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Autore: Claudiac91    23/02/2015    2 recensioni
La storia narrata in prima persona da Jodelle.All'inizio è una ragazza ricca,ma solitaria.A causa della morte dei suoi genitori,la sua vita cambierà totalmente.Sta a voi scoprire come.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Ma buongiorno!Pronto per voi,sfornato ieri sera,il nuovo capitoletto!Come sempre voglio fare un ringraziamento generale(giusto per non essere noiosa) e sperare che vi piaccia!Un bacio a tutti*
 
 
Le giornate passavano velocemente.Come già dissi,in quel periodo ero molto suscettibile a causa dei mille impegni che mi ero caricata sulle spalle.Solo una sera la dedicai completamente a Maggie,la quale andai a trovare insieme a Patty,la sera prima che suo figlio tornasse a casa.
In un solo giorno,inoltre,sarebbero tornati in patria sia Holly che Benji.Patty sarebbe corsa a prendere il primo in mattinata,io il secondo nel pomeriggio.Nel frattempo Bruce si sarebbe recato nel solito parco con altri ragazzi della vecchia squadra,dove da bambini giocavamo e,prima del campionato under sedici,aiutavo Holly a perfezionare il suo gioco con duri allenamenti.Tutti erano pronti per giocare nuovamente assieme e constatare la bravura dei loro compagni appena tornati dall’estero.Non si sarebbero di certo tirati indietro,conoscendoli,dinanzi ad una proposta del genere.Nemmeno un viaggio di molte ore era capace di frenarli se si trattava di calcio.A loro insaputa,Parson,tornato dall’Italia,sarebbe passato di lì per dire loro di persona che a breve avrebbero ricevuto finalmente la convocazione ufficiale per entrare a far parte della nazionale giapponese.Sicuramente sarebbe stata una giornata positiva per mio cugino.Rob Denton fu informato della sua convocazione e accettò entusiasta.Tuttavia avrebbe raggiunto la squadra direttamente al ritiro previsto,dato che era impegnato col campionato italiano.Quel giorno avrebbero poi saputo tutti del mio ruolo da manager.Fatta eccezione per il mio ragazzo che era già al corrente di ciò.Riguardo lui,avevo deciso che la sera stessa gli avrei raccontato di Tom.Dato che non era successo niente di cui preoccuparsi tra noi,credevo che non si sarebbe arrabbiato o peggio.Eppure avevo una strana sensazione ricca d’ansia che mi contorceva lo stomaco.La stessa che avevo prima di una partita importante.Tom aveva risposto alla mia mail e non era stata particolarmente affettuosa.Tutt’altro.Vi erano righi infiniti in cui venivo “accusata” della mia assenza nei suoi riguardi,del tutto inspiegabile.Aggiungendo il fatto che aveva saputo della mia relazione con Benji e di questo ne sembrava dispiaciuto.Non sapevo,però,se il suo dispiacere fosse causato dal fatto che aveva conservato quella sorta di attrazione che stava nascendo tempo addietro,o se semplicemente avrebbe preferito saperlo da me,dato che mi considerava sua amica,piuttosto che da altri.La mail si concludeva con la sua richiesta di lasciargli i suoi spazi per la guarigione ed evitare di cercarlo.Era deluso da me e il mio insistere non avrebbe fatto altro che alimentare la sua delusione.A dirla tutta,non ero poi così d’accordo col suo discorso.E’ vero ero sparita,ma esprimere il suo dispiacere per la mia relazione,tra l’altro senza una spiegazione logica,era del tutto fuori luogo per me.Era andato via,senza che tra noi fosse successo chissà cosa,e non aveva nessun diritto di esprimere opinioni per quanto riguardava il mio campo sentimentale.Se davvero avesse provato qualcosa nei miei confronti,avrebbe dovuto essere lui per primo sincero ed esprimere ciò che realmente sentiva.Ma oramai io ero di Benji,il ragazzo che da quando avevo messo piede a Nankatsu aveva riempito i miei sogni.Se avessi dovuto fare un paragone,non mi sarei nemmeno sprecata a ragionarci su.Era ovvio che avrei scelto Benji,sempre e comunque.Per tutta la vita.Stavo pensando a mille modi per poter dire tranquillamente al portiere quel piccolo inconveniente.Perchè era ciò che consideravo.Un minuscolo ed inutile inconveniente.Non così importante da ostacolare la mia relazione.Speravo vivamente che Benji avrebbe reagito con freddezza in senso buono,com’era solito fare,anche per quanto riguardava ciò.La mattina passò,stranamente,in fretta,mentre mi occupavo dei vari documenti.Ennesimo regalo di Parson.Quando mi recai all’aeroporto non ci volle molto che l’aereo di Benji era già atterrato in anticipo.Tutto ciò mi dava come l’impressione che il fato voleva affrettare i tempi in modo tale da mettermi subito in confronto con il mio ragazzo e rivelargli quel minuscolo particolare.Quando lo vidi,però,tutta l’ansia che avevo accumulato svanì all’istante.Sorrisi felice e gli andai incontro correndo.Lui mi sorrise,poggiò la valigia a terra e aprì le braccia dove mi tuffai nel mezzo. –“Ciao ragazzina”- mi sussurrò all’orecchio stringendomi forte.Allentai un po’la sua presa,poi mi alzai sulle punte e gli diedi un delicato bacio sulla bocca.
 
