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Autore: Petit_fantome    22/02/2015    3 recensioni
Se tutto è imperfetto in questo imperfetto mondo, l'amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione.
Jöns (Gunnar Björnstrand), in Il settimo sigillo, 1957.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due
 
 
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Un cane può trovare, perfino nel più inutile di noi, qualcosa in cui credere.
E.V.Lucas
 
 
 





E’ quasi passata una settimana da quando Sapphira ha iniziato a vivere con me.
Siamo realistici, mi fa da badante.
Appena ha messo piede in appartamento il cane è impazzito. Letteralmente. Ha passato ore ad annusarla e a starle dietro come una pulce.
Figuriamoci poi il ruffiano, appena ha visto che gli dava corda si è steso a terra con le zampe in aria.
Che cane!
Ma tornando a Lei, è da cinque giorni che stira e fa il bucato.
Ero messo male, glielo avevo detto.
E si, avevo ragione.
Abbiamo acquistato un armadio nuovo per poter sistemare tutti i vestiti nuovi puliti.
Appena si è presentata la necessità le ho dato i soldi e l’ho pregata di andare, ma nulla.
Sono dovuto andare con lei.
“Ti prego Bill, vieni anche tu. Sono i tuoi soldi, io non mi fido ad andare senza di te. Poi magari sbaglio armadio o quello che prendo non ti piace.”
“Sapphira, va bene un qualsiasi armadio di media misura.”
“Ma che ti costa venire con me? Dai dai su andiamo. Prendo il cappotto, il berretto e arrivo.”
Alla fine mi sono arreso e sono andato.
Ho odiato profondamente quei tre idioti di commessi.
“Signorina se vuole veniamo a montarlo noi…” e intanto guardavano me come se fossi un bambino in fasce. O peggio, come fossi una nullità.
Lo so che sono paralitico, che sono un disturbo, un problema ma… Lo so montare un fottuto armadio!
Cioè… Lei lo sa montare e lo ha montato.
Io ho guardato.
Anche se Lei a fine dell’opera mi ha guardato e mi ha ringraziato delle istruzioni.
Già, sono stato talmente utile a leggere quel cavolo di libretto di “distruzioni” che Lei dopo due pagine lette aveva già finito.
Morale: Le faccio pena.
Non trovo altre soluzioni.
Sempre gentilissima, disponibilissima, puntualissima, carinissima, dolcissima… troppi -issima per non pensare male.
Ma, dopotutto, sta lavorando davvero molto e non esce mai.
Se mi lamentassi sembrerei un mostro.
Già, non esce mai. Ma mai.
Due giorni dopo il nostro incontro ha portato qui anche le famose valigie.
Non ho resistito, appena ho viso quei borsoni sono partito a razzo con le domande.
Speravo di farla confessare senza chiederglielo direttamente e invece no.
“Sembrano pesanti quelle valigie…”
“Eh si, in effetti sono belle piene.”
“Già, l’ho notato, vuoi un aiuto?”.
“Oh no, tranquillo, tanto sono cose facili e veloci da sistemare.”
“Ah si?”.
“Si.”
“E, scusa la curiosità, cosa c’è lì dentro?”
“Ehm... I miei libri.”
“Li hai rubati?”.
“Ma certo che no!”.
“Scusa la domanda, ma quando mi hai risposto hai fatto una faccia imbarazzata e sei diventata bianca come il maglione che indossi.”
“No, è che… Be ti sembrerà assurdo che una persona riponga con tanta cura dei libri mentre lascia in sacchi neri i vestiti.”
“Ammetto che è un po’ insolito, ma da questo deduco che tu sia un’ amante della lettura e dei libri, ergo dimostri di avere un minimo di sale in zucca e di non essere esattamente “come tutti gli altri”. Tutto qui.”
La mia risposta deve esserle piaciuta molto dato che ha sorriso serena.
Anche se la mia curiosità non era per nulla soddisfatta, mi sono seduto sul mio posto in divano come tutti i pomeriggi (si è una faticaccia ma ormai ho imparato e mi piace stare seduto sul divano!) e ho aspettato che il cane si appollaiasse sui miei piedi.
