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Autore: nagrafantasy    22/02/2015    3 recensioni
«Ho come l’impressone che non avrò vita facile, finché non ti dirò qual è il mio dolce preferito...»
«Hai afferrato il concetto!»
«E va bene, ma ad una condizione»
«Sentiamo»
«Ti aiuterò in cucina»
«Questa sì che è una notizia interessante»
«Non una parola con Sera, intesi?»
«Intesi. E se lo scoprisse da sola?»
«Non preoccuparti, so distinguere i colpevoli»
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Dragon Age Inquisition]

Era una giornata relativamente tranquilla, a Skyhold, ovviamente per quanto si potesse ritenere calmo quel periodo strano, tra l’Ancora che doleva e Corypheus nascosto chissà dove.
La paura di fallire si percepiva dietro lo sguardo di ogni individuo che popolava la fortezza, eppure tutti sorridevano.
Nonostante il timore, credevano che la pace avrebbe prevalso.
Che fosse la fede in Andraste, o in qualsiasi altra entità, a spingere la gente a collaborare contro il male, questo l’Inquisitore non lo sapeva.
Lei poteva solamente andare avanti nella missione, sperando che, prima o poi, il nemico si sarebbe mosso alla luce del sole e fosse giunta la sua morte.
L’Inquisitore era una maga dai capelli biondi e occhi color miele. Inizialmente l’avevano biasimata per il suo ruolo, soprattutto le casate nobiliari che non riponevano fiducia nella magia, ma grazie all’appoggio di Josephine e Cassandra, si era presto lasciata alle spalle quei piccoli pettegolezzi.
Era tornata giusto due notti prima da un lungo viaggio nel vasto deserto. Aveva sventato i piani dei Venatori all’Ovest del Thedas, ed ora era tornata per fare rapporto e, giustamente, riposarsi.
E in quel giorno di sole non desiderava altro che distrarsi un po’.
Allegra come sempre, o almeno quando non doveva rischiare di farsi uccidere dai demoni fuggitivi dall’Oblio, Ygrena si impossessò di un piccolo vassoio di pasticcini, presi in prestito direttamente dalle cucine di Skyhold, e si diresse trotterellando verso la sala del trono.
Salutò Varric, seduto a leggere qualcosa, e gli offrì una pasta.
«Oh, finalmente qualcosa di buono e non stupide radici desertiche!» esclamò il nano, strizzandole l’occhio.
Ygrena scoppiò a ridere. «Come sta Bianca?»
«Non male, l’ho già rimessa in sesto... quella palla di fuoco è stata un po’ troppo, per i miei gusti» rispose Varric, indicando la balestra appoggiata lì vicino.
«Mi dispiace, Varric» disse Ygrena. «Ma non avevo scelta»
«Beh, la prossima volta ricordati che Cole non è un assassino per niente e lascialo agire furtivamente» consigliò Varric, pur senza qualsiasi remora nel tono di voce. «Ad ogni modo, ho alcune lettere da scrivere. Potresti tornare più tardi?»
Ygrena annuì e lo lasciò ai suoi doveri.
Si guardò attorno, con il vassoio ancora pieno di dolci pasticcini.
Avanzò nella navata centrale dell’ampia sala del trono, osservando distratta il lungo tappeto rosso, finché si ritrovò davanti alla porta che avrebbe condotto allo studio di Solas.
Senza esitare, aprì il portone e se lo chiuse alle spalle.
I cigolii tradirono immediatamente il suo arrivo e Solas si voltò placidamente a guardarla.
Reggeva tra le mani un libro piuttosto sottile, dalla copertina di cuoio scuro e con incisioni elfiche su di essa. Quando l’Inquisitore mosse qualche passo verso di lui, l’elfo richiuse il manuale e abbozzò un sorriso.
«Bentornata a Skyhold. Sono contento di vederti in salute» esclamò, con il suo solito tono allegro.
