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Autore: KuroPond    23/02/2015    1 recensioni
Storia ispirata alla popolare serie tv The Vampire Diaries. Ambientata nella città di Shadow Town, i protagonisti, tre fratelli e un'amica strega, indagano sulla morte della loro madre e sull'origine della loro trasformazione.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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POV Savannah [stessa mattina]
 
Tamburello le dita della mia mano sul ginocchio, Hanna non è ancora entrata in classe.
Hanna, la ragazza vampiro che mi minaccia dalla sera in cui ho scoperto i miei poteri.
Sono una strega, esatto, e a quanto pare devo provvedere continuamente alla protezione dei miei amici vampiri.
O almeno, solo uno dei tre fratelli Davidson è mio amico: l’altro fratello non mi parla neppure e la sorella mi rivolge la parola solo per assicurarsi che io sia ancora dalla sua parte. Come se fosse possibile non esserlo.
Però… -guardo la porta dell’aula- magari oggi non c’è. 
Per una volta potrei seriamente rilassarmi in classe; niente minacce, niente sguardi per essere sicuri che io mantenga il mio silenzio…
Mi giro e scocco uno sguardo a Luke, suo fratello, l’unico con cui sono riuscita a legare un rapporto che non si basa sul semplice sfruttamento dei miei poteri.
Seno il mio cuore sprofondare in una morsa dolorosa mentre lo vedo scrivere su un quadrettino foderato in pelle; lui non sa nulla, non sa delle minacce di sua sorella e non ho intenzione di dirglielo.
Lo vedo alzare lo sguardo e chiudere il quaderno, mi giro di scatto verso la porta e mi aggrappo al banco, le mie nocche bianchissime. Inizio a sperare con tutta me stessa che non stia arrivando.
Dopo pochi secondi la porta si spalanca e appare Hanna. 
Ovviamente, penso con rabbia, lei non si permetterebbe mai di mancare.
Il mio stomaco si contrae e io espiro, non mi ero neanche accorta che stavo trattenendo il fiato.
La vedo sedersi vicino al fratello, scambiare qualche battuta e poi posare la cartella. 
Poi, come sempre, si alza e si dirige verso di me. 
Una volta di fronte al mio banco si sporge sorridente come fa tutti i giorni, come se stesse per salutarmi; i suoi capelli ricadono sui nostri visi, nascondendoli dal resto della classe.
-Novità?- chiede con un ghigno, il suo alito sa di sangue. Deve essersi nutrita da poco e questa cosa mi fa venire la pelle d’oca. 
Non sono veramente sensibile alla vista o all’odore del sangue, ma pensare che una persona possa berlo… questo mi fa venire i brividi.
Tuttavia scuoto la testa, cercando di guardarla negli occhi senza far intravedere la mia paura; mi aveva chiesto di cercare informazioni sui cacciatori, ma non ne avevo trovare. Non è che mi fossi impegnata molto, ma questo lei non deve saperlo.
-Ancora dei nostri?- chiede.
Io annuisco.
-Un bel sorriso allora, ci vediamo domani,- dice, per poi allontanarsi con un sorriso, esattamente come quello che ho stampato in faccia.
Un sorriso vuoto e palesemente finto, ma che evidentemente basta a ingannare quegli idioti della mia classe. Anche se a volte penso di essere io l’idiota, e che a loro semplicemente non gliene frega nulla di me; vogliono solo vivere la loro vita, senza intromettersi in problemi altrui che distoglierebbero la luce da loro. Egoisti.
Ma infondo lo siamo tutti.
Mentre torna a posto Sharon la segue con lo sguardo, poi tira fuori un quaderno nero dalla sua cartella e inizia a scrivere. Probabilmente i compiti che non ha fatto.
-Tutto a posto?- mi chiede Adel, lei sa tutta la storia, è nel mio stesso Coven e molte volte mi aiuta quando devo cercare qualcosa per Hanna.
-Sì- rispondo, forse con un tono di voce un po’ più alto di quel che avrei voluto, ma gli occhi sono decisi e quindi lei dopo un ultimo sguardo preoccupato si gira nuovamente.
Odio questa scuola.
Odio le persone che mi circondano e odio me stessa, per essere così debole da lasciarmi controllare così facilmente; senza reagire. Senza opporre alcuna resistenza.
Ma non posso, se opponessi resistenza Hanna ucciderebbe me e il mio coven, come mi ha già felicemente conferito più volte nell’arco dell’anno scolastico.
E poi non vorrei incasinare le cose con Luke, l’unico con cui ho instaurato un buon rapporto e l’unico a cui non voglio incasinare le cose in famiglia; che a mio parere è già un disastro di per sé. 
Cercando di calmare il mio respiro tiro fuori il testo scolastico e mi concentro sul professore, ormai preso nella spiegazione di una complessa reazione chimica.
Senza neanche capire cosa stia dicendo prendo una matita e inizio a copiare dalla lavagna, cercando di riempire la mente con numeri e lettere, comprimendo i miei pensieri.
   
 
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