Epilogo:Tell me its okay to be happy now, because I'm happy now
Wendy p.o.v.
È passato un anno da
quando May mi ha resa zia.
Due mesi dopo il parto siamo stati tutti invitati al battesimo ed
è stata una grande festa
tra amici e musicisti. A Dio piacendo non è richiesto un
discorso per il
battesimo e quindi né Alex né il mio amore scemo
hanno potuto dire la loro
imbarazzando i presenti.
A proposito del mio amore
scemo May – con una scelta che ha sorpreso tutti, persino i
fili d’erba del
guardino – l’ha nominato padrino di Andrew.
Non ce lo vedo Jack come
guida spirituale che deve correre in aiuto nel percorso di vita
cristiana del
suo pupillo. Lo vedo come guida a una vita da pervertito come la sua:
ragazze,
ragazze, alcool, canne, ragazze, ragazze.
Lo so, adesso è cambiato.
È un ragazzo fedele e paziente, ha sopportato che la sua
casa venisse invasa
piano piano dai miei parenti e amici senza lamentarsi.
Non so se ha un cuore
d’oro o si è divertito come un matto; forse un
po’ tutte e due le cose.
Considera Sophie come una sorellina da proteggere, May come una delle
poche
figure da cui si fa comandare a bacchetta (vedi il matrimonio di Holly)
e
Aileen come una tizia con cui scambiarsi amichevoli insulti.
May come madre che se la
sta cavando benissimo, sicuramente meglio della mia che pare volesse abbandonarmi già
subito dopo il parto. Era una
madre amorevole la mia, così amorevole che mi ha sparato in
pancia e a una mano.
Lasciamo perdere questi
brutti ricordi, è meglio.
Dopo che la mia sorellina ha
smesso di allattare Andrew si è trasferita in una villa che
hanno comprato lei
e Jordan. L’ha sistemata benissimo, rendendola subito
elegante, ma non
pacchiana, un qualcosa che solo lei potrebbe fare.
Non nego però che mi
manchi, la casa è vuota senza di loro.
“WENDY!”
L’urlo belluino di Jack mi
riscuote dalle mie elucubrazioni.
“Cosa succede, Jack?”
“Dalla cucina viene odore
di bruciato!”
Scatto in piedi come se la
sedia della mia scrivania scottasse e corro al piano di sotto, puzza di
cibo in cui
qualcosa è andato storto: le lasagne o
le cotolette? Oppure tutte e due?
Arrivo in cucina senza
fiato e apro il forno, del fumo esce facendomi tossire, tolgo due
teglie: le
cotolette sono ok, la lasagne un po’ meno. Sono mezze
bruciacchiate.
“Cazzo, Jack! Ti avevo
detto di tenerle d’occhio!”
Lui si gratta la testa.
“Sì, ma in Tv davano
“Mamma, ho perso l’aereo.””
“Ma se l’hai visto
duecento volte! Vabbeh, chissene, dammi una mano.”
Insieme grattiamo via le parti più bruciate delle lasagne,
lui ride, io alla
fine finisco per fargli compagnia. Non si può davvero
rimanere incazzati con
Jack Barakat, è una specie di legge naturale.
Poco dopo suona il
campanello ed entrano Alex e Holly, lui ride perché ha
già intuito cosa è
successo, lei è un fascio di nervi e non capisco
perché. È sposata, è diventata
più bella con i capelli lunghi, deve essere per via del
libro.
Già, dopo anni passati a
scrivere su vecchi quaderno o su word sei mesi fa ha preso coraggio a
due mani
e ha mandato qualcosa a una casa editrice.
A loro è piaciuto e hanno
deciso di pubblicare, il libro è uscito ieri.
“Buongiorno! Jack, hai
fatto bruciare ancora il pranzo! Che pessima casalinga!”
“Davano…”
“Sì, ho visto. Ma è un film che conosci
a memoria.”
“Voi non capite, ogni
volta si notano dei particolari nuovi.”
“Immagino che a quest’ora saprai il numero esatto
dei peli del culo del
protagonista.”
La voce di Aileen ci fa
voltare verso lei e Tony, lui ha in mano una torta, gli faccio cenno di
appoggiarla sul tavolo della cucina.
“Oh, la tartaruga e la
nuova Rita Skeeter.”
Lei gli fa una linguaccia.
“Vuoi una mano, Wen?”
“Sì, sarebbe gradita.”
