“Mamma,
non
puoi prendermi per stupida, tra poco compio tredici anni! Qui, su
questo
giornale c’è la foto di papà con questa
modella mentre si baciano.”
Sono in
salotto con i miei genitori. Mentre ero nel centro sportivo una delle
ragazzine
che non mi sopporta dal primo giorno, è venuta a darmi la
rivista in cui c’è
mio padre che bacia una modella.
‘Tuo padre è
un traditore’ mi ha detto, ma io ho risposto che non lo era.
Mio padre ama mia
madre. Poi lei mi ha fatto vedere il giornale e io sono corsa da mia
madre che
era nel centro, in palestra. Insieme siamo tornate a casa. E ora stiamo
parlando con mio padre.
“Cami, ti
prego credimi!” mi sta dicendo. “Non ho tradito la
mamma. Te lo giuro!”
“Non ti
credo! Non ti credo!” gli dico e vado a chiudermi nella mia
stanza.
Capisco che
mi madre voglia proteggermi, ma ormai il danno è fatto. Non
uscirò mai più di
casa. Non potrò mai ascoltare i miei compagni che mi
prendono in giro.
Vado in
cucina. Il tavolo della colazione è pronto. Mio padre e
Roberto sono già
seduti, mentre mia madre ha in braccio Aurora.
“Come mai
sei ancora in pigiama?” mi chiede.
“Semplice,
oggi non vado a scuola!” le dico in tono di sfida.
“E perché
no?” mi chiede mio padre.
“Perché no!”
gli rispondo.
“Invece ora
ti prepari e ci vai!” mi dice lui.
“No” ribatto
io.
“Perché non
vuoi andare?” mi chiede la mamma.
“Perché no!”ripeto
io ancora una volta.
“Bene. Se
non vai a scuola oggi, non andrai nemmeno a ginnastica oggi
pomeriggio” mi dice
mio padre.
“Benissimo”
gli rispondo. “Tanto non ho intenzione di uscire mai
più di casa!”gli dico.
“Grazie a te!”
Prendo un
biscotto e me ne vado di nuovo nella mia stanza. Mentre esco dalla sala
da
pranzo sento mio fratello che prova a restare a casa pure lui, ma mia
madre è
irremovibile.
Dopo dieci
minuti sento bussare alla porta della mia camera. Non rispondo neanche.
Vedo
entrare mio padre.
“Possiamo
parlare?” mi chiede.
“No” gli
rispondo.
“Non sai
dire qualcosa di diverso a parte no?” mi provoca lui.
“No” ripeto
io.
Incurante
del fatto che io non voglia parlargli, lui entra nella mia stanza e si
siede
sul letto. “Senti Cami” mi dice “So che
sei arrabbiata con me, ma non pensi che
dovremmo parlarne?”
“Dov’è la
mamma?” gli domando.
“Ha
accompagnato tuo fratello a scuola” mi risponde.
“Vieni qui” mi dice indicando
il mio letto dove lui si è seduto.
“Non devi
andare a lavorare?” gli chiedo.
“Il lavoro
può aspettare. Prima vorrei parlare con te” mi
dice.
“Cosa devi
dirmi?” gli dico aggressiva.
“Basta con
questi giri, Cami. Lo so che sei arrabbiata con me per via di quella
rivista e
che pensi che io abbia tradito tua madre, ma ti ho già detto
che non è vero.
Non è vero. È una montatura e vorrei che tu mi
credessi quando te lo dico.”
“Ma se
nemmeno la mamma ti crede. Ieri sera vi ho sentiti litigare!”
gli dico.
“La mamma ci
è rimasta male, ma vedrai che alla fine mi
crederà!” mi dice. “Io non ho fatto
niente. E quella foto sul giornale è solo un gossip per
farmi perdere un affare
importante!”
“Ma se nella
foto la stai baciando!!” gli dico.
“Cami, tu
non sai ancora, per fortuna, di cosa siete capaci voi donne per fare
credere
una cosa che non è. È vero che quella modella ha
provato a darmi un bacio, ma
subito dopo io l’ho allontanata. Peccato che non abbiano
pubblicato quelle
foto. Altrimenti non sarebbe successo niente di tutto questo.”
Sono molto
dubbiosa. Da un lato vorrei credergli. Ma se penso a quello che da ora
in
avanti diranno i miei compagni….
