o arriveranno all'esame di stato a pezzi? Cosa succederà se i protagonisti saranno messi davanti al loro passato e alle loro reali emozioni? E cosa succederà quando Queen distruggerà ogni singolo rapporto umano solo per il desiderio di vendetta?
Estratto dal primo capitolo:
La storia di quei nomi era nata durante il terzo anno,quando le ragazze divennero cheerleader. Per questo motivo molti ragazzi cercavano di avvicinarsi al gruppo,ma venivano continuamente snobbati, così , i neo campioni nazionali,a causa dei continui rifiuti delle ragazze,affibbiarono quel nome al gruppo femminile,che per ripicca denominarono quella squadra Scimmie,paragonando il loro livello intellettivo pari a quello dell’animale in considerazione"
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Mariam, Mister X, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Silent Tears '
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Quel sabato mattina il sole stava ancora albeggiando ed il cielo era tinto di mille colori, mentre l'aria era fresca e frizzante, ma Eveline, stancamente guardò fuori dalla finestra, e per la stanchezza non riusciva a godersi la bellezza di quella mattina, essendo troppo presa dai suoi pensieri.
La ragazza era sveglia già da molte ore, aveva cucito e sistemato gli abiti per la sua sfilata che si sarebbe tenuta quella sera.
Quel pensiero nervosa ed agitata, ma anche molto eccitata e piena di energia, aveva voglia di abbattere quel senso di anonimato che l'aveva accompagnata per molti anni, e quella era l'occasione giusta.
Erano diversi mesi che lavorava su quei vestiti,  e se avesse fallito avrebbe deluso non solo se stessa ma anche tutti quelli che l'avevano sostenuta, soprattutto Max, che le era sempre stato accanto, e le Blue Roses, che l'avevano finanziata, anche se all'inizio non aveva voluto l'aiuto delle sue amiche.
I suoi occhi vagavano sui manichini, adorava quello che creava con le sue mani, e in quei vestiti ci metteva tutta la sua anima, ma aveva timore di fallire ancora, esattamente come era successo pochi mesi prima, quando era stata respinta alla scuola d'arte.
Sua zia più volte aveva cercato di farle cambiare idea, e quando aveva saputo del rifiuto aveva quasi ceduto alle pressioni della zia, ma Max l'aveva convinta a continuare.
Quel biondo l'aveva fatta innamorare, rapendo il suo cuore con la sua semplicità ed allegria. Quando era con lui si sentiva felice e tutti i pensieri negativi sembravano sparire.
Non si era mai sentita così, neanche con Boris, anche perchè la storia con il russo era prettamente fisica, e lo stesso valeva anche per i suoi ex.
Con l'americano era tutto diverso, si era innamorata lentamente, senza accorgersene e quando era con lui non poteva far altro che sorridere.
Desiderava confessargli i suoi sentimenti e lo avrebbe fatto quella sera, ma solo se la sfilata fosse andata bene, avrebbe fatto di tutto per mantenere la promessa che si era fatta, e non le importava se quel lavoro le toglieva diverse ore di sonno, e questo lo doveva a se stessa.
La moda era la sua passione da sempre, difatti molte volte aveva creato lei gli abiti per alcuni concerti delle sue amiche, non aveva voglia di fallire, ma più le ore passavano e più avvertiva un forte senso di paura, e immergendosi in questi pensieri di addormentò.
 