I ragazzi se ne vanno in cucina e rimaniamo solo io, Holly e Aileen che
immediatamente
mi aiuta e finisce il lavoro che avevamo iniziato io e Jack. Holly
rimane
imbambolata nel bel mezzo del locale, come se non sapesse cosa fare.
“Holly, tutto bene?”
Le chiedo gentilmente.
“E se non piacesse a
nessuno?
E se non vendessi una
copia e venissi stroncata dai critici?”
Io le batto una mano sulla
spalla.
“Andrà tutto bene. Hai
scritto un libro meraviglioso, ci hai messo tutta te stessa e si vede.
Brilli
come una stella. Uno deve essere scemo per non notarlo.”
“Grazie, Alex è da ieri
sera che tenta di calmarmi, ma non ce l’ha fatta.”
“È normale che tu sia
nervosa, non ti preoccupare.”
“Sai, credo che andrò di
là con i ragazzi.”
Lascia la cucina.
“Andrà bene?”
“Andrà benissimo. Ho letto
il libro e l’ho trovato meraviglioso, Holly non ha nulla da
temere.”
Aileen sorride e poi
torniamo di là, Jack e Alex stanno chiacchierando con Tony,
Holly invece
giochina con il suo cellulare, se non si fosse capito in questo periodo
è
nervosissima.
Poco dopo suona il
campanello, apro al resto degli All Time Low, Rian, Zack, Alex e Jack
si
scambiano pacche sulle spalle, le ragazze invece vanno subito da Holly
e le
fanno i complimenti per il libro. Questo sembra tirarla un
po’ su di morale.
“Grazie, Cass, Tay! Non
dovevate!”
“Ma figurati! È bellissimo!”
Le risponde Tay con
calore, le punte azzurre le stanno benissimo e Cassadee è
impeccabile come
sempre. Guarda con una certa curiosità come si comportano
Alex e Holly e poi
guarda Rian, è chiaro che le piacerebbe ricevere la
proposta. È un po’ che
stanno insieme, ma lui non si decide a chiederle di sposarlo, dice che
sta bene
così e che Cass è molto impegnata con la sua
carriera solista, il che è
sicuramente vero ma non impedisce a una ragazza di sognare
l’abito bianco.
In quanto a Tay e Zack
dopo l’inizio un po’ turbolento adesso vanno
d’amore e d’accordo, loro parlano
cautamente di convivenza, ma ci vanno con i piedi di piombo.
"E tu Rian quando ti
sposi?”
Gli chiede Jack
inopportuno come sempre, dovrebbero dargli un premio per ogni volta che
ha
parlato quando avrebbe dovuto stare zitto.
“Non lo so, non sto male
così.”
Cass ingoia il rospo con un sorriso.
“Ma magari potrei
convivere, cosa ne pensi, Cassadee?”
“Penso che sia una
magnifica idea, ma dobbiamo organizzarla meglio.”
Rian le rivolge il suo sorriso smagliante.
“Prendiamo una villa qui a
Los Angeles e tu porti la tua roba e io la mia, non è
così difficile.”
Lei sorride con calore, già persa in sogni in cui divide
finalmente gli spazi
con il suo uomo, anche Tay ha la sua stessa faccia.
“Abbiamo comprato la
villa!”
Esclama, la gioia
trattenuta a stento.
“Ma è meraviglioso,
complimenti!”
“Cosa è successo? Cosa mi
sono persa?”
Sulla porta ci sono un po’
di persone: May con in braccio Andy, Sophie, Jordan,
Vic, Jess e Jaime, Mike e Alysha. Ovviamente
è May ad avere parlato.
“Zack e Tay hanno comprato
una villa per vivere insieme e pare che anche Rian e Cassadee
convivranno!”
“Ma è meraviglioso!
Matrimoni all’orizzonte?”
“No.”
“Peccato.”
La guardano un po’ tutti sorpresi.
“Scusate, deformazione
professionale.”
May ha appena avviato un’attività di wedding
planner e non se la cava male, si
sta facendo lentamente un nome tra i ricconi di Los Angeles. Jordan
è
soddisfatto di lei e di come stia crescendo Andy. È un
bambino meraviglio: ha
gli occhi azzurri di May e folti capelli neri.
È amichevole con tutti,
riesce più o meno a camminare e sa dire qualche parola,
Jordan ha pianto quando
ha sentito la sua prima parola, ossia papà.