“Cami, non
voglio mentirti” mi dice. “Una volta, quando ero
giovane, prima di incontrare
tua madre avevo tante fidanzate, tante e anche in contemporanea, ma poi
quando
ho conosciuto la mamma non ho avuto più nessuna donna se non
lei.”
Lo guardo
dubbiosa. “Un giorno, quando ti innamorerai perdutamente di
un uomo, e non sai
quanto mi costa dirti queste cose, capirai!” mi dice.
“Ma se anche
è tutto un piano per danneggiarti sul lavoro” gli
dico io “ormai sei per sempre
un traditore. E io non posso sentire i miei compagni che continuano a
prendermi
in giro per questo!”
“Amore mio,
io ho già querelato il giornale. E tu devi essere molto
forte e non ascoltare
quelle voci. Ma i tuoi veri amici crederanno a te. E io ti giuro che
non ho
tradito la mamma.”
“Quindi non
andrai via da casa?”
“Spero
proprio di no. Non voglio mentirti. Io e la mamma abbiamo litigato, ma
sono
convinto che alla fine lei mi crederà.”
“E non vi
separerete di nuovo? L’altra volta è stato
bruttissimo. Tanti miei compagni
hanno i genitori separati e non fanno altro che fare avanti e indietro.
Come Dodo
e Isabel.”
“Se solo potessi
dimostrarti quanto
bene ti voglio e
quanto sono felice di essere tuo padre, capiresti che mai e poi mai
farei
consapevolmente qualcosa che ti ferisca. O che possa far soffrire la
mamma.
Quando sei nata tu, il mio cuore stava per esplodere dalla gioia. La
mia vita
era perfetta in quel momento. E lo stesso è stato per
Roberto e Aurora. Voi tre
e la mamma siete la cosa più importante che ho. Non vorrei
perdervi mai e poi
mai!” mi dice.
Non so cosa
pensare. Mi sembra
sincero. “Quindi
tu non vuoi un’altra donna!?” gli
chiedo.
“Certo che
no!” mi risponde. “Come ti viene in mente una cosa
del genere?”
“Nella mia
classe, quasi tutti i miei compagni hanno i genitori separati e quasi
tutti i
padri hanno lasciato le madri per donne più
giovani!”gli dico.
“Cami,
credimi, io non solo non voglio lasciare la mamma, non ho una relazione
con
nessun’altra donna! Perché io amo la
mamma!”
“Quindi il
fatto che quella modella sia giovane non significa che lei ti
piace?”
“Amore, io
quella modella l’ho vista solo due volte nella mia vita. Non
mi interessa, né
lei, né nessun altra. Mi dispiace che nella tua classe,
tanti tuoi compagni
abbiano i genitori separati, ma io non voglio lasciare la mamma.
Davvero.
Credimi” mi dice lui, passandosi una mano tra i capelli. Ha
lo sguardo teso. Lo
capisco pure io che è in preda all’ansia.
“Va bene
papà… proverò a crederti!”
gli dico. Lui viene ad abbracciarmi. “Scricciolo, te
lo giuro. Io non ho tradito la mamma. E voglio che tu sappia che se per
qualsiasi motivo tu hai bisogno di farmi domande o di avere
chiarimenti, io
sono qui.”
“Papà… mi
stai stritolando!” gli dico.
“Cami” mi
chiama “non devi avere paura dei tuoi compagni! Noi non
abbiamo niente da
nascondere. Ma devi imparare a difenderti! Non voglio che tu ti faccia
calpestare
da loro e dalle loro stupidaggini.”
“Papà” gli
dico “la maggior parte dei miei compagni sono miei amici,
soprattutto Raquel,
ma ci sono quelli a cui sto antipatica. E loro non vedono
l’ora di mettermi in
difficoltà!”
“Perdonami,
se tutta questa faccenda ti metterà in
difficoltà, ma tu devi andare a scuola
testa alta. Vedrai che quando verrà fuori la
verità, dovranno scusarsi anche
con te!” mi dice. “Ora vado al lavoro. Abbiamo
tanto da fare per l’incontro di
dopodomani!”
“Va bene
papà… buon lavoro!” gli dico. Lui mi da
un bacio sulla testa e va via.
Non so cosa
pensare. Lui è mio padre ed io voglio credergli. Finora non
mi ha mai deluso.