Erano le dieci passate quando il cellulare della bionda iniziò a squillare incessante, ridestandola dal sonno.
Guardò il cellulare quasi con rabbia, pronta ad assalire il disturbatore, ma appena lesse il nome sullo schermo un dolce sorriso si stampò sul suo viso.
Immediatamente struscio un dito sul cellulare, e schiarendosi la voce disse:
"Hey Maxy".
"Ciao piccola stilista" rispose lui sorridendo.
Quella ragazza gli piaceva molto e sentiva il bisogno di starle vicino.
Entrambi scoppiarono a ridere come due bambini.
"Uhm, che fai Ivy?" domandò il biondo con un tono fintamente curioso.
"Tecnicamente stavo dormendo, e tu sei il pazzo suicida che ha osato svegliarmi" sibilò la cheerleader cercando di trattenere una risata con scarsi risultati.
Adorava sentirla ridere, ma aveva preparato una piccola sorpresa per lei, e soprattutto non vedeva l'ora di poterla abbracciare.
Così, con un tono falsamente offeso, Max disse:
"Oh, e io che pensavo di farti una sorpresa. Vieni ad aprire la porta di casa, ti aspetto".
La ragazza rimase interdetta non sapendo cosa rispondere, lanciò il cellulare sul letto senza chiudere la chiamata e si precipitò al piano inferiore.
"Max!" urlò lei abbracciandolo con foga, aveva bisogno di quel contatto, quasi come se potesse riversare in lui tutto quello che stava provando.
"Sono venuto a prenderti, e a quanto vedo sei già pronta" disse il biondo, trascinando l'amica fuori dall'appartamento.
Insieme iniziarono a camminare e ben presto raggiunsero il luogo prescelto da Max: il bar dov'era iniziato tutto, e stranamente era meno affollato del solito.
L'americano lanciò uno sguardo verso Takao, che immediatamente li raggiunse.
"Hey ragazzi, seguitemi" urlò il moro sorridendo, trascinando i suoi amici verso un tavolo appartato.
"Grazie Takao" disse Max sorridendo all'amico, che gli rispose con un occhiolino complice, per poi sparire nel nulla pochi attimi dopo.
Il biondo scostò la sedia ad Eveline, che subito notò una rosa rossa sul tavolo ed un piccolo pacchetto azzurro.
"Sono per te" sussurrò il ragazzo dolcemente e posando il suo sguardo sulla giovane stilista che arrossì.
"Grazie" mormorò la ragazza con un tono mellifluo.
Poco dopo si alzò e gettò le braccia al collo dell'amico, quei piccoli gesti la rendevano estremamente felice, e solo Max riusciva a farla sentire in quel modo, lui riusciva a farla sentire speciale, nonostante molto spesso lei non si sentisse così.
I loro sguardi si incrociarono, fra loro c'era magia e nessuno dei due volevano interromperla.
"Ehm" esordì una voce conosciuta.
I due si staccarono subito, rossi in viso per l'imbarazzo, mentre Takao serviva loro la colazione, ridendo. Adorava vedere i suoi amici imbarazzati, soprattutto se si trattava del suo migliore amico imbarazzato.
Anche lui, in fondo, sapeva cosa volesse dire essere innamorati, ma l'amore per lui era complicato e la causa dei suoi problemi era la sua Hilary.
Amava quella ragazza, avrebbe fatto di tutto per lei, ma sapere che la sua fidanzata era stata a letto con Kei gli provocava un forte senso di fastidio, ma per paura di perderla aveva preferito tacere, nonostante quelle sensazioni lo turbassero profondamente.
Poco dopo scosse la testa per scacciare quei pensieri negativi, e facendo strani segni a Max , riprese a lavorare.
"Allora, oggi è il gran giorno" esordì il giocatore tuffando il suo cornetto nel cappuccino.
"Esatto, spero che tutto andrà bene, e se tutto andrà secondo i piani credo proprio di dover dire qualcosa a qualcuno".
Quelle parole destarono la curiosità di Max, che gentilmente disse:
"Vedrai che sarà tutto perfetto".
"Lo spero anch'io Max, lo spero davvero".
 