–“Ciao amore”- dissi.
 
Inarcò un sopracciglio e fece un’espressione mista tra il divertito e il sorpreso  
–“Amore?”- esclamò  –“Facciamo progressi vedo”-  
 
Risi,ma poi mi resi conto della cosa.Non l’avevo mai chiamato in quel modo.L’euforia mi aveva dato alla testa.O forse l’ansia.Non saprei dire.Prendemmo un taxi al volo e volle passare per la sua villa,data l’esigenza di sistemare i bagagli e farsi una rinfrescata.Durante il tragitto gli avevo narrato dell’incontro con Parson e degli impegni in cui mi ero tuffata.Della convocazione di Denton ed infine del fatto che poi saremmo dovuti passare per il parco,dove avremmo rivisto Holly dopo molto tempo.Arrivati da lui fu calorosamente accolto dal personale che si occupava della casa in assenza della completa famiglia Price e dal suo cagnolone che,ogni volta che lo vedevo,mi sembrava più vecchio.I suoi genitori si trovavano fuori per lavoro.Ovviamente.Dopo varie cerimonie di benvenuto,ci rifugiammo in camera sua.Comiciò a disfare i bagagli ed io ad aiutarlo.Nel frattempo mi raccontava quello che succedeva in Germania.Il giorno prima della sua partenza Karl Scnheider,il Kaiser,era andato a far visita alla sua vecchia squadra,proponendo nuovamente il ruolo di portiere al mio ragazzo nella squadra del Bayern.Ma ancora una volta,ottusamente,aveva rifiutato.
 
–“Non ti capisco”- gli dissi mentre sistemavo nel cassetto le ultime maglie piegate con cura
–“Faresti un gran salto di qualità se entrassi nel Bayern.Cosa ti spinge a restare nella Grunwald?”-
 
Da dietro mi cinse la vita con le sue braccia possenti e mi diede un delicato bacio sul collo
 
–“Lo stesso motivo che ha spinto te ad aspettarmi”- mi sussurrò.
 
Mi fece voltare e mi baciò.Il resto ve lo lascio immaginare…
 
 
Un paio d’ore dopo parcheggiamo l’auto a pochi passi rispetto al campo dove gli altri ci aspettavano.Da lontano,avvicinandomi,riconobbi la sagoma di Holly,affiancato da Patty,preso a ridere e scherzare con mio cugino ed il resto dei ragazzi.
 
–“Vedo che vi siete già dati all’opera!”- commentò scherzosamente Benji ad alta voce facendo voltare tutti piuttosto sorpresi
 
–“Benji!”- esclamò Holly preso dalla gioia.
 
Poi il suo sguardo si spostò su di me –“Jody!”-
 
Si avvicinò e gli andai incontro per abbracciarlo forte.Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che l’avevo visto che nemmeno ricordavo il periodo in cui era tornato in Giappone.L’attenzione si spostò poi su Benji
 
–“Immagino che per tornare sei stato convocato in nazionale”- affermò Bruce,stringendo la mano del mio ragazzo.
 
Questi annuì –“Non sbagli”- disse.
 
Mio cugino sbuffò –“Sia tu che Holly siete entrati in nazionale.Scommetto che sarà lo stesso per Mark Lenders.Se solo fossi del vostro livello…”- Il suo morale cominciò di nuovo a scendere.
 
