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Autore: Robbins    23/02/2015    3 recensioni
"Voi guardate un pianeta. Io vi dico fate un passo indietro e guardate l'universo. Non si bacia una persona solo protendendo le labbra. La si guarda e ci si ricorda perchè la si desidera." La storia parla di una giovane ragazza che studia alla facoltà di medicina, Arizona Robbins. E se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, il destino farà presto la sua parte. Presto scoprirà l'amore che l'amore è capace di sconvolgerti l'intera esistenza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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La giornata proseguì bene. La notizia del mio "appuntamento" con Callie mi rese felice, nulla andò storto. Anzi, c'era solo un problema, non sapevo come nettermi in contatto con lei. Andai al tabellone dove vi sono riportati gli interventi e gli orari di medici e specializzandi dei vari settori, e vidi che lei era impegnata al fianco di un medico causa di un intervento di una rottura al femore. Aspettai Callie vicino la porta, quando uscì sobbalzò. "Dio Arizona, mi hai fatto prendere uno spavento. Cosa ci fai dietro la porta?" domandò spaventata con la mano sul petto dallo spevento. "Emh, ti aspettavo. Ed eccoti qui" "Mi aspettaviii?" "Bhè si. Ci siamo date appuntamento, ma non mi hai detto nè quando, nè a che ora. Non so nulla, e quindi ero qui ad aspettarti per sapere qualcosa in più." Divertita la mora, si fece una grossa risata. Io invece avevo più un'aria stupida di fronte a lei, ma nel senso buono. Nel senso che mi annullavo, mi era difficile metterci sù due parole di senso compiuto se al mio fianco avevo sempre e solo lei. "Ahah oddio, tu mi fai morire. Tieni, ti ho scritto il mio numero, chiamami quando hai tempo. E ti prego, non aspettare la gente dietro una porta, farai prendere un bel colpo a qualcun'altro" "Oh no no promesso. Ti chiamo allora e..grazie" dissi sorridendo. "Bhè, sono sicura che lo farai. Aspetterò questa chiamata." "Certo, ci sentiamo presto Callie" le voltai le spalle e feci uno di quei sorrisi enormi e andai via. In quell'arco di tempo avevo finito il mio giro visite, era arrivata anche l'ora di cena. E si sa, in ospedale l'ora di punta è alle 18.00. Entrai nella stanza riservata al personale medico, dove anche noi potevamo avere libero accesso, non c'era nessuno, saranno tutti in mensa, pensai. Stare per quasi tutto il giorno in piedi, il mio problema al ginocchio ne risentiva della fatica, cos' decisi di sedermi un pò sul divano, e intanto mandavo giù l'ultimo pezzo di pane che avevo lasciato in frigo nel pomeriggio presto. Poi la vidi, ancora, era li di spalle immersa a contemplare non so cosa, in piedi in mezzo alla stanza. Si mise di spalle, immobile. Mi avvicinai e le sfiorai una spalla. Sobbalzò di nuovo, ma non si girò. "Che cosa fai?" chiesi. "Aspetto!" non si voltò. Le girai attorno così da arrivarle di fronte. "Che cosa?" "Aspetto che tu faccia qualcosa di più, lo sai." si voltò verso di me. Continuava a guardarmi con quelle sue iridi che ti perforano l'anima, tanto scavano a fondo. Mi sentivo nuda davanti a lei, una piccola e insignificante formica nelle sue mani. "Non ho capito" "Non c'è nulla da capire, solo qualcosa da aspettare." "Aspettare qualcosa per noi Callie?" Non ci pensai in quel momento se era la cosa più giusta da dire. E non so in quel momento perchè eravamo tanto vicine, se ero io ad essermi avvicinata o se era lei. Se ero io a non volermi allontanare, o se era lei a voler restare così ancora un pò, magari per sempre. Mi guardava, ma non come prima. Guardava me, non i miei movimenti, non