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Autore: ino the demon    07/12/2008    2 recensioni
Nessuno vi ha mai detto cosa pensa Edward. Nessuno vi a mai detto cosa pensa Edward quando fa qualcosa di sgradevole. Nessuno vi ha mai detto cosa pensa Edward quando va a caccia, quando DEVE uccidere. E cosa pensa quando, cercando di rinchiudere il predatore che è in un'angolo della sua mente, lascia che a invadere i suoi pensieri più umani sia Bella. Missing moment dalla saga di Twilight, senza spoiler.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio la lettura ascoltando  Kiss the Rain, del pianista Yiruma.
La poesia inserita in grassetto no
n appartiene a me, ma  al grande poeta Willam Blake. La potete trovare nella collezione di poesie Songs of Experience   


                                                                                                   BURNING BRIGHT


Tyger! Tyger! burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?

Edward Cullen splendeva, sprofondato in una candida poltrona, lo sguardo perso oltre l'enorme vetrata  che fungeva da parete. Splendevano le sue mani diafane, i cui contorni venivano delineati nettamente dalla luce del sole, che filtrava attraverso la foresta.
Splendevano le sue labbra, intagliate nel marmo e splendevano infine i suoi occhi, circondati da  un velo cupo di nero.
La sete rombava  dentro di lui.  Tutto nella sua figura, per quanto quieta potesse sembrare, rimandava il pensiero all'immagine di un felino prono al balzo.
Bella, la sua Bella, una volta l'aveva paragonato ad un leone, ma adesso lui si sentiva più una nera pantera: l'unico animale che uccide per il puro, insanguinato piacere di farlo.
La sete ruggì più forte. Era stato un errore madornale pensare a Bella in quelle condizioni. La lingua del vampiro scivolò sulle sue zanne, le sue armi di porcellana.
Dovette lottare con se stesso, scarnificando i braccioli della potrona con le mani fortissime e costringendosi a non alzarsi, a non scattare, a non avventarsi sul collo delicato che emanava quel delizioso profumo e che distava solo poche miglia da lui.Se si concentrava poteva sentirne l'incredibile aroma.
Mentre la sete continuava a  ringhiare, una parte del cervello di Edward gli disse, a denti stretti: - mi fai schifo.-

In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?
What the hand dare sieze the fire?

Emmet si avvicinò ad ampie falcate, mise una mano pesante sulla spalla del fratello. -Andiamo- disse, e sembrava quasi un ordine. La sete tormentava anche lui, ma non lo rendeva cieco.Si accorse subito che qualcosa in Edward si opponeva a quello che per lui era il delizioso pensiero della caccia.
-Edward- insistette con il solito tono perentorio, ma il vampiro non si mosse. Un fuoco devastante danzava nei suoi occhi.
-Secondo te, chi ci ha creato?- chiese  cupamente al fratello. Emmet non era in vena.No davvero. Là fuori almeno un paio di orsi aspettavano solo i suoi denti e quello non gli pareva proprio il momento per intavolare discussioni filosofico teologiche.
-Ed.. sinceramente... ho sete!- Concluse mentre già la sua enorme figura  infilava la porta, chinandosi leggermente.
Per un attimo, appena fuori casa, si sentì mortalmente in colpa. Ma poi pensò che c'era Alice, e che il profumo di un grizzly l'aveva appena colpito in faccia con la violenza di un pugno. Uno dei suoi affascinanti sorrisi si dipinde sulle labbra sottili.
Era divertito. Molto divertito.
Il senso di colpa svanì, lasciando il posto alla macchina per uccidere, al fuoco che danzava anche dentro di lui.

And what shoulder, & what art.
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand? & what dread feet?