Me li tiene sempre caldissimi. Meglio di una stufa.
Anche ora mi trovo sul mio bel divano.
Abbiamo appena finito di cenare e mi ha chiesto se può guardare la tv.
Le piace tanto una serie tv.
Ovviamente, non posso negarglielo. E’ la prima volta che passa la sera senza pulire o stirare o cercare di cambiare la rotazione della Terra.
Finalmente chiede di riposarsi pure Lei.
E’ quasi un evento, anche se, ha appena sistemato il tavola, lavato le stoviglie e preparato i popcorn.
Uhm… Sono passati secoli dall’ultima volta che li ho mangiati.
Sgranocchiamo in silenzio alcuni popcorn mentre guardiamo distratti la pubblicità che precede l’inizio della puntata.
“Spero di non essere invadente ma, come mai non hai dato un nome al cane?”
Mi guarda sorridendo appena.
“Be, lui non è mio, è entrato abusivamente nel mio appartamento e deve pure ringraziare che non gli chiedo l’affitto.”
Ride dolcemente.
“Dai Bill, dico davvero, ormai è chiaramente il Tuo cane.”
“Sapphira ogni cane è dipendente dall’uomo, non ti ricordi come ti è stato dietro il primo giorno che sei arrivata?” scrollo le spalle guardando il sacco di pulci.
“Si vero, però è vero anche che da quando sono qui sono io a nutrirlo riempiendoli la ciotola del cibo e dell’acqua; però ora è sui tuoi piedi come ogni sera. Ti vuole molto bene Bill e ti riconosce come suo padrone.” Sorride grattando la testa del cane.
Rimango a pensarci qualche istante.
“E che nome dovrei dargli?”
“Quello che vuoi Bill, a lui sicuramente piacerà” sorride teneramente.
Uhm, capiamoci, prima di finire in questa meravigliosissima situazione, la mia vita era fatta solo ed esclusivamente per me. Per il mio divertimento, per i miei interessi, per l’alcool, per le feste… Alias, non mi sono mai e poi mai preso cura di qualcuno o anche solo vagamente interessato a qualcuno.
“Ehm, tu che nome sceglieresti? Sai è il primo cane che ho per cui non sono molto pratico.”
La vedo guardarmi confusa e perplessa.
“Che ti turba?”
“D-davvero è il tuo primo cane? Come è possibile? E’ sempre pulito e profumato… Insomma si vede che viene tenuto con cura e maestria.”
Scrollo le spalle guardando distratto la tv. “Si, ogni settimana arriva un commesso del negozio per cani qui vicino e lo porta in negozio a sistemare. Io non gli permetto di stare  qui sporco o pieno di peli.”
“Bill, ma tu lo hai mai toccato?”
Ma come diavolo ha fatto a capirlo???
“No, perché dovrei?”
Lo prende mettendolo poi sulle mie gambe. “Perché è bello! Senti, accarezzalo su.”
Mi porta la mano sulla sua testa.
Deve starmi davvero simpatica questa ragazza perché non avrei mai permesso a nessuno un contatto così familiare. Ma ripeto, le devo tanto per cui cerco di trattenermi.
Accarezzo con calma la testa del cane.
Uhm è morbido e paffuto.
“Pumba…”
Sussurro mentre a Lei esplode un sorriso tenero sulle labbra.
“Ottima scelta Bill.”
Mi mette assai a disagio tutta questa dolcezza/ tenerezza/ qualsiasi cosa sia.
Quindi scelgo la carte del “deviamo il discorso”.
“Di che tratta la serie tv?”
Guardo la tv che trasmette la sigla iniziale mentre Lei mi fa un mini riassunto della trama.
Sembra carina come cosa.
 
 
 





























































Ecco il secondo capitolo.
Ripeto, sto scrivendo mano a mano che le idee mi giungono e sono sempre più impegnata per questioni personali, quindi non so quando pubblicherò di nuovo.
 
Ringrazio chi ha letto e commentato e a chi soprattutto sceglierà di avere pazienza.
Spero di ricevere almeno qualche commento e/o critica.
 
Alla prossima e baci dal fantasmino.
 
  
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