cercava di scrutarmi l'anima o di leggermi nel pensiero. Mi guardava soltanto, con uno sguardo che non avevo mai visto a nessuno addosso. Con lo sguardo di chi ha aspettato un treno che forse, non è mai arrivato realmente. Quasi come a voler cancellare qualcosa, per intraprenderne una nuova. "Hai paura Callie?" dissi. "No da quando tu sei qui!". Sorrisi. E in quel momento le dita della mia mano toccarono le sue, le nostre mani si incontrarono, si strinsero. E in quel momento sperai che non me la lasciasse andare. Scoprì di aver bisogno di lei. "Tu sei strana lo sai?" le dissi con aria ingenua. "Allora perchè sei ancora qui?" Guardai le nostre mani intrecciate. Lei continuava a guardare me, non sapevo nemmeno se si fosse accorta delle nostre mani unite. Stavo per rallentare la presa, ma lei mi bloccò, mi strinse la mano nella sua. Come a non volerla più lasciare andare, come a dire "resta", come a dire "non te ne andare". Eravamo talmente vicine che i nostri corpi si sfioravano, i nostri respiri si confondevano, i battiti dei nostri cuori battevano all' unisono. Eccolo, stava arrivando, ero a pochi centimetri dalla sua bocca, stavo per baciare Callie un'altra volta. "Arizona...Arizona" mi sentì chiamare, sembrava quasi una voce in lontananza. "Arizona svegliaaa!" Era Meredith. Cazzo. "Mer, mi hai appena svegliata, ed io stavo li per li a baciarla" "Ma chi? Cosa stai dicendo Arizona?" mi guardava perplessa. "Callie, nel mio sogno. Stavo sognando il bacio e arrivi tu..cavoli ho ancora 15 minuti di tempo a disposizione. Sai, c'avrei fatto anche tanto sesso se non fosse stato per te." "Tu stai fuori lo sai questo, vero? Ora arrivi anche a sognarla, per di più ci metti anche del sesso..ok!" "Ipoteticamente parlando, nel mio sogno avrei fatto tanto sesso con Callie. Comunque ho il suo numero, ci dobbiamo mettere d'accordo per l'appuntamento. Stasera la chiamo, ho deciso." "Evviva, porta con te i fazzoletti" disse divertita. "Idiota..e comunque grazie eh! Proprio sul più bello!". Sebrava guardarmi divertita, almeno lo spero. Lo ammetto, il tutto era abbastanza ridicolo, pensai. Finito il mio turno in ospedale, andai subito a casa. Ero stanca dopo aver passato un intera giornata a correre avanti e indietro. Dalla borsa tirai fuori il biglietto dove Callie scrisse il numero di telefono. Ero li, che me lo passavo da una mano all'altra, non sapevo cosa fare. Chiamare oppure no! Temevo che magari avrebbe risposto Erika. Si, il telefono è di Callie, ma loro convivono insieme, e perchè no, potrebbe eccome rispondere lei. Magari lei sarà sotto la doccia e avrà lasciato il telefono in qualche parte della casa, o forse starà cucinando e farà rispondere lei. E se rispondesse Erika, cosa le potrei dire "Ciao sono Erika, con chi parlo?" "Oh, ciao sono Arizona, scusa l'orario chiamo per sapere come sta Callie!" si certo, alle 23.00 di sera. A chi la do a bere. Ma al diavolo, basta chiamo. Chi se ne frega, pensai. "Pronto?". Oddio, le ho appena chiuso la chiamata. Era Callie ad aver risposto. Sono sempre stata sicura di me, determinata. MI precipitavo sempre sulle situazioni, non avevo mai paura di sbagliare o di mettermi in imbarazzo. Sapevo quello che dicevo o quello che facevo in ogni situazione. Ed ora, cosa mi stava succendendo, arrivare a tanto per una ragazza. Arrivare persino a non travare le parole, non era da me. Ma lo dovevo fare, la devo richiamare e poi ho fatto una promessa. Io sono una che mantiene le promesse. "Pronto??" "Oh ciao Callie!" "Ciao Arizona. Hai chiamato te prima?" "Bhè..em si, ma era caduta la linea, in questa casa il segnale prende a tratti, scusami" "la linea, si immagino." Conoscevo