Ha sempre fatto il possibile per rendere felice mia mamma, me e i miei
fratelli. Devo credergli.
Due
giorni dopo….
Dodo
è
passato un attimo a casa mia. Stava cercando mio padre.
“Hai visto
Cami, cosa ha fatto tua madre?”. Mi mostra il giornale nel
quale ha fatto
scrivere che ama mio padre.
“Se tuo
padre fosse stato colpevole, secondo te, tua madre l’avrebbe
fatto?”
“No, penso
di no!”
“Puoi stare
tranquilla, è davvero una montatura!!” mi dice mio
cugino. “Tuo padre non è in
casa?” aggiunge.
“No, ancora
non sono arrivati né mamma né papà. Ti
serviva qualcosa?”
“Volevo
parlare con lo zio… va bene, lo cerco sul
cellulare” mi dice.
“A proposito
di cosa vuoi parlare con mio padre…?” gli chiedo.
“A proposito
di Rocio….!”
“E non puoi
parlarne col tuo?” gli domando.
“Mio padre
non capisce nulla di donne….!” mi risponde.
“E il mio
si????” dico allarmata.
“Cami, stai
tranquilla…. Voglio solo un
consiglio….!”
***
Non
sono
riuscito a parlare con mio zio. Maledizione. Parlarne con mio padre
è fuori
discussione. Lui non solo non capisce niente di donne, ma adesso non
può
neanche sentire che la mia quasi fidanzata vuole anche un altro! Vorrei
che
quel Josè sparisse dalla mia vista!
Non pensavo
che Rocio mi sarebbe piaciuta così tanto, quando
l’ho conosciuta! Eppure
abbiamo tante cose in comune e poi lei è bellissima. Siamo
diventati subito
amici. Forse qualcosa di più. Però lei non
è proprio convinta che possiamo
essere qualche cosa di più. Ed ecco che entra in scena
questo Josè. Lui è più
grande di me di un anno. Quando lei è con lui, diventa
rossa, inizia a mordersi
il labbro e a toccarsi i capelli. Io, invece, molto spesso, quando sono
con lei
sembro perdere la facoltà di dire cose intelligenti. Mi si
asciuga la gola. E
solo dopo dieci minuti riesco a tornare in me. Vorrei tanto che
qualcuno mi
desse un consiglio sul da farsi. Però qualcuno che se ne
intenda! Chi se non
mio zio?
Due giorni dopo…
Siamo
nella
stanza del Preside. Ho dato un pugno a Josè. Ma se lo
meritava tutto. È venuto
da me dicendo che mi avrebbe portato via Rocio e che non
c’era motivo per cui
lei avrebbe dovuto scegliere me. Non ci ho visto più e
l’ho colpito.
“Signor
Mendoza” sta dicendo il preside a mio zio “anche se
lei è un parente del
ragazzo, e noi la conosciamo benissimo, siamo obbligati a chiamare i
genitori
del ragazzo. Il padre non è al momento reperibile, ma la
madre, sua sorella
immagino, sta arrivando!”
“Vi prego,
mia madre no. Mia madre no! Non voglio parlare con lei” gli
dico io.
“Dodo
calmati…. “ mi dice mio zio. “Avvisare i
genitori è la prassi in questi casi.”
“Ma non
basta lui?” chiedo io rivolto al preside.
“E’ mio zio. Accetterò qualsiasi
punizione, ma non chiamate i miei genitori. Per favore!”
“No,
Armando! Ormai abbiamo chiamato tua madre. Sta per arrivare!”
Proprio in
quel momento, mia madre entra in presidenza.
“Buongiorno
signor Preside….”
Siamo fuori
dalla scuola. Mi hanno sospeso per una settimana ma con
l’obbligo di frequenza.
Il mio comportamento ricadrà sul mio voto in condotta,
quindi mi conviene avere
il massimo dei voti in tutte le altre materie se non voglio essere
penalizzato
per la votazione finale. Ma a me non interessa niente dei voti. Voglio
andare a
casa. Vedo che mia madre è arrabbiatissima.
“Dodo, cosa
ne dici se vieni con me?” mi dice mio zio. “Tuo
padre non c’è, lo sai pure tu.
Sai che è a Barranquilla e che torna stasera
tardi!”
“No Armando.
Dodo adesso viene a casa con me. Ho già parlato con Betty.