Alice scese aggraziata  le scale, si accomodò nella poltrona  davanti a Edward e prese a fissarlo.
- Chi ci ha creato, eh? Io non me lo ricordo Ed, ma tu dovresti saperlo. No?- Tese una mano dalle proporzioni perfette per accarezzare il viso marmoreo del ragazzo.
-Carlisle ti ha reso quello che sei, e ti ha salvato la vita.O vuoi farmi credere che avresti preferito morire di Spagnola, solo, senza mai conoscere Esme, me , Emmet...Bella...-
A quel nome il vampiro sussultò.- Avrei preferito non conoscere mai Bella- il nome della sua ragazza gli uscì nel bel mezzo di una smorfia disgustata.Disgusto per sè stesso.
-Così almeno non dovrei preoccuparmi del mio insiegnificante e poco pressante desiderio di bere il suo sangue!-
Riuscì a suonare ironico, o per lo meno si sforzò di sembrare tale.
- Non intendo chi ha creato me- continuò- intendo: chi ha voluto che la nostra razza venisse al mondo? Come se le cose qui non fossero già abbastanza pericolose.
Già, nel mondo mancava giusto una  perfetta macchina per uccidere, il cui odore, il sui sapore, il cui aspetto, intrappolassero la preda impedendone la fuga.
 Edward trattenne il respiro e lentamente il suo cuore smise di battere. Ninete di ciò che era necessario alla vita era necessario a lui. Si sentì il contrario, la nemesi della vita stessa.

What the hammer? what the chain?
In what furnace was thy brain?
What the anvil? what dread grasp
Dare its deadly terrors clasp?
 
Perchè il suo cuore ricominciasse a battere, per tornare ad essere qualcosa di vivo, Edward dovette costringersi a respirare. Inspirò profondamente, e subito, immediatamente, in meno di mezzo secondo si rese conto che riprendere ad avvertire gli odori era stato uno sbaglio. Se i sentimenti delle persone avessero avuto un'odore il suo olfatto sensibilissimo lo avrebbe avvertito. E ciò che sentiva adesso, sotto l'odore penetrante della preoccupazione di Alice ( che, per essere precisi, aveva un sentore agrodolce, come  di incenso bruciato troppo a lungo) era l'odore della gioia feroce di Emmet: sapeva di sangue , di  calore corporeo e  persino di sudore.
Era  pungente, ma allo stesso tempo inivitante. Edward sentì distintamente che se non fosse andato a caccia sarebbe morto, di nuovo. Sapeva che la cosa non era logicamente possibile, ma  la certezza data dagli odori , per gli animali nei quali in quel momento si riconosceva, è molto più valida della certezza data dall'intelletto.
Perse lucidità.
Alice gli sorrise dolcemente, ma anche lei era assetata. I canini affilati luccicarono nell'oscurità, mentre affettuosa guardava suo fratello.
I muscoli di Edward si contrassero mentre si alzava fulmineo dalla poltrona,con un gesto talmente rapido che solo un altro vampiro avrebbe potuto coglierlo. Alice rabbrividì, a metà fra piacere e sofferenza, al pensiero che presto anche Bella avrebbe potuto vedere tutto questo. Ancora più spettacolare della bestia domata alla luce del sole era la bestia selvaggia, acquattata nell'ombra della foresta.
Edward, come forgiato in una fornace, sembrava fatto di una materia più solida del diamante. Alice sentì tutta la superiorità gelida della loro razza abbattersi su quella animale, su quella umana. La loro condizione  immortale li equiparava Dei. La loro sete li rendeva demoni. A metà fra l'aria frizzante del cielo e il fetore letale delle fiamme d'Inferno.
Ma perchè stare a fare della filosofia, della teologia? l'odore del sangue e il ringhio di  Emmet ronzavano nelle orecchie di entrambi.
- Se proprio devo andare all'inferno...- Edward ripetè parole già dette,prima di iniziare la caccia.

When the stars threw down their spears,
And watered heaven with their tears,
Did he smile his work to see?
Did he who made the Lamb make thee?
 