Ygrena sorrise di rimando. «Salve a te, Solas. Cos’hai combinato durante il mio viaggio?»
Solas scrollò le spalle e ripose il libro. «Purtroppo, o per fortuna, non possiedo muscoli adatti per i lavori pesanti. Se vuoi sapere come sono messi i lavori di restauro del torrione, chiedi al qunari. Io posso solamente recitarti un verso in elfico riguardante gli antichi Magister, trovato e tradotto durante la tua assenza»
«Sono venuta da te, Solas, so cosa implica essere ospite di un mago» rispose lei, ridacchiando.
Solas sospirò. «Su questo non hai torto... comunque, a parte questi poemi in elfico, non ho trovato nulla di interessante. Ho speso notti seguendo una pista che pensavo mi avrebbe portato a scoprire indizi importanti, ma mi sbagliavo»
«Deve essere stato seccante» commentò Ygrena, avanzando e posando il vassoio sulla scrivania.
«Una seccatura piacevole, tutto sommato. Piuttosto, come si è comportato Cole?» chiese Solas.
«Come sempre. Varric gli sta vicino come un fratello maggiore»
«Mi rincuora sapere che ci sia qualcuno in grado di apprezzare la sua presenza» commentò Solas, lieto.
L’Inquisitore incrociò le braccia. «Cassandra ha solo a cuore la nostra organizzazione. Non farebbe mai del male a Cole»
«Come tutti, Inquisitore» replicò Solas.
La donna annuì gravemente. «Infatti, ho permesso a Cole di restare. Ho cercato di riunire quanta più gente possibile alla nostra causa. Sono abili, ed è ciò che conta»
«In effetti, sei stata molto persuasiva»
«Dici che è solo grazie alla persuasione, se hanno accettato l’incarico?» domandò lei.
Solas non nascose un altro sorriso criptico. «Non è facile convincere persone completamente diverse a collaborare»
«Quando c’è in gioco la propria vita, chiunque è disposto a scendere a compromessi con se stesso» disse Ygrena.
Solas non rispose, ma continuò a guardarla con interesse. I suoi occhi, perennemente curiosi, scrutavano con minuzia ogni singolo tratto della donna che aveva di fronte.
Per Solas era un’autentica rarità, oltre che una persona rispettabile per le esperienze vissute nel giro di pochissimo tempo, come la sopravvivenza dall’Oblio e da Corypheus.
Ygrena aprì distrattamente il libro scritto in elfico e lo sfogliò.
Non le fu difficile capire che, in molte pagine, erano recitati versi di poesie.
Spalancò il manoscritto a metà e indicò un poema a caso.
«Ti va di recitarlo, Solas?»
L’elfo, anche se solo per un istante, rimase sorpreso.
«Non fraintendermi: non voglio metterti alla prova, né schernirti» si affrettò a dire Ygrena. «Sono solo curiosa»
«Ti credo» fu la risposta.
Solas si schiarì la gola e iniziò a leggere.
 
** Hahren na melana sahlin
Emma ir abelas
Souver'inan isala hamin
Vhenan him dor'felas
In uthenera na revas
 
Vir sulahn'nehn
Vir dirthera
Vir samahl la numin
Vir lath sa'vunin **
 
L’enfasi cresceva man mano che la poesia volgeva al termine.
Con gesti tremanti, Solas accarezzava il libro, mentre quel canto prendeva vita grazie alla sua lettura. Ygrena rimase assorta su quelle parole per lei incomprensibili, ma per quanto le sembrasse una lingua sconosciuta, non faticò a capire i sentimenti che il poema tentava di esprimere.
Quando Solas tacque, Ygrena lo fissò.
L’elfo era rimasto a capo chino, le palpebre serrate e le mani strette sul libro, ora chiuso.
Ygrena inspirò profondamente e azzardò porre una domanda.
«Cosa significano queste parole?»