Ho il pomeriggio
libero oggi!” si intromette mia madre.
“Con te non
voglio venire né voglio parlare!” le dico.
“E invece
verrai con me. Adesso basta. Finora ho cercato di rispettare i tuoi
tempi e le
tue decisioni. Ma ora basta! Ora vieni con me e discutiamo di quello
che è
successo!”
“Ti prego
zio… diglielo tu. Fammi venire con te. Non voglio parlare
con lei” chiedo a mio
zio.
“Dodo, ho
detto basta con queste storie. Sali in macchina. E tu Armando non
metterti in mezzo!”
dice a mio zio.
Rassegnato
salgo in macchina di mia madre.
“Non
sgridarlo troppo senza aver capito quello che è
successo” dice Armando alla
sorella. “Cami, mi ha detto che due giorni fa è
passato da casa perché voleva
parlarmi, perché voleva un consiglio su Rocio ma io non sono
riuscito a
darglielo.”
“Non ti
preoccupare. So quello che faccio” gli risponde lei.
Scendo dalla
macchina e faccio per andare nella mia stanza, ma lei mi blocca per le
scale.
“Tu ora
vieni in salotto e mi spieghi cosa è successo,
chiaro?” mi dice in un tono che
non ammette replche.
Non posso che
seguirla in salotto. “Non ti dico niente!” le dico.
“Dodo, sto
perdendo la pazienza!” mi dice lei. “So che sei
arrabbiato con me, ma io sono
tua madre. Lo so che non sono la madre che vorresti, però la
natura, il caso,
il cielo, chi vuoi tu, ha deciso che tu sei mio figlio e questo non
cambierà.
Quindi se non mi dici quello che succede, staremo qui tutto il giorno.
Ti
conviene parlare subito! Perché hai picchiato quel
ragazzo?”
“Perché
vuole portarmi via Rocio!” le dico.
“E chi è
Rocio, la tua ragazza? È la ragazza che hai conosciuto alla
presentazione del
videogioco?” mi chiede.
“Si. Ti
ricordi di lei?”
“E come
potrei non ricordarmi se non le toglievi gli occhi di dosso?
È la tua ragazza?”
“No, si, non
lo so.”
“Hai le idee
chiare a quanto pare. Forza Dodo. Dimmi cosa sta succedendo!”
“E va
beneeee” urlo io. “Io e lei siamo amici. E adesso
si sta frequentando con Josè,
che è più grande di me. Oggi lui è
venuto da me dicendomi che me l’avrebbe
portata via, che io non valgo niente, che nessuno preferirebbe me a
lui. Io non
ci ho visto più e gli ho dato un pugno!”
“Dodo… che
modo è di reagire?” mi domanda.
“E cosa
avrei dovuto fare? Stare fermo a farmi insultare come ha fatto mio
padre con
te?” le dico. Insomma questa cosa mi è sfuggita.
Non avrei dovuto dirla.
“Quindi in
realtà, tu sei ancora arrabbiatissimo con me e ci
è andato di mezzo questo
ragazzo?”
“Sono
arrabbiato anche con questo ragazzo e con Rocio!”
“Sei
arrabbiato col mondo intero insomma!” mi dice. “Hai
ragione ad esserlo. Per
quanto mi riguarda, la prima cosa che voglio dirti è
scusami. Perdonami per
come mi sono comportata. Sono stata davvero una pazza. Non so nemmeno
io cosa
mi sia preso.”
“Volevi un
altro, ecco cosa ti è successo! Io mi vergogno di avere te
per madre!” le dico.
“Lo so. Qualsiasi
spiegazione io possa darti tu non la accetteresti. Ma inizi a capire
che i
sentimenti non sono mai semplici. Perdonami se non sono stata e non
sono la
madre dei tuoi sogni. So che preferiresti avere Betty per madre, e
invece ti
sono capitata io. Però, io ti voglio bene più
della mia stessa vita e
preferisco affrontare il tuo disprezzo piuttosto che la tua
indifferenza!” mi
dice.
“Mamma, ma
tu hai mai amato mio padre?” mi domanda. “A me non
sembra nemmeno di essere suo
figlio. Non capisco come abbia fatto a farsi tradire! Non capisco come
sia
stato qui con te per due mesi prima di lasciarti!”
