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Autore: hinayuki    07/12/2008    2 recensioni
Sono tornata con la mia seconda ficcy su Acquarion, dopo essermi rivista tutte le puntate dell'anime(l'ultima puntata ho pianto). Questa raccolta(devo ancora decidere il numero di capitoli) racconta un possibile seguito(felice) dell'anime.
Il primo capitolo è ispirato alla bellissima canzone "Wherever you will go" e ripercorre, tramite i pensieri di un personaggio, alcuni momenti delle utime puntate del cartone.
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fanfic

When you say nothing at all...

 

It's amazing how you can speak right to my heart
Without saying a word you can light up the dark
Try as I may I can never explain
What I hear when you don't say a thing

 

É incredibile come tu possa parlare dritta al mio cuore

Senza dire una parola puoi illuminare le tenebre

Anche provandoci con tutte le mie forza non riesco a spiegare

Cosa sentò quando non dici nulla

 

Silvia...

Un nome che ha qualcosa di nostalgico

Che al momento non riesco a ricordare...

Ho la sensazione che non sia la prima volta che capita qualcosa di simile...

 

È assurdo pensare a come le tue lacrime mi colpiscano come uno schiaffo

Benché non ti conosca...

Eppure qualcosa mi dice che non è vero che non ti conosco!

Ho l’impressione che ci conosciamo da molto più tempo di quanto, in realtà,

 abbiano durato le nostre giovani vite.

 

Mi chiami appena, dalla sedia sulla quale sei seduta

Quella sulla quale, da alcuni mesi, ti siedi quasi tutti i giorni

Quando vieni a farmi visita.

Stando qua in ospedale ho perso la cognizione del tempo.

 

Mi chiami nuovamente mentre sono smarrito

Negli oscuri meandri della mia memoria.

Ti osservo e sorridi appena,

leggermente intimidita.

 

Ti intimidisco io?

Perdonami!

 

Perdonami anche perché non riesco a capire cosa prende

Ai miei organi quando osservo i tuoi occhi color cielo.

Sembra quasi che una morsa me li stia attanagliando.

Sembra quasi che i tuoi occhi stiano cercando di parlare direttamente al mio cuore.

 

The smile on your face lets me know that you need me
There's a truth in your eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand says you'll catch me wherever I fall
You say it best when you say nothing at all

 

Il sorriso sul tuo volto mi fa capire che hai bisogno di me

C’è una sincerità nei tuoi occhi che dice che non mi lascerai mai

Il tocco della tua mano dice che mi prenderai ogni qual volta io cada

Lo dici meglio quando non dici nulla di più

 

Un leggero sorriso increspa appena le tue labbra

Quando ti degno della mia attenzione.

Non vorrei essere freddo nei tuoi confronti...

Non te lo meriti...

 

Ti sorrido anche io

E sento che ho bisogno di te per farlo per davvero.

E capisco che anche tu hai bisogno di me...

Cioè...

 

Non è che lo capisco...

Lo so, me l’hanno detto gli altri...

Me lo dice il mio cuore.

Me lo dice qualche ricordo, non più disperso nella mia mente.

 

I tuoi occhi mi assicurano

Che non mi lascerai.

Posso leggere una promessa che qualcuno ti ha fatto

Che io ti ho fatto.

 

Avvicini appena la mano alla mia fronte per sentire come va la febbre.

E mi sento come un cucciolo

Coccolato dal proprio padrone

È un tocco così delicato... eppure so che posso fidarmi.

Che ci sarà sempre per sorreggermi.

 

Tutto ciò me lo dici semplicemente senza parlare...

E pensare che in qualche vago ricordo ce ho di te

Stai sempre ad urlare e

A rincorrermi per uccidermi...

 

All day long I can hear people talking out loud
but when you hold me near you drown out the crowd
try as they may they can never define
What’s been said between your heart and mine

Tutto il giorno posso sentire gente parlare ad alta voce

Ma quando mi stringi stretto soffochi la folla

Anche provandoci con tutte le loro forze non potrebbero definire

Cosa viene detto tra il tuo cuore ed il mio

 

Accidenti...

Oggi i ragazzi hanno fatto un caos assurdo...