–“Ma che dici!”- esclamò Holly –“Questo non è vero”-
 
Bruce alzò una mano per farlo tacere –“Sisi come no!”- commentò sarcastico.
 
Mason,anche lui presente quel giorno,fece una battuta che risultò infelice alle orecchie di mio cugino,così cominciarono ad entrare tutti in una discussione alquanto inutile.Tipico di quando erano ragazzini.Anche se in quell’istante non sembrarono del tutto cresciuti…Sospirai alzando gli occhi al cielo.Benji mi cinse le spalle con un braccio
 
–“Sembra di ritornare ai vecchi tempi”- commentò.
 
Gli strinsi una mano –“Eh si..”- risposi,fissando Bruce ed Holly che difendevano i propri pensieri contro un Mason che scoppiava a ridere ad ogni affermazione.
 
Patty recuperò il pallone dal centro del campo –“Ragazzi”- li chiamò attirando la loro attenzione
–“Perché non vi mettete a giocare un po’?”-
 
I loro occhi cominciarono a brillare
 
–“Giusto”- intervenne Benji avvicinandosi a loro –“Potremmo giocare a mezzo campo!”-
 
Poi si rivolse a Bruce
 
–“Perché non mi mostri quello che hai imparato in mia assenza?”- gli chiese quasi con tono di sfida.
 
Sorrise compiaciuto –“Rimarrete colpiti”- rispose.
 
Corse in campo seguito da tutti gli altri.Holly aveva colpito il calcio d’inizio e così si concentrarono sul gioco.Io e Patty ci accomodammo su una panchina nei pressi del campo,osservandoli
 
–“Holly ha fatto passi da gigante”- disse –“Avresti dovuto vederlo in Spagna.Ha imparato altro,oltre alle tecniche insegnategli da Roberto.Tuttavia nonostante sia arrivato in alto è rimasto umile”-
 
Sorrisi –“E non solo lui.Il discorso vale per tutti gli altri.Nessuno si è montato la testa”- dissi.
 
Annuì convinta anche lei delle mie parole –“Ma dimmi”- mi chiese con tono curioso –“Come mai ci avete messo tanti a venire?Holly non ha nemmeno sistemato le valigie che è venuto qui di corsa”-
 
Il mio volto si avvicinò al colore di un pomodoro.Mi guardò sorpresa poi sorrise maliziosa
 
–“Ho capito”- disse.Scoppiò a ridere.
 
–“Non c’è niente da ridere!”- la rimproverai annegata nell’imbarazzo
 
–“Si invece”- ribattè –“Dovresti vederti.Hai una faccia!”-
 
Incrociai le braccia al petto –“Scusa tanto se il mio ragazzo si è lasciato andare a…”- m’interruppi non sapendo come concludere la frase
 
–“Ai bollenti spiriti?”- concluse la mia amica senza smettere di ridere.
 
Sbuffai.Mi diede una pacca sulla spalla
–“Guarda che ti invidio.Holly mi ha dato a stento un bacio”-
 
Feci spallucce –“Sai com’è fatto.E poi non credere che Benji sia molto diverso”-
 
Patty sospirò –“Sono romantici a modo loro”- commentò.
 
Lo sguardo di lei si focalizzò su Benji,posizionato tra i pali e pronto per rubare la palla con un improvviso scatto.
 
 –“L’ha presa bene la cosa su Tom.E’ così tranquillo”- disse.
 
Ma notando che non diedi nessuna risposta,si voltò a guardarmi con occhi spalancati,capendo all’istante.
 
–“Non gli hai detto ancora nulla?”- mi chiese.
 
Scossi il capo.Oltre mia zia,anche Patty era al corrente dei miei pensieri a riguardo.E come lei,credeva che la cosa migliore fosse raccontare tutto.Questo perché le cose potevano complicarsi quando si poteva benissimo evitare.Restammo in silenzio ad osservare la partita che si era venuta a creare.Per distrazione di Bruce,il pallone uscì dal campo.Fu bloccato però da un piede sconosciuto.Ci voltammo incuriosite e sorrisi quando constatai che si trattava di Parson.
 
–“Signor Parson”- esclamò Bruce sorpreso avvicinandosi seguito dagli altri –“Cosa ci fa qui?”-
 
Parson sorrise –“Sono venuto di persona per comunicarvi una notizia importante”-
 
Si voltò a guardarmi –“Grazie per aver mantenuto il segreto Jodelle”- mi disse.
 