Quel pomeriggio le Blue Roses erano state convocate dal presidente Nodoka per discutere del futuro del gruppo, e ciò rendeva nervose le tre cantanti, che avevano deciso di ignorare quell'argomento, nonostante il trio desiderasse chiarire quella questione spinosa.
Il trio musicale venne condotto in una piccola stanza ben arredata, ma nessuna osava proferire parola.
L'atmosfera ben presto divenne pesante e carica di parole non dette, mentre gli sguardi delle ragazze vagavano alla ricerca di un altro sguardo.
Essendo stanca della situazione Julia decise di prendere parola.
"La volete finire" sbottò con un tono irritato.
"Di fare cosa?" domandò Hilary accigliandosi.
"Questo! Ignorarci!"
" Julia, non ci stiamo ignorando, semplicemente non abbiamo nulla da dirci" rispose Hilary, ben consapevole che l'amica aveva ragione.
" Dici, Hil? Ci hanno chiesto se volevamo sciogliere il gruppo e voi due siete quasi d'accordo" sibilò Mariam.
" Non siamo noi ad aver iniziato a scrivere canzoni" la rimbeccò la nipponica fulminando l'amica con uno sguardo infuocato.
"E non sono io ad aver detto di voler allontanare da voi, ma vi capisco".
" Ma io non voglio abbandonare" sussurrò la spagnola stringendo i pugni per la rabbia.
" Neanche io, ma voglio provare a fare altro" aggiunse Hilary avvicinandosi alle amiche.
" Eppure una settimana fa avete detto altro" rispose la corvina sorridendo malignamente.
Era ancora arrabbiata con le sue amiche e quella conversazione avvenuta pochi giorni prima sembrava ripetersi nuovamente.
"Se tu ci avessi fatto concludere, ora non staremo discutendo" rispose la Tachibana alzando ulteriormente il tono.
" Se voi non avreste detto che in fondo sarebbe meglio finire questa avventura…".
"Noi non abbiamo detto questo, semplicemente ci tengo a quello che siamo, ma che sarebbe divertente provare a fare altro" intervenne Julia con calma.
" E anche noi abbiamo dei sogni, Mariam" aggiunse Hilary guardando l'amica.
" Siete la cosa migliore di questi anni ragazze" sussurrò la mora, che venne immediatamente abbracciata con foga dalle amiche, cadendo tutte e tre sul pavimento e ridendo come delle matte.
La spagnola stese la sua mano al centro e disse con entusiasmo:
" Blue Roses?"
Hilary e Mariam si guardarono negli occhi, e all'unisono dissero:
" Blue Roses"
" Quindi, non ci scioglieremo" sibilò la corvina accennando un sorriso sincero.
Si sentiva stupida per aver travisato le parole delle sue amiche, ma anche serena per aver risolto quella situazione fastidiosa.
" Mai!" esclamarono le due, iniziando a farsi il solletico a vicenda, dimenticando di essere al lavoro.
La porta della stanza si aprì rivelando la presenza del signor Nodoka, Takao e Yuri, che osservavano la scena divertiti.
Subito Mariam si accorse dell'assenza di Ozuma e ciò le provocò una stretta al cuore. Gli aveva mandato diversi messaggi per quell'incontro a cui lui non aveva risposto.
Vide le sue amiche raggiungere i rispettivi ragazzi e un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto.
Almeno loro erano felici.
Quando le sue amiche se ne furono andate, la cinese chiese ai musicisti di restare, siccome aveva voglia di registrare un brano composto da poco.
Amava la musica, e solo attraverso essa riusciva a mostrare ciò che realmente provava.
 

Uh huh, life's like this
Uh huh, uh huh, that's the way it is
Cause life's like this
Uh huh, uh huh that's the way it is
Chill out whatcha yelling' for?
Lay back it's all been done before
And if you could only let it be
you will see
 

Mentre cantava sentiva rabbia, anche perchè il suono non era il massimo, gli mancava, e anche troppo.
Il suo Ozuma non era lì.
 

I like you the way you are
When we're drivin' in your car
and you're talking to me one on one but you've
become
Somebody else round everyone else
You're watching your back like you can't relax
You're tryin' to be cool you look like a fool to me
Tell me

 

I ricordi facevano male, tutti i momenti belli sembravano essere svenuti nel nulla e ciò la faceva stare male, la spezzava dentro.
Quei silenzi erano come piccole lame conficcate nel petto.
Si sentiva frustrata da quella situazione.

 

Why you have to go and make things so
complicated?
 see the way you're acting like you're somebody
else gets me frustrated
Life's like this you
And you fall and you crawl and you break
and you take what you get and you turn it into
honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

 

Improvvisamente qualcuno aveva iniziato a suonare la batteria, lo strumento di Ozuma.
Quel ragazzo era cambiato, gli era sembrato diverso.
 

You come over unannounced
dressed up like you're someone else
where you are and where it's sad you see
you're making me
laugh out when you strike your pose
take off all your preppy clothes
you know you're not fooling anyone
when you've become

 
Lentamente si voltò verso lui, e un piccolo sorriso si dipinse sulle loro labbra.
Ma quello non era il solito sorriso fra due innamorati, era qualcosa di diverso.
Quei silenzi dovevano cessare, e anche al più presto.
 

 
Why you have to go and make things so
complicated?
I see the way you're acting like you're somebody
else gets me frustrated
Life's like this you
and You fall and you crawl and you break
and you take what and you get and you turn it
into
honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

