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Autore: franzie    22/02/2015    0 recensioni
Frederick Frankenstein, colui che aveva avuto successo laddove suo nonno Victor aveva fallito, l'uomo in grado di sostituire la vita alla morte, lo scienziato più acclamato del pianeta, aveva tutto. Poi improvvisamente si ritrovò a non avere più niente.
Infine lei bussò alla sua porta...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth, Frederick Frankenstein
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Aveva viaggiato troppo a lungo ed era assolutamente distrutta. La traversata su quella sottospecie di vecchio naviglio era stata lunga e faticosa, costantemente in balia delle onde e del vento. Per non palare dell’arrivo in Europa: Elizabeth Benning aveva impiegato secoli a raggiungere quella terra così selvatica, quel luogo dimenticato da Dio, come soleva definirlo, quella regione tetra e buia, insomma la Transilvania.
Le circostanze l’avevano costretta a viaggiare in incognito, pertanto anche i mezzi utilizzati erano malridotti e poco sicuri, ma si era dovuta accontentare. Lei, da sempre abituata a vivere nel lusso e nelle comodità, aveva messo a dura prova le sue capacità di sopravvivenza, ma dopotutto non aveva avuto altra scelta.
“Dunque è così che si sentono i fuggitivi. Bello schifo” pensò la giovane a voce alta, osservando con rassegnazione le irreparabili pieghe che aveva assunto il suo vestito; fino a poche settimane prima mai avrebbe pensato di finire in quelle condizioni, e invece eccola ad arrancare, stanca e sporca, verso quel luogo dove tutto era cominciato. O finito…
   Elizabeth si trovava in una stazione di campagna, in piena notte, e non aveva idea di come arrivare al castello di Frederick, dunque si sedette su una panchina aspettando che le venisse in mente qualcosa da fare. Realizzò solo allora di essere completamente sola, abbandonata a se stessa e obbligata a nascondersi da quel mostro che era…suo marito. Non avrebbe mai dovuto sposare Abby! Era e sarebbe rimasto per sempre una creatura orribile, brutale, un’entità completamente diversa da quella che lei aveva creduto all’inizio. Il loro matrimonio sembrava perfetto, insolito ma davvero fantastico; Abby era un uomo dolce e premuroso che sembrava amarla moltissimo sotto ogni punto di vista… Avevano una bella casa, uscivano insieme e frequentavano l’alta società newyorkese proprio come piaceva a lei.
Poi qualcosa era cambiato in entrambi: Abby era diventato presuntuoso e insofferente, se ne stava sempre disteso sul divano e a poco a poco sembrò dimenticare perfino come articolare un linguaggio umano; ricominciò a emettere solo quei terribili mugolii rabbiosi come faceva prima del trasferimento di cervello.
D’altro canto Elizabeth era tornata a considerarlo come una creatura, anziché come suo marito, e ben presto le tensioni si erano trasformate in litigi furiosi che l’avevano portata a scappare di casa per cercare risposte. Sapeva che doveva essere andato storto qualcosa durante l’esperimento, e Frederick era l’unico che potesse aiutarla.
   “Sono dispersa nella notte transilvana senza un posto dove andare e dove dormire. Come potrebbe andare pegg…?” Elizabeth non ebbe il tempo di finire la frase che uno scroscio abbondante di pioggia le si rovesciò sulla testa, e a quel punto cominciò a piangere disperatamente, un pianto sconsolato ma liberatorio, durante il quale le lacrime sulle sue guance si confondevano con le gocce di pioggia.
   Non ricordò con quale forza riuscì a camminare fino al paese e a chiamare un autista che la scortasse fino alla collina nera e deforme sopra la quale sorgeva il castello.
L’antica residenza dei baroni Von Frankenstein.
 
 
N.B.:
[Ok, sono io, sono l’autrice. Lo so che il mio racconto si discosta forse eccessivamente dai toni comici e leggeri di Mel Brooks (che stimo moltissimo, naturalmente!), soltanto che ogni volta che guardo un film o leggo un libro, ho l’abitudine di “sbucciare”, analizzare, sottoporre a una sorta di RAGGI X alcuni dei personaggi che incontro. Cerco di indovinarne i sentimenti più segreti e i pensieri più profondi, riguardando tante volte la stessa scena, o leggendo ripetutamente lo stesso passo (magari fantasticandoci un po’ sopra). Il risultato non può essere che una storia molto introspettiva, a tratti malinconica e quasi sempre lontana dal finale noto. Spero vi possa piacere ugualmente!]
   
 
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