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Autore: bacinaru    07/12/2008    1 recensioni
[ Non è stata colpa tua] Non rispondi nemmeno, tanto a che serve? Stai parlando da sola chiusa a chiave in una stanza illuminata da candele. Prendi quel pezzo di carta, consapevole che esso sia inutile, lo pieghi in quattro e lo riponi nuovamente sul tavolo. Gli occhi verde smeraldo si fermano su di esso, su delle lettere che mai dimenticherai, su quel nome che si è impadronito del tuo cuore
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel kunai maledetto


Poggi la penna sul tavolo, rimani in silenzio nella tua camera ad osservare quel pezzo di carta macchiato da una manciata di parole. L'inchiostro nero brilla alla fioche luce della candela mentre la fiamma danza leggera. Vedi la tua firma contrassegnata dal disegno di un bocciolo di ciliegio, un bocciolo, piccolo e indifeso, un bocciolo che spetta solo di poter sbocciare ma che sa benissimo che non potrà mai accadere.

[ Sei sicura di volerlo fare?]

-Mai stata più sicura-

La tua risposta è fredda e indecifrabile. Il dolore che provi ti attanaglia anima e corpo, non sarai mai più la ragazzina timida, un peso, una palla al piede. No, ora sarai una donna, decisa nel pagare i suoi errori e dimostrare al mondo intero di che pasta sei fatta.

[ Non è stata colpa tua]

Non rispondi nemmeno, tanto a che serve? Stai parlando da sola chiusa a chiave in una stanza illuminata da candele. Prendi quel pezzo di carta, consapevole che esso sia inutile, lo pieghi in quattro e lo riponi nuovamente sul tavolo. Gli occhi verde smeraldo si fermano su di esso, su delle lettere che mai dimenticherai, su quel nome che si è impadronito del tuo cuore

[ Non potevi evitarlo]

- Non mi importa-

Ti allontani arrivando accanto al letto. Le lenzuola bianche sono sparse di petali rosa, rosa come i tuoi capelli, assurdo, già, ma quante volte lui ti aveva ripetuto che era ciò che amava di più. Ti siedi e il letto scricchiola sotto il tuo peso. Guardi il mobiletto accanto a te, solo due foto sono degne di guardare il tuo coraggio. Una un pò vecchiotta ma conservata con cuore giace tra le sbarre di legno del portafoto, quattro persone ti guardano ma solo due di loro sorridendo. Vedi te stessa che felice cerca di mettersi in posa, il moretto accanto a te ha lo sguardo sviato dalla fotocamera, assente e annoiato. Un ragazzo sui 27 anni, due piccoli occhi neri e bellissimi capelli argentati tiene una mano sulla sua testa mentre l'altra su quella bionda dell'altro ragazzo che guarda in cagnesco il moro.

[ Rimorsi?]

- No, mai-

Guardi l'altra foto, più nuova, recente, una giovane famiglia composta da tre membri, due dei quali molto simili. Sorridi anche in questa, qui sei davvero felice e fu l'ultima volta in cui quel sorriso fu sincero. Tuo marito, anche lui con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, tiene un braccio sulla tua spalla mentre sulle sue si ergeva tuo figlio, così simile al padre. Aveva corti capelli biondi e due splendidi occhi azzurri, era un angioletto...

Ora lo rimarrà per sempre...

Guardi fuori dalla finestra, i tuoi occhi si perdono nell'immenso cielo stellato mentre osservi la luna alta nel cielo. Spegni tutte le candele, rimanete solo tu e quel chiaro bagliore.

[ Pensi che al buio sia meno doloroso?]

- No, mi porta solo a pensare-

Immersa nella semioscurità ti perdi nei ricordi...

-mamma mamma, andiamo al parco giochi?
- Ma è tardi, guarda c'è già la luna, e poi tuo padre ci sta aspettando
- Dai mamma ti prego

A quel dolce sorriso non potevi resistere e così, prendendolo per mano, lo accompagnasti nel campo verde: non c'era nessuno

Aveva cominciato a giocare sullo scivolo, sull'altalena e si era fatto un giro su tutte le giostre. Ti eri seduta su una panchina, portasti la mano sul tuo pancione: eri in dolce attesa

Succese tutto troppo velocemente. Ti sentisti afferrare da dietro, entrambi i polsi portati dietro la schiena mentre un uomo ti si parò davanti. Riuscivi a sentire il suo compagno tenerti strette le mani

[ Erano due grandi figli di puttana]

- Stai zitta-

- caccia tutti i soldi che hai!
-Non ne ho
Ti fu puntato un kunai alla gola dall'uomo che ti stava davanti. Ripetè la domanda e tu feci lo stesso con la risposta. Il kunai fece forza sulla tua gola, un rivolò di sangue colò sul vestitino bianco che indossavi

Rigiri il piccolo oggetto tra le mani, i ricordi sempre più nitidi

-MAMMA!!!!!
-NO, STAI  LONTANO!!!

Troppo tardi, il kunai venne tolto dalla tua gola, potevi ricominciare a respirare ma il dolore te lo impediva. Non era però il dolore che avevi per la ferita, no, era il dolore che avevi nel vedere il piccolo corpicino di tuo figlio cadere a terra, il sangue colare dalla sua testa dove era stato infilzato quell'arma maledetta. A stento sentisti le grida di quei due bastardi allontanarsi, era come se al mondo c'eri solo tu e il tuo bimbo.

[ Hai pianificato tutto]

Prendi l'oggetto ancora tinto di rosso, riesci a scorgere ancora il suo profumo, il profumo di un innocenza rubata.

[ Sarà veloce?]

-Non so-

Due settimane dopo persi anche l'esserino che portavi in grembo, senti le urla strazianti di tuo marito che distrugge la cucina.

Un liquido denso e scuro comincia a calare giù per la veste bianca, cadi sulle lenzuola che si tingono di rosso, rivolgi un ultimo sguardo alla luna, rivedi per l'ultima volta i suoi occhi, poi il buio, delle voci, urla, imprecazioni, pianto, sai che Naruto si trova accanto a te, vorresti dire che ti dispiace, da morire...

[  ormai è troppo tardi]

        
  
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