~~“Salvami da questo mondo. Io non gli appartengo. Salvami.”
Queste parole ancora risuonano nella mente del templare. Aveva un solo compito: proteggere la Dama Bianca. Aveva fallito miseramente.
Ora, nell’armeria dell’accampamento, si occupa di quella spada che troppo tardi ha trafitto il corpo dell’infedele.
Come in un incubo, rivede il pallore mortale sulla pelle della Dama., il sangue sgorgare copioso dalla ferita all’addome, macchiando l’abito scuro. Vede se stesso inchinarsi al fianco della fanciulla. Intorno sente la battaglia infuriare, violenta ma tutto scompare negli occhi di lei che poco alla volta perdono la vitalità di un tempo. Il respiro è affannato, il volto bagnato dalle lacrime. “Ricordati quello che ti dissi un tempo. Salva, è tutto ciò che conta” la voce della Dama Bianca è strozzata, esce fievole da quelle labbra violacee. “Perdonami. Non sono riuscito a salvare te. Questo era l’importante. E ho fallito. Perdonami.” Il cavaliere piange; le lacrime ricadono a terra, lente.
La Dama Bianca gli sorride e il templare pensa che sia il sorriso più bello che abbia mai ricevuto. Poi, gli occhi della fanciulla, lentamente, si chiudono, la vita la abbandona per sempre. Il compito del cavaliere si esaurisce non appena la Dama Bianca esala l’ultimo respiro.

Bruscamente, la realtà lo avvolge. Si accorge che la spada è pronta, la lama affilata e pulita. La impugna con entrambe le mani, la punta al petto all’altezza del cuore. Il dolore arriva, prepotente, ma poi sparisce e si vede circondato da un bianco accecante. Finalmente libero da quel mondo che per poco era diventato la sua prigione.