Ama quel bambino come se
fosse suo e – contrariamente alle previsioni della famiglia
Eckes – non si è
stufato di May e le è rimasto accanto.
“Aex! Aex!”
Il bambino tende le mani
verso Alex, ha una vera predilezione per lui, cosa che non manca di far
ingelosire Jack.
“E zio Jack, campione?”
Lui lo guarda.
“Cresta brutta.”
Lui borbotta qualcosa e poi tace, profondamente offeso dal commento del
nipote
su quelli che considera i suoi bellissimi capelli. È come se
avesse cinque anni
e non ventisei.
Ma Jack Barakat si ama
anche per questo: perché è un eterno bambino e fa
tenerezza. A volte sa essere
saggio, a volte terribilmente infantile. Io amo tutti e due i lati del
suo
carattere.
Mi piacerebbe convivere
per sempre con lui e – lo ammetto –
l’idea del matrimonio mi gira in testa da
un po’, ma so che non devo fargli fretta o lui
scapperà. Lui ha bisogno dei
suoi tempi e io sono disposta a darglieli, ho l’intima
certezza che non
scapperà.
In ogni caso May passa il
bambino ad Alex che se lo spupazza ridendo come un matto.
“Non ridere, Gaskarth!
Insegnerò ai miei figli a temerti.”
Alex ride più forte.
“Jack, i tuoi figli mi
adoreranno, è scritto nelle stelle.
Io sono nato adorabile.”
“No, tu sei nato con due sopracciglia enormi e io ti ho
battuto.”
“Ancora? No, le mie erano
più grandi delle tue al liceo.”
“Pf! Sono passati anni e non ammetti ancora la
sconfitta!”
Il cantante ride di gusto.
“Serve un giudice. Holly,
ci conoscevi entrambi, chi aveva le sopracciglia più
grandi?”
“Non vale, è tua moglie.”
“Holly, giura di essere
imparziale sulla bibbia.”
Io guardo sorpresa quei due, come tutti più o meno.
“Alex, fai sul serio?”
Gli chiedo sbalordita.
“Certo. Da irlandese
cattolica non hai una bibbia in casa?”
“Boh, forse. La vado a
cercare.”
Vado nel mio studio, dove ci sono anche i libri, e inizio a cercare tra
gialli,
romanzi rosa, fantasy e sui vari gialli del mondo e alla fine
– nascosta dietro
un enorme libro di disegni – trovo una bibbia consumata. Mi
pare fosse il
regalo di nozze di mia nonna materna.
La porto in salotto e
Holly giura solennemente di dire la verità e solo la
verità.
“Allora Holly, chi aveva
le sopracciglia più grandi? Io o Alex?”
“Tu Jack. Sei felice?”
“Molto! Ahahahahahhaha!
Mi hai rubato Andy, ma non
il primato.
Peeeerdeeeenteeee!”
“Ragazzi, sediamoci a
tavola.”
May spinge tutti verso la sala da pranzo con piglio autoritario,
sedando il
litigio tra Alex e Jack e le risate del resto del gruppo. Si siedono
tutti
intorno al tavolo e io servo le lasagne, nonostante siano state un
po’
bruciacchiate non sento nessuno lamentarsi per questo, anzi la teglia
sparisce
negli stomaci di tutti a velocità impressionante.
“Buone, ‘En!”
Esclama Jaime con la bocca
piena.
“Datti un contegno,
tesoro!”
Lo rimprovera divertita
Jessica.
“Ma sono buone!”
“Ho capito, ho capito!
Wen, dopo mi passi la ricetta?”
“Certo. Mettiamo Jaime all’ingrasso.”
“No.”
La voce di Vic si leva velata di ironia.
“Come no? Non posso
mangiare?”
“Ma certo che puoi
mangiare! Solo non devi metterti all’ingrasso o non salti
più e ci serve un
bassista che salta come una cavalletta, sei famoso per
quello.”
Lui sbuffa e riprende a
mangiare la sua seconda porzione di lasagne, sembra un bambino preso
con le
mani nel sacco e fa tenerezza, tanto che Tony gli dà una
pacca amichevole sulla
spalla per tirarlo su di morale.
“Ehi, Tone! Non ci hai
detto come va la tua convivenza con Aileen!”
Tay lo guarda curiosa.
“Oh, bene. Se si escludono
le visite-raid di mia madre che sembra voler radere al suolo
l’appartamento e
buttare Aileen giù dalla finestra.”