«È un canto che serve per dare speranza, laddove l’oscurità non permette ai raggi di luce di permeare» disse Solas in un lieve sussurro.
Calò il silenzio.
Alla fine, Ygrena sospirò e indicò il vassoio.
«Sono venuta a trovarti anche per questi pasticcini, lo ammetto»
Solas rialzò la testa calva e riacquistò il sorriso.
«Gentile da parte tua» disse, allungandosi per studiare i dolci.
Ygrena si appoggiò alla scrivania con l’anca. «In realtà, non so quanto possano piacere queste paste a coloro che non sono umani. Dovremmo porvi rimedio»
Solas, dopo aver studiato alla perfezione ogni dolciume, ne prese uno e lo addentò, evitando lo sguardo di Ygrena.
L’Inquisitore non poté nascondere una sorta di tenerezza.
«Per Cassandra sei un Eretico. Per me rimani l’unica persona in grado di capirci qualcosa riguardo la mia Ancora e tutta la faccenda di Corypheus» disse con fermezza.
Solas fermò la mandibola, udendo quelle parole, e sbirciò Ygrena con uno sguardo indecifrabile.
Ygrena si irrigidì.
«Ho detto qualcosa di male?» domandò, dispiaciuta.
Solas scosse il capo e finì di mangiare la pasta, poi si ripulì le mani e, finalmente, guardò Ygrena dritto negli occhi.
«Continui a sorprendermi, Inquisitore. Mi fa piacere ciò che hai detto... e riguardo le paste, penso che in questo momento difficile chiunque saprà accontentarsi di quello che passa in convento. In ogni caso, i pasticcini che hai portato sono molto meno peggio di altri che ho assaggiato» aggiunse, sorridendo allegro.
Ygrena, sperando di non farsi notare, tirò un sospiro di sollievo.
«Hai ragione, ma se tu mi dicessi qual è il dolce che preferisci, posso fare in modo di...»
«No, Inquisitore. Le cuoche sono già abbastanza impegnate per sfamare tutta Skyhold, non è necessario soddisfare anche la richiesta di un apostata» sentenziò Solas, coprendole il discorso.
Stavolta fu Ygrena ad allungare le labbra in un ghigno enigmatico.
«Chi ha mai parlato di cuoche?»
Solas inclinò il capo, perplesso.
Ygrena si strinse nelle spalle. «So cucinare»
Solas era sempre più esitante. «I tuoi doveri da Inquisitore sono molto più importanti di un mio capriccio»
«Qua non si tratta di capricci, ma di una piccola distrazione» spiegò Ygrena.
Solas sbuffò una risata. «Ho come l’impressone che non avrò vita facile, finché non ti dirò qual è il mio dolce preferito...»
«Hai afferrato il concetto!» esclamò Ygrena.
Solas alzò in mento, in un segno di giocosa sfida. «E va bene, ma ad una condizione»
«Sentiamo»
«Ti aiuterò in cucina»
«Questa sì che è una notizia interessante»
«Non una parola con Sera, intesi?»
«Intesi. E se lo scoprisse da sola?»
«Non preoccuparti, so distinguere i colpevoli»
Solas e Ygrena si scambiarono un’occhiata serena e la donna fece strada verso la porta.
L’elfo prese il vassoio e seguì l’Inquisitore.
La navata della sala del trono li accolse con le calde voci degli avventori e Ygrena notò immediatamente la smorfia di Solas, nell’udire quel caotico vociare improvviso.
«Meglio i libri, eh?» gli disse, dandogli una pacca sulla spalla.
Solas inarcò le sopracciglia, lo sguardo fintamente seccato. «Un giorno mi spiegherai perché voi umani dovete sempre urlare quando parlate»
«Credimi, a volte me lo chiedo anch’io» fu la risposta.
Varric non era più al suo posto.
Ygrena stava per chiedersi dove fosse finito, quando una voce poco lontana la riscosse da ogni altro pensiero.