 
Appena la canzone finì, la ragazza fece cenno ai ragazzi di uscire, voleva restare sola con il suo fidanzato.
Lui la fissava con attenzione, e sperava di poter chiarire con lei con calma e senza litigi.
Si sentiva in colpa per averla ignorata per tutta la settimana, anche dopo quel ballo a scuola, ma non era stato facile farlo, ma sapeva che quel comportamento prima o poi avrebbe avuto effetto.
Aver chiuso le tre cantanti era stata una sua idea, e lui aveva intenzione di farle chiarire, eppure lui era un semplice batterista, ma nonostante questo si sentiva parte di quel trio speciale, e voleva continuare a farne parte.
Quel gruppo era la sua seconda famiglia, anche perchè suo padre non lo appoggiava affatto.
Aveva dato di matto quando aveva saputo del primo concerto a cui aveva partecipato, gli aveva detto che come figlio era una delusione e gli aveva rinfacciato il passato della sua vera madre.
Era stato male quando circa un'anno prima aveva scoperto la verità.
E aveva cercato di scoprire di più, e oltre a qualche lettera non aveva trovato nient'altro, se non che la donna era una cantante che si era suicidata.
Da quel momento la sua vita era cambiata in peggio, o meglio, solo il rapporto con suo padre era diverso, era diventato più freddo.
Era arrabbiato con l'uomo che gli aveva nascosto la verità, si era sentito ferito e deluso, ma almeno aveva Sharon, colei che l'aveva cresciuto come un figlio, e Crystal, che per molto tempo era stata allontanata da quella casa per un grave errore commesso e che era stata il suo punto di forza, nonostante tutto.
Di certo non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi nella sua vita, la musica lo faceva sentire vivo, quando aveva suonato la batteria per la prima volta lo aveva fatto quasi per scherzo, ma quando impugnò le bacchette per la prima volta anni addietro, si sentì invaso da una nuova energia, così potente come una scarica elettrica.
Aveva risparmiato denaro per alcune lezioni e quel sogno, dopo molto tempo era diventato realtà, quel sogno doveva continuare, esattamente come le sue amiche dovevano continuare a cantare insieme.
"Hey" sussurrò Mariam destandolo dai suoi pensieri.
"Hey"
" Ho capito cosa volevi dire… ci siamo riunite".
Lui alzò un sopracciglio, mentre sul suo viso si dipinse un ghigno soddisfatto.
" Scacco matto, Mariam" sibilò.
" Era tutto programmato. Non potevo permettere che delle incomprensioni rovinassero quello che avete costruito, anzi, abbiamo costruito fin ora, perchè in questo progetto centro anche io" continuò lui avvicinandosi alla ragazza.
" Stronzo" ribatté lei stringendo i denti.
Non era arrabbiata, ma provava diverse emozioni dentro lei.
"Quindi era tutto organizzato" soffiò lei.
" Esattamente. E comunque, non vi eravate sciolte del tutto, e per inciso: sono ancora arrabbiato".
" E io cosa dovrei dire? Tu e Queen?"
" Io e Queen? Ci siamo solo salutati... ancora non ti fidi di me?".
I due si fissarono negli occhi per diversi minuti, nessuno dei due sapeva cosa dire, a differenza dei loro corpi, che pochi istanti dopo si ritrovarono a contatto, mentre le loro lingue iniziarono a cercarsi con passione.
Si staccarono per riprendere aria, e la cantante disse:
"Ovvio che mi fido di te, stupido".
"Lo so" rispose lui, sorridendo soddisfatto.
 
Eveline faceva avanti ed indietro per i camerini, era in ansia per l'assenza delle modelle che sembravano essersi dileguate nel nulla.
" Ivy calmati" sussurrò Mathilda, sperando di ottenere l'effetto desiderato.
"Calmarmi? Secondo te dovrei sentirmi in pace non vedendo le modelle?" urlò la bionda in piena crisi isterica.
" Sarà un disastro" continuò la cheerleader guardando la platea che lentamente si stava riempiendo di amici, fotografi e persone importanti.
“Risolveremo” rispose Max, abbracciando la ragazza.
 
Intanto, fuori dal locale due ragazze si scambiarono un sorriso divertito.
Erano riuscite a cancellare la presenza delle indossatrici per quella serata, avevano uno scopo ben preciso e avrebbero fatto di tutto pur di  realizzarlo.
"Ce l'hai?" domandò una delle due.
"Ovvio Queen" sibilò Ming Ming estraendo due pass dalla borsa e sorridendo benevolmente all’amica.
Quel piano doveva funzionare a tutti i costi

 
 
 
 
 
 

Spazio autrice:

Beh, sono tornata prima di una settimana xD

Solo oggi ho terminato questo capitolo e avevo molta voglia di postarlo e spero di averlo revisionato bene.

Il prossimo capitolo vedrà Eveline totalmente protagonista e anche altre due coppie che ho  in mente.

Volete sapere chi? solo leggendo potrete scoprirlo =P. Attendo qualche recensione e ringrazio chi legge ancora questa piccola e vecchietta ff. un bacio a tutti =)

 
   
 
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