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Autore: Mikirise    23/02/2015    4 recensioni
“Lo specchio conosceva a memoria ogni loro singolo gesto ed espressione. Sapeva le loro abitudini e li osservava, in silenzio, pensando tra sé e sé che forse, se avesse potuto parlare, avrebbe dato loro consigli e avrebbe raccontato loro tante cose sul padre, sul nonno, sul bisnonno.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Riflettere

Tre: Tic, bum, tac









Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

Pochi si azzardano a cercare di capire come funziona un orologio. Troppi meccanismi, piccole rotelle, perfezione allo stato puro. Pochi si azzardano a guardare in faccia la perfezione. È per questo che pochi riescono a percepire Dio.

“Il mio orologio va due minuti avanti” si lamenta Romano, mostrando il polso a suo fratello. “E lo rimetto apposto, ma va sempre due minuti più avanti. È rotto.”

L'orologio non è rotto.

Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

L'orologio va a cuore. E questo destabilizza tante persone. Pensavano tutti davvero che un secondo fosse un periodo misurato così, tanto per fare, al di fuori del corpo umano, o della mente umana o di quel che scandisce il ritmo umano?

L'orologio di Romano non è rotto. L'orologio di Romano va a cuore.

“Per due minuti!” Feliciano sorride e fa svolazzare la mano davanti a sé, togliendo importanza alle parole del fratello. “Tieniti due minuti avanti. Almeno sappiamo che non perderemo mai l'autobus.”

Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

Esistono questi strani tipi di orologi che diventano parte del corpo del proprietario. Orologi da polso che sentono il ritmo dell'uomo e lo seguono, scandendo il suo tempo biologico. Il suo battito cardiaco diventa il ritmo dell'orologio. Il suo cuore esce dal suo corpo per trovare espressione nel suo polso.

E allora l'orologio diventa il Cuore di Romano. Ed è forse l'oggetto che più comprende Romano nella sua interezza.

Orologio va due minuti avanti perché il ritmo di Romano ultimamente è cambiato. È più irrequieto. Più imprevedibile. Più personale.

Non c'è qualcosa che non va in Orologio. C'è qualcosa che non va nel Cuore di Romano.

“Che ci fai sveglio prima delle nove di domenica?” chiede Feliciano, infilandosi in bocca un cucchiaio di latte e cereali.

Tictic. Tactic. Tictactic. Tac. Tac. Punto. Tic. Punto.

“Niente che t'importi.”

Feliciano sorride, punta il cucchiaio verso suo fratello, scuote la testa e muove in circolo il piede. “Affari di cuore” canticchia. È irritante.

“Affari di mio-fratello-minore-deve-farsi-gli-affari-suoi.”

“Sei peggiorato con le freddure.”

“Sta zitto.”

“Dev'essere l'amore.”

“Ho detto di stare zitto.”

Feliciano lo fa sempre irritare. Ma il suo cuore è tornato calmo. E così anche Orologio. Va avanti di due minuti e dieci secondi, adesso. Niente, comunque di cui Romano possa rendersi conto. Anche prima di allora si arrabbiava molto spesso, ma la sua vita sedentaria faceva andare il suo corpo e il suo cuore più lentamente -a risparmio energia-, quindi il suo battito più lento, lo faceva tornare nel Tempo Comune, o Tempo Morto.

“Questo problema che inizia per A e finisce per ntonio, sa che la domenica sera abbiamo la cena di famiglia?” chiede Feliciano, dondolando i piedi. “Sono uno geloso, io. Ti rivoglio a casa per le sei.”

“Fatti i cazzi tuoi.”

“Per dirla in maniera gentile: lo sono. Se torni a casa col cuore spezzato o felice come una Pasqua alle, non so, a mezzanotte il risultato è lo stesso: le canzoni dei One Direction a mille.”

“Non sono un directioner boy.”

“Certo…”

Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

In fondo, il Tempo che corrisponde al secondo, al minuto, all'ora sono delle medie prese da tanti cuori. Il che vuol dire che nessuno di noi segue quel secondo, quel minuto. Seguirlo vorrebbe dire non avere un proprio Tempo. Orologio lo sa. Pochi mesi prima, Romano era come se non fosse mai esistito: il suo cuore era un battito anonimo. Adesso, invece…

Suonano alla porta. Din don.

Romano salta sul posto, sgrana gli occhi e guarda Feliciano.

Tictictictictictic. Tac. Tactactactactic. Tictactictactictac. Tic.

“Non sono pronto” squittisce e cerca di scappare in camera, ma viene fermato dalla mano del fratello, che lo tiene dal colletto.

Il cuore non rallenta. Anzi va più veloce. Adesso Orologio va due minuti e trenta secondi avanti rispetto al Tempo Comune.

“Ora tu vai e apri a quella porta. Non ti sei svegliato cinque ore prima solo per andarti a nascondere ora.”

“Farò tardi” protesta il maggiore, tirando il colletto della maglietta.

“Proibisco gli One Direction dopo le nove di sera.”

“Non sono un directioner boy, cazzo.”