Mi alzai e feci un piccolo inchino sorridendogli.I ragazzi mi guardarono sorpresi.Persino Benji non sapeva della sua venuta.Parson si accomodò sulla panchina occupata da me e Patty che ci alzammo per dargli spazio,il resto che lo accerchiava pronti a pendere dalle sue labbra.
 
–“Per caso è venuto qui per parlarci della partita contro l’Olanda?”- chiese Benji serio.
 
–“Hai indovinato”- gli rispose.
 
Holly strinse i pugni –“Sappia che io voglia giocare come titolare a tutti i costi!Non voglio perdere nemmeno un minuto!”- esclamò.
 
Parson sorrise soddisfatto –“Avrei in mente un’idea e mi piacerebbe condividerla con tutti voi”- disse.
 
Diede uno sguardo generale come per assicurarsi che tutti lo fossero concentrati
 
–“Voglio che alcuni componenti della nazionale siano gli stessi che hanno giocato ai mondiali under sedici”- affermò.
 
Quasi tutti spalancarono la bocca per la sorpresa.Sorrisi soddisfatta.
 
–“Diamond,Carter,Mason e Arper.Riceverete la convocazione ufficiale a giorni.Fatevi trovare pronti.”- disse.
A Bruce per poco non veniva un infarto.
 
–“Inoltre”- continuò quello richiamando l’attenzione ancora una volta –“Jodelle sarà la vostra manager.Vi consiglio di seguire ciò che lei vi indicherà prossimamente”-
 
Gli sguardi si posarono su di me.Mio cugino mi guardava perplesso,come se stesse facendo un ragionamento tutto suo nella sua testa.Dopo un po’ Parson andò via,dichiarando che ci saremmo rivisti presto.Sui volti dei nominati all’appello c’era un’espressione mista di sorpresa e tensione.
 
–“E’ paura quella che leggo nei vostri occhi?”- chiese Benji sorridendo loro come per incoraggiarli –“Presto sarete delle stelle del calcio internazionale e diventerete famosi”-
 
Bruce si diede un paio di colpi in faccia come per assicurarsi che non stesse sognando.
 
Holly rise –“A questo punto non ci resta che battere l’Olanda”- esclamò.
 
Tutti annuirono trovandosi d’accordo.I miei occhi s’incrociarono con quelli di Benji e lo stomaco si strinse in una morsa.
 
 
 
La sera stessa,Holly,su insistenza di Maggie,aveva invitato tutti per cena.Compreso il mio ragazzo,che fu accolto calorosamente dai genitori dell’amico e guardato con curiosità da Daichi che,prima di allora,non l’aveva mai visto.Ma non fu l’unico a fare la sua conoscenza,poiché alla serata si unì anche Evelyn,estasiata dal fatto che il suo fidanzato sarebbe stato a breve convocato ufficialmente dalla Federazione Calcio Giapponese.Questi oltretutto cominciò,preso dall’euforia,a darsi delle arie,puntando sul fatto che non poteva la nazionale fare a meno di un difensore come lui.Ogni sua affermazione era seguita da una battuta sarcastica di Patty,che provocava le risa di tutti.La serata proseguì tranquilla e serena.Argomento principale,come sempre,era il calcio,anche se di tanto in tanto,si ascoltavano gli aneddoti di Michael,tornato a casa appositamente per rivedere il figlio.A cena conclusa,io e Benji fummo i primi ad andar via.Insisteva che avrebbe voluto prendere una boccata d’aria,così salutammo tutti e uscimmo da casa di Holly.In auto piombò il silenzio.Ero nervosa e l’ansia della mattina stava tornando,poiché sapevo che quello era il momento adatto per poter dire tutto a Benji.Stavo per prendere coraggio quando,d’un tratto,parcheggiò.Lo guardai confusa
 
–“Perché ti sei fermato?”- gli chiesi.
 
Sorrise. –“Non riconosci questo quartiere?”- mi chiese.
 
Guardai oltre il finestrino.Sulla strada opposta rispetto a dove aveva fermato l’auto c’era il parco chiuso ed abbandonato dove,anni prima,mi intrufolavo.Una sera,inoltre,avevo incontrato Benji per puro caso e ci eravamo messi a giocare,mentre gli davo consigli su come comportarsi con i suoi genitori.
 