talmente a memoria il timbro della sua voce, come se fosse una poesia da impare alle elementari. E in quel momento sapevo che aveva già capito tutto. Il timbro infatti era diverso, gioioso per la mia chiamata, divertito allo stesso tempo. Non ero tanto in uno stato di vergogna o timidezza. Lei aveva quel "potere" di farmi sentire a mio agio. Non provavo imbarazzo o altro, forse inciampavo un pò con le parole, ma era solo l'emozione, insomma, lei mi faceva sentire me stessa. E questo a me piaceva, nessuno ci era mai riuscito fino ad allora. "Forse ti ho chiamata troppo tardi, ti ho disturbata?" "Ma figurati. E poi stavo aspettando questa chiamata." "Fantastico, cioè no, si..nel senso di non aver disturbato." "Arizona, ti ho detto che aspettavo questa chiamata, e quasi non ci credevo. E poi dobbiamo stabilire il giorno dell'appuntamento no?" "Si, si hai ragione. Possiamo fare quando ti è più comodo a te." "Io sono sempre libera." Non lo so, ma quando Callie chiamava la nostra uscita un "appuntamento" io tornavo sempre a sorridere. Non so realmente il perchè di queste situazioni, so solo che ci sono cose alle quali non vi è sempre una motivazione dietro. I gesti, le parole, una chiamata improvvisa o un sms inaspettato, bhè in quel momento schiacci "invio" e fai partire il testo alla persona indirizzata. Dentro di te pensarai che forse non era la cosa giusta, ma perchè non si conoscono le reazioni dall'altra parte. Molte volte un gesto, un sorriso può anche essere interpretato male, quindi perchè non togliersi il dubbio! Pian piano forse lo avrebbe capito anche lei. Io c'ero fin troppo dentro tutta questa storia, lei ne avrebbe preso posto. "Bhè, io ho una sera libera il venerdì. Se per te va bene, ovvio!" "Va..va benissimo, certo." "E' perfetto allora, passo a prenderti io eh!" "Ahah ma Callie, non sai nemmeno dov'è casa mia!" "Ah, è vero. E cosa stai aspettando a darmi l'indirizzo?" Già la immaginavo, con le sue solite smorfie a queste domande. Dettai l'inidirizzo di casa, accertandomi di non aver sbagliato qualche numero. "Perfetto, ora so anche dove abiti, fai attenzione eh!" "CHEEEEEEEEE'?" lo dissi con un sorriso a 32 denti. Non volevo aver capito male. In una conversazione faccia a faccia, lo avrebbe notato a chilometri. "Ahah ma niente Arizona, lascia perdere..non avrai mica paura?" "Di te?" "No, di me non dovresti averne..ehi biondina, non darmi buca eh!". Come avrei potuto fare viceversa. "Altrimenti mi tocca star li con il dito attaccato al citofono" "Callieee! Potrei sempre staccarlo sai!" "Lo farai?" "NO!" "Non avevo dubbi. Arizona, ora devo proprio entrare. Ma ci vedremo molto presto." "Callie.." "Dimmi tutto" "Oh, niente, era solo per dirti che mancano 4 giorni..". Ci fu un attimo di silenzio. Più che imbarazzante, risultava fastidioso. Magari non aveva preso bene ciò che le avevo detto, poi aggiunse.."Fai pure meno 3 fra qualche minuto. Arizona mi scoccia ma..ecco devo rientrare in casa. Ci vederemo davvero molto presto.." "Non vedo l'ora.." Mentre ero li che stavo per riattaccare lei si precipitò ad aggiungere "Ehi..Arizona" "Si!!" "Buonanotte.." "Buonanotte Callie." Quando posai la testa sul cuscino, guardai l'ora ed erano le 24.00. Mancavano ufficialmente 3 giorni al nostro appuntamento. Ma la cosa più straordinaria di quella conversazione, fu la buonanotte. Sembrerà strano, ma riservare la buonanotte a qualcuno è meraviglioso. E' l'ultima parola che si dice prima di chiudere una conversazione, l'ultimo pensiero che riservi alla persona amata. *E' UNA VITA CHE NON POSSO AMARE SE NON HO DI TE LA COMPAGNIA.*
   
 
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