Se avessi potuto me la sarei filata a cercarti.

Perché oggi non sei venuta a trovarmi?

 

E pensare che c’erano proprio tutti.

Pier e Cloe ormai sono inseparabili...

E finalmente anche tuo fratello e Reika hanno deciso di darsi una svegliata!

Così Sirius non mi starà più tra i piedi!

 

Forse è per questo che non sei venuta a trovarmi.

Mi dispiace Silvia...

Mi dispiace di non riuscire a capire quello che senti

Mi dispiace di non riuscire a capire quello che vuoi...

Mi dispiace di avere solo qualche sporadico ed insignificante ricordo di te...

 

So che eri importante per me, in un modo o nell’altro...

So che sei importate...

Perché ora sento la tua mancanza nonostante tutta questa gente attorno...

So che sarai importante...

Perché non riesco più a fare a meno di te!

 

Ho bisogno dei tuoi sorrisi,

Dei bronci che troppo spesso riesco a creare sul tuo viso,

Della tua presenza che mi abbraccia

 Senza che tu lo faccia fisicamente

E soffoca tutto ciò che è attorno a noi.

 

Assieme sembriamo rinchiusi in un mondo tutto nostro

Dove agli altri è proibito entrare.

E del quale gli altri non capiscono l’armonia

E i silenzi che solo noi, ed i nostri cuori, sappiamo leggere.

 

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-E così domani vi dimettono, finalmente!- Proruppe Pier osservando prima il principe dei De Alicia e poi Apollo. I due annuirono. Il primo con vigore, stringendo la mano alla ragazza che era seduta accanto a lui, sul lettino dell’ospedale, mentre l’altro lo fece poco convinto, con lo sguardo leggermente vacuo. Gli mancava qualcosa in quella stanza, quel giorno. L’Element Dongiovanni sospirò mesto e sui rivolse a quest’ultimo.

-La principessina oggi aveva dei test alla DEVA!- Gli spiegò, portando le mani dietro la testa, incrociandole. Il rosso sussultò. Gli aveva forse letto nel pensiero? No, semplicemente doveva essere palese ciò a cui stava pensando. Cloe, la ragazza che stava accanto all’Element calciatore, una giovane dai capelli azzurri, sospirò, avvicinandosi al letto del ragazzo dagli occhi dorati, per mettere apposto quei pochi fiori che resistevano alla calura estiva.

-Anche mio fratello è con lei... visto che la guerra è finita vogliono fare ancora alcuni test attitudinali e psicologici!- Gli spiegò dolcemente. -Vogliono vedere quanto siamo rimasto shokati dall’evento, credo!- Continuò.

-Quei maledetti non ci mollano nemmeno adesso che gli Angeli delle Tenebre sono stati abbattuti!- Proruppe la voce di Jun, decisamente seccato, seguito da una Tsugumi abbastanza intimorita dal tono adottato dal ragazzo. Il giovane si accomodò su una sedia, invitandola, con un sorriso, a sedersi sulle sue gambe. Lei obbedì senza fare storie, nonostante il suo volto fosse color fiamma e le sue orecchie fossero dello stesso colore. Quando tutti furono là il rumore e le risa incrementarono in modo esponenziale, tanto che una piccola folla di persone si era accalcata per vedere cosa stesse succedendo.

 

Quando furono finalmente andati il silenziò calò nella stanza dei due Elements ricoverati. Sirius era andato ad accompagnare gli altri, mentre Apollo, decisamente depresso e svogliato, osservava un punto indefinito della stanza completamente buia.

Uno spiraglio di luce fendette le tenebre della stanza, ma subito dopo venne coperto da una figura che entrò timidamente. Ancor prima che comparisse davanti ai suoi occhi, il rosso aveva già capito che fosse. Silvia apparve ai suoi occhi, un po’ intimidita.

-Cosa ci fai completamente immerso nell’oscurità?- Si preoccupò. Gli aveva detto, una volta, che il suo nome gli era stato dato perché risplendeva come il sole. E lei aveva sempre creduto

che fosse davvero così. Perché per lei quel ragazzo rappresentava davvero il sole.