 Alla fine della caccia Edward era sporco di sangue, fradicio come se ci avesse fatto il bagno dentro. Emmet  ridacchiando lo prendeva in giro, bonariamente. Alice faceva notare sarcastica il candore dei suoi abiti, a confronto con la lordura dei suoi fratelli. Procedevano camminando a velocità umana, sazi, stanchi. Edward  sorrideva e gli altri due lo osservavano compiere quel movimento così innauturale, così ipnoticamente bello.
Il nerboruto Emmet  corse incontro a Rose, che li attendeva sulla soglia di casa, come se il suo compagno si fosse assentato a lungo per andare a correre chissà quali pericoli. La corsa si trasformò in un'inseguimento giocoso quando la vampira si accorse della lordura di Emmet e della sua intenzione di insozzare i suoi vestiti.
- Vita quotidina dei figli di satana- pensò Alice abbastanza ad alto volume perchè Edward se ne accorgesse. POi affrettò il passo, pronta per andare a tuffare i suoi occhi color del topazio in quelli di Jasper, sempre un po' assetati.
Nel salotto ancora illuminato Esme suonava il piano, mentre Cralisle la  guardava. La  guardava e basta, senza muovere un muscolo del volto o del corpo, la guardava come se non avesse mai  fatto altro nella sua vita.
Il passaggio di Edward nella stanza fu così rapido da sollevare un alito di vento.In pochi secondi fu sotto la doccia . Fredda.
Cercava sempre di fare in modo che l'acqua  fosse davvero gelida, che arrivasse a superare il freddo del suo corpo dimostrandogli così che non era lui la cosa più fredda al mondo. Non ci riusciva mai. Non ci sarebbe mai riuscito. Avrebbe voluto che dai suoi occhi scorressero lacrime, ma nemmeno questo era mai riuscito a fare. Al suo copro  era negato anche il fluido più triste.
Uscì dalla doccia cercando di tornare dell'umore che aveva seguito immediatamente la caccia. Provò a sorridere. Gli venne sorprendentemente bene.
Sapeva perchè, lo sapeva senza nemmeno guardare l'orologio. Era ora di andare da Bella, era il momento che il leone e l'agnello, che la tigre e la sua vittima si completassero per qualche istante a vicenda. Qualche istante che si apprestava a diventare una lunga eternità.
Neanche due minuti dopo era davanti alla porta di casa sua. I pensieri di Charlie erano già diventati ostili, tinti di nero, comne sempre durante l'orario di visita.
Al posto dei pensieri di Bella il consueto, ormai amico, vuoto.
Suonò il campanello.
 La sua voce argentina riusonò poco lontano: - Arrivo!-
In quei pochi istanti Edward ripensò allo sguardo di Alice riflesso negli occhi di Jasper, agli occhi gioiosi di Emmet e a quelli splendenti di Rosalie, agli occhi  di Carlisle ed Esme. Così diversi,eppure uniti per l'eternità.
La porta si aprì, e nei suoi occhi si dipinse quello stesso sguardo estasiato.

Tyger! Tyger! burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Dare frame thy fearful symmetry?

Alice e Jasper
Emmet e Rosalie
Carlisle e Esme
...
Edward e Bella.



Spazio dell'autrice:
Ebbene sì, abbandono  per un'attimo l'amatissimo One piece( non temete, -La voce della coscienza - continua!) per dedicarmi alla saga di Twilight.
 Avrei anche un'idea per  un'altra  fic, questa volta dal punto di vista di Bella, ispirata dal sonetto corrispondente a questo nella raccolta parallela Songs of Inncence, dello stesso autore, William Blake.
 La contrapposizione fra  agnello ( the lamb) e tigre (the tyger) mi ha subito ricordato l'arcinota frase del libro!
 A proposito. vi è anche una citazione incompleta da stephanie meyer.. quel  famoso: -se proprio devo andare all'inferno...-
 
Per postare la seconda fic, credo che attenderò i vostri commenti su questa! Lasciate una recensione!

  
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