Si voltò, avvampando.
«Ho l’impressione che non sia la sparizione del nano ad aver reso le tue guance come due pomodori maturi» giudicò Solas.
Infatti, il Comandante Cullen era appena uscito dalla sala del Tavolo da Guerra e stava impartendo alcuni ordini ai suoi sottoposti, che si diramarono per i vari corridoi della fortezza. Rimase solamente una recluta accanto a lui, che lo seguì quando si spostò. Intento a parlare, Cullen non prestava attenzione a chi lo circondasse, fatta eccezione di Ygrena.
Le sorrise e chinò leggermente il capo in segno di saluto, mentre dalle labbra continuavano ad uscire parole destinate alle guardie di Skyhold.
Ygrena rispose al saluto e lo osservò allontanarsi, rapido com’era giunto.
Solas, che reggeva ancora il vassoio, si sporse per studiare il volto della donna.
«Se continui di questo passo, persino i muri capiranno i tuoi sentimenti»
Ygrena scoppiò in una risata imbarazzata. «Beh...»
«Non mi devi di certo alcuna spiegazione! È una cosa bella vedere un viso pieno d’amore, soprattutto adesso... meglio di un volto intriso di sangue, non credi?» fece Solas.
«Sono pienamente d’accordo con te» disse Ygrena, con gli occhi ancora fissi sulla chioma bionda del Comandante, ormai fuori dall’entrata principale.
«Senti, se vuoi continuare a spiarlo posso anche farti compagnia, ma prima gradirei posare questo vassoio» disse Solas.
Ygrena si riscosse e lo guardò. «No. Noi andiamo alle cucine e prepareremo il dolce... mi dispiace che Varric non sia qui. Sicuramente anche a lui servirebbe distrarsi un po’»
Guidò Solas nel luogo prestabilito.
Ovviamente trovarono un assortimento di cuoche incapaci di credere che l’elfo eretico e l’Inquisitore in persona fossero arrivati fin lì per cucinare qualcosa.
«Mia signora, non dovete scomodarvi! Qualsiasi cibo vogliate può essere preparato da noi!»
Ygrena riuscì a congedarle, concedendo loro un pomeriggio di meritato riposo.
«Lavorerete stasera, d’accordo? Che ne dite di preparare un bel banchetto per i miei consiglieri e la squadra che viaggia con me per l’Inquisizione?»
«Oh, sarà un onore, mia signora!» rispose la capo cuoca.
Quando le cucine rimasero silenti, Ygrena e Solas poterono dedicarsi al loro dolce.
Armeggiarono fra matterelli, pastelle e farina, fino a quando non sfornarono un sacco di biscotti elfici, ricetta spiegata sul momento da Solas.
Mentre stavano per assaggiare l’operato, dalla porta sul retro sbucò Dorian.
«Bene, bene... vedo che vi state dando alla pazza gioia, qui dentro!» disse a gran voce.
Solas lo guardò. «Allora Sera non mentiva, quando mi ha detto che sei un frequente avventore delle cucine di palazzo...»
Dorian avanzò e assaggiò il primo biscotto. «Mhm! Qual grazia di sapori!» masticò con enfasi teatrale e poi ne rubò un altro.
Ygrena gli allontanò il vassoio da sotto gli occhi. «Guai a te se li finisci! Stasera ci sarà un banchetto e ho intenzione di farli assaggiare a tutti»
«Addirittura?» fece Solas, divertito.
Ygrena annuì. «Teniamone alcuni di riserva»
La maga preparò una bella scatola di biscotti.
«Mangiate quelli lasciati fuori, ragazzi» disse, indicando i biscotti superstiti.
Solas ne afferrò uno e lo portò alla bocca.
Dorian, dal canto suo, riuscì a prendersene un altro e andò a complimentarsi con Ygrena, donandole fiere pacche sulla schiena.