“Dodo, non
devi incolpare tuo padre per quello che è successo. La colpa
è soprattutto mia.
Certo che ho amato tuo padre. E lo amo ancora. Solo che lui non mi
crede. Io ….
Ho fato una stupidaggine. Ho ascoltato per sbaglio una telefonata che
lui stava
facendo con il suo avvocato in Svizzera, che è una donna e
ho pensato che
avesse una relazione con lei, e per vendicarmi l’ho tradito.
Ma non era così.
In realtà parlavano di affari!”
“E tu pensi
che io possa credere a questa storia?”
“Anche io mi
sono chiesta se fosse vero che non avevano una relazione, ma non
avevano una
relazione Dodo. Ho combinato un disastro!”
“E tu non
potevi chiedere prima a lui?”
“Ero arrabbiata.
Non avrei sentito nessuno. Proprio come te oggi. E comunque queste cose
riguardano me e tuo padre. Gli ho chiesto di metterci una pietra sopra.
Voglio
che tu sappia solo questo!”
“Ma se lui
esce con un’altra! Che pietra sopra deve metterci? Hai
rovinato tutto!”
“Ho fatto un
errore, un grandissimo errore e sto cercando di porvi rimedio Dodo.
Imparerai a
tue spese che nessuno è perfetto. Nessuno. Tutti commettiamo
errori! Anche tu!”
“Continui a
vederti con il tuo amante?”
“No. La
nostra storia è finita Dodo.”
“Mamma, io
ti odio” le dico. “Ti odio dal profondo del mio
cuore! Lo sai quanto mi stai
facendo soffrire? E per cosa poi?”
“Lo so Dodo.
Non c’è bisogno che tu lo ripeta. So di averti
ferito. E se potessi vorrei
tornare indietro a quel giorno e non comportarmi come mi sono
comportata. Ma
non so cosa mia sia preso.”
“Non
dimenticherò mai la scena che ho visto. Mai. Odio anche
papà. Perché si è fatto
tradire?”
“Dodo, non
devi odiare tuo padre. Lui non ha colpa. Sono stata io a
sbagliare” mi dice.
“Se lui fosse qui ti direbbe che avresti dovuto contare fino
a cento prima di
reagire, di incassare e di voltare le spalle a quel ragazzo,
perché lui è fatto
così. Hai sempre l’impressione che non faccia
niente, perché non fa nulla di
eclatante, ma poi le sue decisioni sono inscalfibili. Lui ha provato a
darmi il
tempo di capire che stavo sbagliando. Io sono stata felice con lui per
tanti,
tanti anni. Non dimenticarlo!”
“Mamma io
non sarei mai e poi mai potuto restare a guardare mentre
Josè mi prendeva in
giro!”
“Io ti
capisco, figlio mio. Anch’io reagisco come te. Ma dobbiamo
ammettere che le
nostre reazioni sono spesso sbagliate. Io ho sbagliato a pensare che
tuo padre
mi stesse tradendo e tradendolo a mia volta e tu hai sbagliato a
prendere a
pugni Josè.”
“Se me lo
trovassi di davanti gli darei un altro pugno!” le dico.
“Dodo, se
vuoi scaricare la tua aggressività prenditela con me. O con
tuo padre. Vai in
palestra, ma non sugli altri. Non sugli altri! Sono stata
chiara?” mi dice con
un tono che non ammette repliche.
“Si” le
dico.
“A causa di
quanto hai fatto, starai in punizione per due settimane. Nessuna uscita
extrascolastica. E se pensi che io non me ne accorga perché
stai con tuo padre,
ti sbagli di grosso. Se necessario mi trasferisco da voi!”
“Tu non sei
in punizione, anche se hai tradito tuo marito! Voi donne mi fate tutte
schifo!
Siete incapaci di essere fedeli a un solo maschio. Se Rocio diventa
come te,
non la voglio più.”
Senza
nemmeno accorgermene, mia madre mi molla un ceffone in pieno viso.
“Le settimane
sono diventate tre e senza cellulare!” mi annuncia.
Per tutta
risposta, prendo un vaso dal tavolo e lo faccio cadere a terra.
“Bene Dodo”
mi dice mia madre. “Siamo a quattro settimane. E inoltre non
potrai usare il
computer per più di un’ora al giorno e per fare i
compiti. Continua se ne hai
il coraggio!”