“Non si è ancora rassegnata?”
“No, nemmeno quando Aileen si è iscritta
all’università, dice che anche quello
è un piano astuto per fregarmi soldi.”
La mia amica tiene gli occhi bassi, so quanto ci stia male per queste
accuse
che non sono né vere né fondate. Lei è
onesta, non ha mai approfittato di Tony
e sta cercando di farcela da sola per vivere la vita che vuole. E lei
vuole
vivere con Tony e scrivere su un giornale di musica. Sono sogni
modesti, ma lei
è vissuta in un posto dove sognare castelli era considerato
uno spreco,
esattamente come me.
Per lei già questa vita è
il castello che non ha mai sognato.
“Ci farà l’abitudine prima
o poi.”
“Non che mi importi,
Jaime. Io sono felice così e lo è anche
Luke.”
“Chi è Luke?”
Chiede Alysha.
“La sua tartaruga.”
Risponde Aileen che ormai si è abituata alla domanda e
risponde senza
scomporsi.
“Oh, non sapevo che le
tartarughe potessero essere felici.”
“Oh, sì. Possono. Ci sono
dei particolari, insomma hanno il loro modo di dimostrare affetto.
Sono bellissime.”
Il tono di Tony è sognante.
“Alysha, sono la ragazza
di un musicista e di una tartaruga.”
La mia amica tenta di rimanere seria, poi scoppia a ridere come una
matta.
Decido che questo è il momento giusto per sparecchiare,
così mi alzo e porto
via tutti i piatti. Poi ne porto di nuovi e infine servo le mie
cotolette.
Sono apprezzate come le
lasagne, Jaime sembra essersi completamente dimenticato del semi
rimprovero di
Vic e le mangia allegramente.
Beh, nessuno ci fa caso,
nemmeno lo stesso Vic che si riempie il piatto senza badare troppo a
quante ne
mangia.
Sophie lo guarda
sorridendo, la loro convivenza sta andando bene. Ci sono stati alcuni
litigi,
ma se la stanno cavando bene. Lei a volte sente molto la sua mancanza
quando
lui è in tour, soprattutto perché a causa del
lavoro non può seguirlo, e a
volte diventa pesante per lei. Cerca di non farglielo capire per non
farlo
sentire in colpa, ma Vic è abilissimo a indovinare i veri
sentimenti di mia
sorella e la rassicura sempre. Un paio di volte ha preso un weekend di
ferie
per andare da lui e al ritorno stava molto meglio, credo che almeno una
volta
voglia farsi un tour.
“Ehi, Sophie. Cosa cucini
al signorino?”
La domanda di Jaime la spiazza.
“Boh, dipende. Cibo
messicano o italiano.”
“E quando mangia?”
“Ehm, abbastanza?”
“Il che vuol dire che
mangia molto.”
Sottolinea maligno il bassista.
“Sai, Vic… Non dovresti
mangiare così tanto, ci serve un frontman magro.”
“Ah ah. Bella prova,
Jaime.”
Risponde il vocalist.
“Non ti sei risparmiato
sulle cotolette e non ho potuto fare a
meno di chiedermi come mangi a casa.”
“Ho un modo per smaltire.”
La risposta serafica di Vic
fa arrossire Sophie fino alla radice dei capelli.
“Vic!”
“Scusa, tesoro. Ho solo
chiarito alcuni punti con Jaime.”
Le stringe la mano e le accarezza i capelli.
“Prendi spunto, Jaime.”
Lo incalza Jessica ironica, lui scoppia a ridere e le dà un
bacio in fronte. Io
guardo Jack, come se mi aspettassi qualche segno di affetto anche da
parte sua,
lui mi accarezza la mano da sotto il tavolo e mi sorride.
“Ti amo, insicura
cronica.”
Si alza con me e mi aiuta
a sparecchiare per fare posto al dolce: tiramisù fatto in
casa dalla
sottoscritta.
In cucina – mollate le
pile di piatti – mi bacia con passione tanto che alcune
posate cadono per
terra. Quando ci stacchiamo le raccolgo ridendo.
“Ehi, non vorrai che i
nostri ospiti pensino che stiamo facendo qualcos’altro invece
che
sparecchiare?”
“Uhm, no. Anche perché
Alex vorrebbe spiarci, come sta già facendo. Ti ho visto,
Gaskarth!”