«Continua così, Ygrena, e ti seguiremo anche dopo la morte di Corypheus»
Quelle parole riempirono di orgoglio il cuore della maga, che gustò il proprio biscotto con immensa felicità.
Gli occhi caddero di nuovo su Solas, incuriositi di sapere il verdetto di quella giornata passata a preparare manicaretti, e fu allora che le vide...
Vide lacrime solitarie rigare le guance infarinate dell’elfo, mentre deglutiva l’ultimo boccone di biscotto.
Le palpebre serrate e tremolanti lasciavano intendere tutti i sentimenti che stava provando al momento. Dorian, appena se ne accorse, si girò verso il fuoco del forno a legna per non risultare invadente nei confronti di Solas, e si limitò ad osservare la situazione riflessa in un piatto d’argento appeso alla parete.
Silenziosamente, Ygrena si accostò all’elfo e lo sentì sussurrare una frase in elfico.
«Da'assan, ma emma lath... ma vhenan»
L’Inquisitore, incerta su come comportarsi, portò una mano sul volto di Solas e gli asciugò le lacrime. L’elfo sussultò per la sorpresa, ma non si scostò da quel contatto.
Ygrena gli carezzò le guance e sorrise dolcemente.
«Cosa significa?»
«Piccola freccia, tu sei il mio grande amore, il mio cuore» tradusse Solas.
Ygrena si allontanò. «Sono delle belle parole»
«Questi biscotti elfici vengono preparati solitamente in occasioni di grandi eventi... le frasi che hai udito mi sono tornate in mente gustando la fragranza» spiegò Solas.
«Le hai confessate alla tua piccola freccia, durante un giorno importante?» domandò Ygrena.
Solas alzò lo sguardo, incontrando gli occhi della maga.
Il silenzio dilagò per tutta la sala delle cucine.
Dorian si sforzò di mantenersi di spalle, per non tradire il sorriso addolcito che si era stabilito sul suo volto abbronzato.
Solas sospirò e ritornò sereno. «Avrei tanto voluto, lethal’lan-amica mia»
Ygrena annuì e non indugiò più su alcuna domanda.
Sorrise apertamente a Solas, che rispose con lo stesso entusiasmo, e poi si diresse da Dorian.
«Stasera sei invitato pure tu, in caso non l’avessi capito» disse Ygrena.
«Certo che l’ho capito! E comunque mi sarei imbucato anche senza invito» fece Dorian, girandosi fintamente offeso.
Ygrena scoppiò a ridere e Dorian se ne andò, lasciando la donna e l’elfo da soli.
Con un incantesimo, Solas rimise a posto l’intera cucina e poi con un cenno indicò il corridoio verso la sala del trono.
«È ora di andare, Inquisitore»
La maga lo seguì. «Sai? Preferirei che tu mi chiamassi per nome»
«Perché?» chiese Solas.
Ygrena salì le scale e imboccò il corridoio. Si girò e aspettò che l’elfo fosse accanto a lei per rispondere.
«Perché prima di essere il tuo Inquisitore... sono tua amica. Lo hai detto tu stesso, poco fa»
Solas esitò, ma non vi era traccia di disappunto nel suo sguardo.
Soltanto immensa riconoscenza.
«Ci vediamo stasera» disse Ygrena, separandosi da lui e non aspettandosi risposta.
La voce di Solas fu una piacevole sorpresa e la donna l’accolse senza girarsi, allungando nuovamente le labbra in un sorriso sapiente.
«A più tardi, Ygrena»

** Lelianna's Song
Nota: Ciao a tutti! :) Spero vi sia piaciuto questo piccolo racconto.
Come potete vedere, sono una grande fan di Dragon Age, e dopo l'amore per Origins è scoppiato anche quello per Inquisition. Questa piccola scena è da un po' che mi gira in testa e stasera ho semplicemente dato voce ai pensieri! Buona lettura :)
  
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