-Speravo che arrivassi! Oggi c’è stata una confusione immensa qua...- Spiegò il giovane, quasi atono, rivolgendole uno sguardo. Silvia ringraziò quell’oscurità che poco prima aveva criticato, perché nascose il rossore che poco a poco stava imporporando le sue guance. Quell’affermazione le fece arricciare le labbra in un sorriso divertito. Lui aveva appena detto che c’era stata troppa confusione? Proprio lui che per fare caos era in prima fila? Prese coraggio e si sedette sul suo letto, accanto a lui, anziché sulla solita sedia.

-E se non fossi arrivata cos’avresti fatto?- Chiese, probabilmente con un piccola nota di malizia, la bionda. Apollo rimase interdetto, senza sapere esattamente cosa rispondere. Poi sorrise.

-Non lo so, Silvia...- Calcò il nome. -Credo che sarei scappato di qua e sarei venuto a cercarti!- Affermò deciso, cercando a tastoni la sua mano e catturandola, una volta che l’ebbe trovata, lasciandola allibita. Dopo una breve esitazione (circa 0,0000000000005 sec.) la tirò a sé e la baciò.

-Apollo...?- Riuscì a dire lei, una volta che si furono separati. Le sue labbra erano piegate in un sorriso tanto dolce quanto piacevolmente stupito.

-Shhh...- Sussurrò piano. -Ti ho aspettato 12.000 anni... ti ho ritrovata... e ho rischiato di doverti aspettare per altrettanto tempo! Ma non creo che riuscirei a farlo!- Le disse, accarezzandole appena una guancia. Silvia rimase sorpresa e scossa. Aveva ricordato tutto, quindi! I loro volti si avvicinarono per una dolce tentazione, ma la luce della stanza si accese, rompendo l’incantesimo ed un Sirius abbastanza arrabbiato si materializzò alle spalle della sorella, con una piccola vena, pulsante di rabbia, sulla tempia.

-Silvia De Alicia, cosa ci fai tu qui?- Chiese minaccioso alla sorella. I due giovani si separarono, praticamente con un salto, trovandosi quasi ad i lati opposta della stanza.

-Così va meglio...- Constatò seccato. Si avvicinò alla ragazza e le indicò con un gesto brusco la porta della camera. Come poteva fargli una simile crudeltà adesso che Apollo si era ricordato di lei? Ma la mano non si abbassò, nonostante gli occhi supplichevoli della ragazza e fu costretta ad andarsene.

-Comunque ci dimettono domani!- Le disse prima che si chiudesse la porta alle spalle, costringendola a nascondere un sorriso e a trattenersi dal fare i salti di gioia. La lite che seguì tra il rosso ed il biondo fu indescrivibile, ma immaginabile (quindi lascio a voi l’arduo compito di immaginarla, cari/e lettori/trici).

 

La mattina dopo i medici effettuarono gli ultimi controlli sui due ragazzi, ai quali era sbucato qualche ematoma in più. Quelli non vollero sapere nulla: i rumori avvertiti (e dai i più fraintesi) la notte precedente, parlavano da soli ed aveva un chiaro riscontro in quei lividi. Tutto regolare, quindi, come da programma li dimisero. Ad accoglierli non vi fu la folla di Elements che si erano immaginati, ma solo i bimbi di cui si sarebbe occupato Apollo da allora in avanti, Silvia e Reika.

La principessina sorrise al gruppetto di bambini vocianti che la circondava.

-Ve l’avevo detto che sarebbe tornato..!- Disse la bionda a quelli che sorrisero allegri e corsero tra le braccia del giovane che ne venne travolto, ridendo con loro. Chibiko la prese per mano e la condusse dal ragazzo, assieme a lei.

-Grazie, sorellina Silvia!- Le sussurrò ad un orecchio, facendola sorridere dolcemente. La bionda la abbracciò.

-Non devi ringraziarmi! Devi ringraziare lui, e la sua forza!- Le spiegò rivolgendo un’occhiata intenerita al giovane che giocava con gli altri. La bimba sorrise e corse a sua volta verso il ragazzo.

 

-Silvia... da adesso è per sempre!- Le disse il rosso, in un momento di tranquillità, durante la loro prima notte d’amore.

-Sì!- Asserì lei baciandolo.

 

  
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