–“Andiamo”- disse,scendendo dalla macchina.
 
Ancora più confusa lo seguii.Con facilità scavalcammo e ci addentrammo nel parco.Era alquanto desolato,dato che erano anni che non veniva curato o trafficato.Sospirai
 
–“Che ricordi”- commentai,fissando il punto in cui entrambi giocammo assieme.
 
Benji annuì –“Peccato che non abbiamo un pallone a portata di mano”- disse.
 
 –“Perché volevi giocare?”- gli chiesi sarcastica.
 
Rise –“Io avrei palleggiato un po’ e tu saresti stata a guardarmi”- affermò.
 
Inarcai un sopracciglio –“Avrei giocato con te”- dissi –“Anche le femmine giocano a calcio.Ricordi?”-
 
Rise di nuovo –“Si”- rispose –“Ricordo”-
 
Andò in direzione dell’albero dove si posizionò quella volta
 
–“Mi misi proprio qui”- disse indicando col piede.
 
 –“Già…”- confermai sospirando.
 
Si voltò –“Sei malinconica ragazzina?”- mi chiese sorridendomi con dolcezza.
 
Gli regalai un breve sorriso,poi divenni seria.Lui si accorse che qualcosa non andava e divenne serio a sua volta.Non distolsi i miei occhi dai suoi
 
–“C’è una cosa che devi sapere”- dissi improvvisamente.
 
Non disse nulla,ma ben sapevo che era pronto ad ascoltare.Sospirai nuovamente.
 
–“Si tratta di Tom”-
 
Spalancò gli occhi –“Gli è successo qualcosa?”- chiese lievemente preoccupato.
 
Scossi il capo.
 
–“No lui sta bene.”- risposi –“Ma credo che tu abbia il diritto di sapere”-
 
Si sistemò il berretto.Segno che si stava preoccupando.
 
–“Non riesco a seguirti”- disse.
 
Mi passai una mano tra i lunghi capelli,guardando per un momento a terra.Quando rialzai lo sguardo,cacciai tutta la forza che avevo e gli raccontai tutto.Del feeling che era stranamente nato,degli apprezzamenti reciproci e del bacio che gli stavo per dare il giorno del mio compleanno nel giardino di Patty.Conclusi parlando poi delle mail che ci eravamo scambiati e di come lui era rimasto deluso,chiedendomi i suoi spazi e di non cercarlo.Benji sembrò impassibile.Mi fissava,ma probabilmente nella sua testa c’era un vortice di emozioni.Tuttavia non riuscivo a capire cosa gli frullasse.Rabbia?Delusione?Confusione?Indifferenza?
 
–“Se tu mi dicessi qualunque cosa…”- gli dissi dispiaciuta.
 
Sbuffò –“Cosa dovrei dirti?”- disse alzando di poco il tono –“Mi hai nascosto questa cosa per molto”-
Mi avvicinai prendendogli una mano –“Non significa nulla per me.Poi è successo l’indicente e..”-
 
-“E cosa?”- m’interruppe lasciando la presa. –“Se non significava nulla potevi dirmi tutto dall’inizio”- disse,guardandomi con rabbia.
 
Scossi il capo –“Benji ti rendi conto che da quando sto con te non ci ho minimamente pensato?Proprio perché non ha nessuna importanza.Non l’ha mai avuta”- esclamai.
 
–“Ce l’ha per me adesso”- affermò.
 
Sospirai rivolgendo di nuovo il mio sguardo in basso.
 
–“Ti riporto a casa”- disse.
 
Senza dire una parola lo seguii.Scavalcammo di nuovo il cancello mal ridotto del parco e salimmo in macchina.Per tutto il tragitto nessuno dei due disse nulla.La rabbia cominciò a salire in corpo.Capivo da un lato che ci era rimasto male,ma dall’altro pensavo che aveva preso la cosa con molta pesantezza.Eppure avevo sottolineato che non c’era stato nulla di così grave tra me e Tom,ma a quanto pare lui ragionava solo sul lato negativo della questione.E cioè,che avevo tenuto nascosto ciò.La mia giustificazione?Mi ero totalmente concentrata su di lui che avevo rimosso completamente ogni cosa che non gli riguardasse.Tom era una di quelle cose.Quando giungemmo fuori casa mia non scesi subito.Si voltò a guardarmi e spense l’auto.
 