“Oddio!”
Esclamo io, mentre sto
prendendo la teglia con il dolce.
“Beh, renditi utile. Porta
di là i piatti e le forchettine.”
Alex sbuffa, ma poi esegue.
“Non era così che mi ero
immaginato che andasse.”
Mangiato anche il dolce e dopo aver chiacchierato tutto il pomeriggio i
ragazzi
se ne vanno e in casa rimaniamo solo io e Jack. Io – da brava
casalinga –
riempio la lavastoviglie e la faccio partire e poi pulisco la sala da
pranzo,
Jack invece è sparito da qualche parte.
Sospirando, esco in
terrazza con una sigaretta in mano. Fuori me la accendo e mi siedo su
una delle
sdraio e mi godo lo spettacolo del sole che tramonta che trasforma la
nostra
piscina in una pozza d’oro.
“Non fa un po’ freddo?”
Mi chiede Jack, uscito anche lui.
“Un po’, ma lo spettacolo
vale.”
“Mi piace avere gente per
casa, ma mi piace anche stare con te, da solo.”
“Idem. Mi sono sempre chiesta come hai visto
l’invasione di casa nostra da
parte delle mie sorelle e della mia amica.”
Lui ride.
“Come un interessante
diversivo. Con te non ci si annoia mai ed è una delle cose
che mi piacciono di
te.”
Io sorrido e poi lo guardo. Non si è seduto accanto a me
come fa di solito e ha
un’aria particolarmente seria. Sto per chiedergli
cos’abbia quando si
inginocchia davanti a me e da una tasca tira fuori una scatolina di
velluto
nero.
Io mi porto le mani
davanti alla bocca e poi spengo una sigaretta appena accesa nel
posacenere.
“Wendy, non sono molto
bravo con le parole – se non per mettere a disagio o dire
cose imbarazzanti –
ma, vorrei chiederti, ecco… Ti va di sopportami per sempre?
Mi vuoi come marito?
Mi vuoi sposare?”
Apre la scatolina ed estrae un anello con una pietra blu in cui
fugacemente
appaiono dei riflessi di altri colori.
“Io, io… Io, oh Cristo!
Barakat! Jack, ho perso le parole!
Io, sì! Sì! Sì!
Ti voglio tra le scatole
per sempre, voglio essere tua moglie.”
Lui mi mette l’anello al dito e mi sembra che abbia gli occhi
un po’ lucidi,
senza aggiungere altro scivolo nelle sue braccia e lo bacio come non ho
mai
baciato nessuno. Gli accarezzo i capelli e sento che –
nonostante i miei sforzi
– le lacrime scorrono sulle mie guance.
“Sono così felice, Jack!
Ti amo, ti amo più della mia
vita, grazie di esistere e di avermi prelevato dalla folla quella notte
di
tanti anni fa!”
“Ti amo, Wendy! Sono io
che dovrei ringraziarti per avermi voluto dopo quello che ti ho
fatto!”
Ci abbracciamo felici, accoccolati per terra e gentilmente accarezzati
dalla
luce del sole morente.
Non sono mai stata più
felice e devo ringraziare Jack.
Adesso finalmente mi sento
davvero a casa.
La ragazzina delle
roulotte, quella che non sognava fiabe come tutte le bambine finalmente
sta
vivendo la sua e la parte migliore: il lieto fine.
Non vedo l’ora di
indossare quel vestito bianco e stare accanto a questo ragazzo per
tutta la
vita.
Non voglio nient’altro
dalla vita ora.
Quel cerchio folle che si
è aperto quella notte in cui mi ha prelevata dal pubblico di
uno dei suoi tanti
concerti si è chiuso nel migliore dei modi.
Racchiusa nelle sue
braccia ne sono fermamente convinta.
La Cenerentola sfigata ha
trovato il suo principe azzurro.
Angolo di Layla
Beh, siamo arrivati alla fine e
sono abbastanza triste perché mi soo affezionata a questa
storia ç_ç Se volete scriverò una one
shot sul matrimonio tra Jack e Wendy, fatemelo sapere.
Intanto congratulazioni ad Alex, quello vero, che si sposerà
con Lisa.
Ringrazio YouForeverIsAllThatINeed
per la recensione e tutte le persone che l'hanno messa
nelle seguite, preferite o da ricordare.
Grazie mille.
Canzone del titolo: Tell me that's
okay- Paramore