“Certo…” Feliciano ruota gli occhi e spinge il fratello verso la porta. Poi corre via, a nascondersi dietro alla sua tazza di latte e cereali, lanciando qualche sguardo incuriosito al fratello.

Romano sospira e avvicina la mano tremante alla porta.

Ogni bum del cuore si fonde con il tic dell'Orologio. Ed entrambi sono forti e ben udibili. Assordanti.

Orologio va avanti di due minuti e quaranta secondi, ormai.

Tictactictacbum. Bumtictacbumtictactacticbum.

Romano deglutisce e apre la porta.

Affascinante il tempo umano. Va avanti a cuore e il cuore può essere un conta-secondi perfetto, come può essere un modificatore del tempo. Tanti esseri umani dicono che il Tempo degli Innamorati è diverso dal Tempo Comune. Dicono che il tempo senza il proprio amato scotti più lentamente. Che col lui il tempo scorra più velocemente. Che quando lo si vede da lontano il tempo si fermi. Forse non si fermano neanche a pensare per quale motivo.

Romano aprì la porta. Antonio sorrise. E Orologio si fermò.

Tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuum. Al limite dell'infarto.

Orologio stava andando due minuti e venti secondi avanti.

“Vaffanculo. Stavo dormendo.” Romano ha il broncio. Come riesca a parlare col cuore fermo è un mistero.

Antonio alza le spalle, prende la mano di Romano e continua a sorridere.

Allora succede qualcosa d'incredibile che le rotelle di un orologio non possono capire molto.

Il cuore di Antonio andava a mille, mentre quello di Romano era fermo. Il battito di Antonio si andò a fondere con quello di Romano e quello del più piccolo prese a battere in maniera regolare.

Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

“Lo voglio a casa per le sei!” grida Feliciano dalla cucina. “Dobbiamo preparare la cena! Cinque minuti di ritardo e chiamo la polizia.” Ride. Sta giocando con loro.

Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

Orologio va avanti di soli due minuti. Il battito di Antonio ha il potere di calmare e far accellerare il battito di Romano. La sua mano è ancora ferma sul polso del ragazzo più piccolo e sorride, sorride sempre e quando Romano se ne rende conto Orologio inizia ad andare più veloce. Dio.

Le parole di Feliciano sono rimaste nell'aria ma nessuno le ha sentite. Il mondo degli Innamorati, dicono, è parallelo al mondo reale. E il suo tempo è diverso.

Orologio si era chiesto, un volta in cui Romano viveva senza battito cardiaco, fermo in un quasi infarto, mentre il suo cuore mancava un battito e l'oggetto non doveva pensare a contare i secondi, se il cuore fosse un meccanismo perfetto come lo era lui, in quano orologio.

Se Orologio fosse stato staccato dal polso di Romano e quindi non avesse più percepito il suo battito cardiaco, si sarebbe fermato finché qualcuno non lo avesse indossato di nuovo. Detto questo: il tempo che scandiva Romano era un tempo regolare, a portata d'uomo. Un tempo uguale per tutti. La perfetta espressione di un perfetto meccanismo. Sia di Orologio che del Cuore su cui quello poggiava.

Adesso gli sembra che quel meccanismo cardiaco non sia così sano. Insomma. Si ferma. Va più veloce. Va più piano. Va più forte. È più debole. Le macchine non funzionano in quel modo. Le macchine sono prevedibili e aggiustabili.

“Comunque mi licenzio.” Antonio si abbassa su Romano, appoggiando il polpastrello di alcune dita sulle sue guance. “Non sono tipo da telenovela latinoamericana cameriere-padrone di casa.”

“Non sai neanche lavare i piatti. Dio mio, non è una gran perdita.”

“So baciare però.”

“Mah.”

“Mah?” Anonio sorride. “Non è quello che hai detto ieri. Ieri dicevi qualcosa come…”

“Oh, ma guarda quant'è tardi!” Spinge lo spagnolo verso le scale. Chiude violentemente la porta di casa. Il suo cuore va a mille. Va a mille da mesi ormai. “Non davanti a mio fratello!” grida. Ma quanto potrebbe essere credibile?

Ticbumbum. Tacbumtic. Tictactictac.

Non esattamente il battito cardiaco più regolare. Almeno finché le sue dita non s'intrecciano con quelle di Antonio. Allora di nuovo il ritmo si fece regolare.

Tic. Punto. Tac. Punto. Tic. Punto. Tac. Punto.

Orologio non capisce se il Cuore sia una macchina perfetta o no.






Note:
Dopo aver avuto paura che questa storia, che doveva essere la cosa più semplice in questo mondo, me la sarei portata dietro per tutta la vita, al ritrovare un mio vecchio orologio, regalato da alcuni dei miei migliori amici in assoluto, è arrivato il naturale finale di questa.
Pensare a come raccontare questa storia (molto semplice), un po' mi mancherà. E devo ringraziare un po' tutti.
A Fin-chan (Mary ❤️) che mi betaread-a le storie su questa sezione, a chi mi ha recensito la storia fino ad adesso e a chi mi ha seguito, anche in silenzio. Grazie davvero di cuore e spero di poter tornare presto con altre storie 😁
  
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