 –“Vuoi restare qui fino a notte fonda?”- commentò ironico.
 
Lo fulminai con lo sguardo –“Fai lo spiritoso adesso?”- gli chiesi.
 
Rise sarcastico –“Ci sono altri scheletri nell’armadio?”- chiese distogliendo lo sguardo dal mio.
 
Strabuzzai gli occhi e la rabbia aumentò –“Scheletri?Stai facendo un casino per nulla Benji!”- esclamai spazientita.
 
Tornò a guardarmi –“E quello che mi hai appena detto lo chiami nulla?”- ribattè –“Ad Amburgo prendesti la fissazione sul motivo per cui mi sono messo con te e ora vuoi farmi la predica?”-
 
Alzai gli occhi al cielo sbuffando –“Sono due cose completamente diverse”- commentai.
 
–“Non per me!”- disse –“Come ti sentiresti se io avessi avuto una specie di flirt con una mia amica senza dirti nulla?”-
 
Lo guardai di nuovo sfidandolo con lo sguardo –“Non è successo nulla ti ripeto.E comunque sia appartiene al passato.Proprio come le tipe che ti sei fatto ad Amburgo!”-
 
Inizialmente rimase spiazzato per l’ultima affermazione.Lentamente poi riprese il controllo,sospirò e guardò dritto davanti a se.
 
–“Vai a casa”- disse quasi con un filo di voce.
 
Mi avvicinai,costringendolo a guardami
 
–“No se non mi dici che risolviamo tutto”- gli dissi quasi pregandolo.
 
Rimasi ferma nella mia posizione aspettando che mi dicesse qualcosa.Di positivo.Sospirò
 
–“Jodelle”- disse –“Vai a casa”-
 
Mollai la presa e scesi dalla macchina sbattendo la portiera.Entrai senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e quando chiusi la porta d’ingresso alle mie spalle,sentii la macchina riaccendersi e partire.Il piano di sotto era completamente al buio,sicuramente i miei zii dormivano e mi diressi in camera mia cercando di fare meno rumore possibile.Notai con la coda dell’occhio la porta della stanza di Bruce aperta.Non era ancora rientrato.Velocemente mi cambiai mettendomi in tenuta da notte e mi sedetti sul letto.I miei occhi si stavano man mano abituando al buio e con lo sguardo percorrevo ogni angolo della stanza.Fin quando non si posò sul pallone sgonfio regalatomi da mio padre,quasi nascosto nello spazio tra la scrivania e il muro.In momenti in cui sono trise o giù di morale,come in quel caso,mi chiedo sempre cosa avrebbe detto se fosse stato qui.Se mi avesse incoraggiato o mi avesse rimproverato per i miei errori.Ma lui non c’era.Non c’è.Non c’è mai stato.I miei pensieri s’interruppero,poiché sentii dei passi provenire dal corridoio.Li riconobbi capendo che Bruce era appena rientrato.Attesi un po’ immobile ed in silenzio al mio posto.Poi mi alzai e mi diressi in camera sua.Quando entrai notai che si era già messo a letto e sentendo la porta aprirsi alzò il capo dal cuscino
 
–“Jody”- disse sorpreso con un tono di voce basso.
 
M’infilai nel suo letto e lui mi fece spazio.Si rigirò su un fianco in modo tale che potesse guardarmi in faccia
 
–“Non riesci a dormire?”- mi chiese curioso.
 
Scossi il capo.Per un momento mi osservò in silenzio.Divenne serio
 
–“E’ successo qualcosa?”- mi chiese di nuovo,ma preoccupato.
 
Feci segno di no con la testa,ma una lacrima traditrice scese sulla mia guancia calda.Me l’asciugò.
 
–“Possiamo parlarne se vuoi”- disse incoraggiante.
 
Gli regalai un piccolo sorriso –“No”- dissi –“E’ stata una bella giornata per te.Non voglio rovinartela così”-
 
Annuì.
 
 –“Me ne parlerai domani allora”- disse.
 
–“Certo”- affermai –“Adesso dormiamo”-
 
Mi diede le spalle e io gli cinsi la vita col mio braccio destro.La nostra solita posizione quando dormivamo assieme.Intrecciò le sue dita con le mie.Cullati dai nostri reciproci respiri,poco alla volta,il sonno prese il sopravvento.
   
 
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